72^ emissione del 05 Ottobre 2023, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica ”il Senso Civico” dedicato alla memoria che vive: SOCIETA’ DI STUDI FIUMANI, nel 100° anniversario della fondazione
72^ emissione del 05 Ottobre 2023, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica ”il Senso Civico” dedicato alla memoria che vive: SOCIETA’ DI STUDI FIUMANI, nel 100° anniversario della fondazione, dal valore indicato B corrispondente ad €1.25
- data emissione: 05 Ottobre 2023
- dentellatura: 11 effettuata con fustellatura
- dimensioni francobollo: 40 X 30 mm.
- stampa: in rotocalcografia
- tipo di carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco)
- stampato: I.P.Z.S. Roma
- tiratura: 250.020
- valore: B = € 1,25
- colori: sei
- bozzettista: F. Spoletini
- num. catalogo francobollo: Michel 4576_ YT _______ UNIF ________
- Il francobollo: raffigura un’aquila bicipite, simbolo secolare della città di Fiume, elemento rappresentativo del logo della Società di Studi Fiumani, affiancata alla copertina della Rivista di Studi Adriatici. A sinistra, il logo del centenario della Società. Completano il francobollo le legende “RIVISTA FIUME” e “SOCIETÀ DI STUDI FIUMANI”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.
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La Società di studi fiumani nacque a Fiume (oggi Rijeka in Croazia) nel 1923, dalla disciolta Deputazione fiumana di storia patria istituita nel 1909 soprattutto per l’incitamento del giovane intellettuale fiumano Egisto Rossi (1881-1908), il quale sperava che si realizzasse una storia di Fiume e che si creasse al contempo un archivio storico della città. Al principio del II conflitto mondiale la Società era stata costretta a sciogliersi e fu assorbita dalla Deputazione di storia patria delle Venezie.
Il 27 novembre 1960, dietro espressa iniziativa di Attilio Depoli e di altri intellettuali fiumani la Società fu ricostituita a Roma: il primo presidente eletto fu Attilio Depoli. Il contesto storico che fa da sfondo alla sua ricostituzione è la tragedia, alla fine del secondo conflitto mondiale, dell’esodo dei fiumani, giuliani e dalmati dalle terre d’origine. L’istituzione dell’Archivio Museo era il frutto del desiderio di raccogliere e salvare dall’incuria e dalla dispersione una grande quantità di materiale librario, documentale, artistico e fotografico, insieme a cimeli d’ogni genere.
Il museo è disposto nella sala del piano inferiore su una superficie di 250 mq. ca. ruota intorno a un sacrario centrale a ricordo dei giuliano-dalmati caduti per la patria italiana. La mostra inizia con un’ampia panoramica documentale sull’esodo dalle terre adriatiche, procede con cimeli e documenti originali che illustrano ampiamente la storia fiumana dalle origini romane al secondo conflitto mondiale, gli aspetti urbanistici, monumentali, associativi, scolastici, amministrativi, religiosi e culturali della città di Fiume e del suo territorio ricollegabili all’identità di carattere italiano (ministero cultura).
La Società di Studi Fiumani, proprietaria dell’Archivio Museo storico di Fiume, svolge attività di ricerca e di promozione culturale, nel campo delle ricerche storiche, sociali, economiche, artistiche e letterarie da oltre quarant’anni. Sorta nel 1960 a Roma per volontà di alcuni esuli fiumani, oggi è presieduta dal dr. Amleto Ballarini, nativo di Fiume, mentre l’attività generale di funzionamento e di apertura del centro studi è stata affidata al dr. Marino Micich. Il settore editoriale del nostro sodalizio, con la pubblicazione semestrale della rivista di studi adriatici “Fiume” e della “Collana di studi storici fiumani”, è diretto dal prof. Giovanni Stelli. Come potrete leggere più diffusamente nelle pagine del sito, l’attività della Società di Studi Fiumani è rivolta anche a promuovere dal 1990 iniziative di dialogo culturale con la città di origine, oggi Rijeka (Croazia), dove vive una Comunità di nostri connazionali e vi ha sede l’Unione Italiana. Dal 2004 l’Archivio Museo storico di Fiume è stato riconosciuto dalla Legge n. 92 ( a ricordo dell’esodo giuliano-dalmata e delle foibe) quale sito di interesse storico nazionale e quindi tutelato con appositi fondi. Oltre alle attività di ricerca e di promozione culturale presso accademie, enti e associazioni, università e scuole di ogni ordine e grado, nella nostra sede, che possiede anche una biblioteca di oltre 5.000 volumi, si svolge attività di catalogazione informatica dei documenti e delle opere acquisite (anche quadri di artisti fiumani). Il centro studi fiumano, si occupa di favorire lo studio e la ricerca della storia legata all’identità culturale di carattere italiano sviluppatasi nei territori di Fiume, dell’Istria e della Dalmazia, che una volta costituivano a pieno titolo il confine orientale italiano. Ma il centro promuove anche lo studio della cultura di carattere mitteleuropeo, molto importante per capire lo sviluppo culturale di una città come Fiume. Dopo la seconda guerra mondiale a partire già dal 1944, iniziò l’esodo degli italiani che rifiutarono di vivere nel regime dittatoriale jugoslavo. Da Fiume andarono esuli per il mondo oltre l’86% della popolazione originaria e il nostro archivio-museo ne conserva la memoria. Dato che il nostro centro di studi si trova nell’ambito del Quartiere Giuliano-Dalmata di Roma, esso ha raccolto e conserva preziosi documenti e testimonianze di molti esuli dalmati e istriani.
Nel corso della sua storia la Società ha avuto quali presidenti onorari importanti personalità del mondo della cultura. Ricordiamo il senatore Leo Valiani (nativo di Fiume) e l’attuale presidente onorario prof. Claudio Magris, teorico e saggista letterario di fama internazionale. Ricordiamo in particolare le visite del Sindaco di Roma Valter Veltroni e degli on.li Gianfranco Fini e Luciano Violante (turrismoroma.it)
Testo bollettino
L’istituzione del “Giorno del Ricordo” con la legge n. 92 del 30 marzo 2004 ha aperto la strada al recupero di una storia a lungo taciuta o marginalizzata, la storia “della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale” (L 92/2004, art. 1). Di questa storia è parte integrante la Società di Studi Fiumani di cui cade quest’anno il centenario della nascita: fondata a Fiume il 7 agosto 1923 – sei mesi prima dell’annessione della città all’Italia avvenuta il 27 gennaio 1924 in base al Trattato di Romatra Italia e Regno dei Serbi Croati e Sloveni (SHS) – con lo scopo di studiare la regione fiumana dal lato storico, economico e naturalistico, la Società di Studi Fiumani raccolse l’eredità della «Deputazione Fiumana di Storia Patria» operante fin dal 1909, quando Fiume apparteneva ancora all’Impero austro-ungarico.
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale la cessione dell’Istria, di Fiume e di Zara alla Jugoslavia comunista col Trattato di pace del 10 febbraio 1947, provocò il grande esodo (circa il 90%) della popolazione italiana autoctona. Impossibilitata ad operare nella città di origine, la Società fu ricostituita in esilio nel 1960 a Roma, dove continua a svolgere la sua attività editoriale – tra cui la pubblicazione semestrale di Fiume. Rivista di studi adriatici, il cui primo numero risale al 1923 – e di promozione della ricerca storica, nonché di gestione dell’ingente patrimonio archivistico custodito nell’Archivio Museo Storico di Fiume, istituzione riconosciuta dalla citata legge 92/2004 all’art. 2.
Nel suo periodo fiumano la Società pubblicò una serie di studi fondamentali e di importanti documenti storici, con particolare riguardo alla storia italiana della città, e della regione giulia in generale, senza alcuna chiusura nazionalistica, ma ispirandosi ad una visione culturale e non politica della nazione, nonostante i condizionamenti del regime fascista.
Nel suo periodo romano, dal 1960 ad oggi, la Società ha svolto un’intensa attività scientifica, promuovendo convegni, mostre e pubblicazioni sulla storia dei territori dell’Adriatico orientale. In particolare a partire dal 1989, l’anno del “crollo del muro di Berlino”, ha operato per il ritorno culturale nella città d’origine, sviluppando un dialogo con la Comunità degli Italiani di Fiume e le istituzioni della Croazia democratica. Tra i rilevanti risultati ottenuti ci limitiamo a menzionare il volume bilingue italo-croato Le vittime di nazionalità italiana a Fiume e dintorni 1939-1947 / Zrtve talijanske nacionalnosti u Rijeci i okolici (1939.-1947.), pubblicato nel 2002 a cura del Ministero per i beni e le attività culturali, frutto di una ricerca pluriennale condotta congiuntamente dalla Società di Studi Fiumani e dall’Istituto Croato per la Storia di Zagabria. Si tratta finora dell’unica ricerca di questo tipo volta a far luce sulla repressione organizzata dal regime comunista jugoslavo contro gli italiani delle terre dell’Adriatico orientale nel secondo dopoguerra.
Prof. Giovanni Stelli
Presidente della Società di Studi Fiumani
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