POSTE ITALIANE 8^ EMISSIONE DEL 25 MARZO 2021 DI UN FRANCOBOLLO celebrativo di Venezia, nel 1600° anniversario della fondazione

Il Ministero dello Sviluppo con le Poste Italiane emette il 25 marzo 2021 un francobollo celebrativo di Venezia, nel 1600° anniversario della fondazione, relativo al valore della tariffa B zona 1, corrispondente ad €1.15.

  • data: 25 marzo 2021
  • dentellatura: 11
  • stampa: rotocalcografia
  • tipo di cartacarta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente
  • colori: tre
  • stampato: I.P.Z.S. Roma
  • tiratura: 500.000
  • foglio: 45 esemplari
  • dimensioni: 40 x 30 mm
  • valoreB zona 1 = €1.15
  • bozzettista: a cura del Centro Filatelico della Direzione Operativa dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.
  • num. catalogoMichel_4285_ YT _4045_ UNIF __4128_
  • La vignetta: riproduce una xilografia nota come “la Veduta di Venezia a volo d’uccello” di Iacopo de’ Barbari, datata 1500, le cui matrici originali in legno e un esemplare sono conservati al Museo Correr di Venezia; in alto, a destra, è riprodotto il logo del 1600° anniversario della fondazione di Venezia, il cui pittogramma rappresenta la colonna con il leone alato di piazzetta San Marco, le cupole della Basilica di San Marco e le aperture tipiche della facciata del Palazzo Ducale. Completano il francobollo le leggende “ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE”, “IACOPO DE’BARBARI XILOGRAFIA”, “la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B ZONA 1”. N.B.  la xilografia è riprodotta per gentile concessione della Fondazione Musei Civici di Venezia

Se sei interessato all’acquisto di questo francobollo lo puoi acquistare al prezzo di € 1.60 inviandomi una richiesta alla mia email: protofilia1@gmail.com

Secondo una tradizione millenaria, il 25 marzo del 421 è comunemente riconosciuto come il giorno di fondazione della città di Venezia, come testimonia la fonte manoscritta del Chronicon Altinate e, in tempi più recenti, Marin Sanudo il quale, descrivendo il grande incendio di Rialto del 1514 nei suoi Diarii, scrive: “….. solum restò in piedi la chiexia di San Giacomo di Rialto… la qual fu la prima chiexia edificata in Venetia dil 421 a dì 25 Marzo, come in le nostre croniche si leze…”.

Nel 2021 ricorrono i 1600 anni ab urbe condita, e la Città di Venezia celebra l’anniversario predisponendo un programma di eventi e manifestazioni organizzate e promosse da enti e istituzioni locali: mostre, percorsi museali e cittadini, conferenze e seminari.

L’Amministrazione Comunale di Venezia promuove e coordina le iniziative correlate all’evento, e ha istituito un Comitato di Indirizzo, composto da eminenti personalità e dai rappresentati di istituzioni pubbliche, accademiche, culturali, economiche e sociali al fine di coinvolgere nel progetto tutti i soggetti presenti sul territorio metropolitano.

25 marzo 421. E’ la data in cui, secondo la tradizione, ci fu il primo insediamento a Venezia, esattamente in un’isola poco più alta delle altre. Per questo si chiamava Rivus Altus, oggi Rialto. In quell’epoca l’Italia era invasa dai barbari e la laguna rappresentava un luogo ideale dove rifugiarsi visto che gli invasori erano soliti muoversi a cavallo. Si tramanda che l’atto della fondazione della città si ebbe con la costruzione della piccola chiesa di San Giacomo di Rialto, dai veneziani denominata San Giacometto.

Nel 2021 ricorrono dunque i 1600 anni dalla fondazione della città.
Un compleanno importante, che in un anno difficile come quello che stiamo ancora vivendo assume ancora maggiore significato.
Comune di Venezia e Vela S.p.A. sono al lavoro per mettere a punto gli eventi che caratterizzeranno, Covid permettendo, l’anno dei festeggiamenti legati alla speranza di rinascita della città e al suo rilancio turistico.

Tanti eventi in Città per la sua lunga storia

Il Comitato “Venezia 1600” che comprende personalità del mondo della cultura, delle istituzioni, politici, esponenti dell’imprenditoria, dell’economia e del sociale è al lavoro per un anno di celebrazioni ricco di appuntamenti. Che arriveranno anche oltre “confine”, abbracciando le terre del Cadore, da sempre legato a Venezia.
I progetti che andranno a sostanziare ogni singolo evento in calendario saranno presentati dopo il 18 gennaio, termine entro il quale ogni iniziativa e progetto saranno consegnati al Comitato.
Il logo, invece,  è già pronto e lega il leone di San Marco, le tre cupole della Basilica e i quadrilobi di Palazzo Ducale.

VENEZIA

Venezia è un comune italiano di 255 926 abitanti, il cui centro storico (limitato ai sestieri della città lagunare) al 1º novembre 2017 ne contava 53 976, capoluogo dell’omonima città metropolitana e della regione Veneto. Secondo comune della regione per popolazione dopo Verona e primo in Veneto per superficie,  comprende sia territori insulari sia di terraferma ed è articolato attorno ai due principali centri di Venezia (al centro dell’omonima laguna) e di Mestre (nella terraferma).

La città è stata per 1100 anni la capitale della Serenissima Repubblica di Venezia ed è conosciuta a questo riguardo come la Serenissimala Dominante e la Regina dell’Adriatico: per le peculiarità urbanistiche e per il suo patrimonio artistico, è universalmente considerata una tra le più belle città del mondo, dichiarata, assieme alla sua laguna, patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, che ha contribuito a farne la seconda città italiana dopo Roma con il più alto flusso turistico.

Origini del nome

Il toponimo “Venezia” (e le sue antiche varianti: Venédia, Venétia, Venésia, Venéxia, Vinegia) era utilizzato inizialmente per indicare tutta la terra delle popolazioni venete preromane.

Venetia compare così nella suddivisione amministrativa augustea dell’Italia (6 d.C) e, accanto all’antica Istria, faceva parte della X Regio. Il toponimo continuò a essere utilizzato sotto i Bizantini che chiamavano Venetikà, oVenetia maritima in latino, la fascia costiera da Chioggia a Grado. Di conseguenza il nome è passato poi a indicare il ducato di Venezia e solo più tardi la sua capitale: è noto infatti che il centro è sorto in epoca tarda riunendo gli abitati sorti sulle sue isole.

Una particolarità del nome latino di Venezia è che esso è un pluralia tantum, si declina cioè al plurale Venetiae e non Venetia; questo forse perché la città veniva concepita come l’unione di più centri sorti sulle diverse isolette e poi fusisi insieme, o comunque costituita da una pluralità di elementi. Nei documenti antichi la regione compariva, quindi, al singolare Venetia (Venetia et HistriaVenetia Maritima), ma quando ci si riferiva alla città si ricorreva invece al plurale: Venetiarum CivitasVenetiarum ResPublicaVenetiarum Patriarcha.

Storia

La laguna veneziana si è formata nel VIII secolo a.C. da un precedente ambiente fluvio-palustre e si suppone che qui vi fossero insediamenti umani sin dall’epoca preistorica vista la ricchezza di risorse che favorivano caccia e pesca. In età pre-romana, vale a dire nel periodo paleoveneto, la civiltà era ben radicata nella zona con popolazioni dedite alla pesca, alla produzione del sale, ai trasporti marittimi e alle altre attività mercantili connesse. Snodo di intensi traffici commerciali che collegavano l’Adriatico con il centro e nord Europa, in questo periodo vengono a svilupparsi alcuni insediamenti, tra i quali spicca, ormai con una fisionomia protourbana, il centro di Altino. La venuta dei Romani non fa che rafforzare questa situazione. Il sistema dei porti viene potenziato (a questo periodo risale Chioggia), mentre l’entroterra viene bonificato e centuriato, cosa peraltro ancora visibile nell’attuale disposizione di strade e fossi. La laguna divenne forse luogo di villeggiatura per la nobiltà, come testimoniano alcuni ritrovamenti.

Secondo il Chronicon Altinate (XI secolo) il primo insediamento a Venezia sulla Riva Alta (Rialto) risalirebbe al 25 marzo del 421 con la consacrazione della chiesa di San Giacometo sulle rive dell’attuale Canal Grande: studi recenti hanno però dimostrato che San Giacomo di Rialto è assai più tarda, risalendo alla metà del XII secolo. Gli abitanti della terraferma cercarono rifugio nelle lagune a seguito delle varie ondate di invasioni barbariche che si succedettero dal V secolo, in particolare quella degli Unni (452) e dei Longobardi (568)[23]. Tuttavia Venezia si presentava allora come un insieme di piccoli insediamenti ancora molto eterogeneo, mentre maggiore importanza assumono alcuni centri limitrofi come Torcello, Ammiana, Metamauco. Parallelamente, si vengono a trasferire in laguna le maggiori istituzioni religiose, come il Patriarca di Aquileia a Grado e il vescovo di Altino a Torcello.

Riuniti assieme con tutta l’Italia all’impero con la prammatica sanzione di Giustiniano del 554, il Triveneto è nuovamente travolto dalla calata dei Longobardi del 568. I bizantini perdono gran parte della zona, mantenendo solamente la fascia costiera. È da questo momento che il termine Venetia, un tempo riferito a tutto il Veneto, viene ad indicare solo la zona delle lagune.

Venezia viene eretta nel 697 a ducato dipendente dall’Esarcato di Ravenna, con capitale prima ad Eracliana e quindi a Metamauco. A seguito della tentata invasione franca di Pipino (Carlomanno), nell’821 la più sicura Rialto diviene capitale del Ducato di Venezia, assumendo nel tempo il nome stesso del territorio e dello Stato e diventando definitivamente Venezia.  La vicinanza con l’Impero franco, il rapporto privilegiato con l’oriente Bizantino e contemporaneamente la distanza da Costantinopoli ne fece uno dei principali porti di scambio tra l’Occidente e l’Oriente, permettendo lo sviluppo di una classe mercantile dinamica e intraprendente che nel corso di quattro secoli circa trasformò la città da remoto insediamento e avamposto imperiale a potenza padrona dei mari, ormai totalmente indipendente.

È annoverata fra le Repubbliche marinare; a ricordo di ciò il leone di San Marco, emblema della Serenissima, appare nelle insegne marine della bandiera italiana unitamente ai simboli di Genova, Pisa e Amalfi. Il capo del governo era il Doge (dal latino dux), il quale vide, con il passare del tempo, il suo potere sempre più vincolato da nuovi organi istituzionali. Molti Dogi, soprattutto prima dell’anno mille, si videro costretti a prendere i voti perché i cittadini li reputavano troppo bramosi di potere: alcuni vennero anche uccisi o abbacinati.

All’apice della sua potenza, nel XIII secolo, Venezia dominava gran parte delle coste dell’Adriatico, regioni quali la Dalmazia, l’Istria, molte delle isole dell’Egeo,Creta, Cipro, Corfù, ed era la più importante potenza militare e tra le principali forze mercantili nel Medio oriente. Nel XV secolo il territorio della Repubblica si estendeva dall’Adda all’Istria, e da parte dell’attuale provincia di Belluno, al Polesine veneto. Ma la decadenza cominciò a farsi sentire già nel XV secolo: eventi storici come l’accrescersi della potenza Ottomana e lo spostamento dei commerci verso le Americhe, colpirono duramente la vocazione marittima della città che finì per volgere i suoi interessi economici verso l’entroterra.

Nel XVIII secolo Venezia fu tra le città più raffinate d’Europa, con una forte influenza sull’arte, l’architettura e la letteratura del tempo. Dopo oltre 1000 anni d’indipendenza, il 12 maggio 1797 il doge Ludovico Manin e il Maggior Consiglio vennero costretti da Napoleone ad abdicare, per proclamare il “Governo Provvisorio della Municipalità di Venezia”. Durante il primo decennio dalla perdita della sovranità della Repubblica di Venezia, vennero compiuti molti interventi sulla città come l’interramento del rio di Sant’Anna che divenne via Garibaldi, le demolizioni per costituire i giardini di Castello, la distruzione dei granai di Terranova per costruire i Giardini Reali nelle Procuratie Nuove. Con il Trattato di Campoformio tra francesi e austriaci, il 17 ottobre 1797 la “Municipalità di Venezia” cessò di esistere e

furono ceduti all’Austria il Veneto, l’Istria, la Dalmazia e le Bocche di Cattaro, che andarono a formare la “Provincia veneta” dell’Impero austriaco. Tornata ai francesi con la pace di Presburgo del 26 dicembre 1805, fu poi di nuovo austriaca sino all’Unità d’Italia. Nel 1848 la città partecipò attivamente ai moti rivoluzionari e sotto l’iniziativa di Daniele Manin fu, sebbene per poco, indipendente con l’istituzione della Repubblica di San Marco. Dopo un anno di assedio da parte degli austriaci, la Repubblica dovette arrendersi il 22 agosto 1849. Nel 1866 entrò a far parte del Regno d’Italia e l’annessione fu sancita dal plebiscito del 21 e 22 ottobre 1866 che vide vincere il sì con il 99,9% dei voti favorevoli dell’elettorato attivo. Nel 1883 il comune di Malamocco, comprendente tutto il Lido di Venezia, fu soppresso e incorporato a Venezia.

Il 24 maggio 1915 l’Italia entrò nel primo conflitto mondiale a fianco delle potenze dell’Intesa. Con la ritirata di Caporetto, nel disperato tentativo di difendere Venezia e la sua preziosa base navale, l’esercito italiano si attestò sul Piave e respinse due offensive austro-ungariche (una alla fine dell’anno, la seconda nel giugno 1918). Venezia venne quindi a trovarsi a ridosso del fronte. In questo contesto subì numerosi attacchi aerei da parte dell’Austria-Ungheria, che causarono svariati danni alla città. Nel 1917, la zona di Bottenigo (il cui nome venne cambiato in Marghera) fu integrata nel comune di Venezia, e in essa cominciarono la costruzioni delle nuove installazioni portuali di Porto Marghera. Negli anni venti la città vide accrescere notevolmente il suo territorio, grazie all’accorpamento dei comuni di Burano, Murano, Pellestrina (1923), Chirignago, Zelarino, Mestre eFavaro Veneto (1926). L’annessione della terraferma in particolare, fu legata alla nascita del polo industriale di Marghera, voluto dalle politiche economiche di quegli anni. Venezia, per la propria conformazione urbana, si rivelava infatti incapace, pur con la propria ampia disponibilità di manodopera, di avere una propria compiuta area industriale: l’espansione in terraferma divenne la soluzione necessaria per dare nuovo sviluppo della città lagunare.

Nel 1933 venne costruito il ponte stradale fra Venezia e la terraferma (affiancato al precedente ponte ferroviario costruito nel 1846). Durante la seconda guerra mondiale i centri di Marghera e Mestre subirono pesanti bombardamenti aerei. Il dopoguerra vede la grande espansione edilizia della terraferma veneziana, che attrasse immigrati da tutto l’entroterra veneto e dallo stesso centro storico. In parallelo a questa espansione si è assistito all’esodo dal centro storico della maggioranza della sua popolazione. In conseguenza di questi fenomeni, oggi la terraferma veneziana ha il doppio degli abitanti della Venezia insulare.

La crescita demografica di Mestre divenne vertiginosa a partire dagli anni sessanta, quando alle politiche abitative e del lavoro, che non favorivano i residenti lagunari, si sommarono i disastrosi effetti dell’alluvione del 1966, che mostrò la vulnerabilità delle abitazioni ai piani bassi di Venezia. L’incredibile rapidità dello sviluppo fece sì che questo avvenisse in modo alquanto disordinato e al di fuori di un piano regolatore (è il cosiddetto sacco edilizio di Mestre). La sera dell’11 settembre 1970, il centro storico fu colpito da una tromba d’aria di intensità stimata F4 sulla scala Fujita, che provocò gravi danni tra cui l’affondamento di un motoscafo dell’ACNIL che causò la morte di 21 persone. A metà degli anni ’70 ci fu un declino dei settori chimico, industriale e cantieristico con un conseguente reimpiego, maggioritario, del capitale umano e economico nel settore del turismo. Durante gli anni di piombo anche Venezia fu ripetutamente oggetto di atti criminosi come la notti dei fuochi del Veneto e la bomba alla sede del Il Gazzettino o gli omicidi Giuseppe Taliercio, Alfredo Albanese o l’Omicidio di Lino Sabbadin solo per citarne alcuni. In città erano presenti cellule delle Brigate Rosse, di Prima Linea e di Ordine Nuovo.

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