29^ EMISSIONE 2023, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, del 09 giugno, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “lo sport” dedicato alla moto Ducati, in occasione della vittoria del Campionato Mondiale Moto GP 2022

29^ EMISSIONE 2023, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, del 09 giugno, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “lo sport” dedicato alla moto Ducati, in occasione della vittoria del Campionato Mondiale Moto GP 2022, dal valore indicato in A zona 3, corrispondente ad € 5.50

  • dentellatura:   9 effettuata con fustellatura
  • dimensioni francobollo: 48 x 40 mm.
  • stampa: in rotocalcografia
  • tipo di cartabianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco)
  • stampato: I.P.Z.S. Roma
  • tiratura: 500.024
  • valoreA zona 3
  • colori: quattro
  • bozzettistaa cura della Ducati Motor Holding S.p.A. e ottimizzato dal Centro Filatelico della Produzione dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato SpA.
  • num. catalogo francobolloMichel ______ YT _______ UNIF ________
  • Il francobollo: il francobollo raffigura la moto stilizzata della Ducati Desmosedici GP22 che ha conquistato a Valencia, alla guida di Francesco Bagnaia, il Campionato Mondiale Moto GP 2022. In alto, a destra, è riprodotto il logo Ducati realizzato in occasione della vittoria del Campionato Mondiale. Completano il francobollo la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “A zona 3”.

Se sei interessato all’acquisto di questo francobollo lo puoi acquistare al prezzo di € 10,00; basta inviare una richiesta alla email: protofilia1@gmail.com

Francesco Bagnaia, nato a  Torino il 14.01.1997, è il nuovo Campione Mondiale.

Dopo i primi successi in Minimoto e con la MiniGP, partecipa al Campionato Mediterraneo 125cc PreGP. Il team Monlau Competició scommette su di lui per la stagione 2012 del CEV e Pecco dimostra di essere un ottimo ingaggio vincendo la gara al Montmelo. Nel 2013 approda in Moto3™ condividendo il box con Romano Fenati nel Team Italia FMI ma la stagione è complicata. Nel 2014, in sella alla KTM dello SKY Racing Team VR46, entra nella top 10 in diverse occasioni ma è nel 2015 che consolida la sua crescita. La Mahindra della struttura Aspar è una grande scuola e Bagnaia sfiora ripetutamente il podio. La stagione successiva si piazza tra i primi in sei GP fino a conquistare la prima vittoria ad Assen, risultato bissato a Sepang ed inedito per la moto italo-indiana. Ncel 2017 torna a vestire i colori dello SKY Racing Team VR46 ma questa volta lo fa in Moto2™. A fine stagione è il miglior esordiente della categoria con quattro podi all’attivo. Nessun cambio per il 2018 e la certezza di essere l’uomo del momento. Grazie ad otto vittorie e a quattro podi è campione del mondo Moto2™ e compie il passaggio in MotoGP™ dove ad aspettarlo c’è la DesmosediciGP del team Pramac Racing. La massima categoria risulta essere più complicata del previsto per il piemontese che però non si arrende e continua a lavorare. L’obiettivo della top 10 nel 2020 è più volte centrato e Pecco dimostra anche di poter vincere con prestazioni cristalline e una piazza d’onore. Tutto questo gli varrà la chiamata del Ducati Team nel 2021. ‘Pecco’ è autore di una stagione da sogno: si laurea vicecampione del mondo regalando spettacolo insieme al neo iridato Fabio Quartararo nell’arco dell’intera annata che lo vede anche conquistare il titolo Costruttori insieme a Ducati e al suo compagno di box Jack Miller. Per Bagnaia il 2021 è ricco di soddisfazioni dal momento che vince quattro gare e ottiene altri cinque podi. Nel 2022 dopo la caduta al Sachsenring arriva ad avere 91 punti di svantaggio dal leader della classifica ma poi si rende protagonista di una grandissima seconda metà di stagione con quattro vittorie consecutive e sette totali. Risultati che a Valencia gli permettono di vincere il titolo e presentarsi in pista, nel 2023, da campione del mondo in carica con i colori ufficiali di Borgo Panigale.

La Ducati Motor Holding S.p.A. è una casa motociclistica italiana. Ha la sua sede a Bologna, nel quartiere di Borgo Panigale.

Storia

Origini

L’azienda nacque nel 1926 per volontà dell’ingegnere Antonio Cavalieri Ducati (Comacchio 2 aprile 1853 – Bologna 27 giugno 1927) con il nome di Società Scientifica Radiobrevetti Ducati (SSR Ducati), specializzata nella ricerca e produzione di tecnologie per le comunicazioni radio. Lo scopo era di sfruttare industrialmente i brevetti del figlio Adriano, pioniere delle trasmissioni radiofoniche. Questi, benché giovanissimo, aveva realizzato il primo collegamento stabile Italia-Stati Uniti e il primo collegamento simultaneo tra i cinque continenti. Ben presto, grazie ai figli di Antonio Ducati (morto solo un anno dopo la fondazione), l’azienda cominciò ad affermarsi, per poi spaziare in svariati campi industriali. I figli Adriano, Bruno e Marcello Cavalieri Ducati iniziarono la loro attività con la produzione di un condensatore denominato “Manens”, nello scantinato di un edificio situato nel centro di Bologna, in Via Collegio di Spagna. Tra il 1930 e il 1934 la produzione venne ampliata e spostata presso la villa di proprietà della famiglia Ducati, in Via Guidotti.

Nel 1935 venne realizzato lo stabilimento dove hanno attualmente sede la Ducati Motor Holding Spa e la Ducati Energia Spa. La produzione venne ampliata con la realizzazione delle prime apparecchiature radiofoniche, antenne radio, i primi sistemi di comunicazione interfonica (denominati “Dufono”), proiettori cinematografici, addizionatrici (Duconta) e rasoi elettrici (Raselet). Nel 1939 fu creata la sezione ottica con l’importante collaborazione dell’Istituto Ottico di Firenze.

Durante il secondo conflitto mondiale, la Ducati fu obbligata, come tante altre aziende italiane, a convertire la sofisticata produzione da uso civile a uso militare. In seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943, la fabbrica fu occupata dalle truppe tedesche; successivamente venne bombardata e distrutta il 12 ottobre 1944.

Dopoguerra

A guerra finita, nacque la necessità di realizzare una nuova produzione da affiancare alle precedenti realizzazioni; fu così che su richiesta dell’IRI nel 1946 nacque il reparto motociclistico, come branca dell’azienda, allo scopo di produrre su licenza il Cucciolo, un motore monocilindrico di 48 cc con cambio a due velocità da applicare come propulsore ausiliario ad una normale bicicletta, progettato dall’avv. Aldo Farinelli e industrializzato dalla SIATA di Torino, che non aveva però le capacità industriali per far fronte all’insperato successo di questo prodotto. Successivamente evoluto dall’iniziale Cucciolo T1 nelle versioni T2T0 – un T2 monomarcia – e T3 (più prestazionali, affidabili e facili da produrre) , questo venne nel frattempo applicato ad un telaio progettato dalla Caproni, ottenendo un bicimotore venduto in tutto il mondo in oltre 250.000 unità.

Nel 1948 i fratelli Ducati cedettero la proprietà dell’azienda alle partecipazioni statali. Adriano emigrò negli Stati Uniti dove entrò nella Plamadyne e diede importanti contributi allo sviluppo di motori al plasma per la NASA. Nel 1954 avvenne la scissione dell’azienda in Ducati Meccanica e Ducati Elettrotecnica: la Ducati Meccanica seguì la realizzazione di motoveicoli, mentre la Ducati Elettrotecnica continuò la strada inizialmente percorsa dalla famiglia Ducati. Sempre nel 1954 venne assunto in Ducati Meccanica Fabio Taglioni, il geniale progettista romagnolo che sviluppò per Ducati, tra il 1954 e il 1984, oltre mille progetti di moto e motori, ma soprattutto le tecnologie a tutt’oggi utilizzate, e rispettivamente il sistema desmodromico, il motore bicilindrico e il telaio a traliccio.

Durante questo periodo la casa produsse 2 scooter, il Cruiser e il Brio, rispettivamente nel 1952 e 1963.

Il controllo statale

A partire dal 1975 la Ducati passò sotto il controllo dello Stato italiano tramite l’EFIM, che cedette l’azienda nel 1978 alla VM Motori (anch’essa sotto controllo statale, facendo all’epoca parte della galassia Finmeccanica), che si occupava soprattutto di motori diesel industriali e automobilistici. Nel 1979 Finmeccanica aveva dato vita al raggruppamento diesel che affiancava la Ducati alla VM di Cento e di Trieste, alla Isotta Fraschini di Bari e di Saronno e al Centro esperienze studi impiego diesel (Cesid), con una produzione motoristica diversificata.

Alcuni francobolli dedicati alla DUCATI

Gli anni Cagiva

Nel frattempo, nei primi anni ottanta, la varesina Cagiva aveva stretto con la casa bolognese un accordo di fornitura dei motori Pantah per poter creare le proprie moto di grossa cilindrata: col tempo i rapporti si strinsero e nel 1985 i fratelli Claudio e Gianfranco Castiglioni acquistarono la Ducati dalla VM Motori, con l’idea di spostare la produzione delle moto a Varese, per lasciare a Borgo Panigale l’assemblaggio dei motori “Pantah”.

L’azienda varesina mantenne il controllo fino al 1996, anno in cui il Texas Pacific Group acquistò il 51% delle azioni, e questo decennio fu caratterizzato da forti investimenti nelle competizioni, coi successi nelle gare Superbike a trainare le vendite dell’azienda.

Anni recenti

Il Texas Pacific Group acquistò il rimanente 49% della Ducati nel 1998; l’anno successivo l’azienda mutò denominazione in Ducati Motor Holding SpA e il fondo texano collocò sul mercato oltre il 65% delle azioni possedute. Nello stesso anno fu organizzata la prima edizione del World Ducati Week (WDW): la settimana dedicata ai tifosi Ducatisti. In quell’occasione fu inaugurato il museo aziendale, che raccoglie i veicoli da competizione dal Cucciolo fino alle moderne Desmosedici.  Nel 2006 il marchio Ducati è ritornato in mani italiane con l’acquisto da parte di Investindustrial Holdings, la finanziaria di Andrea Bonomi.

Il 18 aprile 2012 viene annunciata l’acquisizione di Ducati Motor Holding SpA da parte della Lamborghini Automobili S.p.A.: il gruppo Investindustrial emette un comunicato stampa che informa di aver raggiunto un accordo per la vendita della propria quota. Inoltre viene anche comunicato che gli investitori Hospitals of Ontario Pension Plan e BS Investimenti, hanno venduto anch’essi le loro partecipazioni in Ducati. In attesa di procedimenti burocratici e via libera definitivo, l’operazione ha ricevuto l’autorizzazione a procedere da parte dell’antitrust dell’Unione Europea nel giugno 2012. A operazioni ultimate la Ducati entrò quindi a far parte del gruppo automobilistico Audi. A seguito della stessa operazione, la casa di elaborazione AMG (del gruppo Mercedes Benz), con cui Ducati aveva sviluppato una collaborazione da cui erano nati un modello esclusivo, la Ducati Diavel AMG, e una serie di altri prodotti commerciali, scioglie formalmente l’alleanza per “acquisto della compagnia da parte di un produttore rivale“. Tutti i prodotti con il logo Ducati-AMG escono quindi di produzione (articolo parzialmente estrapolato dal sito Wikipedia e dalla Rete).

Testo bollettino

È il 1926 quando la famiglia Ducati fonda la Società Radio Brevetti Ducati a Bologna con l’intento di produrre componenti per la nascente industria delle trasmissioni radio. L’Azienda parte da un alloggio con due operai e una segretaria, ma ottiene un successo strepitoso. Nel giro di 10 anni Ducati dà lavoro a migliaia di operai e inaugura un grande stabilimento a Borgo Panigale. Con la guerra, però, l’impianto diventa obiettivo dei bombardamenti Alleati, che il 12 ottobre 1944 lo distruggono.

Dalle stesse macerie di quello stabilimento storico inizia la riconversione di Ducati che, a partire dal 1946, entra nel settore motoristico per arrivare ad affermarsi nel tempo tra i marchi delle due ruote più riconosciuti e desiderati al mondo.

Nel corso dei suoi 97 anni di storia, Ducati si è trasformata molte volte: ha cambiato proprietà e management ed ha sviluppato le sue moto evolvendole secondo una combinazione di innovazione e tradizione. Ma se c’è una cosa che non è mai cambiata è sicuramente la passione per le Corse, che sta alla base del DNA dell’Azienda bolognese.

Sin dalla fine degli anni ’50 infatti, con la Gran Sport Marianna firmata dall’Ingegner Fabio Taglioni, inizia la storia del legame profondo con il mondo delle competizioni che nel tempo vedrà Ducati scendere in pista in tantissimi Campionati nazionali e internazionali: il Motogiro d’Italia, il Campionato Mondiale della classe 125, la 200 Miglia di Imola, il Tourist Trophy sull’Isola di Man, la 24 Ore del Montjuic, fino all’ingresso nel Campionato WorldSBK nel 1988 e nel Campionato MotoGP nel 2003.

Il 2022 rappresenta il culmine dei successi Ducati in pista: nella stessa stagione la Casa motociclistica Bolognese ha conquistato la Tripla Corona sia in MotoGP sia in WorldSBK, aggiudicandosi il Titolo Piloti, Costruttori e Team in entrambi i Campionati. Si tratta di un trionfo senza precedenti, che rimarrà per sempre scolpito nella storia dell’Azienda e nel cuore di tutti gli appassionati Ducatisti.

Una vittoria che porta alta la bandiera italiana nel mondo, conquistata da un’Azienda globale che ha salde radici in Italia, precisamente nella Motor Valley dell’Emilia-Romagna, dove le moto Ducati vengono pensate, progettate e sviluppate.

L’immagine riportata sul francobollo è una rappresentazione della Desmosedici GP22 guidata da Francesco Bagnaia, che ha conquistato il titolo iridato dopo una storica rimonta con un totale di sette vittorie, dieci podi e cinque pole position. Grazie a questo trionfo, Bagnaia è diventato il primo pilota italiano a vincere su una moto italiana il titolo piloti in MotoGP e ha reso Ducati l’unica casa motociclistica europea ad aver vinto, per la seconda volta, il Campionato Mondiale classe regina della massima competizione motociclistica.

Claudio Domenicali

Amministratore Delegato di Ducati Motor Holding S.p.A.

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