POSTE ITALIANE 3^ emissione anno 2019 “appartenente alla serie tematica “LO SPORT” dedicato a Valentino Mazzola, nel centenario della nascita ” del 26.01.2019

Titolo: Emissione di un francobollo appartenente alla serie tematica “LO SPORT” dedicato Valentino Mazzola, nel centenario della nascita.

Il Ministero emette il 26 gennaio 2019 un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “LO SPORT” dedicato Valentino Mazzola, nel centenario della nascita, relativo al valore della tariffa B, corrispondente ad €1.10.

Valentino Mazzola (Cassano d’Adda, 26 gennaio 1919 – Superga, 4 maggio 1949) è stato un calciatore italiano, di ruolo attaccante e centrocampista.

Considerato tra i più grandi numeri 10 della storia del calcio e, secondo alcuni, il migliore calciatore italiano di tutti i tempi, Mazzola fu capitano e simbolo del Grande Torino, la squadra riconosciuta come una delle più forti al mondo nella seconda metà degli anni ’40, con cui vinse cinque campionati, e capitano della Nazionale italiana per un biennio. Si fece conoscere durante il periodo di militanza nel Venezia, allorché iniziò a giocare da mezzala sinistra, posizione che conservò per tutta la sua carriera e che gli consentì di espandere la sua fama oltre i confini italiani, al punto di venire considerato, nelle sue ultime stagioni, il più forte d’Europa nel suo ruolo. Morì all’età di trent’anni nella tragedia di Superga.

Biografia

Valentino Mazzola nacque a Cassano d’Adda, nel Ricetto, un quartiere di case dimesse. La sua famiglia era molto modesta; il padre Alessandro operaio  e morì nell’agosto 1940 investito da un camion. La madre si chiamava Leonina Ratti, mentre i nomi dei suoi quattro fratelli erano Piero, Silvio, Carlo e Stefano. Ebbe un’infanzia disagiata; nel 1929, a causa della Grande depressione, il padre fu licenziato, così Valentino, per aiutare la famiglia, cominciò a lavorare l’anno seguente, quando aveva appena terminato la prima classe della scuola di avviamento, trovando impiego prima come garzone di un fornaio, poi, a quattordici anni, al linificio di Cassano d’Adda. Nell’estate 1929, all’età di dieci anni, gettandosi nelle acque del fiume Adda, salvò la vita a un suo compaesano di quattro anni più giovane che stava annegando: si trattava di Andrea Bonomi, futuro calciatore e capitano del Milan. Tifoso juventino in giovane età, era soprannominato Tulen per l’abitudine di prendere a calci le vecchie latte. Quando giocava nella squadra del suo quartiere, il Tresoldi, venne notato da un suo compaesano appassionato di calcio, che lavorava come collaudatore allo stabilimento dell’Alfa Romeo di Milano, grazie al quale ottenne un posto nella squadra aziendale e un nuovo lavoro da meccanico. Nel 1939 venne chiamato alle armi nella Regia Marina, destinazione la Capitaneria di Porto di Venezia; passò qualche mese in nave, a bordo del cacciatorpediniere Confienza, e successivamente venne spostato alla Compagnia del Porto. A Venezia conseguì la licenza elementare, frequentando una scuola serale. Il 15 marzo 1942 si sposò con Emilia Ranaldi, dalla quale ebbe due figli, entrambi calciatori: Sandro — che militò nell’Internazionale e in Nazionale — e Ferruccio (il cui nome fu scelto in onore dell’allora presidente del Torino Ferruccio Novo), nati rispettivamente nel 1942 e 1945. A Torino viveva in un piccolo appartamento in via Torricelli 66. Lavorando al Lingotto e facendosi segnalare dalla FIAT come operaio fondamentale alla produzione bellica, non partecipò direttamente alla seconda guerra mondiale. Anche se i loro stipendi erano molto buoni, se non ritenuti esagerati, rispetto alle paghe normali, all’epoca i calciatori non erano considerati ufficialmente professionisti e svolgevano altre attività; nel periodo successivo alla guerra Mazzola a Torino aveva un negozio di articoli sportivi, dove vendeva soprattutto palloni che fabbricava personalmente. Valentino Mazzola, che si definiva certosino, conduceva una vita ritirata, anteponendo il calcio a tutto il resto. Era una persona riservata, chiusa e di poche parole. Il suo massimo svago era qualche partita alla bocciofila vicino a casa. Aveva l’abitudine di annotarsi tutto, sia per quanto riguardava la vita professionale che la sfera privata. Era molto rigoroso e meticoloso negli orari ed esigeva lo stesso trattamento dagli altri; fu questo il motivo principale del distacco dalla prima moglie, che non era più disposta ad attenersi a una ferma disciplina. Separatosi nell’autunno 1946, il 20 aprile 1949 sposò nel municipio di Vienna la diciannovenne Giuseppina Cutrone, aspirante miss. Il 4 maggio 1949, pochi giorni dopo le sue seconde nozze, perì nella tragedia di Superga, sciaguratamente, come egli stesso pensava che sarebbe morto a causa della guerra o per una disgrazia, un segno del destino, considerata la sua paura di volare.

Caratteristiche tecniche

 Valentino Mazzola era un trascinatore, un calciatore completo, moderno nella concezione del gioco e dotato di capacità atletiche fuori dal comune: su tutte, spiccavano velocità e resistenza. Di corporatura robusta, sapeva combattere in campo; era proprio nei terreni pesanti, anche quando il campo si presentava in condizioni estreme, che, grazie alla sua forza fisica, riusciva a fare valere la sua attitudine pugnace. Sebbene non amasse esibirsi in virtuosismi, era capace, inoltre, di imporsi negli spazi stretti, disponendo di una tecnica individuale e di un palleggio raffinati. Tra le sue diverse doti tecniche spiccavano l’ambidestrismo e un tiro di rara potenza, nella cui esecuzione al volo e nei calci di punizione era specializzato. 

Carriera – Gli esordi

Nonostante avesse iniziato a lavorare giovanissimo, Mazzola continuò a coltivare la sua passione per il calcio; fu un dirigente del Gruppo Sportivo Tresoldi, squadra di Cassano d’Adda, che, vedendolo giocare nei prati, come faceva sovente, lo portò nelle giovanili nel 1934. Poi passò al Fara d’Adda e fece ritorno al Tresoldi. Veniva impiegato nei ruoli di centromediano e mediano destro, anche se era già un calciatore polivalente. Con il Tresoldi nella stagione 1935-1936 partecipò al suo primo campionato e l’anno seguente entrò in prima squadra, percependo un premio di 10 lire a partita. Nel 1938 nell’Alfa Romeo giocò una sola stagione come ala; secondo un’altra fonte, discordante, operò invece da mezzala destra. Lasciò la squadra nel 1939, dopo aver goduto del favore degli spettatori, che apprezzavano il suo ritmo e le sue giocate, per prestare il servizio militare a Venezia.

L’approdo al Venezia in Serie A

Esordi e conferma nella prima squadra (1939-1940)

Nel 1939, mentre svolgeva il servizio militare in Marina, prese parte a diverse gare della squadra del Comando della Marina giocate al campo dei Bacini, mettendosi in luce, nonostante arrivasse a pesare 90 kg. Fu notato da alcuni osservatori del Venezia, che dopo diverse sollecitazioni riuscirono a fargli fare un provino; secondo un’altra fonte fu invece un ufficiale della Marina, tifoso nero-verde, rimasto ammirato dalle abilità di Valentino Mazzola, a proporlo alla squadra lagunare. Al provino, al quale si presentò e giocò a piedi nudi, avendo lasciato intenzionalmente gli scarpini personali a casa per non rovinarli. Dopo alcuni mesi nella squadra riserve, con cui partecipò al relativo campionato, venne ingaggiato nel gennaio 1940 per cinquantamila lire. Debuttò in Serie A il 31 marzo 1940 nella partita Lazio-Venezia (1-0), prendendo il posto del centravanti titolare.

La prima Coppa Italia (1940-1941) la vinse in finale contro la Roma.

Mazzola disputò, con il Venezia, in tutta la stagione 33 partite e realizzò nove gol, sei in campionato e tre in coppa.

L’ultima stagione a Venezia (1941-1942)

Nella sua terza ed ultima stagione al Venezia — considerata alla fine dell’anno solare la migliore squadra italiana per quanto espresso al termine della stagione precedente e nella prima parte di quella in corso Dopo essere stato in testa alla classifica, in primavera il Venezia perse diverse partite e dovette accontentarsi alla fine del campionato del terzo posto; questo periodo coincise con un appannamento di Mazzola, dipeso dalla stanchezza accumulata dai troppi impegni, che erano aumentati con gli allenamenti e le partite della Nazionale.

Il passaggio nel Torino

Il primo scudetto e la seconda Coppa Italia (1942-1943)

I primi giorni di luglio 1942 venne acquistato dal Torino per un milione e 250 mila lire, una cifra che dalla stampa fu definita clamorosa e che permise al Venezia di risanare tutti i suoi debiti. Il presidente dei granata Ferruccio Novo batté la concorrenza della Juventus e comprò, sempre dal Venezia, anche Ezio Loik, facendo il colpo del milione: l’operazione che portò le due mezzali a Torino. Esordì ufficialmente con la maglia granata il 20 settembre 1942, nei sedicesimi di Coppa Italia contro l’ Anconitana. Nel mese finale della competizione, in aprile, realizzò tre reti nelle ultime quattro gare; dopo un combattuto ed equilibrato testa a testa tra Torino e Livorno durato per tutto il torneo, in cui si avvicendarono spesso in vetta alla classifica, che Mazzola ne timbrò uno molto importante, poiché il Torino riuscì a espugnare Bari per 1-0, grazie a un suo gol decisivo — a quattro minuti dalla fine del campionato — che consegnò lo scudetto ai granata.  Il Torino fu la prima squadra a fare la doppietta Campionato-Coppa Italia e Mazzola disputò tutte le gare di campionato e di Coppa Italia, laureandosi in quest’ultima capocannoniere, insieme ad altri due calciatori, con cinque reti.

Il terzo scudetto e il titolo di capocannoniere (1946-1947)

Nella stagione 1946-1947 Valentino Mazzola, partito da capitano, diede un apporto considerevole per la vittoria di un ulteriore scudetto granata, il suo terzo personale, laureandosi capocannoniere con 29 centri.

Lo scudetto dei record, il caso Mazzola, la tournée in Brasile (1947-1948)

Valentino Mazzola iniziò il campionato 1947-1948 in forma smagliante. Il 2 maggio 1948, partecipò attivamente, con una rete, al 10-0 casalingo sull’Alessandria, la vittoria con massimo scarto nella storia delle massime serie del campionato italiano. Nella 34ª giornata, Torino-Atalanta (4-0), Mazzola segnò due reti, la prima delle quali in mezza rovesciata, eseguita dall’altezza del dischetto del rigore, un gesto tecnico altamente spettacolare di cui non si ricordavano eguali, secondo la stampa sportiva di allora. Venne alla luce anche il caso Mazzola, in quanto a seguito di interviste su giornali, facevano presumere un prossimo passaggio all’Internazionale di Milano. Tutto questo mentre il Torino vinceva lo scudetto con cinque giornate di anticipo, il 30 maggio, grazie al 4-3 contro la Lazio e all’ultima e decisiva rete dello stesso Mazzola. A fine campionato i gol segnati dal Torino furono 125, record di reti in una massima serie, di cui 25 realizzate dal capitano che giunse secondo nella classifica marcatori, dopo lo juventino Boniperti.

Conquistato il titolo, con ancora alcune gare del campionato in calendario, il Torino, desiderato da diverse federazioni sudamericane, fu invitato dalla Confederação Brasileira de Desportos a disputare quattro incontri amichevoli.

L’ultima stagione, iniziata tra le polemiche (1948-1949)

A pochi giorni dall’inizio del nuovo campionato, fissato per il 19 settembre 1948, sei giocatori del Torino, tra cui Mazzola, non volevano adeguarsi alle condizioni di reingaggio che la società propose loro; Mazzola, inserito nella lista di trasferimento dei giocatori, saltò la prima gara di campionato contro la Pro Patria. Stante la sua esitazione, il Torino decise di comprare, a ridosso della partenza della stagione, alcuni elementi per il reparto offensivo, pronti a sostituirlo: arrivarono così Zanolla, Fadini e Gambino, tutti ottimi giocatori. La contesa con la società granata verteva sui soldi che la mezzala pretendeva, forte dei dieci milioni di lire assicuratigli dal presidente dell’Inter Masseroni,  furono così i suoi compagni a convincere Novo ad aumentargli lo stipendio. Raggiunta l’intesa economica con la società il 23 settembre, tornò in campo nel secondo turno Atalanta-Torino (3-2), realizzando una delle due reti nel primo tempo, con un’esemplare azione in cui sfruttò a pieno la sua velocità e la sua classe.

Mazzola era dotato di sorprendente capacità di recupero, anche quando era dato per sicuro assente riusciva a recuperare in extremis. Altresì, prima dei derby con la Juventus era solito fingere di essere malato o infortunato e riusciva a fare credere che non avrebbe giocato (anche ai giornalisti, che scrivevano della sua indisponibilità), mentre la domenica scendeva regolarmente in campo, spiazzando tutti. Il copione si ripeté pochi giorni prima del 24 ottobre, allorquando fu protagonista del derby vinto per 2-1 nella sesta giornata. Al 77′, sul punteggio di 1-1, Boniperti, lanciato da Caprile, avanzò e tirò; l’estremo difensore granata Bacigalupo si tuffò a destra, mentre il pallone filò alla sua sinistra; improvvisamente Mazzola, accorso in difesa, deviò la traiettoria di tacco, tra lo stupore di Boniperti, salvando la squadra dal passivo; precipitatosi poi in avanti, dopo uno scambio con Loik sul quale si fece trovare puntuale, in piena corsa fece partire un tiro fulmineo che superò il portiere bianconero Sentimenti IV, senza che quest’ultimo potesse intervenire.

L’ultima partita e la tragedia di Superga

Il 1º maggio, giorno seguente alla gara contro i nerazzurri, i granata volarono a Lisbona per disputare il 3 maggio un’amichevole contro il Benfica, conclusasi 4-3 per i lusitani, partita praticamente organizzata da Mazzola per l’addio al calcio dell’amico Francisco Ferreira, capitano della Nazionale portoghese. I due si erano conosciuti il 27 febbraio, quando l’Italia aveva battuto il Portogallo 4-1 a Genova; nel dopopartita, in un ristorante, Ferreira e Mazzola avevano discusso della partita che il Benfica avrebbe dedicato al portoghese, il cui incasso gli sarebbe stato donato come riconoscimento. Si sarebbe dovuto combinare un’amichevole di spessore, per attirare molti spettatori, e Mazzola gli aveva promesso il suo impegno affinché l’avversario fosse proprio il Torino. La partenza di Mazzola con il gruppo era molto incerta per via delle sue non ancora perfette condizioni di salute e qualche quotidiano aveva riportato la notizia del suo forfait, ma il capitano granata, invece, aveva mantenuto la promessa. Nel pomeriggio del 4 maggio, durante il viaggio di ritorno, in condizioni di scarsa visibilità per una nebbia fitta, il Fiat G.212 che trasportava la squadra, i dirigenti e i giornalisti si schiantò alle ore 17:05 contro il muro della Basilica di Superga, provocando la morte istantanea di tutte le trentuno persone a bordo. Al riconoscimento dei corpi, svoltosi nella tarda notte, contribuì Vittorio Pozzo. I funerali, a cui parteciparono oltre mezzo milione di persone, si tennero il 6 maggio; le salme furono portate a Palazzo Madama, da dove partì il corteo, proseguito fino al Duomo. Lo stesso giorno la FIGC proclamò il Torino campione d’Italia, a quattro giornate dal termine, approvando la proposta di Inter, Milan e Juventus.

Nazionale

La seconda guerra mondiale, prima, e l’improvvisa morte, dopo, negarono a Mazzola la chance di partecipare ai mondiali. Nelle sole competizioni amichevoli che giocò, con la Nazionale italiana non rese quanto le sue possibilità, tradito anche dall’emozione trasmessagli dalla maglia azzurra che indossò per dodici volte. Ricevette la prima convocazione il 23 febbraio 1942, ai tempi del Venezia, per una seduta di allenamento che si tenne due giorni dopo a Firenze. Esordì, insieme al compagno di club Loik, il 5 aprile 1942 a Genova nella partita Italia-Croazia (4-0). Al suo nome furono legate tante aspettative ma, nelle condizioni del campo di gioco trasformatosi in un pantano a seguito di una pioggia torrenziale, con una marcatura asfissiante nei suoi confronti, non giocò una buona gara. Quattordici giorni dopo, a Milano, gli azzurri collezionarono un altro 4-0, questa volta ai danni della Spagna, e Mazzola, oltre a segnare la sua prima rete, risultò essere il migliore uomo in campo. A fine partita si dichiarò commosso. Disputò la terza gara, a distanza di oltre tre anni e mezzo dalla seconda — periodo di sosta coincidente con quello della Nazionale, dovuto alla seconda guerra mondiale —, a Zurigo nel 4-4 contro la Svizzera. Nel 1947 furono quattro gli incontri disputati, tutti accompagnati da prestazioni non eccellenti; il 14 dicembre 1947 indossò per la prima volta la fascia di capitano. Il 27 marzo 1949, a Madrid, Mazzola scese in campo per l’ultima volta con gli azzurri, che vinsero per 3-1 contro gli spagnoli, fornendo una prestazione rimarchevole come sovente fece con i granata: fu la sua migliore partita in Nazionale. Tra le tante divise presenti al Museo del calcio a Coverciano, quella granata con il 10 di Mazzola è l’unica maglia di una squadra di club.

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Title: Issue of a stamp belonging to the theme series ” SPORT” dedicated to Valentino Mazzola, on the centenary of his birth.

Valentino Mazzola (Cassano d’Adda, 26 January 1919 – Superga, 4 May 1949) was an Italian footballer, a striker and midfielder. Considered among the biggest numbers in the history of football and, according to some, the best Italian player of all time, Mazzola was captain and symbol of the Grande Torino, the team recognized as one of the strongest in the world in the second half of the years 40, with which he won five championships, and captain of the Italian national team for a two-year period. He made himself known during the period of militancy in Venice, when he began to play from left wing, position that he kept throughout his career and that allowed him to expand his fame beyond the Italian borders, to the point of being considered, in his last seasons, the strongest in Europe in its role. He died at the age of thirty in the Superga tragedy.

Biography

Valentino Mazzola was born in Cassano d’Adda, in Ricetto, a district of abandoned houses. His family was very modest; his father Alessandro the worker and died in August 1940 hit by a truck. The mother was called Leonina Ratti, while the names of her four brothers were Piero, Silvio, Carlo and Stefano. He had a disadvantaged childhood; in 1929, due to the Great Depression, the father was fired, so Valentino, to help the family, began working the following year, when he had just finished the first class of the starting school, finding employment as a baker’s boy first. , then, at the age of fourteen, at the Cassano d’Adda factory. In the summer of 1929, at the age of ten, throwing himself into the waters of the river Adda, he saved the life of a fellow citizen of four years younger who was drowning: it was Andrea Bonomi, future footballer and captain of Milan. Juventus fan at a young age, he was nicknamed Tulen for the habit of kicking old milk. When he played in the team of his neighborhood, the Tresoldi, was noticed by his fellow football fan, who worked as a tester at the Alfa Romeo factory in Milan, thanks to which he obtained a place in the company team and a new job as a mechanic. In 1939 he was called to arms in the Royal Navy, destination the Port Authority of Venice; He spent a few months in the ship, aboard the destroyer Confienza, and was later moved to the Compagnia del Porto. In Venice he obtained the elementary license, attending an evening school.On March 15, 1942 he married Emilia Ranaldi, with whom he had two sons, both players: Sandro – who played in the International and in the National – and Ferruccio (whose name was chosen in honor of the then president of the Torino Ferruccio Novo), born respectively in 1942 and 1945. In Turin he lived in a small apartment in via Torricelli 66. Working at the Lingotto and being signaled by FIAT as a fundamental worker to the war production, he did not participate directly in the Second World War. Even though their salaries were very good, if not considered exaggerated, compared to normal pay, at that time the players were not considered officially professional and carried out other activities; in the period after the war Mazzola in Turin had a sports shop, where he sold mainly balloons that he personally made. Valentino Mazzola, who defined himself as a Carthusian, led a retired life, putting football in front of everything else. He was a reserved person, closed and of few words. His greatest pleasure was a few games at the bowling club near his home. He used to write down everything, both in terms of professional life and the private sphere. He was very strict and meticulous at times and demanded the same treatment from others; this was the main reason for the detachment from the first wife, who was no longer willing to adhere to firm discipline. Separated in autumn 1946, on 20 April 1949 he married the nineteen year old Giuseppina Cutrone, aspiring miss. On May 4, 1949, a few days after his second marriage, he perished in the tragedy of Superga, unhappily, as he himself thought he would die because of the war or a misfortune, a sign of destiny, considering his fear of flying.

Technical features

 Valentino Mazzola was a driver, a complete player, modern in the conception of the game and equipped with athletic abilities out of the ordinary: on all, stood out speed and endurance. Of robust build, he knew how to fight in the field; it was in heavy soils, even when the field presented itself in extreme conditions, which, thanks to its physical strength, managed to assert its pugnacious attitude. Although he did not like to perform in virtuosities, he was able, moreover, to impose himself in the narrow spaces, having an individual technique and a refined dribble. Among his various technical skills stood ambidexuality and a rare power throw, in whose execution on the fly and in the free kicks was specialized.

Career

The beginnings

Despite having started working very young, Mazzola continued to cultivate his passion for football; he was a manager of the Tresoldi Sports Group, a team from Cassano d’Adda, who, seeing him play in the fields, as he often did, took him to the youth academy in 1934. He then moved on to Fara d’Adda and returned to Tresoldi. He was employed in the roles of centromediano and mediano right, even if he was already a multipurpose player. With the Tresoldi in the 1935-1936 season he participated in his first championship and the following year he entered the first team, receiving a prize of 10 lire per game. In 1938 in the Alfa Romeo he played only one season as a wing; according to another discordant source, he worked instead from the right half. He left the team in 1939, after enjoying the favor of the spectators, who appreciated his rhythm and his play, to provide military service in Venice.

The arrival in Venice in Serie A

Debut and confirmation in the first team (1939-1940)

In 1939, while doing military service in the Navy, he took part in several races of the Navy Command team played at the field of the Docks, highlighting, despite it weighed 90 kg. He was noticed by some observers of Venice, who after several solicitations managed to make him audition; according to another source was instead a Navy officer, a black-green fan, remained admired by the skills of Valentino Mazzola, to propose it to the lagoon team. At the audition, to which he introduced himself and played barefoot, having intentionally left his personal shoes at home so as not to ruin them. After a few months in the reserve team, with which he participated in the relative championship, he was hired in January 1940 for fifty thousand lire. He made his debut in Serie A on March 31, 1940 in the Lazio-Venice match (1-0), taking the place of the center forward.

The first Italian Cup (1940-1941) won it in the final against Roma.

Mazzola disput, with Venice, in the season 33 matches and scored nine goals, six in the league and three in the cup.

The last season in Venice (1941-1942)

In his third and last season in Venice – considered at the end of the calendar year the best Italian team as expressed at the end of the previous season and in the first part of the current one After having been at the top of the standings, in the spring the Venice lost several matches and had to settle for the end of the third place championship; this period coincided with a misting of Mazzola, depended on the fatigue accumulated by too many commitments, which had increased with the training and matches of the National team.

The passage in Turin

The first Scudetto and the second Italian Cup (1942-1943)

The first days of July 1942 was bought by Turin for a million and 250 thousand lire, a figure that was defined by the press and that allowed Venice to rehabilitate all its debts. The president of the grenade Ferruccio Novo beat the Juventus competition and bought, also from Venice, also Ezio Loik, making the blow of the million: the operation that brought the two halves to Turin. He officially debuted with the grenade shirt on September 20, 1942, in the Italian Cup round of 32 against Anconitana. In the final month of the competition, in April, he made three goals in the last four races; after a fought and balanced head-to-head between Torino and Livorno lasted throughout the tournament, where they often alternated at the top of the table, Mazzola stamped a very important one, as Torino managed to conquer Bari 1-0, thanks to his decisive goal – four minutes from the end of the season – who delivered the Scudetto to the grenade.  The Torino was the first team to do the double Championship-Italian Cup and Mazzola disputed all the championship and Italian Cup races, graduating in the latter top scorer, along with two other players, with five goals.

The third championship and the title of top scorer (1946-1947)

In the 1946-1947 season, Valentino Mazzola, who started as captain, gave a considerable contribution to the victory of a further grenade shield, his third personal, graduating with a top scorer with 29 centers.

The record shield, the Mazzola case, the tour in Brazil (1947-1948)

Valentino Mazzola started the championship 1947-1948 in a dazzling form. On May 2, 1948, he participated actively, with a network, to the 10-0 home game sull’Alessandria, the victory with maximum difference in the history of the highest series of the Italian championship. On the 34th day, Torino-Atalanta (4-0), Mazzola scored two goals, the first of which in half turned upside down, performed from the penalty spot, a highly spectacular technical gesture of which they did not remember the same, according to the press sport of that time. The Mazzola case also came to light, as following interviews in newspapers, they suggested a forthcoming passage to the Milan International. All this while Torino won the championship with five days in advance, on May 30th, thanks to the 4-3 against Lazio and the last and decisive network of Mazzola himself. At the end of the season the goals scored by Torino were 125, record of goals in a top flight, of which 25 made by the captain who came second in the scorers, after the Juventus Boniperti.

Conquered the title, with still some championship matches on the calendar, Torino, desired by several South American federations, was invited by Confederação Brasileira de Desportos to play four friendly matches.

The last season, started among the controversies (1948-1949)

A few days before the start of the new championship, scheduled for 19 September 1948, six Torino players, including Mazzola, did not want to adapt to the re-employment conditions that the company proposed to them; Mazzola, included in the transfer list of players, missed the first round of the championship against Pro Patria. Because of his hesitation, Turin decided to buy some elements for the offensive department, ready to replace him, just before the start of the season: so did Zanolla, Fadini and Gambino, all excellent players. The dispute with the grenade company was about the money that the mezzala claimed, thanks to the ten million lire insured by the president of Inter Masseroni, so his companions persuaded Novo to increase his salary. Reached the economic agreement with the company on September 23, returned to the field in the second round Atalanta-Turin (3-2), achieving one of two goals in the first half, with an exemplary action in which he fully exploited his speed and his class.

Mazzola was endowed with amazing ability to recover, even when he was given for sure absently he managed to recover in extremis. Also, before the derby with Juventus it was usual to pretend to be sick or injured and could make believe that he would not play (even journalists, who wrote of his unavailability), while Sunday was regularly on the field, displacing everyone. The script was repeated a few days before October 24, when he was the protagonist of the derby won by 2-1 on the sixth day. At 77 ‘, on the score of 1-1, Boniperti, launched by Caprile, advanced and pulled; the extreme defender grenade Bacigalupo dived to the right, while the ball flew to his left; Suddenly Mazzola, rushed in defense, diverted the trajectory of heel, amid the amazement of Boniperti, saving the team from the passive; then rushed forward, after an exchange with Loik on which he was punctual, in full rush he started a lightning throw that overcame the Juventus goalkeeper Sentimenti IV, without the latter could intervene.

The last match and the Superga tragedy

On May 1, the day after the match against the Nerazzurri, the Grenada flew to Lisbon to dispute on May 3 a friendly against Benfica, which ended 4-3 for the Lusitanians, a match practically organized by Mazzola for the farewell to the football of the friend Francisco Ferreira, captain of the Portuguese national team. The two met on February 27th, when Italy had beaten Portugal 4-1 in Genoa; in the afternoons, in a restaurant, Ferreira and Mazzola had discussed the match that Benfica would have dedicated to the Portuguese, whose collection would have been donated as an acknowledgment. He would have to combine a thick friend, to attract many spectators, and Mazzola had promised his commitment so that the opponent was just the Turin.

Mazzola’s departure with the group was very uncertain because of his still not perfect health conditions and some newspaper had reported the news of his lump sum, but the captain grenade, however, had kept his promise. On the afternoon of May 4, during the return journey, in conditions of poor visibility due to a dense fog, the Fiat G.212 carrying the team, the managers and the journalists crashed at 17:05 against the wall of the Basilica di Superga , causing the instant death of all thirty-one people on board. Vittorio Pozzo contributed to the recognition of the bodies, which took place late in the night. The funeral, attended by over half a million people, was held on 6 May; the bodies were brought to Palazzo Madama, from where the procession departed, continued up to the Duomo. On the same day the FIGC proclaimed the Turin champion of Italy, four days from the end, approving the proposal of Inter, Milan and Juventus.

National

The Second World War, before, and the sudden death, later, denied Mazzola the chance to participate in the World Cup. In the only friendly competitions that he played, with the Italian national team he did not yield as much as his chances, betrayed also by the emotion given him by the blue shirt that he wore twelve times. He received his first call on February 23, 1942, at the time of Venice, for a training session held two days later in Florence. He made his debut, together with his club-mate Loik, on 5 April 1942 in Genoa in the Italy-Croatia match (4-0). To his name were tied many expectations but, in the conditions of the playing field turned into a quagmire after a torrential rain, with a suffocating mark against him, did not play a good race. Fourteen days later, in Milan, the Azzurri collected another 4-0, this time against Spain, and Mazzola, in addition to scoring his first goal, turned out to be the best man on the pitch. At the end of the game he declared himself moved. Disputed the third race, after more than three and a half years from the second – period of stay coinciding with that of the National, due to the Second World War -, in Zurich in 4-4 against Switzerland. In 1947 there were four disputed matches, all accompanied by non-excellent performances; on December 14, 1947, he wore the captain’s wing for the first time. On March 27, 1949, in Madrid, Mazzola took the field for the last time with the Azzurri, who won 3-1 against the Spaniards, providing a remarkable performance as often did with the grenade: it was his best game in the national team. Among the many uniforms present at the Football Museum in Coverciano, that grenade with the 10 of Mazzola is the only shirt of a club team.

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data /date 26 gennaio 2019
dentellatura/Serration 11          adesivo
stampa/printing fustellatura  – rotocalco
tipo di carta/paper type bianca patinata neutra
stampato I.P.Z.S. Roma
tiratura 2.500.000
fogli/sheet 45
dimensioni/dimensions 30 x 40 mm
disegnatore /designer Fabio Abbati
costo / price B = €1.10
num. catalogo/ catalog num. Michel 4088 YT 3849  UN3931

 

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