M.I.S.E. 21^-22^-23^-24^ 25^ Emissione di N.5 francobolli dedicati ai Tesori del Parco Nazionale dell’Alta Murgia -FOGLIETTO-

Il Ministero dello Sviluppo Economico, emette il 24 maggio 2021, distribuiti dalla Poste Italiane cinque francobolli ordinari appartenenti alla serie tematica “il Patrimonio naturale e paesaggistico” dedicati ai Tesori del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, relativi al valore della tariffa B, corrispondenti ognuno ad €1.10.

  • data: 24 maggio 2021
  • dentellatura: 11
  • stampa: rotocalcografia
  • tipo di cartacarta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente
  • colori: quadricomia
  • stampato: I.P.Z.S. Roma
  • tiratura: 1.000.000
  • francobollo dimensioni: 40 x 30 mm
  • valore francobollo cadaunoB = €1.10
  • bozzettista: a cura del Centro Filatelico della Direzione Operativa dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.
  • num. catalogo francobolliMichel_4298-4299-4300-4301-4302_ YT _4058-4059-4060-4061-4062 UNIF __4141-4142-4143-4144-4145__
  • num. foglietto: MI__ BL90 __UNIF __BF106 __
  • I francobolli: i cinque francobolli, racchiusi in un foglietto e disposti su due righe, raffigurano rispettivamente un sito caratteristico del Parco Nazionale dell’Alta Murgia e in particolare, da sinistra a destra partendo dall’alto: la Cava Pontrelli, la Grotta di Lamalunga, le Miniere di bauxite di Spinazzola, il Pulo di Altamura e il Pulicchio di Gravina. Completano i francobolli le leggende “CAVA PONTRELLI – ORME DI DINOSAURO”, “GROTTA DI LAMALUNGA – UOMO DI ALTAMURA”, “MINIERE DI BAUXITE DI SPINAZZOLA”, “PULO DI ALTAMURA”, e “PULICCHIO DI GRAVINA”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.
  • CARATTERISTICHE FOGLIETTO:
  • dimensioni: 142 x 117 mm
  • tiratura: 200.000
  • colori: cinque
  • Il foglietto: raffigura una veduta del Parco Nazionale dell’Alta Murgia con il profilo della penisola italiana a destra, su cui sono evidenziati la Puglia e il luogo del Parco. Completano il foglietto la leggenda “I TESORI DEL PARCO NAZIONALE DELL’ALTA MURGIA” Note: l’immagine raffigurante la Grotta di Lamalunga è riprodotta per gentile concessione del Museo Nazionale Archeologico di Altamura; le immagini degli altri siti del parco Nazionale dell’Alta Murgia sono riprodotte per gentile concessione dei fotografi Mario Brambilla e Domenico Martinelli.

Se sei interessato all’acquisto di questo foglietto lo puoi acquistare al prezzo di € 8,00 + S.P. inviandomi una richiesta alla mia email: protofilia1@gmail.com

Il Parco nazionale dell’Alta Murgia,  è un parco nazionale istituito nel 2004 situato in Puglia, nelle province di Bari e di Barletta-Andria-Trani. La sede amministrativa del Parco è a Gravina in Puglia, in Via Firenze n. 10, sito istituzionale: https://www.parcoaltamurgia.gov.it

Storia

L’ente Parco nazionale dell’Alta Murgia è stato istituito mediante il decreto dal Presidente della Repubblica il 10 marzo 2004.

Territorio

Il parco ha un’estensione di 68.033 ettari. Si estende nella parte più elevata dell’altopiano delle Murge di nord-ovest.

Coincide con una parte della più estesa zona di protezione speciale istituita per proteggere la steppa a graminacee, habitat del falco grillaio.

Attrazioni

Tra le principali attrazioni del parco va annoverato Castel del Monte, uno dei più famosi castelli del meridione italiano nonché patrimonio dell’umanità.

Il parco presenta attrazioni di diversi tipi:

Flora

  • La vegetazione dell’Alta Murgia cambia a seconda della zona. Questo habitat è un susseguirsi di formazioni rocciose, fitti boschi e vaste distese steppiche. In queste praterie rocciose ritroviamo alberi tipici della vegetazione mediterranea quali il cipresso comune e il pino silvestre, oltre ad aree più o meno estese di querceto. Nei boschi della murgia oggi si ritrovano perlopiù esemplari di roverellafragno, la quercia spinosa, il leccio, il cerro e il farnetto. In compenso sono molto diffuse specie di erba bassa e media, come l’asfodelo e la ferula.
  • Il sottobosco è ricco di piante come il caprifoglio, il biancospino, il pungitopo, il cisto e il mirto. Sulle rocce è facile trovare le piante di cappero, coi loro bei fiori, oltre a piante aromatiche quali la pianta del rosmarino e dell’origano. Nel parco crescono anche piante o arbusti ad interesse alimentare, come l’asparago, il noce, il fico, il mandorlo, il ramno, il nespolo, il prugnolo, il lampone e la mora selvatica.
  • Numerose i fiori quali la clematide, il ciclamino, la rosa canina, il gigaro e la rosa di San Giovanni e la peonia. Tra le specie fungine troviamo il fungo cardoncello e la gallinella, fungo commestibile dall’intenso colore giallo, oltre a numerose altre specie non commestibili.

Bosco di Acquatetta

l Bosco di Acquatetta è un bosco artificiale situato tra i comuni di Minervino Murge e Spinazzola. Si trova incluso nel territorio del Parco nazionale dell’Alta Murgia e con i suoi 1083 ettari è il più esteso della Provincia di Barletta-Andria-Trani, nonché uno dei più grandi di Puglia.

Nel bosco si è verificato uno sviluppo spontaneo di esemplari di roverella e di specie tipicamente mediterranee come la quercia spinosa o il leccio.

Fauna

Nel parco nazionale alberga una buona varietà di fauna, soprattutto di piccole e medie dimensioni, che possono trovare una discreta gamma di alimenti in questo singolare e vasto ambiente, caratterizzato dall’alternarsi di vaste distese erbose, formazioni rocciose, campi coltivati e fitte selve. Altro fattore agevolante per gli animali è la presenza di numerose grotte, anfratti e formazioni rocciose, che offrono loro rifugio. È da far notare la mancanza di corsi d’acqua d’altronde un po’ tipica di tutta la Puglia.

In passato era nota la presenza di lupi, generalmente provenienti dall’Abruzzo o dalla più vicina Lucania in cerca di greggi per sfamarsi, che in seguito al drastico aumento del numero di cinghiali hanno ricominciato a riaffacciarsi nel parco come attestano le documentazioni fotografiche, gli avvistamenti e i diversi ritrovamenti di resti di animali come pecore, volpi o cinghiali predati da questo cacciatore. Ultimamente sembrano essere di stanza nel parco, con una popolazione ancora non ben identificabile ma che si sta comunque riadattando ad un habitat dove vi erano stati nel corso della seconda metà del ventesimo secolo solo sporadici avvistamenti. Sembra che vengano proprio dalla murgia i lupi che stanno tornando a riaffacciarsi e a cacciare nelle aree del Brindisino e del Tarantino (precisamente nelle aree di OstuniCeglie MessapicaCisternino e Martina Franca).

Tra la popolazione di mammiferi si attestano le seguenti specie: donnolefaineistricilepriscoiattoli, piccoli roditori (quali il moscardino, il ghiro, il topo quercino, il mustiolo, l’arvicola di Savi, il topo selvatico), volpi e tassi. Di particolare interesse naturalistico risultano i grossi e schivi gatti selvatici. Notevole anche la presenza di diverse specie di chirotteri quali il ferro di cavallo maggiore, il ferro di cavallo minore, il ferro di cavallo mediterraneo, il miniottero, il vespertilio maggiore, il vespertilio di Blyth.

Tra i rettili possiamo annoverare, oltre alla comunissima lucertola campestre ed alla testuggine comune la presenza del ramarro, del Geco di Kotschy e di vari serpenti, tra cui la vipera, il cervone, il biacco, la biscia dal collare e, particolare, il colubro leopardino.
Anche gli anfibi sono presenti, nonostante l’ambiente arido non lo farebbe supporre. Accanto ad alcune specie di anuri più comuni come rospi e rane, è stato rinvenuto in un unico sito, l’ululone appenninico e un unico urodelo, il Tritone italiano.

Numerose sono invece le specie di uccelli presenti nel parco, alcune di notevolissima importanza conservazionistica quali la gallina prataiola e l’Occhione. Si rinvengono poi varie specie di tordi, di merli, il culbianco, l’usignolo, l’allocco, il verzellino, il pettirosso ma anche corvidi come il corvo imperiale, la taccola e la cornacchia grigia o la gazza. È possibile anche ritrovare con una certa frequenza il picchio rosso e il picchio verde. Varie specie selvatiche di columbidi sono avvistabili, come il Colombo selvatico o la tortora selvatica e quella dal collare.

Più notturni sono il barbagianni, la civetta, l’allocco, il gufo comune e l’assiolo. Inoltre si possono osservare anche la calandra, la calandrella, la cappellaccia, il rigogolo, lo scricciolo, la capinera, la tottavilla, la cesena, lo strillozzo, la cinciallegra, la cinciarella, la cincia bigia, lo zigolo nero, il tordo bottaccio, il merlo, il fringuello, il pettazzurro, e l’allodola.

Non è rarissimo, in alcuni periodi, imbattersi nel fagiano, nell’allodola e nella quaglia.

Alti nel cielo dell’aspro territorio murgiano si incontrano numerosi falconidi: il gheppio, il nibbio bruno, il falco lanario e il falco pellegrino, quest’ultima specie di aspetto simile al falco lanario. Di importantissima presenza a livello europeo, quella del falco grillaio, adattatosi all’ambiente urbano al punto di nidificare sui campanili romanici e sugli edifici più alti dei centri storici e, proprio per questo, ad alto rischio in questo contesto storico) ed anche un discreto numero di poiane “infiltratesi”. Sempre più frequente è la presenza della grande aquila reale, avvistata in più zone del parco. Più all’interno rispetto ai suoi areali più tipici. Presenti anche il nibbio reale, il biancone, l’albanella minore, il falco di palude e il lanario.

Si può incontrare l’airone cenerino, il quale costruisce i suoi nidi a partire da febbraio lungo i torrenti. Le zone raramente allagate del parco, inoltre, ospitano la sosta di alcuni uccelli migratori, come la marzaiola e nei periodi di passo non è rarissimo avvistare qualche cicogna.

I geositi raffigurati sui francobolli:

  • Cava Pontrelli. Una cava dismessa ad Altamura nota come la valle dei dinosauri e sulla cui superficie sono impresse oltre 25.000 impronte ben conservate. La scoperta risale al 1999. Una tale quantità di impronte, concentrata in un unico affioramento, fa di questo luogo uno dei siti con orme di dinosauri più importanti al mondo. Uno studio scientifico ha rilevato che furono impresse circa 85 milioni di anni fa sulle coste dell’allora oceano della Tetide.
  • La Grotta di Lamalunga. La Grotta di Lamalunga è celebre dal ‘93 per l’eccezionale scoperta di resti scheletrici, scomposti e fossilizzati, dell’Uomo di Altamura, tra gli esemplari più antichi dell’Uomo di Neanderthal. Studi scientifici effettuati su un frammento osseo sottolineano che visse tra 130.000 e 190.000 anni fa. Il reperto si trova in un cunicolo sotterraneo non accessibile al pubblico.
  • Le Cave di Bauxite. Un giacimento calcareo nel territorio di Spinazzola, scoperto nel 1935 e sfruttato tra gli anni 50 e gli 80 per estrarre la bauxite da cui si ricavava l’alluminio. Le Cave di Bauxite rappresentano una particolare forma di paesaggio antropico che attrae migliaia di visitatori per le vivaci sfumature dei depositi di terra rossa.
  • Il Pulo di Altamura e il Pulicchio di Gravina. Due doline da crollo, tra le più grandi e scenografiche emergenze del carsismo pugliese. Con un diametro di circa 700 metri e profondo 90, il Pulo di Altamura si caratterizza per le grotte lungo le pareti, secondo studi abitate dal paleolitico all’età del bronzo. Il Pulicchio di Gravina ha una forma invece regolare. Coperto da un’ampia vegetazione di pini, il suo diametro misura circa 530 metri ed è profondo 110. Entrambe attraggono visitatori appassionati di geostoria, escursionismo e speleologia.

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