17^ emissione del 20 marzo 2024, di un francobollo celebrativo del CORPO della GUARDIA di FINANZA, nel 250° anniversario dell’Istituzione

17^ emissione del 20 marzo 2024, di un francobollo celebrativo del CORPO della GUARDIA di FINANZA, nel 250° anniversario dell’Istituzione, dal valore indicato in B, corrispondente ad €1.25

  • data emissione: 20 marzo 2024
  • dentellatura:  9 effettuata con fustellatura. 
  • dimensioni francobollo: 40 X 48 mm
  • Caratteristiche del foglietto: Il foglietto racchiude, al centro, un esemplare del francobollo circondato da quattro chiudilettera posizionati ai quattro angoli, affiancati dalla riproduzione monocromatica dello stesso francobollo. Completano il foglietto, in basso a sinistra, il logo monocromatico del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e, a destra, il codice a barre per la rilevazione automatica dei francobolli.
  • dimensioni foglietto:
  • tipo di carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente.
  • Grammatura:90 g/mq.
  • Supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq.
  • Adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco).
  • stampato: I.P.Z.S. Roma
  • tiratura: trecentomila esemplari di francobolli e cinquantamila chiudilettera; centoventicinquemila foglietti contenenti rispettivamente un francobollo e quattro chiudilettera per complessivi centoventicinquemila francobolli e cinquecentomila chiudilettera.
  • valoreB
  • colori: quattro per il francobollo, sei per il foglietto
  • bozzettistaa cura del V Reparto Comunicazione e Relazioni Esterne del Comando Generale del Corpo della Guardia di Finanza e ottimizzati dal Centro Filatelico della Produzione dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.
  • num. catalogo francobolloMichel ______ YT _______ UNIF ________
  • Il francobollo: riproduce su un fondino grigio, con due fasce diagonali in giallo e verde, colori distintivi del Corpo della Guardia di Finanza, sono raffigurati il logo del 250° Anniversario del Corpo che contiene, in una moderna stilizzazione del numero “250”, la mostrina e il tricolore italiano; sullo sfondo il fregio raffigurante due carabine incrociate, una cornetta da cacciatore, una granata con fiamma sul cui disco sono incise le lettere “RI”, acronimo di Repubblica Italiana. Completano il francobollo la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.

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La Guardia di Finanza è una delle forze di polizia italiane ad ordinamento militare, con competenza generale in materia economica e finanziaria. È direttamente dipendente dal Ministro dell’economia e delle finanze e guidata dal Comandante generale della Guardia di Finanza.

Stemma della Guardia di Finanza

Trae le proprie origini nel 1774 dalla Legione Truppe Leggere ed è istituita nel 1862 come Corpo delle Guardie doganali del Regno d’Italia fino al 1881, allorquando divenne Corpo della Regia Guardia di Finanza. La celebrazione dell’anniversario, che originariamente ricorreva il 5 luglio fino al 1965, fu definitivamente spostata al 21 giugno, a memoria dell’inizio della battaglia del solstizio, combattuta durante la prima guerra mondiale. Il Comando Generale è sito a Roma presso la Caserma Piave, presso cui si trova anche il Museo storico della Guardia di Finanza, che raccoglie i cimeli del corpo.

Gli uomini e le donne della GdF

Storia

Le origini nel Regno di Sardegna nel XVIII secolo

Le origini del corpo si fanno risalire al 1º ottobre 1774 nel Regno di Sardegna, allorché con regie patenti Gabriel Pictet fu nominato primo comandante della Legione truppe leggere, un reparto di fanteria leggera della Regia Armata Sarda con compito accessorio, poi sciolta con la creazione delle Repubbliche sorelle napoleoniche nel nord Italia e successivamente ricostituita dopo la Restaurazione sotto il nome di “Legione reale leggera”, infine sciolta definitivamente nel 1821.

Prima dello scioglimento del predetto corpo, a quest’ultimo fu affiancato nel 1814 il corpo dei preposti doganali, un organismo civile di ispirazione francese che i regnanti transalpini mantennero dopo la caduta di Napoleone Bonaparte e a cui era affidata la vigilanza per fini doganali dei posti di confine e della frontiera.

L’unità d’Italia e il “Corpo della Regia Guardia di Finanza”

Dopo la proclamazione del Regno d’Italia nel 1861, con legge del 13 maggio 1862, n. 616 la fusione delle milizie e degli organismi doganali dei disciolti Stati preunitari con i preposti doganali piemontesi determinò la nascita del Corpo delle guardie doganali, che nel 1881 con il cambio di dipendenza dalle dogane alle intendenze di finanza mutò la denominazione in Corpo della Regia Guardia di Finanza. Nel 1906, con l’istituzione del Comando generale, dipendente dal Ministero delle Finanze, raggiunse la piena autonomia, sino alla completa militarizzazione avvenuta nel 1907, sancita dall’estensione dell’uso delle stellette, distintive dei reparti combattenti, sovrapposte alle tradizionali fiamme gialle. Le fiamme gialle erano concesse, senza stellette, anche al personale coloniale; gli ascari finanzieri si distinguevano inoltre per la fusciacca (etagà) gialla con bordi verdi e fiocco del tarbush o della tachia verde e giallo.

In tempo di pace il corpo, pur non avendo ancora lo stato giuridico militare, fu sottoposto alla giurisdizione militare e a un regime disciplinare in gran parte mutuato da quello vigente per l’esercito, il cui regolamento di disciplina militare viene esteso al corpo con il Regio Decreto 11 luglio 1907, n. 566; l’integrazione tra le altre forze armate dello Stato si completò di poi con la concessione della bandiera di guerra con i regi decreti legge 2 giugno 1911 n. 325 e 24 dicembre 1914 n. 1409.

La prima guerra mondiale

La Guardia di Finanza partecipò alla prima guerra mondiale con un contingente di 12 000 finanzieri (il 40% dell’allora organico del Corpo), inquadrato in 18 battaglioni mobilitati e 4 compagnie autonome, impiegati sul fronte trentino, in Carnia, sull’Isonzo, sul Carso ed in Albania con organico, armamento ed equipaggiamento identico a quelli dei reparti alpini. Altri “distaccamenti speciali”, invece, erano costituiti da finanzieri dei reparti di confine posti a disposizione dei reparti del Regio Esercito in prima linea, con compiti informativi e di esplorazione. Reparti di finanzieri sciatori si distinsero inoltre sull’Ortles e sulla Marmolada; inoltre, se l’origine delle truppe d’assalto italiane nella prima guerra mondiale è controversa, è certa comunque la presenza in esse di finanzieri sin dalle prime manifestazioni della specialità.

I battaglioni del Corpo dipendevano, di solito, direttamente dai Corpi d’Armata ed erano distaccati di volta in volta ai comandi di settore divisionale per l’impiego in prima linea. Una seconda aliquota di finanzieri fu destinata alla difesa costiera, a cui parteciparono anche i reparti litoranei e le unità navali del Corpo, di cui le maggiori poste alle dipendenze della Marina Militare, dispiegate anche sul lago di Garda.

Il rimanente personale fu impiegato sul territorio nazionale con compiti politico-militari a tutela dell’economia di guerra e per la sicurezza interna del regno; in Libia e nel dodecaneso italiano, negli ordinari compiti di servizio e nella difesa costiera. È doveroso ricordare che il primo colpo di fucile del conflitto fu esploso, nella notte tra il 23 e il 24 maggio 1915, da una pattuglia composta dai finanzieri Pietro Dell’Acqua e Costantino Carta, i quali respinsero il tentativo di alcuni guastatori austriaci di demolire il ponte di Brazzano sullo Judrio, il fiume che segnava il nostro confine orientale del 1866. Negli anni di guerra si succedettero numerosi episodi di eroismo e dimostrazioni di operatività, nonostante alcuni rovesci militari delle nostre Armate. Le ingentissime perdite subite e la difficoltà ad alimentare i reparti con dei rincalzi, indussero il Comando Supremo nell’agosto 1916 a dimezzare il numero di battaglioni e compagnie autonome del Corpo, riducendo gli uomini al fronte ad un totale di 9 000.

Al momento del repentino crollo del fronte dopo la battaglia di Caporetto, i quattro battaglioni di finanzieri coinvolti si segnalarono per la compattezza mantenuta nelle azioni di retroguardia e nel concorrere a rendere ordinato, per quanto possibile, il ripiegamento dell’Esercito.

Quando venne costituita la prima difesa al nemico sulla via di Venezia, sulla destra del Piave Nuovo, tre battaglioni del Corpo ne entrarono a far parte: il VII, l’VIII ed il XX, i quali contennero gli attacchi sul Piave, partecipando alla battaglia del solstizio. In particolare, il 21 giugno 1918 il VII battaglione mobilitato, dislocato sul basso Piave, si attestò in opposto territorio ed il successivo 5 luglio l’VIII battaglione, che lo rilevò, continuò le operazioni, che si conclusero brillantemente due giorni dopo. Lo stesso giorno il XVI ed il XVIII battaglione iniziarono in Albania l’attacco contro le ardue e ben munite posizioni del Mali Viluscia, che conquistarono nei giorni successivi.

Dopo la fine delle ostilità, la Guardia di Finanza, oltre a provvedere alla vigilanza lungo la linea di armistizio ed all’organizzazione del servizio d’istituto nelle nuove province liberate, inviò reparti in Dalmazia, in Albania ed in Anatolia, facenti parte dei rispettivi corpi di spedizione, mentre due compagnie furono autorizzate a permanere a Fiume occupata dai volontari di Gabriele D’Annunzio, uniche unità regolari incaricate della protezione della popolazione civile e del controllo dell’area portuale.

Su un totale di circa 12 000 finanzieri mobilitati, 2 392 furono i caduti, 500 i mutilati e gli invalidi e 2 600 i feriti. Ai finanzieri furono concesse nell’arco del conflitto 141 medaglie individuali d’argento al Valor militare (41 delle quali alla memoria), 261 di bronzo, 224 croci di guerra al Valore (di cui 53 alla memoria) e 136 promozioni per merito di guerra.

La condotta del VII battaglione durante la prima guerra mondiale fu riconosciuta con la concessione alla Bandiera di Guerra di due medaglie di bronzo al Valor militare.

Il ventennio fascista e la seconda guerra mondiale

Gli anni venti segnano un periodo di profonda riorganizzazione per la Guardia di Finanza che viene ordinata secondo il modello territoriale del Corpo dei Reali Carabinieri, con l’innovazione determinata, all’inizio del governo Mussolini, dall’istituzione nel 1923 della polizia tributaria investigativa, quale contingente specializzato e componente di punta del Corpo, che segna il progressivo spostarsi del fulcro dell’attività di servizio dagli originari compiti di polizia daziaria e doganale alla sorveglianza della totalità degli aspetti tributari nazionali. Venne poi costituito, nell’ambito del Ministero, l’Ufficio tecnico centrale per la Polizia Tributaria Investigativa, retto da un generale del corpo.

Durante la seconda guerra mondiale i finanzieri, inquadrati in Reparti mobilitati, presero parte al conflitto. Il corpo ebbe modo di distinguersi grazie all’operato di Alfredo Malgeri durante la liberazione di Milano, nell’opera di contrasto al contrabbando, dapprima terrestre e poi via mare, per gli aiuti prestati ai profughi ebrei e ai perseguitati dai nazifascisti, e per aver tutelato la popolazione civile e le istituzioni sul confine italiano orientale, ove numerosi finanzieri furono uccisi e gettati nelle foibe.

Il secondo dopoguerra

Nel secondo dopoguerra in Italia venne istituito un apposito corpo, la Guardia di finanza del Territorio Libero di Trieste fu istituito nella città libera, fino al ritorno di essa all’Italia. Il 2 maggio 1949, alla presenza dei ministri Ezio Vanoni, Giuseppe Pella e Ugo La Malfa, il comandante generale inaugura presso l’accademia del Corpo il primo corso per verificatori contabili, diretto dal professor Cesare Cosciani, al quale sono destinati ufficiali del Corpo e funzionari dell’amministrazione finanziaria. Da tale momento la preparazione all’attività di polizia tributaria diviene il tema centrale dell’addestramento di formazione e di perfezionamento per gli ufficiali ed i sottufficiali.

A partire dagli anni ’50 vengono radicalmente trasformati il naviglio, il parco automobilistico e l’organizzazione delle telecomunicazioni; viene istituito il servizio statistico, dotato di un centro meccanografico, e il servizio cinofili per l’allevamento e l’addestramento dei cani anticontrabbando. In seguito le competenze del corpo furono riordinate con la legge 23 aprile 1959, n. 189, che pose il corpo alle dipendenze del Ministro dell’Economia e delle Finanze.

Il XXI secolo

Il d.lgs. 19 marzo 2001, n. 68 comportò un ulteriore riordino delle competenze, e con la legge 3 giugno 2010, n. 79, si è prevista la possibilità di nominare il Comandante Generale della Guardia di Finanza tra le file dei propri Generali di Corpo d’Armata, mentre in precedenza questi erano scelti tra i generali di corpo d’armata dell’esercito italiano. A seguito della legge 7 agosto 2015, n. 124, e del d.lgs. 19 agosto 2016, n. 177, il decreto del Ministro dell’Interno del 15 agosto 2017, ha stabilito che la Guardia di Finanza sia l’unica delle forze di polizia italiane ad occuparsi della pubblica sicurezza in mare, con decorrenza dal 1º gennaio 2018, tranne per quelle competenze esclusive del Corpo delle capitanerie di porto – Guardia costiera.

Nel 2018 il corpo ha visto un’importante riorganizzazione ed i Reparti Speciali sono stati riorganizzati assieme ai reparti Antiterrorismo-Pronto Impiego. A livello territoriale, a inizio 2019, sono state soppresse le Brigate e trasformate in Tenenze luogotenenziali. In ogni provincia poi è stato istituito un ulteriore gruppo e ridisegnate le circoscrizioni di competenza di Gruppi, Compagnie e Tenenze.

Struttura organizzativa

Comando generale

  • Il comandante generale della Guardia di Finanza, di nomina politica, ha funzione di alta direzione della globale attività istituzionale. Fino al 2010 è stato, per legge, un generale di corpo d’armata dell’Esercito Italiano e non della Guardia di Finanza stessa. La legge 3 giugno 2010 n. 79, promulgata su impulso delle Commissioni Difesa e Commissioni Finanze della XVI Legislatura, stabilì che anche i generali di corpo d’armata della Guardia di Finanza potessero ricoprire il ruolo di comandante generale. 
  • Il comandante in seconda, con il grado di generale di corpo d’armata
  • Lo Stato maggiore
    • Il capo di Stato maggiore (con il grado di generale di corpo d’armata)
    • L’Ufficiale di collegamento con il Dipartimento delle Finanze (con il grado di generale di brigata)

Reparti territoriali

Per l’esecuzione del servizio, l’organizzazione territoriale è articolata in:

  • 6 Comandi Interregionali (nelle sedi di: Milano, Venezia, Firenze, Roma, Napoli e Palermo), retti da generale di corpo d’armata, da cui dipendono:
  • 19 Comandi Regionali retti da generale di divisione, che svolgono funzioni di comando, coordinamento e controllo dei dipendenti reparti Tecnico Logistico Amministrativi (retti da colonnello) nonché di quelli aventi immediata proiezione operativa costituiti, nella dicotomia fra reparti territoriali ordinari e reparti specializzati, dai:
  • 105 Comandi Provinciali e 1 Comando Territoriale (nella sede di Aosta), retti da generale di brigata/colonnello, alle dipendenze dei quali operano secondo un modulo di coesistenza di organismi specialistici ed organismi ordinari, di norma un nucleo di polizia economico finanziaria, unità ad alta specializzazione nella investigazione tributaria, economica, finanziaria ed antidroga ed articolata in gruppi di sezioni, e un numero variabile di gruppi (retti da tenente colonnello/maggiore), compagnie e tenenze, di consistenza organica diversa in relazione alla situazione socio-economica ed alle esigenze operative dell’area di competenza.
  • 15 Reparti Operativi Aeronavali, che hanno alle dipendenze una o più Stazioni Navali e, di norma, una Sezione Aerea.
  • 28 stazioni Soccorso alpino della Guardia di Finanza (SAGF) nelle zone montane, che dipendono per gli aspetti tecnico-operativi dalla scuola alpina e per la disciplina e l’impiego dai comandi provinciali. Circa 360 militari, qualificati e addestrati per operazioni di soccorso in zone montane ed ambienti impervi, garantiscono ogni giorno, 24 h su 24 servizio di pronto intervento per ogni evento di loro competenza.

Comandi nuclei speciali

Parallelamente ai comandi interregionali, con competenze specialistiche in ambito nazionale esistono, sempre a livello generale di corpo d’armata:

  • Comando dei reparti speciali, dal quale dipendono, al comando di generali di brigata:
    • Comando tutela Economia e Finanza articolato in:Nucleo speciale entrate, che opera in materia di entrate del bilancio nazionale e degli enti locali. In tale ambito svolge attività di analisi, intrattiene relazioni operative con gli organismi di settore, elabora progetti operativi, analisi di rischio e assicura il necessario supporto agli altri reparti;Nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie, competente in materia di spesa pubblica, di frodi al bilancio comunitario, di danni erariali, contrabbando, di controllo alle uscite del bilancio nazionale e degli enti locali. Sovrintende, inoltre, al generale ed efficiente funzionamento del Sistema Informativo Anti Frode – (S.I.A.F.). Collabora, inoltre, con il Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con l’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa s.p.a. – INVITALIA, nonché con la Corte dei Conti;Nucleo speciale polizia valutaria, che opera a tutela dei mercati finanziari e nei settori di servizio riguardanti il riciclaggio, i movimenti transfrontalieri di capitali, l’intermediazione finanziaria, l’usura, la disciplina dei mezzi di pagamento, il finanziamento al terrorismo, la tutela del risparmio, gli illeciti previsti dal testo unico delle leggi bancarie;
      • Nucleo speciale antitrust, con funzioni di tutela delle regole dei mercati, in particolare in materia di illeciti contro l’economia pubblica, l’industria ed il commercio. Il reparto è inoltre, il referente per la Guardia di finanza dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato;
  • Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (S.C.I.C.O.), che opera a contrasto dei reati di criminalità organizzata, come organismo di coordinamento ed analisi, e fornisce supporto tecnico-logistico ai G.I.C.O.;
  • Comando unità speciali articolato in:
    •  
      • Nucleo speciale anticorruzione (principale referente dell’Autorità nazionale anticorruzione).Nucleo speciale commissioni parlamentari d’inchiesta, per l’attività di collaborazione con gli omonimi organi parlamentari;Nucleo speciale frodi tecnologiche e tutela privacy, che opera a contrasto degli illeciti economico-finanziari perpetrati per via telematica ed i reati commessi da hacker e cracker.
    • Nucleo speciale beni e servizi dal quale dipendono:Nucleo speciale per l’energia e il sistema idrico;Nucleo speciale tutela proprietà intellettuale, con all’interno il Gruppo anti contraffazione e sicurezza dei prodotti;
      • Nucleo speciale per la radiodiffusione e l’editoria, collabora con l’Autorità per la Garanzia nelle Comunicazioni, assicurando l’esecuzione e la direzione operativa delle attività di accertamento delle violazioni alla normativa in materia di radiodiffusione ed editoria. Dispone di un’unità operativa periferica alla sede di Napoli;

Reparti aeronavali

Il Comando aeronavale centrale, diretto da un generale di corpo d’armata, preposto al:

  • Comando Operativo Aeronavale (COAN), articolato su un Gruppo esplorazione aeromarittima e 3 gruppi aeronavali (GAN di Taranto, Messina e Cagliari), che conduce e coordina l’attività di vigilanza aeromarittima a livello nazionaleServizio navale della Guardia di Finanza
    • Servizio aereo della Guardia di Finanza;
  • Comando logistico aeronavale, articolato su un centro navale a Formia e un centro di aviazione a Pratica di Mare, che provvede alla funzione logistica centralizzata di settore;
  • 15 reparti operativi aeronavali (ROAN), comandati da colonnelli, che dirigono e coordinano l’attività specialistica dei reparti marittimi e di volo su base regionale.

Reparti addestrativi

Esiste, inoltre, la branca addestrativa dell’Ispettorato per gli istituti di istruzione, retto da generale di corpo d’armata, dal quale dipendono tutti i reparti preposti al reclutamento, alla formazione ed alla specializzazione del personale dei vari ruoli del corpo nonché i prestigiosi Gruppi Sportivi Fiamme Gialle, in cui militano numerosi atleti olimpici, tra cui le medaglie d’oro (Sofia Goggia e Arianna Fontana), entrambe vincitrici dell’oro olimpico a Pyeongchang 2018. L’ispettorato per gli istituti di Istruzione, in particolare, ha una struttura simile a quella degli omologhi Comandi Interregionali, assolve funzioni di comando, coordinamento e controllo dei reparti ed istituti dipendenti delle attività nei settori:

  • del reclutamento e della formazione degli allievi;
  • dell’addestramento e della specializzazione post-formazione del personale già in servizio.

Alle proprie dipendenze sono posti i seguenti reparti:

  • Accademia della Guardia di Finanza: con sede a Bergamo, retta da generale di divisione/brigata;
  • Scuola ispettori e sovrintendenti della Guardia di Finanza: con sede all’Aquila, retta da generale di divisione/brigata;
  • Scuola di polizia economico finanziaria: con sede a Lido di Ostia (Roma), retta da generale di divisione/brigata;
  • Centro di reclutamento: con sede a Roma, retta da generale di divisione/brigata;
  • Legione allievi: con sede a Bari, retta da generale di divisione/brigata, con alle dipendenze:
    • la Scuola allievi finanzieri alla sede,la Scuola Nautica di Gaeta
    • la Scuola alpina di Predazzo;
  • Centro addestramento di specializzazione, con sede ad Orvieto, retto da generale di brigata/colonnello;
  • Centro Sportivo: con sede a Roma (Castel Porziano), retto da generale di brigata;
  • Banda musicale della Guardia di Finanza, con sede a Roma, retta da generale di divisione/brigata;

Come supporto tecnico troviamo il Reparto Tecnico Logistico– Amministrativo per gli Istituti di Istruzione, con sede a Lido di Ostia (Roma), retto da colonnello.

Competenze e funzioni

La legge 7 gennaio 1929, n. 4 attribuisce al personale del corpo la figura di agente di polizia tributaria demandando ad essi l’accertamento e la repressione delle violazioni finanziarie. Ai sensi della legge 23 aprile 1959 n. 189, il corpo dipende direttamente dal Ministro dell’Economia e delle Finanze e fa parte integrante delle forze armate italiane. Possiede compiti di polizia militare all’interno del corpo. Per il concorso alla difesa militare dipende funzionalmente dal Ministro della difesa.

Tra i compiti del corpo, riordinati con il d.lgs 19 marzo 2001 n. 68, vi sono principalmente le funzioni di polizia economico-finanziaria e di polizia giudiziaria finalizzate alla repressione del contrabbando, la lotta all’evasione fiscale, al traffico di sostanze stupefacenti, repressione e contrasto del crimine organizzato, riciclaggio del denaro, la lotta al finanziamento al terrorismo e il mantenimento dell’ordine pubblico. Per l’attività di concorso al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, il Corpo dipende funzionalmente dal Ministro dell’interno. La Guardia di Finanza, oltre alle qualifiche e funzioni di polizia giudiziaria e pubblica sicurezza comuni alle altre forze di polizia italiane, si occupa anche del controllo delle frontiere terrestri e assume ruolo prevalente nella difesa di quelle marittime. Infatti il decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 177 – entrato in vigore il 13 settembre 2016 – ha ampliato l’operatività del corpo in mare, sopprimendo le squadre nautiche della Polizia di Stato e i siti navali dell’Arma dei carabinieri ed i relativi mezzi trasferiti al Servizio navale della Guardia di Finanza; sancendo così l’esclusività del Corpo al mantenimento della pubblica sicurezza in mare.

Inoltre il comma 1 dell’art 103 del D.P.R. 309/90 concede competenza esclusiva ai controlli antidroga in ambito doganale alla Guardia di Finanza.

Alla Guardia di Finanza, dal 1º gennaio 2017, è stato anche demandato il controllo doganale in materia di commercio illegale della flora e della fauna in via di estinzione, ai sensi delle convenzioni internazionali vigenti (CITES) e della relativa normativa nazionale e comunitaria, da esercitarsi, esclusivamente in relazione all’attività di cui al decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio n. 176 dell’8 luglio 2005. Per quest’ultima attività i militari della Guardia di Finanza possono avvalersi delle unità specializzate dell’Arma dei Carabinieri transitate nel 2017 dal disciolto Corpo forestale dello Stato.

I principali campi d’intervento del Corpo sono i seguenti:

  1. corruzione;
  2. evasione fiscale ed elusione fiscale;
  3. riciclaggio ed autoriciclaggio;
  4. falsificazione di valuta e mezzi di pagamento;
  5. contrabbando;
  6. contraffazione di marchi e brevetti;
  7. marcatura CE e sicurezza prodotti;
  8. traffico di stupefacenti e sostanze psicotrope;
  9. finanziamento al terrorismo nazionale ed internazionale;
  10. immigrazione clandestina e tratta di esseri umani;
  11. gioco d’azzardo illegale e scommesse clandestine;
  12. frodi telematiche;
  13. usura;
  14. lavoro nero e caporalato;
  15. tutela del risparmio;
  16. vigilanza sulla spesa pubblica dello Stato;
  17. frodi ai danni di organismi dello Stato e dell’Unione europea;
  18. contrasto al crimine organizzato;
  19. reati contro la pubblica amministrazione italiana (soprattutto di tipo economico-finanziario);
  20. concorso nel mantenimento dell’ordine pubblico e della pubblica sicurezza, in mare in via esclusiva;
  21. contrasto ai reati ambientali, attuato in via principale tramite la Componente Aeronavale;
  22. controllo doganale in materia di commercio illegale di fauna e flora protette (CITES);
  23. soccorso in montagna e in ambiente impervio tramite il S.A.G.F.

(articolo parzialmente  estrapolato  dal sito Wikipedia)

Testo bollettino

DUE SECOLI E MEZZO DI STORIA

La Guardia di Finanza compie 250 anni. Nata come Legione Truppe Leggere, con compiti di difesa militare e vigilanza finanziaria dei confini, e affermatasi come guardia doganale con l’Unità d’Italia, ha svolto per molti anni il ruolo di polizia tributaria fino a divenire, oggi, una Forza di polizia, con spiccata proiezione internazionale, impegnata nella prevenzione e nel contrasto di tutte le forme di illegalità che minacciano la sicurezza economico-finanziaria.

Proprio il “confine”, dal quale è partita la storia della Guardia di Finanza, rappresenta una dimensione “tradizionale” che assume connotati di attualità, sia in senso fisico che ideale. Fisico, in quanto la tutela degli interessi finanziari, in un ambito non soltanto nazionale ma anche europeo, così come il contrasto ai traffici illeciti in terra e in mare costituiscono, oggi più che mai, una prerogativa fondamentale del Corpo.

E ideale, dal momento che il confine è anche metafora di quel limite morale e giuridico che separa l’area in cui i diritti e le libertà economiche sono esercitati secondo le regole dell’ordinamento, dall’area in cui si opera con arbitrio e illegalità. È su questo confine che oggi i Finanzieri sono chiamati ad operare, mettendo in campo tutte le loro migliori energie, per l’affermazione dei principi di giustizia e legalità.

Un percorso che testimonia la capacità del Corpo di innovarsi continuamente, di adeguarsi allo sviluppo tecnologico, alla globalizzazione dei mercati, alla evoluzione digitale dei circuiti finanziari e di intercettare i mutamenti dei fenomeni criminali, dotandosi di strumenti e tecnologie sempre più avanzati, anche di analisi e interpretazione dei dati, e adottando soluzioni e modelli organizzativi che consentano di agire, in maniera unitaria e trasversale, contro ogni forma di illegalità economica e finanziaria.

Nuovi compiti, nuove attribuzioni che si aggiungono all’impegno sociale e alla tradizionale vocazione degli uomini e delle donne che indossano le fiamme gialle ad operare, con esemplare perizia e generoso altruismo, spesso in lotta contro il tempo, per la salvaguardia della vita umana, in situazioni di emergenza e calamità naturali.

Competenze e innovazione saldamente ancorate ai valori che da 250 anni ispirano la quotidiana azione di servizio di tutti i Finanzieri e che costituiranno il faro per orientare le scelte future. In un mondo sempre più interconnesso e interdipendente, nuove sfide ci attendono: investiremo nella valorizzazione delle risorse umane, attraverso una sempre più evoluta formazione, tanto di base quanto specialistica, nonché nel potenziamento di tecnologia e ricerca per continuare a contribuire all’armonioso sviluppo dell’ordine economico e finanziario, nel segno della sostenibilità declinata in tutte le sue accezioni.

Dal passato al presente verso il futuro, continuiamo a scrivere la nostra storia!

IL COMANDANTE GENERALE

Gen. C.A. Andrea De Gennaro

 

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