POSTE VATICANE 4^ EMISSIONE del 27 febbraio 2023, emissione di un francobollo dedicato a NICCOLO’ COPERNICO in occasione del 550° anniversario della nascita

POSTE VATICANE 4^ EMISSIONE del 27 febbraio 2023, emissione di un francobollo/foglietto dedicato a NICCOLO’ COPERNICO in occasione del 550° anniversario della nascita dal valore indicato € 1.25

Il Vaticano vuole celebrare il teologo, matematico e astronomo Niccolò Copernico in emissione congiunta con la Polonia, suo paese natale. Nato a Turun nel 1473, gli va riconosciuto il grande merito di avere promosso, difeso e definitivamente dimostrato tramite procedimenti matematici, l’assoluta fondatezza scientifica della teoria eliocentrica a scapito di quella geocentrica, fino ad allora sostenuta in Europa. Il 2023 marca anche il 480° anniversario della sua morte avvenuta a Frombork e della pubblicazione dell’opera “De revolutionibus orbium coelestium”.  Al di là della celebrazione dell’indiscussa genialità ed ecletticità di Copernico, che fu anche giurista, governatore, medico ed ecclesiastico, questa emissione ci offre la possibilità di riflettere sul profondo legame tra scienza e fede da lui intimamente vissuto, simboleggiato tra l’altro dall’abito religioso che indossava. Il francobollo riproduce il dipinto “Astronomo Copernico o Conversazione con Dio” realizzato dal pittore polacco Jan Matejko (1838-1893), tra il 1871 e il 1873 in occasione del  400° anniversario di nascita di Niccolò Copernico.

  • Data di emissione:                    27 febbraio 2023
  • Valore:                                      1,25 euro
  • Dimensioni del foglietto:  100 x 75 mm.
  • Stamperia:                                Bpost (Belgio)
  • Stampa:                                     offset 4 colori
  • Formato francobollo:              80 x 50 mm
  • Dentellatura:                            11 1⁄2
  • Formato foglio:                        100 x 170 mm
  • Tiratura:                               38.500 esemplari

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Niccolò Copernico nato a  Toruń, 19 febbraio 1473 – Frombork, 24 maggio 1543. è stato un astronomo, matematico e religioso polacco; laureato in diritto canonico presso l’Università degli Studi di Ferrara nel 1503, è famoso per avere propugnato, difeso e alla fine definitivamente promosso l’evidenza del sistema eliocentrico contro il sistema geocentrico fino ad allora sostenuto in Europa. Benché non fosse stato il primo a formulare tale teoria, fu lo scienziato che più rigorosamente riuscì a dimostrarla tramite procedimenti matematici. Copernico fu anche ecclesiastico, giurista, governatore e medico.

Un dipinto di Niccolò Copernico con a lato un testo con le sue teorie

Biografia

Niccolò Copernico nacque a Toruń, nella Prussia reale il 19 febbraio del 1473. Il padre, Niklas Koppernigk (Mikołaj Kopernik in polacco), era un mercante polacco di lingua tedesca, nato e cresciuto a Cracovia da una famiglia originaria di Koperniki un villaggio nel distretto di Nysa (in Slesia), mentre la madre, Barbara Watzenrode, era una nobildonna di ascendenza tedesca, nata e cresciuta a Thorn da un illustre casato originario di Schweidnitz (Świdnica); era madrelingua tedesco e conosceva il polacco e il latino. Quindi Copernico era di famiglia polacca-tedesca, che viveva in uno stato autonomo governato da re polacco, per cui godeva della cittadinanza polacca. Tuttavia, non si considerava né tedesco né polacco, bensì prussiano.

Presto orfano di entrambi i genitori, venne adottato insieme ai fratelli dallo zio materno, Lucas Watzenrode, che nel 1489 venne nominato vescovo della Varmia (regione chiamata in tedesco Ermland e perciò in italiano anche Ermia). Nel 1491 Copernico entrò all’Università di Cracovia, dove conobbe il matematico Jacob Köbel, con cui mantenne i rapporti anche negli anni successivi, come riportato dal suo biografo, Simon Starowolski, nel 1627. Di questo periodo, e del suo approccio all’astronomia, ci restano alcune sue entusiastiche descrizioni in testi oggi raccolti nella biblioteca di Uppsala. Dopo quattro anni e un breve soggiorno a Toruń, venne in Italia, dove studiò diritto presso l’Università di Bologna ed ebbe come maestro anche il noto umanista Urceo Codro.

A Bologna incontrò Domenico Maria Novara, già celebre astronomo, che ne fece il suo allievo e uno dei suoi più stretti collaboratori. Con il suo maestro, mentre studiava diritto civile a Ferrara, Copernico fece le prime osservazioni astronomiche nel 1497. Nello stesso anno lo zio fu nominato vescovo di Ermia e Copernico canonico, cioè appartenente alla Congregazione riformata dei Canonici Agostiniani; il giovane si diresse a Roma, dove osservò un’eclissi e dove tenne lezioni di astronomia o di matematica. Soltanto nel 1501 sarebbe andato a “prendere servizio” a Frauenburg (oggi Frombork), ma vi si trattenne per il solo tempo necessario a ottenere il permesso di tornare in Italia al fine di completare la sua formazione. Studiò a Padova (con Fracastoro e Gaurico) e a Ferrara (con Giovanni Bianchini).

Durante i suoi soggiorni italiani imparò il greco, riuscendo così a leggere in lingua originale le opere degli autori classici, in particolare quelle di Tolomeo, uno dei padri del modello geocentrico. Pubblicò anche una traduzione in latino delle epistole morali del famoso storico bizantino Teofilatto Simocatta, vissuto al tempo dell’imperatore Eraclio (VII secolo) Nel 1503 si laureò in diritto canonico all’Università degli Studi di Ferrara e si suppone che lì abbia letto gli scritti di Platone e di Marco Tullio Cicerone circa le opinioni degli antichi sul movimento della Terra. A Ferrara dunque si ipotizza che possa avere avuto la prima illuminazione per lo sviluppo delle sue intuizioni. Dal 1504 cominciò infatti a raccogliere le sue osservazioni e le riflessioni che stavano per portarlo a formare la sua teoria.

Dipinto di Jan Matejko, da cui è stato estrapolato del francobollo emesso ed esposto al National Gallery di Londra

Lasciata l’Italia, tornò a Frauenburg, dove divenne membro del Capitolo di Varmia, interessandosi di riforme del sistema monetario e sviluppando alcuni studi di economia politica che lo portarono a enunciare in anteprima alcuni principi, poi riassunti nella nota Legge di Gresham. Nel 1516 ricevette dal Capitolo l’incarico di amministratore delle terre attorno alla città di Allenstein (oggi Olsztyn), e in tale veste si interessò di questioni di catasto, giustizia e fisco. Nel castello di Olsztyn, dove passò quattro o cinque anni, fece alcune osservazioni importanti e scrisse una parte della sua opera principale De Revolutionibus orbium coelestium. È proprio in questo castello che si trova tuttora l’unica traccia visibile della sua attività scientifica: una tabella che fece alla parete di una loggia che gli serviva per osservare il moto apparente del Sole attorno alla Terra. Copernico fu anche un rappresentante commerciale del Capitolo e un diplomatico per conto dello zio vescovo.

Le teorie di Copernico non erano però senza difetti, o almeno senza punti che in seguito si sarebbero rivelati fallaci, come per esempio l’indicazione di movimenti circolari dei pianeti, anziché ellittici, e la necessità degli eccentrici e epicicli. Diversamente da quanto si diceva a quel tempo, per mantenere un livello di precisione paragonabile a quello del sistema tolemaico, erano necessari a Copernico più “cerchi” di quelli di Tolomeo. Il numero esatto dei “cerchi” è inizialmente di 34 (nella sua prima esposizione del sistema, contenuta nel Commentariolus), ma raggiunge la cifra di 48 nel De revolutionibus, secondo i calcoli di Koestler. Invece, il sistema tolemaico non ne utilizzava 80, come affermato da Copernico, bensì solamente 40, secondo la versione aggiornata del 1453 del sistema tolemaico da parte di Peurbach. Lo storico della scienza Dijksterhuis fornisce altri dati, ritenendo che il sistema copernicano utilizzasse solo cinque “cerchi” in meno di quello tolemaico. L’unica differenza sostanziale, pertanto, consisteva esclusivamente nell’assenza degli equanti nella teoria copernicana. Comunque, questi errori rendevano i risultati concreti degli studi, come per esempio le previsioni delle effemeridi, non più precisi di quanto non fosse già possibile ottenere con il sistema tolemaico.

L’obiezione più efficace all’universo copernicano era però il problema delle dimensioni delle stelle. Secondo i modelli geocentrici dell’universo le stelle si trovano poco oltre i pianeti; in questa situazione le loro dimensioni stimate con un semplice calcolo geometrico non risultavano troppo diverse da quelle del Sole. Con la teoria eliocentrica di Copernico le stelle dovevano essere estremamente lontane e quindi, applicando lo stesso sistema di calcolo, risultavano esageratamente grandi, di dimensioni pari a migliaia di volte quelle del Sole.

Un critico particolarmente severo fu l’astronomo e alchimista danese Tycho Brahe, che nel 1588 pubblicò una versione aggiornata del sistema geocentrico, una sorta di compromesso tra Tolomeo e Copernico: Sole, Luna e stelle orbitavano intorno alla Terra, mentre i pianeti orbitavano intorno al Sole. Questa teoria superava il problema della dimensione delle stelle, rendendole confrontabili con quelle del Sole. Un altro aspetto della teoria di Copernico che lasciava perplesso Tycho Brahe era la mancanza (per la scienza dell’epoca) di una spiegazione fisica dei movimenti terrestri: quale forza poteva fare ruotare una pesantissima sfera di roccia, polvere e acqua, del diametro di migliaia di miglia, intorno al Sole? Per queste apparenti contraddizioni e incertezze (superate solo cento anni dopo con la fisica newtoniana e duecento anni dopo con la scoperta del particolare comportamento della luce quando entra in una pupilla o in un telescopio), molti importanti astronomi per lungo tempo non riconobbero la teoria copernicana. Tuttavia la nuova teoria eliocentrica impressionò grandi scienziati come Galileo e Keplero, che sul suo modello svilupparono correzioni ed estensioni della teoria. Fu l’osservazione galileiana delle fasi di Venere a fornire il primo riscontro scientifico delle intuizioni copernicane (articolo parzialmente estrapolato dal sito Wikipedia).

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