POSTE ITALIANE – 32^ Emissione del 11 Ottobre 2018 – 50° Anniversario del quotidiano AVVENIRE

Titolo: 50° Anniversario della fondazione del quotidiano “AVVENIRE”

Avvenire è un quotidiano italiano a diffusione nazionale fondato nel 1968 a Milano. È nato dalla fusione di due quotidiani cattolici: L’Italia di Milano e L’Avvenire d’Italia di Bologna (da cui ha mutuato il nome). Tra i quotidiani italiani, si piazza al sesto posto nelle classifiche di diffusione.

Il quotidiano si muove nel rispetto della dottrina della Chiesa cattolica ma in piena autonomia dalla gerarchia: infatti può prendere una sua posizione “per difendere e sostenere valori sulla base di motivazioni umane, morali, solide e profonde”. Si autodefinisce «quotidiano di ispirazione cattolica» nel senso che è un giornale fatto da cattolici, ma che vuole essere interessante anche per coloro che non sono credenti.

La fondazione

L’idea di una testata d’ispirazione cattolica che si rivolgesse a tutti gli italiani venne alla metà degli anni sessanta a papa Paolo VI. Il pontefice, prevedendo l’evolversi dei tempi, giudicava ormai “indispensabile” uno “strumento di evangelizzazione, di dialogo con il mondo moderno e quindi di missione”.

Paolo VI pensò ad uno strumento culturale comune per i cattolici italiani, un giornale nazionale che desse un’idea dell’Italia non come mera unità geografica, ma come comunità dotata di una coscienza unitaria. Negli anni sessanta esistevano in Italia diversi quotidiani cattolici regionali o locali. I principali erano L’Italia, che si pubblicava a Milano e L’Avvenire d’Italia, di Bologna. Paolo VI chiese ai vescovi di chiudere i loro giornali per unire le forze in un nuovo giornale nazionale.

Il progetto fu esaminato da una specifica commissione “Italia-Avvenire”, che si riunì tra l’autunno e l’inverno del 1966. Nel 1967 si procedette alla fusione delle due società editrici, l’ITL di Milano e l’I.Ce.Fi. di Bologna, che diventarono le componenti, in quote uguali, di una nuova società editoriale, la Nuova Editoriale Italiana (NEI), con sede a Milano. Nel novembre di quell’anno la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) si pronunciò a favore della fusione delle due storiche testate e si accinse a predisporre le linee d’indirizzo del nuovo giornale.

La CEI assumeva il compito di favorire la diffusione del giornale nelle diocesi, raccogliendo i fondi necessari per mantenerlo in vita. Inoltre si riservava il diritto/dovere di indicare la linea del giornale, «pur riconoscendo l’opportuna libertà di determinazione della Direzione nei singoli atti e considerando il giornale come uno strumento di comunicazione sociale aperta, e attento segno dei tempi». Avvenire, nelle intenzioni dei suoi fondatori, non avrebbe dovuto sembrare un quotidiano ufficiale della Chiesa poiché così sarebbe risultato un doppione de L’Osservatore Romano.

La scelta del primo direttore fu quindi molto ponderata. Dopo aver considerato i nomi di Vincenzo Cecchini (direttore del Giornale di Brescia, già collaboratore di Alcide De Gasperi); Giorgio Vecchiato (direttore della Gazzetta del Popolo); dell’esponente democristiano Guido Gonella e di Guglielmo Zucconi, alla fine la scelta cadde su Leonardo Valente, proveniente da Il Popolo. Il direttore sarebbe stato coadiuvato da un comitato editoriale e da un comitato ristretto di vescovi. Il primo numero di Avvenire uscì nelle edicole il 4 dicembre 1968.

I primi anni di vita

Il primo anno di vita fu difficile: il giornale non era facile da trovare nelle edicole, la quota abbonamenti era bassa, e poi la sua zona di diffusione coincideva quasi completamente con quella dei due quotidiani precedenti. Il pericolo della cessazione delle pubblicazioni era concreto. Da Paolo VI, tenace sostenitore del quotidiano, giunsero pressanti moniti ai vescovi affinché lo tenessero in vita. Su suo diretto invito fu deciso di creare un “Ufficio di promozione” appositamente per il quotidiano cattolico, la cui direzione venne affidata, per esplicita volontà del pontefice, a Carlo Chiavazza, l’ultimo direttore de L’Italia.

Nel 1969 Valente venne sostituito da Angelo Narducci, proveniente anch’egli dal “Popolo”. Narducci guidò il giornale per dieci anni, consolidandone in maniera determinante il profilo e la diffusione. Alla metà degli anni settanta Avvenire aveva allargato la propria presenza su tutta la penisola, raggiungendo, grazie agli sforzi dei vescovi del Sud, anche le regioni meridionali d’Italia. Nel 1972, infatti, era stato aperto un centro stampa a Pompei, per facilitare la distribuzione del quotidiano nel Mezzogiorno.

Negli anni settanta il quotidiano si dovette confrontare con una società sempre più laicizzata: il referendum abrogativo sul divorzio (1974) dimostrò per la prima volta che la componente cattolica era diventata minoritaria nel Paese. In questo diverso contesto, la nuova missione del quotidiano diventò la “difesa dell’identità dei credenti”. Il quotidiano doveva rappresentare “la coscienza critica dei cattolici impegnati nella sfera politica”[3]. Tale indirizzo fu esposto dal direttore Narducci nel 1975. Il giornale inoltre si schierava politicamente contro ogni ipotesi di collaborazione tra DC e PCI.

Durante il periodo della cosiddetta “Solidarietà nazionale” (1976-79), Avvenire mantenne una posizione critica verso la democrazia cristiana, pronto a rilevarne ogni segno di cessione a ideologie distanti dalla sua matrice cristiana-popolare. Nel 1978 moriva Paolo VI, il pontefice che aveva voluto fortemente Avvenire e ne aveva seguito da vicino i primi passi. Con la sua morte si conclude la prima fase della vita del quotidiano. Nel 1980Angelo Narducci lasciava la direzione del giornale; cambiavano anche i vertici della società editrice, la Nuova Editoriale Italiana (NEI). Nel 1982 il quotidiano aveva una tiratura media di 106.125 copie.

Dagli anni novanta ad oggi

A partire dalla metà degli anni novanta, con la direzione di Dino Boffo, Avvenire ha ampliato l’attenzione alla società civile ed ha rafforzato la sezione dedicata al dibattito culturale. Sono state lanciate nuove iniziative: dal febbraio 1996 esce Popotus, inserto bisettimanale pensato esclusivamente per ragazzi, strutturato come giornale d’informazione, ma con temi e forma dedicati ai piccoli. Successivamente nascono tre inserti mensili:Luoghi dell’Infinito (itinerari alla scoperta dei luoghi più belli del sacro, dal 17 ottobre 1997), Noi Genitori & Figli e Non Profit.

Dal 1998 Avvenire si può leggere anche su internet. Il sito è stato rinnovato in occasione del 40º compleanno del quotidiano, celebrato il 4 dicembre 2008. Il 7 maggio 2002 Avvenire ha attuato una riforma grafica che ha reso l’impaginazione più ariosa, con un impatto positivo sulla leggibilità. Inoltre nel colophon è stata inserita, su suggerimento del direttore Boffo, la frase «Per amare quelli che non credono», che è presto diventato il motto del quotidiano.

Il rinnovamento grafico ha consentito un progressivo aumento delle copie vendute, piccolo ma significativo perché in controtendenza rispetto alla generale contrazione del mercato in Italia. Il 3 settembre 2009 il direttore Dino Boffo si dimette a causa di una polemica innescata dal quotidiano il Giornale di Vittorio Feltri che ha pubblicato notizie infamanti su Boffo poi rivelatesi infondate e ritrattate dallo stesso Feltri. A Boffo è succeduto il vicedirettore Marco Tarquinio Con la direzione di Tarquinio il motto del giornale diventa “La consapevolezza cambia il mondo” e si accentuano inchieste e campagne informative sulle guerre nascoste, i diritti umani e i guasti di una “economia predatoria”.

Nel corso del 2011 Avvenire ha preso posizione in difesa delle istituzioni ecclesiastiche sul tema dell’esenzione dall’ICI (imposta comunale sugli immobili) a favore degli enti destinati al culto e senza fini di lucro, accusati da settori radicali di eludere il fisco. Attraverso servizi e inchieste, il quotidiano ha messo in evidenza che “l’esenzione non è un’elusione e non è un privilegio della Chiesa, ma riguarda tutti gli enti non profit”.

Dal 27 febbraio 2015 il quotidiano espone, nel tamburino di gerenza, il bollino PEFC che certifica la sostenibilità della carta utilizzata per stampare il giornale.

Il 25 ottobre 2016 Avvenire vara una nuova e radicale riforma del suo sito internet e un processo di piena integrazione, all’insegna della complementarità, tra redazione del giornale cartaceo e del notiziario online. Tra il 2009 e il 2017, in anni di seria crisi per la diffusione della stampa tradizionale, il quotidiano scala la classifica delle testate generaliste più vendute, collocandosi stabilmente tra il quinto e il sesto posto.

Title: 50th Anniversary of the foundation of the daily “AVVENIRE”

Avvenire is an Italian national daily newspaper founded in 1968 in Milan. It was born from the fusion of two Catholic newspapers: Italy in Milan and L’Avvenire d’Italia in Bologna (from which it borrowed the name). Among Italian newspapers, it is ranked sixth in the diffusion tables.

The daily moves in respect of the Catholic Church’s doctrine but in full autonomy from the hierarchy: in fact it can take its position “to defend and sustain values ​​based on human, moral, solid and profound motivations”. It defines itself as a “Catholic inspired daily” in the sense that it is a newspaper made by Catholics, but which also wants to be interesting for those who are not believers.

The foundation

The idea of ​​a head of Catholic inspiration addressed to all Italians came to Pope Paul VI in the mid-sixties. The pontiff, foreseeing the evolution of the times, judged by now “indispensable” to be an “instrument of evangelization, of dialogue with the modern world and therefore of mission”.

Paul VI thought of a common cultural tool for Italian Catholics, a national newspaper that gave an idea of ​​Italy not as a mere geographical unit, but as a community endowed with a unitary conscience. In the sixties there were several regional Catholic or local newspapers in Italy. The main ones were Italy, which was published in Milan and L’Avvenire d’Italia, in Bologna. Paul VI asked the bishops to close their newspapers to join forces in a new national newspaper.

The project was examined by a specific “Italia-Avvenire” commission, which met between the autumn and winter of 1966. In 1967 the two publishing companies were merged, the ITL of Milan and the I.Ce .FI. of Bologna, which became the components, in equal shares, of a new publishing company, the New Italian Editorial (NEI), based in Milan. In November of that year the Italian Episcopal Conference (CEI) pronounced itself in favor of the merger of the two historical newspapers and prepared to prepare the guidelines for the new newspaper.

The CEI took on the task of promoting the circulation of the newspaper in the dioceses, collecting the necessary funds to keep it alive. In addition, he reserved the right / duty to indicate the line of the newspaper, “while recognizing the appropriate freedom of determination of the Direction in individual acts and considering the newspaper as an instrument of open social communication, and careful sign of the times”. The intention, in the intentions of its founders, should not have seemed like an official newspaper of the Church since this would have resulted in a duplication of L’Osservatore Romano.

The choice of the first director was therefore very pondered. After considering the names of Vincenzo Cecchini (director of the Giornale di Brescia, former collaborator of Alcide De Gasperi); Giorgio Vecchiato (director of the Gazzetta del Popolo); of the Christian Democrat exponent Guido Gonella and Guglielmo Zucconi, at the end the choice fell on Leonardo Valente, coming from Il Popolo. The director would have been assisted by an editorial committee and a select committee of bishops. The first issue of Avvenire came out on newsstands on December 4, 1968.

The first years of life

The first year of life was difficult: the newspaper was not easy to find at newsstands, the subscription fee was low, and then its area of ​​diffusion almost completely coincided with that of the two previous newspapers. The danger of the cessation of publications was concrete. From Paul VI, a tenacious supporter of the daily, urgent warnings came to the bishops to keep him alive. On his direct invitation it was decided to create a “Promotion Office” specifically for the Catholic daily, whose direction was entrusted, by the explicit will of the pontiff, to Carlo Chiavazza, the last director of Italy.

In 1969 Valente was replaced by Angelo Narducci, who also came from the “People”. Narducci led the paper for ten years, consolidating its profile and dissemination decisively [3]. In the mid-seventies Avvenire had expanded its presence throughout the peninsula, reaching, thanks to the efforts of the bishops of the South, also the southern regions of Italy. In 1972, in fact, a press center was opened in Pompeii, to facilitate the distribution of the newspaper in the South.

In the seventies, the daily had to confront an increasingly secularized society: the abrogative referendum on divorce (1974) demonstrated for the first time that the Catholic component had become a minority in the country. In this different context, the new mission of daily life became the “defense of the identity of believers”. The newspaper was supposed to represent “the critical conscience of Catholics engaged in the political sphere.” This address was presented by the director Narducci in 1975. The newspaper also took political positions against any collaboration between DC and the PCI.
During the period of the so-called “National Solidarity” (1976-79), Avvenire maintained a critical position towards Christian democracy, ready to detect any sign of transfer to ideologies distant from its Christian-popular matrix. In 1978 Paul VI died, the pontiff who had strongly wanted Avvenire and had followed closely the first steps. With his death the first phase of daily life ends. In 1980 Angelo Narducci left the newspaper’s direction; the top of the publishing company also changed, the New Italian Editorial (NEI). In 1982, the newspaper had an average circulation of 106,125 copies.
From the nineties to today
Since the mid-nineties, with the direction of Dino Boffo, Avvenire has expanded its attention to civil society and has strengthened the section dedicated to cultural debate. New initiatives have been launched: since February 1996, Popotus has come out, a bi-weekly insert conceived exclusively for children, structured as an information magazine, but with themes and forms dedicated to children. Then come three monthly insertions: Places of Infinity (itineraries to discover the most beautiful places of the sacred, from 17 October 1997), We Parents & Sons and Non Profit.
Since 1998 Avvenire can also be read on the internet. The site was renewed on the occasion of the 40th birthday of the newspaper, celebrated on December 4, 2008. On 7 May 2002 Avvenire implemented a graphic reform that made the layout more airy, with a positive impact on readability. Moreover, in the colophon, at the suggestion of the Boffo director, the phrase “To love those who do not believe” was added, which soon became the motto of everyday life.
The graphic renewal has allowed a gradual increase in the number of copies sold, small but significant because in contrast with the general market contraction in Italy. On September 3, 2009 the director Dino Boffo resigns due to a controversy triggered by the newspaper Il Giornale di Vittorio Felt who has published infamous news on Boffo then proved groundless and retracted by Felt himself. Deputy director Marco Tarquinio succeeded Boffo With the direction of Tarquinio, the newspaper’s motto becomes “Awareness changes the world” and inquiries and information campaigns on hidden wars, human rights and the failures of a “predatory economy” are accentuated.In the course of 2011 Avvenire took a position in defense of the ecclesiastical institutions on the issue of exemption from the ICI (municipal property tax) in favor of the non-profit organizations, accused by radical sectors of circumventing the tax authorities. Through services and surveys, the newspaper highlighted that “exemption is not an avoidance and it is not a privilege of the Church, but concerns all non-profit organizations”.
From February 27, 2015, the daily exposes, in the tambourino di gerenza, the PEFC stamp that certifies the sustainability of the paper used to print the newspaper.
On October 25, 2016 Avvenire launches a new and radical reform of its website and a process of full integration, in the name of complementarity, between the preparation of the paper and the online newsletter. Between 2009 and 2017, in the years of serious crisis for the diffusion of the traditional press, the newspaper climbed the ranking of the best-selling general publications, standing firmly between the fifth and the sixth place.

data /date 11.10.2018
n. catalogo / n. catalog Michel 4069 – YT 3830 – UN 3912
dentellatura/Serration 11
stampa/printing fustellatura  – rotocalco
tipo di carta/paper type bianca patinata neutra
stampato I.P.Z.S. Roma
tiratura 1.400.000
fogli/sheet 28
dimensioni/dimensions 40 x 30 mm
disegnatore /designer T.Trinca
costo / price B = €1.10
/ 5
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