POSTE ITALIANE 2^ EMISSIONE DEL 21 GENNAIO 2021 DI UN FRANCOBOLLO celebrativo del centenario del Congresso di Livorno

Il Ministero dello Sviluppo con le Poste Italiane emette il 21 gennaio 2021 un francobollo celebrativo del Congresso di Livorno, relativo al valore della tariffa B, corrispondente ad € 1.10.

  • data: 21 gennaio 2021
  • dentellatura: 11
  • stampa: rotocalcografia
  • tipo di cartacarta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente
  • stampato: I.P.Z.S. Roma
  • tiratura: 300.000
  • dimensioni: 40 x 30 mm
  • valoreB = €1.10
  • bozzettista: a cura del Centro Filatelico della Direzione Operativa dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.
  • num. catalogoMichel_4279 YT _4039_ UNIF 4122
  • La vignetta: riproduce una foto d’epoca, custodita nella Biblioteca Labronica Francesco Domenico Guerrazzi di Livorno, raffigurante la facciata del teatro Carlo Goldoni di Livorno dove si svolse nel gennaio del 1921 il XVII Congresso del Partito Socialista Italiano che diede vita alla storica scissione che portò il 21 gennaio 1921 alla fondazione del Partito Comunista d’Italia. Completano il francobollo la leggenda “21 – 1 – 1921 CONGRESSO DI LIVORNO” la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”. N.B. la foto del Teatro Goldoni è riprodotta per gentile concessione del Comune di Livorno. 

Se sei interessato all’acquisto di questi francobolli li puoi acquistare al prezzo di € 1.50 cadauno inviandomi una richiesta alla mia email:protofilia1@gmail.com

Il XVII Congresso nazionale del Psi si svolse a Livorno, al Teatro Goldoni, dal 15 al 21 gennaio 1921. All’Assise presero parte i delegati di 4.367 sezioni con 216.327 iscritti. “La sala del Congresso – scrisse l’Avanti! del 16 gennaio – ha un aspetto veramente imponente. La decorazione è propriamente decorosa ed elegante, con i suoi festoni che seguono l’ampia curva dei palchi, con le sue iscrizioni, con la sua ben combinata diffusione di luce. Ma ciò che dà imponenza e grandiosità è lo spettacolo del numero dei convenuti. Noi abbiamo assistito – proseguiva il giornale –a quasi tutti i Congressi socialisti e sappiamo bene non meravigliarci del concorso numerico delle rappresentanze socialiste. Ma questa volta – ribadiva l’Avanti! – lo spettacolo è veramente grandioso; si tratta di migliaia di intervenuti che rappresentano la più grande forza politica d’Italia”.

Teatro Goldoni a Livorno

Nell’aria si respirava un’aria pesante e per tanti già si sapeva quale sarebbe stato l’esito: bastava leggere le mozioni delle cinque “tendenze” che si scontrarono nel dibattito e nelle votazioni finali: quella dei “concentrazionisti” formata dai riformisti (mozione di Reggio Emilia) che aveva come principali esponenti Turati e Modigliani; la frazione intransigente rivoluzionaria capeggiata da Lazzari; la frazione dei “comunisti unitari” di Giacinto Menotti Serrati, quella dei “comunisti puri” guidata da Bordiga e Terracini e quella dei “pontieri” tra le due frazioni comuniste di Marabini e Graziadei.

La questione cruciale riguardava la condivisione dei 21 punti che la III Internazionale comunista aveva posto ai partiti che intendevano aderire. “L’Internazionale comunista non può tollerare che opportunisti notori, quali Turati, Kautsky, Modigliani, ecc., abbiano il diritto di passare per membri della III Internazionale”.

I 21 punti erano stati votati al II Congresso dell’Internazionale comunista che si era svolto nell’estate precedente a Mosca. Vi aveva partecipato una delegazione del Psi composta da Serrati, Graziadei e Bombacci. Mentre gli ultimi due avevano condiviso in toto il diktat, Serrati, pur dichiarandosi d’accordo in linea generale, aveva respinto il punto relativo all’espulsione. Portato il tema in Italia alla direzione del partito, la posizione di Serrati era passata con 7 voti contro 5.

In vista della convocazione del XVII Congresso chiamato a risolvere la questione dell’unità del partito, si erano riunite talune frazioni: a Reggio Emilia i concentrazionisti/riformisti; a Imola i comunisti puri. I primi, pur senza mettere in discussione l’appartenenza alla III Internazionale, si erano pronunciati contro qualsiasi discriminazione nei loro confronti e la conquista legalitaria del potere. I secondi avevano lanciato un manifesto a firma di Bombacci, Bordiga, Gramsci, Misiano e Terracini nel quale veniva espressa l’adesione incondizionata della frazione ai 21 punti. Serrati, invece, aveva sostenuto con la mozione (di Firenze) dei comunisti unitari la necessità dell’unità del partito, in quanto la situazione italiana era diversa da quella russa.

Nel pomeriggio del giorno 20 si tennero le votazioni che dopo lo scrutinio si capì quale sarebbe stato l’esito di rottura oramai insanabile. Dopo la proclamazione degli esiti del voto, la mattina del 21 gennaio, la frazione comunista dichiarava che la maggioranza del Congresso si era posta fuori della III Internazionale e invitava i propri aderenti ad abbandonare la sala e a recarsi, alle ore 11, al Teatro San Marco per deliberare la costituzione del Partito Comunista, sezione italiana della III Internazionale. I militanti uscirono al canto dell’Internazionale.

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