30^ emissione del 07 maggio 2024, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica ” il Senso Civico ” dedicato alla convivenza tra i popoli: la Caduta del muro di Gorizia, nel 20° anniversario

30^ emissione del 07 maggio 2024, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica ” il Senso Civico ” dedicato alla convivenza tra i popoli: la Caduta del muro di Gorizia, nel 20° anniversario, dal valore indicato in B Zona 1 50 g, corrispondente ad €3.15

  • data emissione: 07 maggio 2024
  • dentellatura: 11 effettuata con fustellatura. 
  • dimensioni francobollo: 40 x 30 mm
  • tipo di carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente.
  • Grammatura:90 g/mq.
  • Supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq.
  • Adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco).
  • stampato: I.P.Z.S. Roma
  • tiratura: 250.020
  • valoreB Zona 1 50g = €3,15
  • colori: cinque
  • bozzettista: F. Abbati
  • num. catalogo francobolloMichel ______ YT _______ UNIF ________
  • Il francobollo: riproduce il mosaico pavimentale circolare sorto nel 2004 su Piazza della Transalpina in seguito alla rimozione del “muro” di Gorizia, che indicava dal 1947 il confine tra l’Italia e la Jugoslavia. In alto, rispettivamente a sinistra e a destra, sono riprodotte le bandiere di Italia e Slovenia. Completano il francobollo le legende “20° ANNIVERSARIO” e “20. OBLETNICA”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B ZONA 1 50 G”.
  • nota: la fotografia è riprodotta per gentile concessione di GECT GO/EZTS GO/EGTC GO.

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Con l’espressione Muro di Gorizia (in sloveno Goriški zid) è stata indicata dalla stampa una recinzione costituita da una base in calcestruzzo larga 50 centimetri sormontato da una ringhiera di un metro e mezzo costruita nel 1947 e collocata lungo il confine italo-jugoslavo passante all’interno della città di Gorizia.

Il muro separava l’abitato goriziano rimasto italiano, dai quartieri periferici e dalla stazione ferroviaria della ferrovia Transalpina, che furono annessi al termine della Seconda guerra mondiale alla Jugoslavia.

Nel 2004, a seguito dell’ingresso della Slovenia nell’Unione europea, ne è stata smantellata la porzione che divideva in due piazza della Transalpina.

La città di Nova Gorica sorse successivamente alla separazione, allo scopo di ridare un baricentro amministrativo all’area territoriale circostante annessa alla Jugoslavia, in quanto veniva a mancare il ruolo naturale che era stato svolto dalla città di Gorizia, rimasta in territorio italiano. Simbolicamente si contrapponevano i progressi del mondo socialista a quello capitalista e la piazza della Transalpina divenne uno dei simboli della separazione politico-ideologica tra l’Europa occidentale e quella orientale durante gli anni della Guerra fredda. Il muro viene paragonato a quello di Berlino, poiché divideva in due una città.

Storia

La cortina di ferro

Nella seconda metà degli anni quaranta e negli anni cinquanta, il muro rappresentò un valico clandestino per molti cittadini jugoslavi e dei paesi del patto di Varsavia.

Muro di confine dalla parte Slovena

Negli anni ci furono molti momenti di alta tensione, come ad esempio nell’ottobre e novembre del 1953. In tale periodo, in seguito al protrarsi della questione triestina e di fronte al timore che Tito sfruttasse un comizio indetto a Okroglica, a pochi chilometri dal confine goriziano, a cui avrebbero partecipato 250 000 ex partigiani, per annettersi militarmente la zona B del TLT, Pella inviò infatti l’esercito italiano al confine.

L’area di libero transito

La piazza della Transalpina prende il suo nome dalla linea ferroviaria di cui fa parte la stazione. Questo tratto venne inaugurato dall’arciduca Francesco Ferdinando nel 1906 e collega Trieste con Jesenice per poi addentrarsi nell’Europa centrale. Oggi l’intera piazza è stata ristrutturata in modo da formare un unico spazio pubblico dove è permessa la libera circolazione dei pedoni. In luogo della parte centrale del muro, c’è un mosaico circolare e il confine di stato, rimossa la barriera fisica del muro, è ora indicato da una linea di mattonelle di pietra sulla pavimentazione.

Il 22 novembre 1989 il muro fu oggetto di una manifestazione organizzata da Gianfranco Fini, allora segretario del MSI, che si recò a Gorizia assieme ad una cinquantina di simpatizzanti e deputati missini, muniti di picconi con l’intenzione manifesta di demolire il muro goriziano, dopo la caduta di quello di Berlino. I manifestanti furono bloccati, dopo una breve colluttazione, dai Carabinieri e dal II reparto Celere di Padova schierati ad impedire la distruzione del muretto.

C’è chi utilizzava la recinzione per giocare a Pallavolo

Fino al 22 dicembre 2007 la libera circolazione era possibile solo all’interno della piazza; con l’ingresso della Slovenia nell’area di sicurezza definita dagli accordi di Schengen, il confine è stato eliminato del tutto. Fino al 22 dicembre 2007 infatti, per accedere legalmente al territorio sloveno o a quello italiano, era necessario esibire i documenti ai valichi di frontiera, dove erano presenti e attivi i presidi della pubblica sicurezza italiana e della polizia slovena. A partire dal 2006 tuttavia, la polizia slovena effettuava il servizio regolare solo presso i valichi internazionali di 1ª categoria (Casa Rossa e Sant’Andrea), mentre in quelli secondari (Salcano, San Pietro e Merna) la sua presenza era solo saltuaria.

Negli ultimi anni la piazza è stata luogo di ritrovo per varie manifestazioni ed eventi sportivi transfrontalieri.

Nel maggio 2020, durante la pandemia di Covid-19, nel quadro delle misure atte a rallentare la diffusione del contagio, la piazza della Transalpina è stata nuovamente divisa da una rete metallica in corrispondenza del confine italo-sloveno, per impedire il passaggio di frontiera: questo ha ricordato a molti cittadini di Gorizia e Nova Gorica i tempi tra il 1947 e il 2004 in cui i due paesi erano divisi da una recinzione.

Fase della demolizione

La stella rossa

Nella memoria dei goriziani uno dei simboli più evidenti della Guerra fredda fu la Stella Rossa collocata sul frontone del palazzo della stazione, accompagnata dalla scritta in sloveno “Mi gradimo socializem” (“Noi costruiamo il socialismo”). A seguito dell’indipendenza slovena (1991), venne dapprima addobbata come una stella cometa in occasione del Natale e, successivamente, rimossa. Oggi è conservata all’interno della stazione (articolo estrapolato dal sito Wikipedia).

Testo bollettino

In quanto realtà di confine, Gorizia ha sempre svolto uno strategico ruolo di crocevia di popoli, di lingue e di culture diverse, di traffici e di commerci; ideale luogo di incontri e comunicazioni e facile via d’accesso per potenziali invasori, essa ha elaborato una percezione ed una sensibilità particolari, del tutto originali, che, nel corso del tempo, ne hanno plasmato la fisionomia rendendola una città unica.

Dal 1001 (anno a cui risale la prima testimonianza scritta della sua esistenza) ad oggi, Gorizia è, infatti, stata protagonista di importanti avvenimenti i quali, con il loro rapido susseguirsi, l’hanno accompagnata, e a volte letteralmente scaraventata in vortici di sviluppo e distruzione, di gioia e sofferenza.

Soffermandomi, in particolare, sugli eventi più recenti, ancora vivi nella memoria collettiva goriziana sono, soprattutto per la loro tragicità, gli eventi legati alla Grande Guerra e alle 12 battaglie dell’Isonzo, come anche, di lì a qualche anno, lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, con le immani violenze perpetrate su tutti i fronti e ancora, le pericolose strategie della Guerra Fredda, con Gorizia, contrapposta ad una giovanissima Nova Gorica, a fungere da vero e proprio “ultimo” presidio verso il blocco comunista e la successiva distensione nei rapporti tra i Paesi europei dal 1989 in poi.

Ed è proprio sulla scia di un clima di costruttiva apertura nei rapporti tra gli Stati e tra le Istituzioni d’oltreconfine che l’allargamento dell’Unione Europea alla Repubblica di Slovenia nel 2004 ha letteralmente cambiato il futuro di questi territori: quel confine che per tanti anni aveva diviso in due famiglie, case, giardini, strade e cimiteri ha lasciato il posto a nuove prospettive di sviluppo e nella piazza della Transalpina (trg Evrope per gli sloveni) sono caduti muri e reti, sostituiti da uno spazio unico e condiviso, in cui l’opera di Franco Vecchiet, collocata sulla linea di confine tra Italia e Slovenia e con il centro sul cippo confinario preesistente, ricorda ogni giorno a tutti l’esplosione della frontiera.

E proprio il concetto di borderless (“senza confini”) rappresenta il leit motiv di GO! 2025, la Capitale Europea della Cultura di Nova Gorica e Gorizia (prima Capitale Europea transfrontaliera nella storia di questo ambito riconoscimento), ad indicare la volontà di eliminare tutti gli ostacoli e le linee di separazione.

Gorizia e Nova Gorica hanno, pertanto, voluto e saputo “guardare avanti”, maturare e, in nome di un genuino spirito di collaborazione tra i popoli, scegliere di divenire luogo di “incontro” anziché di “scontro”: un messaggio importante, riconosciuto e lodato dai Presidenti Mattarella e Pahor, che hanno elevato le nostre comunità ad esempio di pace e tolleranza.

Rodolfo Ziberna

Sindaco di Gorizia

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