2^ emissione del 03 febbraio 2024, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica ” il Patrimonio naturale e paesaggistico” dedicato a Trento, Capitale europea del volontariato
2^ emissione del 03 febbraio 2024, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica ” il Patrimonio naturale e paesaggistico” dedicato a Trento, Capitale europea del volontariato, dal valore indicato in B zona 1, corrispondente ad €1.30.
- data emissione: 3 febbraio 2024
- dentellatura: 11 effettuata con fustellatura
- dimensioni francobollo: 30 x 40 mm
- stampa: in rotocalcografia
- tipo di carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco)
- stampato: I.P.Z.S. Roma
- tiratura: 250.020
- valore: B zona 1
- colori: cinque
- bozzettista: a cura del Centro Servizi Volontariato del Trentino e ottimizzato dal Centro Filatelico della Produzione dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.
- num. catalogo francobollo: Michel _4602__ YT __4362_ UNIF ________
- Il francobollo: delimitata, in alto, dal lettering di Trento Capitale europea del volontariato 2024, riproduce un particolare tratto dall’illustrazione utilizzata per la campagna promozionale dell’evento Trento, Capitale europea del volontariato, raffigurante, in grafica stilizzata, alcune persone occupate in attività di volontariato in primo piano su un ideale skyline di Trento dove si evidenziano, da sinistra, la Torre Civica, il Palazzo Pretorio, il Castello del Buonconsiglio e il Museo della Scienza. Completano il francobollo la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B ZONA 1”.
- nota: l’illustrazione riprodotta sul francobollo è opera di Michela Nanut; il lettering è stato realizzato dall’agenzia di comunicazione LeDO.lab di Comano Terme – Trento.
- Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy è l’Autorità emittente dei francobolli.
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Trento è un comune italiano di 118 291 abitanti, capoluogo della provincia autonoma di Trento e della regione Trentino-Alto Adige.
TERRITORIO
La città di Trento è situata nella valle del fiume Adige, a circa 150 km dalla sorgente del fiume e a 250 km dalla sua foce, 55 km a sud di Bolzano e 95 km a nord di Verona. La città di Trento è collocata al centro di un’area urbana compresa latitudinalmente tra Mezzolombardo e Rovereto e che si estende ad est verso la Valsugana, fino al comune di Pergine.
Trento presenta estreme diversità territoriali e di popolazione. La popolazione comunale non è concentrata solo in città, ma anche in numerosi centri sparsi o sobborghi, piuttosto diversi l’uno dall’altro e che conservano ancora una propria identità sia urbana, sia paesana, rurale o montana. La città antica conta 80 000 abitanti (ottobre 2004). L’agglomerato urbano con i comuni limitrofi arriva a 150 000 abitanti. Tra i sobborghi, quello più popoloso è Gardolo.
Quello meno popolato è Sardagna. La maggioranza di essi è distribuita sul fondovalle dell’Adige o sulle colline a est della città, mentre il paesino di Sardagna è situato ad ovest su un piano roccioso a 560 metri di altitudine ed è collegato al fondovalle anche da una piccola funivia; i paesi del Bondone sono invece situati tra i 490 m s.l.m. di Vigolo Baselga e i 1 650 metri di Vason e fanno tutti parte della stessa circoscrizione comunale.
La vastità della zona comunale fa derivare quindi una densità di popolazione non caratteristica di città compatte e a forte concentrazione di popolazione (736 ab./km² contro, per esempio, i 2.037 ab./km² di Bolzano).
Trento mantiene un legame molto stretto con la montagna; a nord-ovest si trova la Paganella, a nord-est il monte Calisio, a est la Marzola, a sud-est la Vigolana e a ovest il Monte Bondone, chiamato anche l'”Alpe di Trento”. Quest’ultimo, che in gran parte ricade nel territorio comunale, è raggiungibile in poco tempo dal centro cittadino tramite la strada provinciale.
Presso la conca delle Viote del Bondone è possibile visitare il giardino botanico alpino e iniziare l’escursione verso la Riserva Naturale Integrale delle Tre Cime del Bondone (Cornet, Dos d’Abramo e Cima Verde).
La città di Trento è attraversata da diversi corsi d’acqua: il fiume Adige, che la percorre da nord a sud, e il torrente Fersina, che l’attraversa da est a sud-ovest per poi confluire nell’Adige, sono i maggiori. Parallelo all’Adige, scorre il canale chiamato “Adigetto”. A sud della città scorre un altro piccolo corso d’acqua permanente, proveniente dalla collina di Povo, il rio Salè, che confluisce nel Fersina poco prima che questo a sua volta confluisca nell’Adige; nonostante abbia argini adeguati e un ampio letto rispetto alla portata normale, alcune volte ha invaso, alluvionandola, la zona circostante, detta “Bolghera” o anche “Gocciadoro”.
Sulla sponda orografica destra, si congiunge il rio che scende dalla ben visibile cascata di Sardagna.
Origini del nome
Secondo la tradizione latina il toponimo Trento deriva da Tridentum (nome assegnato dai Romani) per via dei tre colli (Doss Trent, Dosso Sant’Agata e Dosso di San Rocco) che circondano la città o anche per la presenza di tre fiumi (Adige, Fersina e Vela) che formano un tridente.
Secondo altre fonti il nome è ben più vecchio e di origine retica. Il toponimo deriva infatti da trent, ovvero triforcazione (dovuta al letto irregolare del fiume Adige oppure ai tre corsi d’acqua, Adige, Fersina e Salè, che formano una triforcazione guardando la città da sud). Nonostante tutto la tradizione latina ha sempre avuto la meglio, al punto che sul vecchio municipio si legge ancora l’iscrizione latina Montes argentum mihi dant nomenque Tridentum («I monti mi danno l’argento e il nome di Trento»), dovuta a Fra Bartolomeo da Trento (ovviamente l’argento si riferisce alle miniere del monte Calisio, che sovrasta la città a nord-est).
Storia
Dalle origini all’età romana
Secondo alcune teorie, Trento (Tridentum) si sarebbe sviluppata su un precedente insediamento retico di fondovalle. È inoltre probabile la presenza di un antico castelliere retico sul Doss Trento, forse utilizzato anche dai Romani dopo la conquista, uno dei primi nuclei urbani della città. È ragionevole ritenere che la Valle dell’Adige, in quanto via di comunicazione nord-sud di primaria importanza, abbia favorito frequenti scambi culturali con le altre popolazioni pre-Romane, come i Veneti, gli Etruschi e i Galli.
La conquista Romana del Trentino avvenne nel corso del I secolo a.C. Trento, sorta già prima della conquista come accampamento militare romano (Castrum), venne battezzata Tridentum (“città dei tre denti”), forse perché nei pressi della città sorgono proprio tre colli vagamente assomiglianti a tre denti (Doss Trento, Sant’Agata e San Rocco) o perché ci sono tre fiumi (Adige, Fersina e Vela) che formarono un tridente. La città divenne municipium tra il 50 e il 40 a.C.
In periodo augusteo, con l’Impero impegnato in una serie di operazioni militari nell’arco alpino, il ruolo strategico della città crebbe. Trento si sviluppò a partire da una pianta quadrangolare, delimitata da un lato dal fiume Adige, dagli altri tre lati da mura e fossati, con torri quadrangolari e porte per l’accesso; la principale, porta veronensis, era gemina, con due torri circolari ai lati. Le vie cittadine si svilupparono in maniera ordinata, parallelamente all’impianto del cardo e del decumano secondo i principi dell’urbanistica Romana.
Tridentum era dotata di tutte le infrastrutture tipiche di un importante centro romano: erano presenti un foro, un anfiteatro, delle terme, un porto fluviale, un acquedotto proveniente dalle colline orientali per l’approvvigionamento idrico e una zona adibita alle sepolture all’esterno delle mura, oltre ad abitazioni (ville) e infrastrutture all’esterno della cinta muraria. Tridentum era inoltre un importante snodo viario, per la presenza nel suo territorio della Via Claudia Augusta (principale via militare verso il nord), nelle sue diramazioni della Claudia Augusta Padana e della via Claudia Augusta Altinate, che collegava la città con il Veneto passando per la Valsugana.
Nonostante la difficile situazione politica venutasi a creare con la decadenza dell’Impero, Trento rimase anche nel IV e nel V secolo il centro economico, commerciale e militare della regione.
Stemma
Lo stemma del Comune di Trento raffigura un’aquila spiegata di nero, rostrata, armata e munita sulle ali di due gambi trifogliati d’oro, linguata e cosparsa di fiammelle di rosso come descritto nel Decreto di riconoscimento del 6 maggio 1930. L’aquila di San Venceslao, che rispetto all’originale ha subito col passare dei secoli alcune modifiche, è lo stemma ufficiale di Trento dal 1407 (anno dell’insurrezione di Rodolfo Belenzani); anche se il Re Giovanni di Lussemburgo donò il simbolo della città molto prima, precisamente a Bratislava nell’anno del Signore 1339 (come si desume dal testo della concessione dello stemma di San Venceslao al vescovo e alla chiesa trentina). Appena tre anni prima, nel 1336, Carlo di Boemia figlio maggiore del re Giovanni di Lussemburgo, si era insediato nel castello di Tirolo quale reggente in vece del fratello minore che nel 1330 si era sposato con Margherita di Maultasch, contessa di Tirolo. Carlo di Boemia aveva portato con sé il cancelliere Nicolò da Bruna che nel 1338, grazie all’influente appoggio di re Giovanni, venne nominato vescovo di Trento. In questo modo fu possibile alla Casa di Boemia assicurarsi la completa fedeltà e sottomissione del Principato trentino. Il 9 agosto 1339, per ricompensare il principe vescovo dell’amicizia sempre dimostratagli, re Giovanni volle concedere, a Nicolò e ai suoi successori sulla cattedra di San Vigilio, lo stemma di San Venceslao.
MONUMENTI E LUOGHI DI INTERESSE
La città vanta numerose chiese ed edifici, con un’architettura che va dal periodo romanico all’epoca moderna. Le più importanti sono:
alcuni bellissimi scorci di Trento città e dintorni
- Cattedrale di San Vigilio – La cattedrale di San Vigilio è il Duomo di Trento situato in piazza del Duomo. È la principale chiesa cittadina ed è stata edificata nel XIII secolo sull’area in cui era originariamente presente un’antica basilica dedicata a San Vigilio, da cui prende il nome e che è il Patrono della città. Questa antica basilica fu costruita fuori dalle mura perché fungeva da chiesa cimiteriale: vi furono infatti sepolti San Vigilio e i resti dei tre martiri Ananuensi Sisinnio, Martirio e Alessandro. L’Imperatore Massimiliano I d’Asburgo (autore del Landlibell tirolese) fu coronato nella cattedrale Imperatore del Sacro Impero il 4 febbraio 1508 dal Vescovo di Gurk Mattias Lang. Nella cattedrale sono sepolti la maggior parte dei vescovi di Trento, tra cui tutti i più recenti. Negli anni sessanta e settanta del XX secolo sono stati eseguite importanti ricerche archeologiche nel sottosuolo absidale della basilica, che hanno modificato in parte anche la distribuzione interna della zona absidale.
- Chiesa di Santa Maria Maggiore – costruita nel XVI secolo da Antonio Medaglia per volontà del cardinale Bernardo Cles, in stile rinascimentale ma con riminescenze gotiche (“stile clesiano”). La facciata presenta un importante portale cinquecentesco, mentre all’interno è da notare una cantoria dello stesso secolo e le tele di Cignaroli e di Moroni. La chiesa ospitò il terzo periodo del Concilio di Trento (aprile 1562 – dicembre 1563). L’esterno è stato completamente ripulito e riportato allo stato originale nel 2007. Gli scavi archeologici hanno evidenziato che l’edificio sacro è stato costruito sopra tre chiese precedenti (tra le quali una è forse la Santa Maria della Neve, menzionata nelle fonti scritte). La più antica delle tre, la ecclesia paleocristiana (V-VI secolo), fungeva da sede vescovile e da principale luogo di culto cittadino durante i primi secoli di vita del cristianesimo. Tale ecclesia, a sua volta, era stata costruita sopra un’area pubblica romana dove sorgeva, probabilmente, un complesso termale.
- Case Cazuffi-Rella – Gli affreschi delle due case sarebbero stati commissionati da Tommaso Cazuffi in occasione della visita nel 1535 di Ferdinando I d’Austria imperatore dei Romani.
- Palazzo delle Albere – palazzo di stile rinascimentale, fu costruito intorno al 1550 per volere della famiglia Madruzzo, che resse il Principato di Trento per un secolo. Pur essendo una residenza di rappresentanza, esso presenta fortificazioni ed elementi architettonici di difesa, come le quattro torri angolari. Fu villa di campagna suburbana dei Principi-Vescovi, sino al completo abbandono dal secondo dopoguerra in poi. Dopo l’acquisto negli anni settanta del XX secolo da parte della Provincia autonoma di Trento, è stato la sede di Trento del Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.
- Palazzo Pretorio – situato in Piazza del Duomo, tra il Castelletto e la Torre Civica, fu l’antica e prima residenza vescovile (fino alla metà del XIII secolo). Orlato da una merlatura e decorato con bifore, accanto ad esso è stata costruita la Torre Civica. Ora ospita il museo diocesano tridentino.
- Palazzo Thun (attuale sede del municipio) – in via Belenzani 19, palazzo di rappresentanza della famiglia Thun, originaria della Val di Non, che riunì in un unico complesso una serie di edifici preesistenti nella metà del XV secolo. Ha subito una trasformazione notevole nel 1830, quando venne profondamente restaurato da Rodolfo Vantini secondo il gusto neoclassico per volontà del conte Matteo II Thun (articolo parzialmente estrapolato dal sito Wikipedia).
Testo bollettino
Nel nostro immaginario, le immagini dei francobolli sono associate alle teste coronate di re e regine oppure a esploratori, inventori, persone celebri nei campi più disparati. Stavolta è diverso: l’interno del rettangolo dentellato con cui affranchiamo lettere e cartoline è dedicato al popolo invisibile dei volontari. In effetti, oggi non si parla molto di volontariato. Sappiamo che c’è. Lo apprezziamo. Lo ricordiamo in occasione di eventi particolari. Poi ce ne dimentichiamo.
Trento Capitale europea e italiana del volontariato 2024 è un riconoscimento proprio alla parte di città invisibile che ricuce, mette insieme, fa e non grida, non appare, ma è fondamentale per la qualità della vita di tutti. I volontari ci aiutano anche a guardare oltre: oltre la porta di casa per rispondere alle necessità del quartiere, oltre il quartiere per avvicinare chi vive ai margini a Trento e nel mondo. Perché il volontariato è apertura all’altro, al diverso e al difforme. Ed è una fonte di ispirazione per la politica, chiamata oggi più che mai a connettere e a promuovere il dialogo.
È dunque un grande onore e una grande opportunità poter associare Trento Capitale europea e italiana del volontariato 2024 a un francobollo. Tuttora ricco di fascino nonostante la diffusione dei messaggi digitali, è un simbolo perfetto per l’occasione: infatti, se il francobollo accompagna lettere e cartoline in giro per le città e per il mondo, noi vorremmo far andare lontano lo spirito di gratuità dei 20 mila volontari di Trento. Perché i volontari ci indicano un modo diverso di vivere, perché ci insegnano a guardare agli altri con il sorriso, perché ci tendono la mano senza chiedere nulla in cambio.
In questo tempo spaesato e talvolta disperato, c’è un grande bisogno di volontariato. Da oggi c’è anche un nuovo francobollo a ricordarcelo.
Franco Ianeselli
Sindaco di Trento
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