51^ emissione di un francobollo ordinario, emesso il 01agosto 2023, appartenenti alla serie tematica ” il Patrimonio artistico e culturale italiano” dedicato al Giubileo della Perdonanza, con sovraprezzo a favore delle zone colpite dalle eccezionali avversità atmosferiche e dagli eventi alluvionali nel mese di Maggio 2023.

51^ emissione di un francobollo ordinario, emesso 01 agosto 2023, appartenenti alla serie tematica ” il Patrimonio artistico e culturale italiano” dedicato al Giubileo della Perdonanza, con sovraprezzo a favore delle zone colpite dalle eccezionali avversità atmosferiche e dagli eventi alluvionali nel mese di Maggio 2023, dal valore indicato B + sovraprezzo di € 3,75.

  • dentellatura:  9 effettuata con fustellatura
  • dimensioni francobollo: 40 X 48 mm.
  • stampa: in rotocalcografia
  • tipo di cartabianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco)
  • stampato: I.P.Z.S. Roma
  • tiratura: 800.016
  • valore:  B + sovraprezzo (1,25+3,75)
  • colori: sei
  • bozzettistaa cura del Comune dell’Aquila e ottimizzato dal Centro Filatelico della Produzione dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.
  • num. catalogo francobolloMichel ______ YT _______ UNIF ________
  • Il francobollo: il francobollo riproduce l’immagine ufficiale della Perdonanza Celestiniana: sullo sfondo della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, sede del Giubileo della Perdonanza, è raffigurato, al centro, Papa Celestino V, il protagonista della Celebrazione, contornato dagli stemmi dei quattro quarti dell’Aquila, dall’alto a sinistra, in senso orario, Santa Maria Paganica, San Pietro a Coppito, San Marciano e Santa Giusta, e delimitato, in basso, dallo stemma stilizzato del capoluogo abruzzese che poggia su un motivo denominato “il labirinto di pietra” tratto dalla pavimentazione all’interno della Basilica. In basso, a sinistra, è raffigurata “la Dama della Bolla di Celestino V” e, a destra, il “Giovin Signore” che ha in mano un ramo di ulivo con il quale, battendo sulla Porta Santa dà inizio alla Celebrazione dell’evento. Il francobollo è delimitato ai due lati da tre motivi modulari, gli elementi geometrici principali che ritroviamo nel marmo bicromo posto su tutta la facciata della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, che rappresentano nel logo della “Perdonanza Celestiniana” la purificazione e l’indulgenza. Il logo posto nella parte superiore è preceduto dalla scritta “GIUBILEO DELLA”. Completano il francobollo la scritta “ITALIA”, l’indicazione tariffaria “B” e il sovrapprezzo “+ € 3,75 PRO ZONE COLPITE EVENTI ALLUVIONALI MAGGIO 2023”. 

Se sei interessato all’acquisto di questo francobollo, lo puoi acquistare, al prezzo di € 9,00,  inviando una richiesta alla email: protofilia1@gmail.com

La Perdonanza Celestiniana è un evento storico-religioso che si tiene annualmente all’Aquila il 28 e 29 agosto.

locandina del Giubileo

La celebrazione fu istituita da papa Celestino V nel 1294 con l’emanazione della Bolla pontificia Inter sanctorum solemnia (detta anche Bolla del Perdono), con la quale concesse l’indulgenza plenaria a chiunque, confessato e comunicato, fosse entrato nella basilica di Santa Maria di Collemaggio dai vespri del 28 agosto a quelli del 29. L’evento, che nel 2023 celebra la sua 729ª edizione, è dunque precursore del Giubileo universale della Chiesa cattolica istituito da papa Bonifacio VIII nel 1300 ed è stato nel tempo accompagnato da numerose altre manifestazioni di carattere civico e storico, che si svolgono durante tutta l’ultima settimana di agosto.

La ricorrenza è “Patrimonio d’Italia per la tradizione” dal 2011 ed è stata iscritta nella “Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità” dell’UNESCO nel 2019.

Storia

Quadro storico

Fondata nel 1254, sul finire del XIII secolo, L’Aquila era una giovane città, che, avendo rapidamente accresciuto il suo potere ed essendosi schierata con la Chiesa nella contesa tra Papato e Impero, era già stata distrutta da Manfredi (1259) e rifondata per mano di Carlo I d’Angiò (1265); la rifondazione angioina le donò inoltre una particolare struttura urbanistica formata da numerosi spazi urbani (locali) facenti riferimento ognuno ad un particolare villaggio della conca aquilana che aveva contribuito alla fondazione della città. Ciascun locale disponeva di una piazza, di una fontana e di una chiesa il che accentuò e radicalizzò tra i nuovi abitanti il senso di appartenenza al castello di provenienza.

In questo quadro storico la città ospitò, nel 1275, Pietro Angelerio del Morrone, un religioso che, abbandonata la vita da eremita, aveva trovato temporaneamente rifugio presso l’abbazia di Santa Maria dell’Assunzione su un promontorio poco fuori le mura dell’Aquila denominato Colle di Maggio; secondo la leggenda, fu qui che incontrò in sogno la Vergine Maria e con lei concordò la costruzione di una nuova maestosa chiesa in quel luogo. I lavori cominciarono nel 1287 e già l’anno successivo, precisamente il 25 agosto 1288, venne consacrata la basilica di Santa Maria di Collemaggio.

Poco dopo la Chiesa si trovò alle prese con una difficile elezione papale a seguito della morte di papa Niccolò IV, avvenuta il 4 aprile 1292. Le riunioni, che si rivelarono a lungo infruttuose, si tennero in numerose sedi romane, prima che un’epidemia di peste causasse la morte di un porporato; ciò portò allo scioglimento temporaneo dell’assemblea. Nel 1293 il Collegio dei Cardinali si riunì nuovamente, questa volta in una sede di Perugia, e fu sollecitato dallo stesso Pietro del Morrone a trovare nel più breve tempo possibile un nuovo pastore; a quel punto l’eremita divenne un candidato al Soglio e il 5 luglio 1294 il conclave lo designò all’unanimità come nuovo pontefice.

Celestino V e la Bolla del Perdono

Una delegazione di tre vescovi fu incaricata di portare la notizia a Pietro del Morrone, che si trovava in eremitaggio sulle montagne del Morrone, e contestualmente si mosse alla volta degli Abruzzi anche Carlo II d’Angiò; il monaco accettò l’investitura non senza titubanze e, all’alba del 25 luglio 1294, un corteo si mosse dall’eremo di Sant’Onofrio al Morrone (nell’attuale comune di Sulmona) per raggiungere L’Aquila, dove era stato convocato il Sacro Collegio. Il 29 agosto di quell’anno nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, da lui stesso fatta costruire, e alla presenza di re Carlo II, di suo figlio Carlo Martello e numerosi tra cardinali e principi, gli furono consegnate le vesti pontificali e l’eremita divenne papa con il nome di Celestino V.

Papa Celestino V

Celestino V fu in realtà protagonista di un papato brevissimo, dal momento che si dimise nel dicembre dello stesso anno e morì imprigionato nel 1296; i suoi quattro mesi di pontificato non furono tuttavia privi di importanza: il 29 settembre 1294 promulgò infatti una bolla pontificia con cui concedeva un’indulgenza plenaria a tutta l’umanità, senza distinzioni. Un evento eccezionale, visto che accadeva in un periodo in cui il perdono era spesso legato alla speculazione e al denaro. La bolla, chiamata Inter sanctorum solemnia e meglio nota come Bolla del Perdono, introduceva i concetti di pace, solidarietà e riconciliazione, e poneva solo due condizioni per ottenere il perdono: l’ingresso nella basilica di Santa Maria di Collemaggio «dai vespri della vigilia della festività di San Giovanni fino ai vespri immediatamente seguenti la festività» – ovvero nell’arco di tempo compreso tra la sera del 28 e quella del 29 agosto (anniversario della sua investitura) di ogni anno – e l’essere «veramente pentiti e confessati». Emanando la Bolla del Perdono, Celestino V stabilì quindi un precedente del Giubileo universale della Chiesa cattolica; la consuetudine d’un periodico anno santo infatti, che Papa Bonifacio VIII avrebbe introdotto con cadenza secolare nel 1300, trova così la sua prima formulazione (unica nel mondo a cadenza annuale) nel capoluogo abruzzese. La tradizione popolare vuole che per lucrare l’indulgenza si debba attraversare una porta specifica, la Porta Santa, posta sul lato sinistro della Basilica di Collemaggio, che viene aperta solamente in occasione della Perdonanza, ma in realtà la Bolla chiede solo di entrare nella chiesa, dal momento che tale porta non esisteva all’epoca di Celestino V, ma fu aggiunta secoli dopo.

La cerimonia del Perdono

La prima celebrazione del Perdono ebbe luogo nel 1295, contro la volontà del nuovo pontefice Bonifacio VIII, il quale in data 18 agosto aveva persino fatto promulgare una nuova bolla per annullare quella del suo predecessore. Il documento celestiniano, però, era stato conservato per volere dei cittadini dall’autorità civile comunale e quindi non era più in possesso e a disposizione della Chiesa; rispettando il dettato di papa Celestino V, quindi, la Bolla venne portata in corteo sino alla basilica di Santa Maria di Collemaggio, dove venne mostrata ai fedeli. Da quel momento il 28 agosto costituì un appuntamento fondamentale per i pellegrini e i mercanti che giungevano in città, punto di passaggio oramai obbligato sulla Via degli Abruzzi, che da Firenze portava a Napoli.

La cerimonia divenne ancor più importante a partire dal 1327, quando le spoglie di papa Celestino V furono traslate nella basilica aquilana e conservate in un’apposita cappella, arricchita nel Cinquecento da un mausoleo. Già negli anni successivi la cerimonia era contornata da vari eventi in città, tra cui un importante fiera mercantile. Dal XV secolo invece, per imitazione di quanto avveniva in occasione del Giubileo romano, venne predisposto l’accesso ai fedeli da un portale laterale denominato Porta santa. La Perdonanza continuò ad essere celebrata, anche se probabilmente ci fu un’interruzione di otto anni dal 1460 al 1467 sotto papa Pio II, grazie ai cardinali Amico Agnifili e Giovanni Battista Mellini e nel 1477, con una spesa di circa duecento ducati, le autorità civili della città riuscirono a far riconoscere da Papa Sisto IV la conferma perpetua della cerimonia e la sua irrevocabilità; gli afflussi di pellegrini continuano, anche se in alcune circostanza diminuirono a causa di varie pestilenze.

Nel 1967 papa Paolo VI, all’interno di un’opera di riordino delle indulgenze attraverso l’Indulgentiarum doctrina e il Manuale delle indulgenze, riconobbe l’autenticità della Bolla Inter sanctorum solemnia e confermò la validità religiosa della Perdonanza Celestiniana.

La durata temporale del Perdono

La Bolla di Celestino V prescriveva che l’indulgenza fosse data a chiunque fosse entrato nella Basilica “dai vespri della vigilia della festività di San Giovanni fino ai vespri immediatamente seguenti”, quindi dal tramonto del 28 a quello del 30, dato che la festa di San Giovanni Battista è celebrata il 29 agosto. Questa era probabilmente la pratica originale, poiché così è attestata la cerimonia negli scritti del 1630 di Lelio Marino Lodeggiano, abate generale della Congregazione dei celestini; tuttavia il vescovo dell’Aquila, in disaccordo con questa interpretazione, affermava la durata di un singolo giorno per la Perdonanza. La disputa tra la Diocesi e i monaci celestini di Collemaggio, la cui causa era anche sostenuta dalle autorità civili, trovò risoluzione nel 1677, quando il sacrista pontificio Giuseppe Eusanio, Vescovo di Porfireone, fu incaricato di porre la questione davanti alla Congregazione per le indulgenze e le sacre reliquie; questa deliberò in favore della cerimonia di due giorni. Nei secoli fu continuata quindi questa pratica, come attestato da scritti dell’Accademia dei Velati (1694) e dalla “Guida storica della Città dell’Aquila” di Teodoro dei Baroni Bonanni (1874), successiva addirittura alla soppressione dell’ordine dei celestini del 1807; nel 1932, però, fu messa in atto una rievocazione storica dell’incoronazione di Celestino V e in quell’occasione fu deciso di ridurre a un giorno il periodo del Perdono.

La Perdonanza oggi

Con il passare dei secoli l’evento piombò tuttavia nel disinteresse generale, tanto che nella seconda metà del XX secolo la cerimonia detta della Perdonanza, termine medievale riportato in vigore dal poeta abruzzese Gabriele D’Annunzio, era ormai limitata alla funzione religiosa e a poco altro; solo tra gli anni settanta e ottanta vi fu una riscoperta della figura di Celestino V e della sua Bolla del Perdono.

Nel 1983, l’allora sindaco dell’Aquila Tullio De Rubeis decise di rilanciare la cerimonia: parallelamente alle manifestazioni religiose fu ripristinato il corteo storico (il Corteo della Bolla) per portare il documento dalla Torre civica di Palazzo Margherita (dove era stato trasferito dalla vecchia sede del Forte spagnolo) fino alla basilica di Santa Maria di Collemaggio immediatamente prima dell’apertura della Porta Santa. L’artista Remo Brindisi fu incaricato di progettare la nuova teca a forma di aquila con cui viene portata la Bolla, e grazie alla collaborazione di storici ed artisti aquilani furono messe in atto numerose altre manifestazioni di carattere civico e sociale durante l’intera settimana precedente il rito, accentuando il doppio carattere secolare e religioso della festa. In quest’occasione, il rito religioso fu ripreso nella sua forma di un solo giorno introdotta nel 1932.

All’inizio del XXI secolo è stata migliorata nuovamente l’offerta di celebrazioni e spettacoli che hanno avuto luogo nella settimana della Perdonanza: si sono esibiti durante le festività molti artisti, tra cui Biagio Antonacci, Franco Battiato, Goran Bregović, Carmen Consoli, Pino Daniele, Fiorella Mannoia, Ennio Morricone, Massimo Ranieri, Zucchero Fornaciari.

Nel 2011, la celebrazione è stata riconosciuta Patrimonio d’Italia per la tradizione, ed è stata successivamente avanzata la richiesta per il suo inserimento nella lista dei Patrimoni orali e immateriali dell’umanità patrocinata dall’UNESCO. Quest’ultimo riconoscimento è avvenuto il 12 dicembre 2019, data in cui la Perdonanza è stata ufficialmente iscritta nella “Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità”.

Celebrazioni

Le festività hanno luogo durante l’intera settimana che precede l’apertura della Porta Santa, generalmente tra il 23 ed il 29 agosto di ogni anno. I tre appuntamenti principali dell’evento sono il cammino del Fuoco del Morrone (antecedente alla settimana festiva), il corteo della Bolla e, infine, l’apertura della Porta Santa della basilica di Santa Maria di Collemaggio (articolo parzialmente estrapolato dal sito wikipedia).

Testo bollettino

Riconosciuta quale Patrimonio Culturale immateriale dall’Unesco dal 2019, la celebrazione della Perdonanza Celestiniana è viva testimonianza che nella città dell’Aquila si tramanda ininterrottamente da 729 anni. Risale infatti al 1294 l’emanazione, da parte di Papa Celestino V, della storica Bolla pontificia del Perdono con la quale si concede da allora l’indulgenza plenaria a quanti, confessati e pentiti, attraversano la Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio tra i vespri del 28 e del 29 agosto. Un rito solenne che, lo scorso anno, è stato officiato da Papa Francesco nell’ambito di una edizione di portata universale. Per la prima volta nella storia, infatti, un Pontefice ha aperto la Porta Santa dando inizio al primo Giubileo della cristianità, il coronamento di una aspirazione attesa da secoli che per L’Aquila e la sua comunità – con la messa dell’Angelus celebrata dal Santo Padre in mondovisione – ha rappresentato un momento spirituale di grande emozione e valore.

In quella stessa occasione, Papa Francesco ha fatto un dono inestimabile all’Aquila ovvero la concessione del Giubileo per tutto un anno. L’evento si compie con il “Corteo della Bolla”, il 28 agosto, che sfila, attraversando il centro storico, fino alla Basilica di Collemaggio. La parata storica e istituzionale, che coinvolge tutta la comunità in un sentito rito collettivo, ha come protagonisti principali la Dama della Bolla, il Giovin Signore e la Dama della Croce, personaggi che simboleggiano i tre valori tradizionali che ispirano la cerimonia: il perdono, la solidarietà e la pace. Infine, lo scorso anno, abbiamo istituito il Premio del Perdono, dedicato al messaggio morale di Celestino V e ai richiami potenti del Pontefice, a cui lo stesso è stato consegnato, circa l’impegno individuale e collettivo per la pace tra i popoli, da assegnare a persone che si impegnano quotidianamente nella difesa dei diritti e nella promozione del dialogo tra culture diverse.

Dalla città dell’Aquila, che Papa Francesco ha definito “capitale del perdono, della pace e della riconciliazione”, non mi resta che augurare buona Perdonanza a tutti.

Pierluigi Biondi

Sindaco dell’Aquila e Presidente del Comitato Perdonanza

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