POSTE VATICANE 9^ EMISSIONE DEL 25 MAGGIO 2021, DUE FRANCOBOLLI DEDICATI AL V CENTENARIO DELLA NASCITA DI PAPA SISTO V

Il Servizio Poste e Filatelia del Vaticano ricorda, nel V centenario della nascita, Papa Sisto V, al secolo Felice Peretti, il cui pontificato, nonostante la breve durata (1585-1590) è considerato tra i più importanti del XVI secolo tanto forte fu l’impulso del pontefice alla riorganizzazione sociale, finanziaria ma soprattutto urbanistica di Roma. Con la collaborazione dell’architetto Domenico Fontana, Sisto V riprese, potenziandoli, alcuni progetti iniziati dai suoi predecessori intervenendo sia a livello strutturale, sia urbanistico e architettonico. Portò a compimento la Cupola di San Pietro, progettata da Michelangelo, e ordinò l’ampliamento della Biblioteca Apostolica Vaticana attraverso la costruzione del Salone Sistino. Fece erigere quattro grandiosi obelischi in quattro diversi punti della Città, unendoli così simbolicamente: piazza San Pietro, piazza del Popolo, piazza dell’Esquilino e piazza San Giovanni in Laterano. Qui, a meno di due mesi dal suo insediamento, iniziò gli scavi per la costruzione del nuovo Palazzo Apostolico, completato nel 1589, e fece costruire la Loggia delle Benedizioni. La serie celebrativa di questo anniversario riproduce nel valore da € 2,00 lo stemma in pietra del Pontefice posto sopra il balcone sovrastante il portale della facciata del palazzo lateranense adiacente alla Loggia; nel valore da € 2,50 è riprodotto il Ritratto di Sisto V, databile intorno al 1590 e attribuito al pittore Pietro Facchetti, conservato nei Musei Vaticani.

  • data: 25 maggio 2021
  • valori facciali: € 2,00 e € 2,50
  • stamperia: Cartor
  • Stampa: offset 4 colori
  • formato francobollo : 30 x 40 mm
  • dentellatura: 13 ¼ x 13
  • formato foglio: 174 x 104 mm
  • foglio: da 10 francobolli
  • tiratura: 35.000 serie complete (70.000 francobolli)
  • num. catalogoMichel_ 2029/2030_ YT _1879/1880__ UNIF __1894/1895__

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Sisto V, nato Felice di Peretto da Montalto e a trent’anni Felice Peretti (Grottammare, 13 dicembre 1521– Roma, 27 agosto 1590), è stato il 227º papa della Chiesa cattolica (226º successore di Pietro) dal 1585 alla m orte; apparteneva all’ordine dei frati minori conventuali.

Biografia

Felice nacque a Grottammare, piccolo villaggio di pescatori delle Marche meridionali, allora nella giurisdizione di Fermo. Il padre, Peretto di Montalto, si era rifugiato a Grottammare per sfuggire alle angherie del Duca d’Urbino, trovandovi un lavoro come giardiniere. Qui conobbe Mariana, di Frontillo di Sopra di Pievebovigliana, che lavorava al servizio del possidente Ludovico De Vecchis (nobile famiglia originaria di Fermo), e la sposò.

Felice visse un’infanzia molto povera. Ultimo nato della famiglia, svolse lavori umili insieme ai genitori. A 25 km di distanza da Grottammare, sull’Appennino umbro-marchigiano, suo zio materno, Salvatore Ricci, viveva nel convento di San Francesco delle Fratte a Montalto. All’età di nove anni Felice entrò nel convento francescano. A 12 anni iniziò il noviziato. Nel 1535 vestì l’abito francescano: assunse così il nome di fra Felice, mantenendo il nome di battesimo. Da allora iniziò gli studi filosofici e teologici che lo portarono a spostarsi in diversi conventi dell’Ordine, per ascoltare i maestri migliori. Concluse gli studi nella magna domus francescana di Bologna (settembre 1544). Tre anni prima, nel 1541, era stato ordinato diacono.

Successivamente fra Felice fu “baccelliere di convento”, cioè insegnante di metafisica e diritto canonico nei monasteri dell’Ordine a Rimini e poi a Siena. Nel 1547 fu ordinato sacerdote; l’anno successivo ottenne il dottorato in teologia all’ateneo di Fermo; qui ricevette anche il titolo di maestro (1548) dal generale dell’Ordine dei Francescani conventuali, Bonaventura Fauni-Pio. Diede presto prova di una rara abilità sia come predicatore che nella dialettica. Il 14 giugno del 1551, a Montalto per affari, si dichiarò per la prima volta col cognome Peretti.

Nel 1552 si recò una prima volta a Roma su invito del cardinale Rodolfo Pio, protettore del suo ordine, per tenere alcune omelie durante la Quaresima. Come predicatore francescano tenne le omelie quaresimali nella Basilica dei Santi XII Apostoli. Ebbe modo quindi di mostrare le sue rimarchevoli abilità oratorie riscuotendo molta impressione e guadagnandosi la stima di due futuri grandi e famosi personaggi: san Filippo Neri e sant’Ignazio di Loyola. Un incontro decisivo fu quello con il cardinale Michele Ghislieri, che negli anni successivi divenne il suo grande protettore. Rimase a Roma per il resto dell’anno.

Tornò nella Città eterna nel 1556, quando fu nominato membro della commissione creata da papa Paolo IV per elaborare una riforma della Curia romana. Successivamente fu nominato reggente dell’Università di Venezia. L’anno successivo fu nominato inquisitore della città lagunare. Noto per il suo rigore, divenne inviso alle autorità locali, che ottennero che fosse richiamato a Roma; ciò avvenne effettivamente nel 1560. Tornato a Roma, padre Felice continuò l’incarico di consulente del Sant’Uffizio, ottenne la docenza all’Università La Sapienza e fu procuratore generale e vicario apostolico dei francescani conventuali.

Nel 1565 il pontefice Pio IV lo nominò membro della commissione dell’Inquisizione inviata in Spagna per il processo all’arcivescovo di Toledo, Bartolomé Carranza. Nacquero in quell’occasione delle incomprensioni con il presidente della commissione, il cardinale Ugo Boncompagni; la forte antipatia personale che ne derivò ebbe una marcata influenza sugli eventi degli anni successivi.

Nel 1566 Michele Ghislieri, diventato papa con il nome di Pio V, lo nominò vescovo e vicario generale dei Frati conventuali e nello stesso anno, il 15 novembre, gli fu assegnata la diocesi di Sant’Agata dei Goti (nel Sannio). Nel 1570 lo creò cardinale con il titolo di San Girolamo degli Schiavoni. Nel 1572 fu eletto papa il Boncompagni. In poco tempo, il cardinal Montalto, come veniva generalmente chiamato, perse tutte le cariche fino ad allora accumulate.

Per tutto il resto del pontificato di Gregorio XIII fece una vita ritirata. Nella sua villa sull’Esquilino iniziò a scrivere un’opera su Sant’Ambrogio. Durante questi anni, uno dei segretari del cardinale fu il serissimo e affidabile perugino Scipione Tolomei, raccomandatogli da Fulvio Giulio della Corgna, che svolse impeccabilmente il servizio, prima di dedicarsi alla cancelleria del Marchesato di Castiglione del Lago.

Conclavi

Il cardinal Peretti partecipò al conclave del 1572, che elesse papa Gregorio XIII, e a quello del 1585, che lo vide eletto nonostante non fosse indicato da nessuno dei partiti dominanti nel collegio cardinalizio.

Sisto V fu eletto papa il 24 aprile 1585 in Vaticano e fu incoronato nel Palazzo apostolico il 1º maggio da Ferdinando de’ Medici, cardinale protodiacono. Assunse il nome pontificale di Sisto in memoria del predecessore Sisto IV (1471-1484), appartenente anch’egli all’Ordine francescano.
Uno dei fattori che favorirono la sua vittoria fu il suo vigore fisico, che sembrava promettere un lungo pontificato.

L’ultimo papa francescano dopo Sisto V sarà Clemente XIV (1769-1774).

42 cardinali parteciparono al conclave, che fu celebrato da una composizione di Giovanni Pierluigi da Palestrina denominata Tu es pastor ovium.

Il pontificato

Relazioni con le istituzioni della Chiesa

Riforma della Curia romana

Il pontificato di Sisto V si inseriva nel percorso della Controriforma e dell’attuazione dei decreti emanati dal Concilio di Trento. Il 20 dicembre 1585 Sisto V pubblicò la costituzione apostolica Romanus pontifex: essa è ricordata per aver reinstaurato la prassi della Visita ad limina, dando concreto significato al principio dell’obbligo di residenza dei vescovi e della loro dipendenza dal Papa, ribadito sin dalla prima fase del Concilio. Tutti i patriarchi e vescovi, dopo la consacrazione, si dovevano impegnare a recarsi nell’Urbe, innanzitutto per visitare le tombe degli Apostoli Pietro e Paolo, indi per rappresentare alla Santa Sede la situazione della propria diocesi. Se un prelato non avesse potuto recarsi a Roma personalmente, avrebbe inviato un suo rappresentante.

Il 3 dicembre 1586 Sisto V pubblicò la costituzione apostolica Postquam verus, con la quale riformò il Collegio cardinalizio. Il documento conteneva le seguenti prescrizioni:

  • la composizione del collegio cardinalizio non può superare il numero di 70 cardinali (prima non esisteva un limite massimo). Tra di essi, non ci possono essere più di 6 cardinali vescovi (o vescovi suburbicari), 50 cardinali presbiteri e 14 cardinali diaconi. In questo senso Sisto V modificò le decisioni del Concilio di Costanza (1414-1418). La norma da lui fissata rimase in vigore per oltre tre secoli, fino al pontificato di Giovanni XXIII;
  • chi è nato da una relazione extra-coniugale non può accedere alla porpora cardinalizia;
  • ugualmente chi ha una prole non può diventare cardinale;
  • una persona, per essere creata cardinale, deve avere compiuto 22 anni e deve avere ricevuto gli Ordini sacri.

Al momento della sua salita al Soglio, il governo centrale della Chiesa aveva già come perno le Congregazioni permanenti. Sisto V ne aumentò il numero e ne istituì di nuove. Il pontefice ereditò dai suoi predecessori i seguenti dicasteri: Congregazione dell’Inquisizione, Congregazioni dell’Indice, del Concilio e dei Vescovi, più altre a carattere temporaneo. Il 17 maggio 1586 il pontefice creò la Congregazione per i Regolari.

Il 22 gennaio 1588 Sisto V pubblicò la costituzione apostolica Immensa Aeterni Dei, con la quale riorganizzò la Curia romana fissando in 15 il numero delle Congregazioni cardinalizie permanenti, di cui nove deputate al governo della Chiesa e le sei restanti all’amministrazione dello Stato pontificio.

In un altro provvedimento, il pontefice modificò la composizione dell’ufficio del Protonotari apostolici fissandolo in dodici membri.

Fondò infine la Stamperia vaticana, per la stampa dei documenti ufficiali della Santa Sede (breve Eam semper, 27 aprile 1587).

Provvedimenti relativi alle Congregazioni

Il pontefice:

Approvò i Foglianti, una diramazione dei Cistercensi, ed assegnò loro un convento a Roma presso Santa Pudenziana (breve Religiosos viros del 5 maggio 1586);

Riconobbe come ordine religioso propriamente detto gli Ospedalieri fondati da Giovanni di Dio, chiamati popolarmente Fatebenefratelli (breve Etsi pro debito, 1º ottobre 1586);

Concesse l’approvazione pontificia agli Agostiniani scalzi, istituto religioso sviluppatosi da un ramo degli Eremiti di Centorbi, nei pressi di Catania (19 aprile 1587);

Il 10 luglio 1587 fu eretta in Congregazione la provincia dei Carmelitani Scalzi, fondati in Spagna da Teresa di Gesù nel 1562 e 1568.

Approvò i Chierici regolari minori, fondati da Francesco Caracciolo (bolla Sacrae religionis del 1º luglio 1588);

Sostenne l’Ordine francescano approvando la fondazione del collegio di San Bonaventura a Roma (oggi Pontificia facoltà teologica San Bonaventura) presso il convento dei SS. Apostoli (18 dicembre 1587).

Decisioni in materia liturgica

  • Sisto V nominò una Commissione incaricata di studiare e revisionare la Vulgata (ovvero la Bibbia in latino, lingua ufficiale della Chiesa). Per il pontefice si trattava di portare a compimento gli atti del Concilio di Trento. La commissione, presieduta dal cardinale Antonio Carafa, dopo due anni presentò il proprio lavoro al pontefice (novembre 1588), che però si dichiarò insoddisfatto. Sisto V decise di procedere autonomamente, coadiuvato da alcuni collaboratori. Scelse, tra gli altri, il gesuita Francisco de Toledo predicatore pontificio, e l’agostiniano Angelo Rocca, correttore della Biblioteca e della Tipografia Vaticana. La versione approvata dal pontefice, però, presentò numerosi errori, che risultarono evidenti ancora prima della sua pubblicazione. A tutt’oggi non è certo che l’edizione sistina della Vulgata sia mai andata in stampa
  • Il pontefice istituì la festa della Presentazione della Beata Vergine Maria.
  • Durante i lavori di ristrutturazione del Palazzo Laterano emersero alcune monete di epoca romana: recavano su un lato una croce e, sull’altro, l’effigie di uno dei primi imperatori cristiani. La scoperta confortò il pontefice nell’idea dell’esistenza di una continuità diretta tra la grandezza di Roma e la grandezza del cristianesimo. Egli dunque concesse una serie di indulgenze.
  • Il pontefice fissò l’obbligo per tutto il clero di indossare il proprio abito in tutte le apparizioni pubbliche.

Decisioni in materia di etica e morale cristiana

  • ·         Il pontefice affermò che l’aborto è un crimine paragonabile all’omicidio (bolla Effraenatam, 29 ottobre 1588).
  • ·         Nel 1585 approvò la fondazione, da parte del missionario gesuita Juan de Atienza, del Collegio di San Martino, la prima scuola pubblica aperta a Lima, in Perù;
  • ·         Il 5 gennaio 1586 il pontefice pubblicò la bolla Coeli et terra creator, diretta «contro gli esercenti dell’arte dell’astrologia giudiziaria e ogni altro genere di divinazione», che condannava l’astrologia e la magia rinascimentale e stabiliva la competenza degli inquisitori anche nelle semplici pratiche di magia (ovvero le pratiche illusionistiche, quelle che non producono effetti concreti sulle persone).
  • Nello stesso anno (1586) Sisto V approvò la fondazione dell’Università di San Fulgenzio a Quito (oggi Università Centrale), prima università dell’Ecuador. Sempre nello stesso anno approvò l’apertura, a Bologna, seconda maggiore città dello Stato Pontificio, del «Collegio Montalto» per l’educazione primaria e secondaria.
  • Con il motu proprio Provida Romani (29 aprile 1587) il pontefice annullò l’istituzione di un Archivio generale ecclesiastico a Roma e ingiunse a tutti i vescovi e ai superiori degli Istituti religiosi d’Italia di redigere, entro un anno, un inventario di tutti i beni e documenti appartenenti agli enti di cui fossero a capo.
  • Nel 1589 sciolse l’Ordine dei Cavalieri Gaudenti, ordine monastico-militare nato tre secoli prima.
  • Nello stesso anno (1589), con la bolla Cum pro nostri temporali munere, papa Sisto V riorganizzò il coro di San Pietro; successivamente furono ammessi nella cappella papale anche i cantori castrati.

Opere realizzate a Roma

Sisto V commissionò all’architetto Domenico Fontana:

  • la costruzione del nuovo Palazzo Laterano (l’edificio preesistente fu demolito). Il nuovo palazzo (1586-1589), come il precedente, fu utilizzato come residenza estiva del pontefice;
  • il completamento della cupola di San Pietro, che il Fontana eseguì insieme a Giacomo Della Porta;
  • la costruzione delle fondamenta di una nuova e più ampia sede della Biblioteca Vaticana (1587);
  • l’edificazione dell’Ospizio dei Mendicanti, opera caritatevole per l’assistenza ai bisognosi. La struttura poteva ospitare fino a duemila persone;
  • il restauro della Colonna Traiana e della Colonna di Marco Aurelio. Al termine del restauro, fece porre due statue alla sommità delle colonne romane, rispettivamente, una statua di San Pietro e una di San Paolo;
  • la realizzazione di una cappella monumentale nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dedicata alla propria sepoltura e a quella dei propri familiari;

Fontana si occupò anche, su ordine del pontefice, della distruzione delle rovine del Settizonio, edificio risalente all’inizio del III secolo di cui rimanevano i ruderi. Altri lavori eseguiti a Roma furono: la loggia “di Sisto” o “delle benedizioni” a San Giovanni in Laterano; l’erezione di quattro obelischi, compreso quello in Piazza San Pietro, il più alto di tutti. L’obelisco Vaticano, infatti, è alto 40 metri (25,30 senza il basamento) e pesa 332 tonnellate. Nell’estate del 1586 il pontefice commissionò all’architetto Fontana il trasferimento dell’imponente monumento dal Circo di Nerone, dove si trovava dal 40 d.C. (vi era stato portato dall’imperatore Caligola, di ritorno da Alessandria d’Egitto), al centro geometrico di Piazza San Pietro. Per il trasferimento dell’opera occorsero quattro mesi di lavoro e furono impiegati 900 uomini, 75 cavalli e 40 argani. Dal 10 settembre 1586 svetta nella piazza, come un enorme dito che punta in cielo, a ricordare che il destino di tutti risiede nella Casa del Signore.

Il pontefice ricevette la visita di una delegazione di cristiani giapponesi di alto lignaggio guidata dal gesuita Alessandro Valignano. Giunta a Roma negli ultimi giorni di regno di Gregorio XIII, la delegazione si trattenne fino al 3 giugno 1585. Il pontefice insignì gli ambasciatori della cittadinanza onoraria romana, oltre a fare loro dono della Chiesa di Santa Maria dell’Orto. Questa rappresenta da allora il luogo di culto di riferimento per la comunità cattolica giapponese della capitale italiana.

Nel 1587 Sisto V acquistò dai Carafa la villa di Monte Cavallo (sul colle Quirinale) per farne la sua primaria residenza estiva. La fabbrica dell’edificio fu ampliata fino a raggiungere le dimensioni di un grande palazzo: divenne così il Palazzo di monte Cavallo, poi portato a termine dai pontefici successivi (oggi è il Palazzo del Quirinale). Sisto V inoltre concepì un progetto di grande riqualificazione urbana nell’Urbe, incentrato attorno alla basilica di Santa Maria Maggiore, comprendente l’apertura di sei nuove strade.

Il Papa fece tracciare una nuova via che, attraversando le tre colline del Rione Monti, collegava Trinità dei Monti con San Giovanni in Laterano e Santa Croce in Gerusalemme: la via Sistina il cui percorso (che attraversa le Quattro Fontane al Quirinale, il Viminale, S. Maria Maggiore all’Esquilino, fino al palazzo del Laterano) è contrassegnato da grandi obelischi egizi, eretti dall’architetto papale Domenico Fontana.

Infine, Sisto V pose le premesse per lo sviluppo urbano di Roma al di fuori dei quartieri abitati accanto al Tevere: integrò Borgo (sino a quel tempo autonomo) come quattordicesimo rione della città. Le strade realizzate all’interno delle mura aureliane indicarono le linee di sviluppo seguite nei tre secoli successivi.

Inoltre il pontefice:

  • Fece costruire un nuovo acquedotto; l’infrastruttura prese il nome di Acqua Felice (ottobre 1589). Realizzato da Giovanni Fontana, fu il primo acquedotto costruito a Roma dopo la fine dell’Impero romano;
  • Dopo l’acquedotto furono realizzati dei condotti sotterranei. Per la distribuzione dell’acqua agli abitanti furono realizzate delle fontane monumentali. Esse sono: Fontana dell’Acqua Felice, Fontana dei Dioscuri e Quattro Fontane. Fece costruire la prima fontana nella Piazza del Campidoglio (la fontana attuale è di un’epoca successiva);
  • Fece realizzare un arco monumentale a completamento dell’acquedotto Acqua Felice. Anch’esso prese il nome del pontefice e fu denominato Arco di Sisto V;
  • Fece ricostruire interamente la Chiesa di San Girolamo degli Schiavoni, affidando i lavori a Martino Longhi, per riconoscenza della sua origine dalmata e per la venerazione di questo Santo e Dottore della Chiesa.

Lo scultore Taddeo Landini eseguì un noto busto in bronzo del pontefice.

Secondo alcune fonti, il pontefice concepì il progetto del trasporto del Santo Sepolcro in Italia

Morte e sepoltura

Papa Sisto V morì di malaria la sera del 27 agosto 1590 nel palazzo del Quirinale.

Fu sepolto nella cappella fatta costruire da lui stesso nella Basilica di Santa Maria Maggiore; il suo cuore è conservato nella Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio a Trevi, in piazza Trevi. (testo parzialmente tratto da Wikipedia)

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