88^ e 89^ emissione del 01 Dicembre 2023, di DUE francobolli ordinari appartenenti alla serie tematica ” le festività” dedicati al SANTO NATALE e all’ALBERO di NATALE di GUBBIO

88^ e 89^ emissione del 01 Dicembre 2023, di DUE francobolli ordinari appartenenti alla serie tematica ” le festività” dedicati al SANTO NATALE e all’ALBERO di NATALE di GUBBIO, rispettivamente con valore indicato in B zona 1 (corrispondente ad €1.30) e B (corrispondente ad €1.25)

  • data emissione: 01 dicembre 2023
  • dentellatura:  12 effettuata con fustellatura
  • dimensioni francobollo: il francobollo è contenuto all’interno di una fustella circolare con diametro 40 mm.
  • stampa: in rotocalcografia
  • tipo di cartabianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco)
  • stampato: I.P.Z.S. Roma
  • tiratura: 200.004
  • valoreB zona 1 
  • colori: quadricromia
  • bozzettistaa cura del Centro Filatelico della Produzione dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.
  • num. catalogo francobolloMichel ______ YT _______ UNIF ________
  • Il francobollo: il francobollo con soggetto religioso riproduce la Vetrata della Natività disegnata da Paolo Uccello e realizzata dal vetraio Angelo Lippi intorno al 1443 per la Cupola di Brunelleschi del Duomo di Firenze. Completano il francobollo le legende “DUOMO DI FIRENZE”, “SANTO NATALE”, “NATIVITÀ DI PAOLO UCCELLO”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B ZONA 1”.
  • nota: la Vetrata della Natività di Paolo Uccello è riprodotta per gentile concessione dell’Opera di Santa Maria del Fiore.
  • data emissione: 01 dicembre 2023
  • dentellatura:  9 effettuata con fustellatura
  • dimensioni francobollo: 40x 48 mm.
  • stampa: in rotocalcografia
  • tipo di cartabianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco)
  • stampato: I.P.Z.S. Roma
  • tiratura: 200.004
  • valore:  B
  • colori: cinque
  • bozzettistaa cura del Centro Filatelico della Produzione dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.
  • num. catalogo francobolloMichel ______ YT _______ UNIF ________
  • Il francobollo: il francobollo con soggetto laico riproduce l’Albero di Natale di Gubbio, il più grande del mondo, che svetta sulla splendida città medievale dell’Umbria adagiato sulle pendici del Monte Ingino. Completano il francobollo la legenda “ALBERO DI NATALE DI GUBBIO”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.
  • nota: la fotografia dell’Albero di Natale di Gubbio è riprodotta per gentile concessione del fotografo Pietro Biraschi.

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SANTO NATALE

Il SANTO NATALE è una festa cristiana che celebra la nascita di Gesù (“Natività”): cade il 25 dicembre per tutte le Chiese cristiane: ma del calendario gregoriano per quelle romano-occidentali e del calendario giuliano per quelle romano-orientali, cioè il 7 gennaio (con ritardo attuale di 13 giorni).. Oggi però anche le Chiese greco-ortodosse, con eccezione di quelle slavo-ortodosse e delle Chiese orientali (siriache o copte), si sono aggiornate col calendario gregoriano. Sia pur mantenendo il vecchio calendario giuliano per la loro tradizionale liturgia.

Un dipinto con la scena della Natività

Secondo il calendario liturgico è una solennità di importanza superiore all’Ascensione e alla Pentecoste, ma inferiore alla Pasqua, la festa cristiana più importante. È comunque la festa più popolarmente sentita tra i cristiani; anche se in tempi più recenti ha assunto nella cultura occidentale sempre più un significato laico, con lo scambio di doni, legato alla famiglia ed a figure del folclore religioso cristiano o pagano come Babbo Natale.

Sono strettamente legate alla festività la tradizione del presepe e dell’albero di Natale, entrambe di origine medioevale; la seconda più legata ai Paesi del Nord Europa.

Dove tutto avvenne inizio: Natale a Betlemme

Il termine italiano “Natale” deriva dal latino cristiano Natāle(m) per ellissi di diem natālem Christi (“giorno di nascita di Cristo”), a sua volta dal latino natālis, derivato da nātus (“nato”), participio perfetto del verbo nāsci (“nascere”).

Testo bollettino

Nella Natività di Paolo Uccello si riflette l’immagine che l’evangelista Luca volle dare della nascita di Gesù. È infatti la luce a dominare la scena evangelica della rivelazione ai pastori della nascita del Salvatore: nella veglia della notte, «un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce» (Lc 2,9). Il contrasto è tra la notte tenebrosa in cui giace l’umanità e la potenza luminosa che si sprigiona dalla nascita di un Bambino a Betlemme, sperduta cittadina, poco più di un villaggio, di un paese marginale. Lo ricorda l’artista ponendo al vertice della vetrata la stella che illumina l’intera scena e le dona la vivacità dei colori. È un messaggio sempre attuale a fronte delle molte oscurità in cui giace il mondo. La luce di una stella, la luce di un Bambino ci si offrono, a fronte dei drammi e delle oscurità che accompagnano i nostri giorni e appesantiscono il nostro cammino, come un annuncio di speranza di cui sentiamo il bisogno, e che dovrebbe indurci ad aprire il cuore alla presenza di questo Bambino che viene.

Cardinale Giuseppe Betori

Arcivescovo Metropolita di Firenze

L’ALBERO DI NATALE DI GUBBIO

L’Albero di Natale di Gubbio è costituito da oltre 800 corpi luminosi disseminati lungo le pendici del monte Ingino, a valle del quale sorge la città medievale di Gubbio, ed è famoso per essere l’albero di Natale più grande del mondo entrato nel 1991 come tale nel Guinness dei Primati. È stato realizzato la prima volta nel 1981; tutti i corpi illuminanti sono alimentati con energia prodotta da fonti rinnovabili.

L’Albero di Natale più grande del mondo posto sopra alla ridente cittadina di Gubbio (PG)

Caratteristiche principali

Le luci sono disseminate con accuratezza in modo da dare vita ad una sagoma luminosa a forma di albero di Natale, con le seguenti caratteristiche:è costituito da corpi illuminanti di vario tipo e colore, che disegnano un effetto cromatico assolutamente particolare e unico; si distende, con una base di 450 metri, per oltre 750 metri sulle pendici del monte Ingino, partendo dalle mura della città medioevale e arrivando alla basilica del Patrono, Sant’Ubaldo, posta in cima alla montagna; copre una superficie di circa 130.000 metri quadrati (poco meno di trenta campi di calcio); oltre 300 punti luminosi di colore verde ne delineano la sagoma; il corpo centrale è disseminato di oltre 400 luci multicolore; alla sommità è installata una stella cometa della superficie di circa mille metri quadri disegnata da oltre 250 punti luminosi; sono necessari circa 7.500 metri di cavi elettrici di vario tipo per realizzare i collegamenti ogni anno sono necessarie circa 1.300 ore di lavoro per montare tutti i punti luce, stendere i cavi e provvedere ai loro collegamenti; sono necessarie circa 900 ore per provvedere alla rimozione, manutenzione e rimessa in magazzino di quanto installato in precedenza.

Al fine di darsi veste giuridica, il gruppo che diede vita nel 1981 alla prima realizzazione dell’Albero decise nel 1992 di costituirsi in Comitato, insieme a quanti si erano, anno dopo anno, aggiunti. Il nome scelto fu Comitato Albero di Natale più Grande del Mondo “Mario Santini”, per rendere omaggio a chi nel 1981 ebbe l’idea originaria; il nome del Comitato è poi stato cambiato in “COMITATO ALBERO DI NATALE PIU’ GRANDE DEL MONDO”.

Il Comitato dei volontari che provvede alla realizzazione dell’opera è attualmente costituito da 55 soci, con un Consiglio di sette membri che ne coordina tutte le attività; il socio più giovane è nato nel 1995, mentre il più anziano è nato nel 1929.

Date

La prima accensione è avvenuta il 24 dicembre 1981. Le date di accensione e spegnimento sono sempre le stesse: 7 dicembre (vigilia dell’Immacolata) nel corso di una manifestazione pubblica, l’Albero viene acceso con una cerimonia che vede coinvolti gli altri soggetti che meglio interpretano le nostre secolari tradizioni. – seconda domenica di gennaio.

Curiosità

L’intera opera è stata realizzata per la prima volta nel 1981 e nel 1991 è entrata nel Guinness dei primati.

Il 7 dicembre di ogni anno, nel corso di una manifestazione pubblica, l’Albero viene acceso con una cerimonia che vede coinvolti altri soggetti che fanno parte della tradizione cittadina (Sbandieratori, figuranti del corteo storico, musici, ecc.) ed è presieduta da personaggi del mondo delle istituzioni, della cultura, della scienza e dello spettacolo: nel 2019 è stato acceso da Betlemme, dalla Grotta della Natività; nel 2018 fu il Gaetano Farina, comandante delle Fecce Tricolori ad accendere l’Albero, nel 2017 Paolo Nespoli dalla stazione spaziale ISS, prima di lui Save the Children ed ancora prima Medici Senza Frontiere; nel 2014 l’albero è stato acceso da Papa Francesco; nel 2012 dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano; nel 2011 è stato il Santo Padre Benedetto XVI a presiedere la cerimonia. Sono stati a loro volta preceduti da: il sottosegretario alla Protezione civile Guido Bertolaso, il presidente di Libera don Luigi Ciotti, il direttore generale di Telethon Pietro Spirito con la senatrice Susanna Agnelli in collegamento da Roma, il direttore dell’Istituto europeo di oncologia Pier Giuseppe Pelicci, illustri personaggi del mondo dello spettacolo come Terence Hill, Gastone Moschin, Barbara D’Urso e Maria Grazia Cucinotta, il presidente di Enel Chicco Testa, il ministro Carlo Giovanardi, i sindaci della città di Gubbio, i presidenti della Regione Umbria e i vescovi della diocesi eugubina che si sono succeduti dal 1981.

La mattina del 26 novembre 2005, la struttura che sorreggeva la stella cometa dell’albero crollò a seguito di cause mai ben definite. La colpa fu data al maltempo, tuttavia diversi ipotizzarono la tesi del “sabotaggio”. Dunque per l’anno del 25º compleanno l’albero di Gubbio si accese senza la sua stella.

Tra le 12 località riportate nel sito della BBC a rappresentanza della festività del Natale 2020, venne scelta anche la città di Gubbio.

Gubbio è famosa anche per resti archeologici, quali:

Teatro romano

Appena oltre le mura romane, si trova il teatro romano, risalente al I secolo a.C. Costruito tra il 55 e il 27 a.C., una lapide qui ritrovata menziona una serie di lavori fatti in epoca augustea da Gneo Satrio Rufo, quattuorviro di Gubbio. Sono ben conservate le arcate inferiori, parte di quelle superiori, la cavea (che poteva contenere anche 6.000 spettatori) e la scena con nicchie curve e rettangolari.

Scavi e conseguenti opere di recupero e restauro si sono succedute fin dal Quattrocento, e hanno portato alla luce diversi mosaici di pregevole fattura. In particolare un grande emblema rappresentante un leone che attacca un leopardo fu rinvenuto a metà del Cinquecento durante la campagna di scavi promossa dai conti Gabrielli, proprietari dei terreni su cui sorge il teatro. Trasportato a Roma dal conte Girolamo Gabrielli (1513-1587), il mosaico fu sistemato prima nel giardino del suo palazzo sotto la Trinità dei Monti, e poi in una sala interna. Descritto in situ fino alla metà del Settecento, fu in seguito acquistato da Thomas Coke, I conte di Leicester per la propria residenza di Holkham Hall, dove tuttora si trova.

Antiquarium

Vicino al teatro romano si trova un piccolo ma ricco museo archeologico, costruito sui resti di una domus con bei pavimenti mosaicati, che custodisce interessanti reperti, provenienti da varie zone di Gubbio, riferibili ad epoca preromana (fase umbra) e romana.

Mausoleo

Si tratta di un rudere di tomba romana, localizzata nei pressi del teatro, originariamente rivestita di grossi blocchi di pietra squadrati, avente una camera sepolcrale ancora ben conservata con volta a botte e una piccola finestra. Fu ritenuta nei secoli passati come il sepolcro di Genzio, ultimo re dell’Illiria. È in realtà il mausoleo di Pomponio Grecino, prefetto di Gubbio nel I° secolo a.C.

Testo bollettino

Il francobollo, un oggetto che noi non più giovanissimi abbiamo acquistato ed usato tantissime volte, per una cartolina dalle vacanze, per una lettera alla persona del nostro cuore, per una richiesta di lavoro, per essere vicini a chi aveva bisogno di un segno amico, per ricordare un momento importante, per portare gli auguri di Natale piuttosto che invitare ad un lieto evento, per condividere una gioia o un dolore: il francobollo era lo strumento per poter fare tutto questo ed altro.

Li guardavamo ammirati i francobolli per la cura con cui venivano realizzati, pensavamo alle storie che stavano dietro a quei personaggi inseriti al loro interno, ai paesaggi che raffiguravano, immaginavamo la creatività di chi li pensava, l’arte di chi li realizzava.

E ne facevamo collezione.

Oggi, nell’era del “virtuale”, vediamo un francobollo “in carne ed ossa” con l’immagine di quello che da oltre quarant’anni realizziamo ogni Natale sulle pendici del Monte Ingino, a Gubbio, terra da cui Francesco decise di iniziare nel Febbraio del 1207 la sua rivoluzione, lasciando sul pavimento della abitazione dei suoi amici Spadalonga se stesso insieme agli abiti che indossava per poi coprirsi di un misero saio e mettersi al servizio degli ultimi: è proprio un bellissimo francobollo con l’immagine dell’Albero di Natale più Grande del Mondo.

Quello che ogni anno realizziamo è infatti un grandissimo albero di Natale disegnato da mille luci, un albero di luce alto oltre 750 metri, largo alla base oltre 400 metri, sormontato da una stella cometa di oltre 1.000 metri quadrati: affonda le sue radici nelle mura medioevali della città di Gubbio per salire, adagiandosi sulle pendici del Monte Ingino, fino alla basilica dove sono custodite le spoglie di Sant’Ubaldo, eugubino e nostro Patrono dal 1200.

Solo amicizia e senso del volontariato più gratuito riescono a dare continuità al lavoro di quei visionari che nel 1981 ebbero l’idea e soprattutto il coraggio, ma proprio tanto coraggio, di realizzarla con le pochissime risorse disponibili, armati solo della loro amicizia e testardaggine: noi oggi riprendiamo la loro determinazione per portare a termine un’opera che, pure nella sua estrema laicità, vuole essere simbolo del Santo Natale, vuole invitare tutti ad alzare lo sguardo in alto, verso la stella cometa di Betlemme, verso la basilica che custodisce le spoglie del nostro Patrono Ubaldo.

Esempio di lavoro di squadra e perfetta integrazione intergenerazionale, è un’opera realizzata da un gruppo di pochi eugubini (ci chiamano “Alberaioli”) ma a cui collabora in tanti modi l’intera comunità cittadina, in tutte le sue componenti: l’Albero è opera e proprietà di tutti gli eugubini.

Gli alberi che ricoprono le pendici del Monte Ingino sono i supporti delle mille luci multicolori che disegnano l’Albero, i loro rami sostengono le migliaia di metri di cavi elettrici che le collegano: un lavoro faticoso, non privo di rischi, affrontato con serietà e collaborazione, condividendo successi e fallimenti.

Ed ora tutto questo è su un bellissimo francobollo: il frutto del nostro lavoro verrà così veicolato per mille strade verso mille città del mondo, ci porterà nelle case dei tanti che potranno guardarlo con stupore, magari cercando di capire se esiste realmente o è solo un bellissimo disegno se non un fotomontaggio.

E magari avranno la curiosità di venire a trovarci per vederlo di persona, condividendo con noi il genuino infantile stupore che anche noi Alberaioli proviamo ogni volta che lo guardiamo, orgogliosi di quello che ancora una volta, insieme, abbiamo portato a termine.

Gubbio, Natale 2023

Gli Alberaioli

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