7^ EMISSIONE 2023, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, del 11 marzo, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “il patrimonio artistico e culturale italiano” dedicato a Benito Franco Giuseppe Jacovitti, nel 100° anniversario della nascita

7^ EMISSIONE 2023, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, del 11 marzo, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “il patrimonio artistico e culturale italiano” dedicato a Benito Franco Giuseppe Jacovitti, nel 100° anniversario della nascita, dal valore indicato in B, corrispondente ad €1.20.

  • dentellatura:  11 effettuata con fustellatura
  • dimensioni francobollo: 60 x 40 mm
  • stampa: in rotocalcografia
  • tipo di cartabianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco)
  • stampato: I.P.Z.S. Roma
  • tiratura: 700.014
  • valoreB 
  • colori: sei
  • bozzettista: a cura del Centro Filatelico della Produzione dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.
  • num. catalogo francobolloMichel 4498 YT 4258 UNIF ________
  • Il francobollo: il francobollo riproduce due disegni che rivelano il caratteristico stile ironico e surreale di Jacovitti: a sinistra, il suo pseudonimo con la “J” sormontata da uno dei suoi personaggi bizzarri dall’espressione allegra; a destra, il diavoletto rosso con la coda a molla, conosciuto come Popcorn, affiancato da alcuni tipici “personaggi” che popolano le vignette del fumettista, un salame e un verme. Completano il francobollo la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.

Se sei interessato all’acquisto di questo francobollo lo puoi acquistare al prezzo di €1,80; basta inviare una richiesta alla email: protofilia1@gmail.com

Benito Franco Giuseppe Jacovitti (Termoli, 9 marzo 1923 – Roma, 3 dicembre 1997) è stato un fumettista italiano autore di celebri personaggi dei fumetti come Cocco Bill e Cip l’arcipoliziotto, di romanzi grafici come Kamasultra e del celebre Diario Vitt, edito dal 1949 e che fra gli anni sessanta e settanta arrivò a vendere decine di migliaia di copie.

Viene riconosciuto come uno dei più importanti autori di fumetti italiani del Novecento, caratterizzato da una vasta produzione dallo stile personale e particolareggiato con dettagli surreali – come i salami o i vermoni – che ne rappresentano uno degli aspetti identificativi più noti. Jacovitti, non allineato al conformismo culturale degli anni settanta che, con l’infondata accusa di essere fascista, gli precluse qualche collaborazione con alcune testate, è entrato poi a pieno titolo nella storia del fumetto italiano, soprattutto grazie alla forma caricaturale dei suoi personaggi. La sua opera ha riscosso il plauso della critica e si è intrecciata spesso con la storia italiana.

La caratteristica forma anatomica dei piccoli personaggi ai quali ha dato vita sulla carta, la loro espressione a volte gioiosa, a volte grottesca, i suoi salumi e affettati, serpenti e lumaconi che guardano con ogni tipo di espressione, nonché tanti altri oggetti i più diversificati e sparsi nei posti più impensati, lo hanno reso popolare al grande pubblico.

Alcuni dei suoi personaggi sono stati protagonisti di caroselli televisivi negli anni sessanta e Cocco Bill è stato protagonista di una serie animata nel 2001.

il famoso Coccobill

Biografia

Nacque a Termoli, in provincia di Campobasso, il 9 marzo 1923 da padre ferroviere e operatore cinematografico e madre di origine albanese. All’età di sette anni iniziò a mostrare interesse per i fumetti. Ancora bambino si trasferì con la famiglia prima a Macerata e poi, definitivamente, a Firenze, dove frequentò l’Istituto statale d’arte.

Nel 1939, ancora sedicenne, esordì come autore, pubblicando vignette umoristiche per la rivista satirica fiorentina Il brivido; si trattava di tavole a pagina intera piene di gag, di cui la prima, La linea Maginot, ironizzava sulla guerra; nel 1940 disegnò la storia a fumetti Pippo e gli inglesi che lo fece subito notare, procurandogli la collaborazione quasi trentennale per il settimanale Il Vittorioso dell’editrice cattolica AVE, che l’avrebbe fatto conoscere a tutta l’Italia. La collaborazione con Il Vittorioso, nata nel 1940, sarebbe continuata fino alla chiusura del settimanale nel 1970. L’esile corporatura del giovane Jacovitti gli valse il soprannome Lisca di pesce, che lo portò a firmare le sue tavole con una lisca di pesce. Con gli anni ingrassò, ma mantenne l’uso della lisca di pesce come firma, affermando che «forse dovrei passare a un grosso pesce o a una balena, ma da giovane ero davvero allampanato e magrissimo».

Sempre per l’editore del Vittorioso incominciò nel 1949 a realizzare una serie di diari scolastici destinati a divenire oggetti di culto e che verranno realizzati per oltre trent’anni, il Diario Vitt, pubblicazione annuale con vignette, illustrazioni e fumetti interamente realizzati dall’autore e stampato fino al 1980, quando, a seguito della pubblicazione di un’opera con leggere sfumature erotiche, si interruppe la collaborazione con l’editore di ispirazione cattolica.

Sempre negli anni quaranta iniziò a collaborare con un altro settimanale cattolico, Intervallo, che nella sua breve vita editoriale pubblicò nel 1945 la storia satirica a puntate Pippo e il dittatore, nella quale compaiono personaggi già noti. Sul Vittorioso disegnò decine di personaggi di sua invenzione, come la signora Carlomagno, Mandrago il mago e l’onorevole Tarzan. Nel 1957 incominciò a collaborare con il Giorno dei ragazzi, pubblicando alcuni dei suoi personaggi più famosi come Cocco Bill e Gionni Galassia, per poi passare per un decennio sul Corriere dei Piccoli e sul Corriere dei ragazzi, dove pubblicò Zorry Kid, Jack Mandolino, Tarallino e molti altri. Sempre per Il Giorno creò tre personaggi romani, Tizio, Caio e Sempronio, che si esprimono nel più maccheronico dei latinorum, mentre per Il Giorno dei Ragazzi (allegato settimanale del quotidiano, grazie al quale la tiratura aumentava di circa 40/50 000 copie) diede vita alla saga di Tom Ficcanaso, giornalista detective protagonista di molte storie, Gamba di Quaglia, Chicchirino e Microciccio Spaccavento. Anche sul quotidiano erano famose le sue tavole a pagina intera nell’ultima pagina a colori sulle edizioni del lunedì, mentre sul Giorno della Donna nacque Lolita Dolcevita e sul quotidiano Elviro il Vampiro e la storia a strisce di Baby Tarallo.

Nei primi anni cinquanta fu anche collaboratore del Quotidiano, giornale dell’Azione Cattolica, per il quale produsse vignette satiriche legate all’attualità politica dell’epoca. Dalla fine degli anni quaranta collaborò anche con Il travaso delle idee nel quale, insieme a Federico Fellini, diede luogo alla storia anticomunista su “due compagni” che dovette abbandonare per resistenze da parte dell’editrice AVE del Vittorioso («il grande Jacovitti – gli dissero – non può collaborare con un giornaletto del genere») e quindi Jacovitti continuò con lo pseudonimo di “Franz” mentre poi, dal 1957 al 1960, realizzò tre storie a fumetti, SempronioPasqualino Rififì e Alonzo.

Fra le opere più famose del periodo c’è una sua interpretazione di Pinocchio, da lui ripreso in diverse occasioni e oggetto di sperimentazioni stilistiche e creative e, con le parole del critico Gianni Brunoro, «Fra tutti, solo Benito Jacovitti, ben noto con gli pseudonimi Lisca di Pesce o anche Jac, obbedì più di una volta al richiamo di questa chimera narrativa, ricreando ogni volta ex novo la visuale del suo approccio. Una lunga avventura protrattasi per quasi quarant’anni». L’autore ritornò sul soggetto quattro volte: la prima durante la seconda guerra mondiale per La Scuola, casa editrice di Brescia, che pubblicò l’opera nel 1945; seguì una versione a fumetti pubblicata dal Vittorioso tra dicembre 1946 e luglio 1947; la terza dopo circa vent’anni sempre per la casa editrice AVE del Vittorioso e pubblicata nel 1964, una serie di tavole a corredo di una edizione di Pinocchio, come nella prima versione del 1945; infine quattro tavole realizzate negli anni settanta e dove l’autore fa interagire il personaggio con quelli di sua creazione.

Negli anni sessanta si è impegnato anche nella pubblicità televisiva realizzando caroselli con alcuni suoi personaggi come Coccobill e Zorry Kid per l’olio Teodora e Pecor Bill per la Lanerossi Vicenza; realizzò inoltre centinaia di campagne pubblicitarie e cartellonistica politica, come autore schierato per i Comitati Civici, con numerosi poster di natura satirica. Le soluzioni grafiche di Jacovitti in ogni caso influenzarono disegnatori come Georges Wolinski che ebbe a scrivere, nel numero di gennaio di Linus del 1974: «Jacovitti in libertà senza le pastoie della stampa per ragazzi è qualcosa di enorme».

Zorry Kid

Nella seconda metà degli anni sessanta tenne una rubrica fissa sul settimanale L’Automobile, incentrata sul personaggio di Agatone, ovvero una parodia dell’automobilista medio. Continuò anche il lavoro con il Corriere dei Piccoli dal 1968 al 1982 dando vita a Zorry Kid, Jak Mandolino – personaggio ripreso dal Vittorioso e modernizzato dalla presenza della spalla Pop Corn – Tarallino, Checco e continuando con la pubblicazione di Cocco Bill.

Collaborò per breve tempo nel 1974 anche con la rivista Linus, dove creò prima Gionni Peppe e poi Joe Balordo e nel 1981 due storie incentrate su Joe Balordo, scalcinato investigatore privato, con tocchi goliardamente erotici assenti generalmente dalla sua produzione a parte quando nel 1977 pubblicò sulla rivista per adulti PlaymenKamasultra, realizzato insieme a Marcello Marchesi, una storia a fumetti nella quale, con il suo caratteristico stile, inserisce espliciti temi sessuali seppur in modo accennato e caricaturale. In un’intervista di fine anni settanta l’autore racconta le costrizioni della censura sul suo lavoro giovanile giunta fino a imporgli delle figure femminili asettiche, in perfetta antitesi con la sua tendenza a esagerarne gli attributi.

Nel 1978 iniziò la sua ultima collaborazione con una testata periodica, Il Giornalino, il quale continuò anche dopo la sua morte a realizzare storie sul suo personaggio più famoso, Cocco Bill, realizzate dal suo allievo Luca Salvagno. Negli anni novanta, ormai anziano, si fece aiutare per le inchiostrature delle tavole da un giovane autore svizzero, Nedeljko Bajalica, che lo seguirà fino agli ultimi giorni prima come assistente e poi come coautore nella serie RAP realizzata per la Balacco Editore.

Nell’ultimo periodo della sua attività ha illustrato il libro Tredici favole da raccontare di Lucia Spezzano. Il maharaja e il saggioLa lepre e la talpaIl rospetto dello stagno incantato, ecc., questi personaggi, ideati da Lucia Spezzano, sono stati gli ultimi sui quali si è impegnato realizzando tredici tavole in ciascuna delle quali concentrò un’intera favola in una sola immagine.

Ciaoooo, Benito!

Oltre che sulle molte riviste, le opere dell’artista sono state poi pubblicate in volumi antologici. Inoltre dal 1994 al 2001 venne pubblicata la rivista Jacovitti Magazine, completamente incentrata sull’opera dell’autore che ha ristampato gran parte della sua produzione fumettistica. Morì a Roma il 3 dicembre 1997 poche ore prima della moglie Floriana Jodice. Venne seppellito nel cimitero del paese di Romola (San Casciano val di Pesa, Firenze), città d’origine della famiglia della moglie (articolo parzialmente estrapolato dal sito Wikipedia).

Testo Bollettino

Nel 2023 ricorre il centenario della nascita di Benito Jacovitti, nato a Termoli il 9 marzo 1923, uno dei più grandi protagonisti della letteratura disegnata, nonché motivo di orgoglio per la nostra città. Jacovitti è riconosciuto come uno dei più importanti autori di fumetti italiani del Novecento, caratterizzato da una vasta produzione dallo stile personale e particolareggiato, con dettagli surreali come i salami, o i vermoni che guardano con ogni tipo di espressione.

 Il mondo eccentrico dell’iconografia di Jacovitti è fatto di spazi pieni, colori, spazi stracolmi di immagini inconfondibili, dove tutti i personaggi sembrano vivere nella stessa storia. Le sue opere di fama mondiale hanno riscosso il plauso della critica e sono intrecciate spesso con la storia del fumetto. Tra le più note ricordiamo Cocco Bill, il gatto “Maramio” e Fiorucci con gli inconfondibili salami che camminano, Diario Vitt prototipo di tutti i diari scolastici. Questo grande artista è colui che rivoluzionò la satira attraverso le vignette, maestro dei fumettisti italiani, che con la sua opera deformò e sbertucciò il costume del suo tempo, quando gli altri si limitavano a fotografarlo. Una mente particolare e articolata che ha saputo cogliere l’ironia anche in tempi bui come le guerre.

Ing. Francesco Roberti

Sindaco di Termoli

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