17^ EMISSIONE 2023, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, del 27 Aprile, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “le eccellenze italiane dello spettacolo” dedicato a LELIO LUTTAZZI, nel 100° anniversario della nascita.

17^ EMISSIONE 2023, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, del 27 Aprile, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “le eccellenze italiane dello spettacolo” dedicato a LELIO LUTTAZZI, nel 100° anniversario della nascita, dal valore indicato in B, corrispondente ad €1.20.

  • dentellatura:  11 effettuata con fustellatura
  • dimensioni francobollo: 30 x 40 mm
  • stampa: in rotocalcografia
  • tipo di cartabianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco)
  • stampato: I.P.Z.S. Roma
  • tiratura: 270.000
  • valoreB
  • colori: sei
  • bozzettistaEmanuela L’Abate
  • num. catalogo francobolloMichel 4516 YT 4276 UNIF ________
  • Il francobollo: il francobollo riproduce un ritratto di Lelio Luttazzi in primo piano su un particolare dello spartito della sua canzone “Canto anche se sono stonato” incastonato nella sagoma del suo profilo, su cui si staglia, a sinistra, la sua firma autografa. Completano il francobollo la legenda “LELIO LUTTAZZI”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.

Se sei interessato all’acquisto di questo francobollo lo puoi acquistare al prezzo di €1,80; basta inviare una richiesta alla email: protofilia1@gmail.com

Lelio Luttazzi (Trieste, 27 aprile 1923 – Trieste, 8 luglio 2010) è stato un pianista, attore, cantante, direttore d’orchestra, showman, conduttore televisivo, radiofonico, scrittore e regista italiano.

Lelio Luttazzi nella sua veste di presentatore

Biografia

Primi anni ed esordi

Figlio di Sidonia Semani (maestra elementare a Prosecco) e Mario Luttazzi, rimane, a soli tre anni di età, orfano di padre, morto nel 1926 di tubercolosi. La madre si stabilisce nel 1929 a Prosecco dove riprende a lavorare e, durante le elementari, è allievo della madre nella scuola elementare del paese, unico italiano in una classe di sloveni; in seguito, parlando della sua infanzia, si definirà un bambino triste e pessimista, a causa dei suoi problemi familiari.

Riceve la prima formazione musicale da don Križman, parroco di Prosecco, che gli impartisce lezioni di pianoforte per alcuni mesi nella canonica del paese. Dopo la scuola media inferiore s’iscrive al liceo Petrarca di Trieste, dove instaura una grande amicizia con un suo compagno di classe, Sergio Fonda Savio, nipote di Italo Svevo. Incominciano anche in questo periodo i dissidi ideologici con la madre, che è una fascista convinta mentre Luttazzi si avvicina all’antifascismo.

Durante la seconda guerra mondiale s’iscrive all’Università di Trieste alla facoltà di giurisprudenza, sostenendo soltanto due esami poiché incomincia a suonare il pianoforte a Radio Trieste e a comporre le sue prime canzoni. Nel 1943, con alcuni suoi compagni di università, si esibisce al teatro Politeama in veste di direttore d’orchestra, per aprire il concerto di Ernesto Bonino, cantante torinese molto noto all’epoca, che rimane colpito da Luttazzi, al punto da chiedergli, al termine dello show, di comporre una canzone per lui; Lelio accetta l’invito inviandogli una sua composizione, Il giovanotto matto, che nello stesso anno Bonino incide e che diviene un grande successo. Terminata la guerra, apprende dalla SIAE di aver guadagnato con la canzone 350 000 lire; decide quindi di fare il musicista in maniera professionale e, nel 1948, si trasferisce a Milano, dove comincia a lavorare presso la casa discografica CGD, fondata dal suo concittadino Teddy Reno, che lo ha contattato per dargli l’incarico di direttore artistico; sempre per Teddy Reno, nel 1948, scrive Muleta mia. Nello stesso anno si sposa con la concittadina Magda Prendini (da cui si separerà nel 1963 con l’annullamento del matrimonio dalla Sacra Rota). Nel 1948 diventa padre di Donatella, che intraprenderà in seguito la carriera di cantante.

Anni cinquanta

Nel 1950 a Torino assume l’incarico di direttore dell’orchestra RAI, creando la prima orchestra d’archi ritmica in Italia della Rai; nel 1954 si trasferisce a Roma per dirigere una delle orchestre delle Rai di musica leggera con le quali parteciperà a diversi programmi di varietà. Negli anni seguenti lavora nel programma radiofonico a quiz Il motivo in maschera e, nella stagione 1956/1957 dirige l’orchestra nel varietà radiofonico Rosso e nero. Scrive canzoni dal carattere jazzistico e piene di swing, interpretandole al pianoforte e cantandole in uno stile molto personale e, tra le più note, si ricordano Chiedimi tuttoLegata a uno scoglioRabarbaro blesSenza ceriniTimido twist. Compone brani come Una zebra a pois, cantata da Mina, Vecchia America per il Quartetto Cetra, Eccezionalmente, sì per Jula de Palma, You’ll say tomorrow registrato in italiano da Sophia Loren, Souvenir d’ItalieEl can de Trieste, da lui stesso cantata in dialetto triestino. L’esordio televisivo come direttore d’orchestra avviene nel programma della RAI Musica in vacanza, del 1955, programma di varietà settimanale, assieme a Gorni Kramer e agli attori Isa Bellini, Alberto Bonucci, Paolo Ferrari, Adriana Serra.

Anni sessanta

La sua carriera di presentatore incomincia nel 1962, con la trasmissione Il paroliere questo sconosciuto, un programma musicale, per la regia di Lino Procacci, che vede affiancata a Luttazzi una giovanissima Raffaella Carrà. Presenta poi trasmissioni televisive come Studio Uno con Mina, Doppia coppia con Sylvie Vartan, Teatro 10Ieri e oggi.

Come autore partecipa al Festival di Sanremo 1964 con Piccolo Piccolo, testo di Antonio Amurri, interpretata da Emilio Pericoli e Peter Kraus.

È anche attore, in L’avventura di Michelangelo Antonioni e L’ombrellone di Dino Risi, e in televisione in Biblioteca di Studio Uno con il Quartetto Cetra, dove recita la parte di messer Alvise Guoro nella puntata dedicata al Fornaretto di Venezia; è inoltre compositore di colonne sonore di film, tra le quali Totò, Peppino e la… malafemminaTotò lascia o raddoppia? e Venezia, la luna e tu.

Compone le musiche per le commedie musicali di Scarnicci e Tarabusi, e altri autori.

Alla radio conduce Hit Parade, una rubrica settimanale sui dischi a 45 giri più venduti, andata in onda ininterrottamente dal 1967 al 1976, la cui notissima sigla diceva “Lelio Luttazzi presenta… Hiiit Parade!” e seguita da un altissimo numero di ascoltatori.

Luttazzi invitato in una manifestazione

Anni settanta

Nel maggio del 1970, all’apice del successo, viene arrestato insieme a Walter Chiari con l’accusa di detenzione e spaccio di stupefacenti; l’arresto avviene in seguito all’intercettazione di una telefonata in cui Luttazzi si era limitato a girare a uno sconosciuto un messaggio avuto da Walter Chiari. Lo sconosciuto si rivelò uno spacciatore. Walter Chiari che si trovava a Bologna aveva telefonato a casa Luttazzi lasciando alla governante un messaggio: « Maria sono Walter Chiari, dica al Maestro Luttazzi di chiamare questo numero – detta alla governante di Luttazzi un numero di telefono di Roma – perché io qui dal Baglioni di Bologna non riesco a chiamare.” Maria riferisce a Luttazzi il messaggio. “Ha chiamato Walter Chiari, chiede di chiamare questo numero di telefono perché lui da Bologna non riesce. E a chi risponde di dire di chiamare Walter a Bologna all’Hotel Baglioni. “Lelio compone il numero di telefono e riferisce il messaggio di Walter Chiari a un tizio mai conosciuto dal Maestro Luttazzi – un certo Lelio Bettarelli, che poi si scoprirà essere uno spacciatore. La telefonata viene intercettata e Luttazzi dopo circa una settimana verrà preso in custodia dalla polizia dalla sua casa di piazza Trevi a Roma e portato prima a Rebibbia per poi essere rinchiuso nel carcere di Regina Coeli. Dopo ventisette giorni passati in carcere a Regina Coeli, viene rilasciato e la sua posizione stralciata, venendo di fatto prosciolto senza rinvio a giudizio.

L’errore giudiziario ha però conseguenze personali e sulla carriera in quanto nel periodo della detenzione la conduzione di Hit parade viene affidata dapprima a Renzo Arbore e poi all’ex cantante Giancarlo Guardabassi. La trasmissione Ieri e oggi, terminata prima dell’arresto, riprende il 12 marzo 1972 con la conduzione di Arnoldo Foà e di altri presentatori. La breve esperienza carceraria subita lo segna indelebilmente e gli fornisce lo spunto per il romanzo autobiografico Operazione Montecristo e il suo unico film da regista, mai trasmesso in televisione se non dopo la sua morte, L’illazione (1972). Inoltre, l’ispirazione per il film Detenuto in attesa di giudizio viene ad Alberto Sordi proprio con la lettura del libro scritto da Luttazzi nei giorni di detenzione in cella d’isolamento, per l’accusa puramente indiziaria che risulterà poi del tutto infondata. Quando una vicenda simile toccherà anni dopo al collega Enzo Tortora, prima condannato e poi assolto in appello, Luttazzi sarà uno di coloro che spenderanno parole in sua difesa.

Luttazzi ritorna alla radio a presentare Hit parade dal 26 febbraio 1971 fino alla chiusura della trasmissione nel 1976.

Nel 1979 sposa in seconde nozze Rossana Moretti, una giornalista conosciuta nel 1975 a Roma.

Anni ottanta e novanta

Negli anni successivi lavora ancora saltuariamente in televisione: nel 1982 nella trasmissione Cipria di Enzo Tortora, nel 1984 in Al Paradise di Antonello Falqui, nel 1991 per Telemontecarlo a Festa di compleanno. Nel 1986 s’iscrive, con altri personaggi famosi (tra cui Dario Argento, Liliana Cavani, Damiano Damiani, Giorgio Albertazzi, Ugo Tognazzi, Domenico Modugno, Claudio Villa, Rita Pavone e Teddy Reno), al Partito Radicale, in seguito alla campagna di Marco Pannella “Diecimila iscritti entro il 31 dicembre del 1986, pena lo scioglimento”.

Nel 1991 gli viene conferito il premio San Giusto d’Oro dai cronisti del Friuli-Venezia Giulia. Nel 1992, dopo una serie di concerti jazz in Italia, è insignito del Premio “Una Vita per il Jazz” dal Brass Group di Trapani. Dopo questo, Luttazzi decide di ritirarsi a vita privata.

Anni duemila

Nel 2003 scrive una canzone per Mina, Ma tu chi sei, e negli anni successivi torna anche brevemente a esibirsi in pubblico, spesso in serate in suo onore.

L’8 ottobre 2006 è ospite d’onore della trasmissione Viva Radio2, che in quell’occasione andava in onda contemporaneamente alla radio e in televisione, ritornando così in RAI 36 anni dopo l’arresto; è ospite della stessa trasmissione anche il 27 febbraio 2008. Nel 2008 è ospite di varie trasmissioni televisive e radiofoniche: il 23 febbraio del programma Che tempo che fa, facendovi ritorno il 21 dicembre, il 16 maggio partecipa al Maurizio Costanzo Show, suonando Ritorno a Trieste, il 9 dicembre alla trasmissione radiofonica di Rai Radio Village.

Nel novembre 2008 decide di ritornare definitivamente a vivere a Trieste, in un appartamento a Palazzo Pitteri, insieme alla moglie e per l’occasione il regista Pupi Avati gira un film-documentario, che andrà in onda su Rai 5 il 30 ottobre 2011. Il 19 febbraio 2009 partecipa al Festival di Sanremo 2009 dove ritira il “Premio alla musica 2009” e accompagna al pianoforte Arisa nel brano Sincerità, nella serata dedicata ai duetti delle Proposte (Arisa vincerà il Festival nella categoria dei giovani). Il 15 agosto 2009 tiene il suo ultimo concerto a Trieste in piazza Unità d’Italia, esibendosi con il suo sestetto.

Festival di Sanremo, nel 2009. Lelio Luttazzi accompagna al pianoforte Arisa

Malato da tempo di una neuropatia periferica che si è aggravata tre mesi prima, muore per complicazioni la notte dell’8 luglio 2010 a 87 anni di età, nella sua casa di Trieste. Dopo una cerimonia privata, il corpo è stato cremato e le ceneri disperse nel mare del golfo della città giuliana, dalla sua barca chiamata “Oblomov”.

Lelio Luttazzi viene premiato

Alla 59ª edizione dello Zecchino d’Oro partecipa il brano La vera storia di Noè, di cui Luttazzi fu autore: il brano fu recuperato e donato all’archivio dello Zecchino dalla Fondazione nata il 22 ottobre 2010 in suo onore, voluta dalla moglie Rossana.

Testo Bollettino

Musicista, direttore d’orchestra, pianista, geniale compositore, presentatore, attore, scrittore. Lelio Luttazzi ha attraversato la storia del nostro Paese passando con leggerezza da un secolo all’altro, osservando i cambiamenti del mondo e restando fedele a una visione della vita fatta d’intelligenza, impegno, professionalità, eleganza e gentilezza. Il Maestro Lelio Luttazzi costituisce certamente elemento fondativo della nostra cultura e della musica d’autore.

Il suo primo grande amore: il jazz. La vitalità del suo jazz e la sua grazia nell’improvvisare hanno creato un universo di suoni, mai formale, autentica espressione della sua personalità che travalica il tempo.

Nel 1936, a tredici anni, ascolta per la prima volta “After you’ve gone” interpretata da Louis Armstrong e viene travolto dal jazz.

Una carriera lunga sessant’anni colma di successi. Dalla Radio alla Tv, protagonista di spettacoli che hanno fatto la storia della televisione italiana, insieme a Ella Fitzgerald, Lionel Hampton, nelle vesti di showman, direttore d’orchestra, pianista jazz.

Per un anticonformista come Lelio quelle scenografie essenziali, fondali bianchi, telecamere e microfoni in primo piano, la canzone che diventa uno spettacolo, sono il suo ambiente naturale, e Mina è la compagna ideale con la quale esplorare le nuove frontiere dello spettacolo. Un successo travolgente. Chiamato dalla sede Rai di Torino per dirigere l’orchestra radiofonica crea, per la prima volta in Italia, l’orchestra d’archi ritmica. Musicista ma con due grandi passioni: il cinema e la letteratura.

Rossana Luttazzi

La moglie

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