POSTE ITALIANE 4^ Emissione del 21 marzo 2018

Titolo: Lotta alla Mafia

  PEPPINO IMPASTATO

Giuseppe Impastato, detto Peppino, è stato un giornalista e un attivista siciliano, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978 a Cinisi, cittadina a pochi chilometri da Palermo, per ordine del boss mafioso Gaetano Badalamenti. Il 9 maggio 1978 è anche il giorno in cui fu ritrovato il cadavere di Aldo Moro in via Caetani, a Roma. Il ritrovamento del corpo del presidente della Democrazia cristiana, ucciso dalle Brigate rosse dopo 55 giorni di prigionia, oscurò completamente la notizia dell’omicidio di Impastato.                                                                                                                                        Giuseppe Impastato era nato in una famiglia mafiosa il 5 gennaio 1948, ma fin da ragazzo aveva preso le distanze dai comportamenti mafiosi del padre e e aveva provato a denunciare il potere delle cosche e il clima di omertà e di impunità a Cinisi. Per questo motivo fu cacciato di casa dal padre fin da ragazzo.

Ispirato dal lavoro e dalle idee di Mauro Rostagno e di Danilo Dolci, nel 1975 Impastato fondò il circolo culturale Musica e cultura, un’associazione che promuoveva attività culturali e che diventò un importante punto di riferimento per i ragazzi del paese. Il circolo si occupava di ambiente, di campagne contro il nucleare e di emancipazione femminile. Nel 1977 Impastato fondò Radio Aut, un’emittente autofinanziata di controinformazione. Radio Aut prendeva in giro la mafia e i politici locali. Impastato conduceva una trasmissione satirica in cui parlava della mafia in maniera dissacrante. Il giornalista siciliano, che si era candidato alle elezioni comunali con Democrazia proletaria, fu ucciso nella notte tra l’8 e il 9 maggio e il suo cadavere fu fatto saltare con del tritolo sui binari della ferrovia Palermo-Trapani, così da far sembrare che si trattasse di un fallito attentato suicida. I mezzi d’informazione, le forze dell’ordine e la magistratura parlarono di un’azione terroristica in cui l’attentatore era rimasto ucciso. Solo la determinazione della madre di Peppino, Felicia, e del fratello, fece emergere la matrice mafiosa dell’omicidio, riconosciuta nel maggio del 1984 anche dall’ufficio istruzione del tribunale di Palermo.

data /date 21.03.2018
n. catalogo – n. catalog Michel 4034 -YT 3795 – Un. 3877 – Sn. 3501 Impastato

Michel 4035 -YT 3796 – Un. 3878 – Sn. 3502 Puglisi

dentellatura/Serration 11
stampa/printing rotocalco
tipo di carta/paper type bianca patinata neutra
stampato I.P.Z.S. Roma
fogli/sheet 45
dimensioni/dimensions 30×40 mm
disegnatore /designer  per Giuseppe Impastato: C. Bruscaglia

per Pino Puglisi : T. Trinca

tiratura 600.000

Giuseppe Impastato, said Peppino, was a journalist and a Sicilian activist, killed by the mafia on 9 May 1978 in Cinisi, town just a few kilometers from Palermo, by order of the mafia boss Gaetano Badalamenti. The 9 May 1978 is also the day on which it was found the corpse of Aldo Moro in Via Caetani, in Rome. The discovery of the body of the President of the Christian Democratic Party, killed by the Red Brigades after 55 days of captivity, darkened completely the news of the murder of kneaded. Giuseppe Impastato was born into a Mafia family on 5 January 1948, but since the boy had distanced themselves from the behaviors of mafiosi father and and had tried to denounce the power of cosche and the climate of silence And impunity in Cinisi. For this reason he was kicked out of the house by the Father as a boy.

Inspired by the work and by the ideas of Mauro Rostagno and Danilo Dolci, in 1975 Slurried founded the Circolo Culturale music and culture, an association that promoted cultural activities and became an important point of reference for students of the country. The circle is cared for environment, campaigns against nuclear power and emancipation of women. In 1977 Slurried founded Radio Aut, a broadcaster self-financed of alternative information. Radio Aut took around the mafia and local politicians. Kneaded led a satirical transmission in which he spoke of the mafia so irreverent. The Sicilian journalist, who was a candidate in municipal elections with Proletarian Democracy, was killed during the night between 8 and 9 May and his corpse was blown with the TNT on railroad tracks Palermo-Trapani, so as to make it appear that you were a failed suicide bombing. The means of information, the forces of law and order and the magistracy spoke of a terrorist action in which the assassin was killed. Only the determination of the mother of Peppino, Felicia, and brother, did emerge the mafia matrix of the murder, recognized in May of 1984 the Office has also education of the Court of Palermo.

PINO PUGLISI

Don Giuseppe Puglisi, meglio conosciuto come padre Pino Puglisi o 3P (Palermo, 15 settembre 1937 – Palermo, 15 settembre 1993), è stato un presbitero italiano, ucciso da Cosa nostra il giorno del suo 56º compleanno a motivo del suo costante impegno evangelico e sociale.  Il 25 maggio 2013, sul prato del Foro Italico di Palermo, davanti ad una folla di circa centomila fedeli, è stato proclamato beato. La celebrazione è stata presieduta dall’arcivescovo di Palermo, cardinale Paolo Romeo, mentre a leggere la lettera apostolica, con cui si compie il rito della beatificazione, è stato il cardinale Salvatore De Giorgi, delegato da papa Francesco. È stato il primo martire della Chiesa ucciso dalla mafia.                                                                                                                        Nacque il 15 settembre 1937 a Brancaccio, quartiere periferico di Palermo, cortile Faraone N. 8, da una famiglia modesta (il padre, Carmelo, calzolaio, la madre, Giuseppa Fana, sarta). Nel 1953, a 16 anni, entrò nel seminario palermitano, da cui sarebbe uscito sacerdote il 2 luglio 1960, ordinato dal cardinale Ernesto Ruffini.

Il 1º ottobre 1970 venne nominato parroco a Godrano, un paesino della provincia palermitana che in quegli anni era interessato da una feroce lotta tra due famiglie mafiose. L’opera di    evangelizzazione del prete riuscì a far riconciliare le due famiglie. Rimase parroco a Godrano fino al 31 luglio 1978. Dal 1978 al 1990 rivestì diversi incarichi: pro-rettore del seminario minore di Palermo, direttore del Centro diocesano vocazioni, responsabile del Centro regionale Vocazioni e membro del Consiglio nazionale, docente di matematica e di religione presso varie scuole, animatore presso diverse realtà e movimenti tra i quali l’Azione cattolica e la FUCI.

Il 29 settembre 1990 venne nominato parroco a San Gaetano, nel quartiere Brancaccio di Palermo, controllato dalla criminalità organizzata attraverso i fratelli Graviano, capi-mafia legati alla famiglia del boss Leoluca Bagarella: qui iniziò la lotta antimafia di padre Giuseppe Puglisi. Egli non tentava di portare sulla giusta via coloro che erano già entrati nel vortice della mafia, ma cercava di non farvi entrare i bambini che vivono per strada e che considerano i mafiosi degli idoli, persone che si fanno rispettare. Egli infatti, attraverso attività e giochi, faceva capire loro che si può ottenere rispetto dagli altri anche senza essere criminali, semplicemente per le proprie idee e i propri valori. Si rivolgeva spesso ai mafiosi durante le sue omelie, a volte anche sul sagrato della chiesa.

Il 15 settembre 1993, giorno del suo 56º compleanno, intorno alle 22:45 venne ucciso davanti al portone di casa in Piazzale Anita Garibaldi, traversa di Viale dei Picciotti nella zona est di Palermo. Sulla base delle ricostruzioni, don Pino Puglisi era a bordo della sua Fiat Uno di colore bianco e, sceso dall’automobile, si era avvicinato al portone della sua abitazione. Qualcuno lo chiamò, lui si voltò mentre qualcun altro gli scivolò alle spalle e gli esplose uno o più colpi alla nuca. Una vera e propria esecuzione mafiosa. I funerali si svolsero il 17 settembre.

« Don Puglisi è stato un sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile. Educando i ragazzi secondo il Vangelo vissuto li sottraeva alla malavita e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà però è lui che ha vinto con Cristo risorto. » (Papa Francesco 26 maggio 2013)

Don Giuseppe Puglisi, better known as Father Pino Puglisi or 3P (Palermo, 15 September 1937 – Palermo, 15 September 1993), was an Italian priest, killed by what our day of his 56TH BIRTHDAY by reason of his constant evangelical commitment and social. On 25 May 2013, on the lawn of the Foro Italico of Palermo, in front of a crowd of about one hundred thousand faithful, was proclaimed blessed. The celebration was presided by the archbishop of Palermo, Cardinal Paolo Romeo, while to read the apostolic letter with which it celebrates the rite of beatification was Cardinal Salvatore De Giorgi, delegate from Pope Francis. It was the first martyr of the Church killed by the mafia. Was born on 15 September 1937 at Brancaccio, outlying district of Palermo, courtyard Pharaoh No. 8, from a modest family (his father, Carmel, the shoemaker, the mother, Giuseppa Fana, seamstress). In 1953, 16 years, he entered the seminary of Palermo, from which would be released a priest on 2 July 1960, ordered by Cardinal Ernesto Ruffini.   On 1 October 1970 he was appointed parish priest in Godrano, a town in the province of Palermo which in those years was affected by a fierce struggle between two Mafia families. The work of evangelization of the priest managed to reconcile the two families. Remained pastor in Godrano until 31 July 1978. From 1978 to 1990 he overlaid it with different positions: pro-rector of the minor seminary of Palermo, director of the Diocesan Center vocations, responsible for the Regional Center Vocations and member of the National Council, professor of mathematics and religion at various schools, animator at different realities and movements such as Catholic Action and the FUCI.

On 29 September 1990 he was appointed parish priest at San Gaetano, in the district Brancaccio of Palermo, controlled by organised crime through the Graviano brothers, heads-mafia linked to the family of the boss Leoluca Bagarella: here began the fight anti-mafia of Father Giuseppe Puglisi. He did not try to bring on the right track those who had already entered into the vortex of the mafia, but trying not to let in children who live on the street and that consider the mafiosi of idols, people who are respected. He in fact, through activities and games, made them understand that you can obtain respect from others even without being criminals, simply for their ideas and their values. You addressed often to the local mafia during his homilies, sometimes even in the parvis of the Church.

On 15 September 1993, the day of his 56TH BIRTHDAY, around 22:45 was killed in front of the main door of the house in Piazzale Anita Garibaldi, traverse of Viale dei Picciotti in the area east of Palermo. On the basis of reconstructions, Don Pino Puglisi was on board his Fiat Uno white and descended from the car, had approached the door of his house . Someone called him, he turned while someone else the slipped behind and the exploded one or more hits to the nape of the neck. A veritable Mafia execution. The funeral took place on 17 September.

Don Puglisi was an exemplary priest, dedicated especially to the pastoral care of youth. Educating children according to the Gospel lived li withdrew to the underworld and so this has tried to defeat him killing him. In reality however that he won with the Risen Christ. ” (Pope Francesco 26 May 2013)

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