14^ emissione del 13 marzo 2024, di un francobollo celebrativo della prima legge sui brevetti, nel 550° anniversario

14^ emissione del 13 marzo 2024, di un francobollo celebrativo della prima legge sui brevetti, nel 550° anniversario, dal valore indicato in B , corrispondente ad €1.25

  • data emissione: 13 marzo 2024
  • dentellatura:  9 effettuata con fustellatura. 
  • dimensioni francobollo: 40 x 48 mm
  • dimensioni foglietto: 130 x 180 mm
  • tipo di carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente.
  • Grammatura:90 g/mq.
  • Supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq.
  • Adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco).
  • stampato: I.P.Z.S. Roma
  • tiratura: 200.004 esemplari di francobolli e 125.000 foglietti contenenti rispettivamente un francobollo.
  • valoreB = €1.25
  • colori: cinque
  • bozzettistaE. L’Abate
  • num. catalogo francobolloMichel ______ YT _______ UNIF ________
  • Il francobollo: riproduce, in primo piano su un dettaglio dello Statuto dei Brevetti emanato il 19 marzo 1474 dal Senato della Repubblica di Venezia, i particolari di due storici brevetti italiani: 1) il “Sistema di fissaggio del motore al telaio tubolare di un motociclo e molleggiamento anteriore e posteriore dello stesso a flessibilità regolabile” ideato da Innocenti Soc. Gen. per l’industria Metallurgica e Meccanica, risalente al 4 aprile 1951; 2) il “Kinetografo Alberini”, un nuovo apparecchio fotografico ideato da Filoteo Alberini, risalente al 21 ottobre 1895. Completano il francobollo le legende “550°”, “PRIMA LEGGE SUI BREVETTI A TUTELA DELLE INVENZIONI”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.
  • Caratteristiche del foglietto: Racchiude al centro il medesimo francobollo di cui riproduce nella loro interezza le immagini della pagina dello Statuto dei Brevetti e dei due storici brevetti italiani. Completa il foglietto la legenda “IL 19 MARZO 1474 IL SENATO DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA EMANÒ LA PRIMA LEGGE SUI BREVETTI”. In basso a destra, è presente il codice a barre per la rilevazione automatica dei francobolli, a sinistra il logo MIMIT monocromatico.

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La legge veneziana del 1474 è l’archetipo più prossimo alle moderne leggi sui brevetti. Il 19 marzo 1474 il Senato della Repubblica di Venezia, con 119 voti a favore, 10 contrari, 3 astenuti (qualificati «non sinceri»), emanò questa legge destinata indistintamente a tutti i cittadini della Repubblica, ma con lo scopo recondito di cogliere l’occasione per incentivare e premiare un certo Giovanni Tedesco che si era dimostrato in grado di introdurre a Venezia l’arte della stampa, piuttosto rara e preziosa a quel tempo.

Il registro con la legge sui brevetti

Va doverosamente rilevato, infatti, che il primo approssimativo documento di Johann Gutenberg sul suo innovativo processo di stampa inventato a Strasburgo risale al 1439 e che allora la diffusione delle informazioni e delle conoscenze era ben lungi da quella attuale. Le copie delle opere manoscritte erano affidate agli amanuensi, per lo più pazienti monaci, con forti rischi di errori di copiatura e di propagazione di errore che si verifica quando da una copia se ne ricava un’altra e così via.

La legge veneziana del 1474, il cui originale è conservato presso l’Archivio di Stato di Venezia (Senato Terra, Reg. 7, c. 32; cfr. Sordelli, in La legge veneziana sulle invenzioni, 1974, pp. IV-V), non è di facile lettura e una sua ‘traduzione’ in termini più attuali permetterà di esaminare nei dettagli i diversi aspetti che questo straordinario documento manifesta; aspetti e situazioni che costituiscono una pietra miliare per la successiva evoluzione del diritto della proprietà industriale non solamente in Italia. Il documento assegna all’Italia l’assoluto primato mondiale di regolamentazione legale erga omnes dei diritti di proprietà industriale (IPRs, Intellectual Property Rights). Sorprendentemente, tutti i moderni principi di proprietà industriale sono racchiusi nelle poche semplici righe della legge veneziana: novità; livello inventivo; industrialità; registrazione; uso esclusivo; limiti di tempo; condanne ai contraffattori; risarcimento del danno; privilegi dello Stato.

antica mappa di Venezia

La prima frase, il preambolo della legge veneziana, enuclea il principio basilare dell’istituto stesso della proprietà industriale, sostanzialmente:

La città di Venezia, per la sua grandezza e la sua liberalità, attira da diverse parti del mondo e ospita persone di acutissimo ingegno, capaci di escogitare e realizzare ingegnosi artifici. Se fosse possibile garantire a queste persone che è proibito agli altri di copiare, una volta visti, questi artifici, usurpando all’inventore in questo modo il vantaggio e l’onore della scoperta, queste persone potrebbero esercitare liberamente il loro ingegno e potrebbero trovare e realizzare delle cose che sarebbero di non poca utilità e beneficio per la Repubblica di Venezia (articolo parzialmente estrapolato dal sito Treccani).

Testo bollettino

Nel 2024 ricorrono i 550 anni dalla prima legge sui brevetti. Era il 19 marzo 1474 quando il Senato della Repubblica di Venezia adottò, primo al mondo, una norma che tutela la proprietà intellettuale: “… chiunque fabbricherà una macchina nuova e ingegnosa, prima ignota nella Repubblica, e la perfezionerà in modo tale che possa essere utilizzata, è obbligato a comunicarlo all’ufficio dei Provveditori del Comune. E per dieci anni, nell’intera Repubblica, sarà proibito a chiunque costruire macchine identiche o simili senza il consenso o la licenza dell’inventore”.

Ad ispirare lo Statuto dei brevetti fu senza dubbio una filosofia assolutamente moderna ed anticipatrice a dimostrazione di quanto lo Statuto fosse all’epoca innovativo. Viene in buona sostanza riconosciuto per la prima volta il diritto di privativa che consente l’utilizzo esclusivo dell’idea al suo titolare.

La materia si è evoluta nel tempo, regolata sia a livello internazionale che nazionale, disciplina necessaria tenuto conto del rilevante impatto economico che ha la proprietà industriale nel suo complesso, brevetti, disegni e marchi.

In Italia una tappa fondamentale è rappresentata dall’istituzione, il 23 ottobre del 1884, a Roma dell’Ufficio speciale per la proprietà intellettuale, poi divenuto Ufficio Centrale dei Brevetti, l’attuale Ufficio Italiano Brevetti e Marchi. Da allora, quest’istituzione ha saputo evolversi e crescere, al passo con i tempi. E conferma tuttora la sua ormai consolidata vitalità all’interno del Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Circa un secolo e mezzo di invenzioni, innovazioni, oggetti di design e marchi di successo, capaci di diffondere la creatività italiana nel mondo, accompagnati da un’evoluzione negli anni della legislazione sulla protezione dei brevetti, dei marchi, dei disegni e dei modelli di utilità, contestualizzando il contributo fondamentale dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) allo sviluppo dell’innovazione e dell’economia del nostro Paese.

Anche per questo, la tutela e la valorizzazione della proprietà industriale sono importanti driver di sviluppo economico che occupano un posto centrale nelle politiche industriali formulate dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in particolare di quelle riferite all’innovazione e allo sviluppo tecnologico.

Adolfo Urso

Ministro delle Imprese e del Made in Italy

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