POSTE ITALIANE 15^ emissione del 15 giugno 2020 di un francobollo dedicato ad Alberto Sordi, nel centenario della nascita

POSTE ITALIANE 15^ emissione del 15 giugno 2020 di un francobollo dedicato ad Alberto Sordi, nel centenario della nascita

Il Ministero dello Sviluppo con le Poste Italiane emette il 15 giugno 2020 un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “ le Eccellenze italiane dello spettacolo” dedicato ad Alberto Sordi, nel centenario della nascita, relativo al valore della tariffa B, corrispondente ad €1.10.

  • data / date 15 giugno 2020
  • dentellatura / serration 11
  • stampa / printing rotocalcografia
  • tipo di carta / paper type carta bianca autoadesiva
  • stampato / printed I.P.Z.S. Roma
  • tiratura / edition 400.000
  • dimensioni / dimension 30 x 40 mm
  • bozzettista/ designer Claudia Giusto
  • num. catalogo/catalog num. Michel 4197 YT UNIF 4040

Se sei interessato all’acquisto di questo francobollo lo puoi acquistare al prezzo di € 1.50. Inviami una richiesta alla email: protofilia1@gmail.com

Alberto Sordi (Roma, 15 giugno 1920 – Roma, 24 febbraio 2003) è stato un attore, regista, comico, sceneggiatore, compositore, cantante e doppiatore italiano.

Fra i più importanti attori del cinema italiano con circa 200 film, è considerato uno dei più grandi interpreti della commedia all’italiana con Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e Nino Manfredi, un quartetto al quale è generalmente accostato anche Marcello Mastroianni. Inoltre, insieme ad Aldo Fabrizi e Anna Magnani, fu tra i massimi esponenti della romanità cinematografica.

Biografia

Le prime esperienze

Alberto Sordi nacque il 15 giugno 1920 in via San Cosimato 7, nel rione di Trastevere, ultimo figlio di Pietro Sordi, professore di musica e strumentista, titolare della tuba contrabbassa dell’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, e di Maria Righetti, insegnante elementare. La famiglia era composta anche dalla sorella Savina, dal fratello Giuseppe e dalla sorella Aurelia, mentre il terzogenito, anch’egli di nome Alberto, morto dopo pochi giorni di vita.

Trascorse parte dell’infanzia nella cittadina di Valmontone e frequentò la scuola elementare “Armando Diaz”, dove iniziò a improvvisare piccole recite con un teatrino di marionette. Cantò inoltre come soprano nel coro di voci bianche della Cappella Sistina diretto da don Lorenzo Perosi, fino alla precoce trasformazione della voce in basso, divenuta poi una delle sue caratteristiche distintive. Studiò canto lirico e si esibì sulla scena operistica per un certo periodo della giovinezza.

Nel 1936 incise un disco di fiabe per bambini per la casa discografica Fonit e con il ricavato partì per Milano, dove si iscrisse al corso di recitazione all’Accademia dei filodrammatici. Per trasferirsi al nord abbandonò gli studi all’Istituto di Avviamento Commerciale “Giulio Romano” di Trastevere (conseguì comunque come privatista il diploma di ragioniere alcuni anni più tardi per fare contenta la madre). 

Comparsa e doppiatore

Rientrato nella capitale, nel 1937 trovò lavoro come comparsa a Cinecittà, apparendo nel film kolossal Scipione l’Africano in un ruolo da generico soldato romano. Nello stesso anno vinse un concorso indetto dalla Metro-Goldwyn-Mayer per doppiare la voce di Oliver Hardy (inizialmente presentandosi con lo pseudonimo Albert Odisor), insieme a Mauro Zambuto, che prestava la voce a Stan Laurel. Come Sordi stesso ebbe a raccontare nel programma televisivo Laurel & Hardy – Due teste senza cervello, si presentò alle audizioni privo di esperienza specifica di doppiaggio e con poche aspettative di successo, considerata la concorrenza di professionisti affermati del settore; fu il direttore della MGM a ritenere il suo registro basso e il timbro di voce «caldo e pastoso» un connubio ideale per la notevole mole del personaggio.

Il teatro di rivista e la guerra

Nel teatro leggero, dopo un tentativo infruttuoso con la compagnia di Aldo Fabrizi e Anna Fougez avvenuto nella stagione 1936-1937 nello spettacolo San Giovanni, ritentò in quella seguente; insieme con un amico d’infanzia e compagno di scuola formò un duo di imitatori e fantasisti durato per poco tempo, e riuscì finalmente a debuttare nel teatro di rivista nella compagnia di Guido Riccioli e Nanda Primavera nella stagione 1938-1939 con lo spettacolo Ma in campagna è un’altra… rosa. Nel 1940 Sordi fu chiamato alle armi; indossò l’uniforme del Regio Esercito, prestando servizio presso la banda musicale presidiaria dell’81º Reggimento fanteria “Torino”, accompagnando le partenze dei militari italiani per la breve campagna francese. Il servizio militare gli lasciò comunque sufficiente tempo libero per proseguire la sua carriera artistica.

La radio

Fu alla radio, tra il 1946 e il 1953, che cominciò a ottenere una certa notorietà. Nel 1946, ispiratosi agli ambienti dell’Azione Cattolica, ideò la sua satira dei personaggi de I compagnucci della parrocchietta, dal caratteristico parlato nasale e atteggiamento da “persona come si deve”. Uno di questi personaggi piacque talmente a Vittorio De Sica da proporre a Sordi la trasposizione cinematografica in Mamma mia, che impressione! del 1951,  sceneggiato da Cesare Zavattini e diretto da Roberto Savarese, pur basato sul modello di recitazione tutto verbale sperimentato in radio, contribuì al consolidamento del personaggio, poi riproposto in altri lavori minori.

Furono di questo periodo le partecipazioni ad alcuni programmi presentati da Corrado, che così lo lanciò nel palcoscenico della radio, dove Sordi ottenne i primi successi: Oplà (1947), Vi parla Alberto Sordi (1948-1950) e Rosso e nero (1951). Qui creò altri personaggi come il Signor Dice in collaborazione con Fiorenzo Fiorentini ed Ettore Scola, il Conte Claro, e Mario Pio. Quest’ultima caratterizzazione fu presentata anche al cinema nel film d’esordio di Mauro Bolognini, Ci troviamo in galleria del 1953, oltre alla riproposizione radiofonica, durante la stagione 1968-1969, nella trasmissione Gran varietà; fu anche ripresa da Alighiero Noschese, nel 1970, nella trasmissione satirica Doppia coppia.

A parte la riproposizione di personaggi noti in Gran varietà sul finire degli anni sessanta, l’ultima esperienza radiofonica prima che il cinema divenisse preponderante nella sua carriera fu Il teatrino di Alberto Sordi,  tra il 1952 e il 1953.

Le prime esperienze cinematografiche

Nel cinema, per oltre dieci anni, interpretò ruoli minori in una ventina di film; ebbe anche l’occasione di lavorare con l’attore genovese Gilberto Govi e un giovane Walter Chiari.

 La grande popolarità

Tra il 1953 e il 1955 la popolarità di Sordi giunse sul grande schermo; dopo l’esiguo successo di pubblico di Lo sceicco bianco, diretto da Federico Fellini nel 1952, maggior riscontro ebbe il suo ruolo da non protagonista nel film I vitelloni, ancora diretto da Fellini l’anno successivo, e poi con alcuni di Steno: Un giorno in pretura (1953), Un americano a Roma (1954) e Piccola posta (1955), dove prese forma il personaggio del giovane vigliacco, approfittatore, indolente e scansafatiche, infantile e qualunquista che lo accompagnerà per tutti gli anni cinquanta. Il successo e il favore presso il grande pubblico iniziò, di fatto, interpretando il personaggio di Ferdinando Moriconi (detto Nando), un logorroico ragazzo romano ossessionato dal mito dell’America in Un americano a Roma.

Il successo fu tale che il personaggio venne sviluppato e riproposto in Un americano a Roma, il suo primo film da protagonista con un rilevante incasso al botteghino e ancora, molti anni dopo, nell’episodio Fuoco del film Di che segno sei? di Sergio Corbucci (1975), in cui un attempato Nando interpreta la guardia del corpo di un industriale miliardario. La popolarità del personaggio cinematografico varcò addirittura i confini nazionali e gli valse un invito a Kansas City  nel 1955, dove, accolto con tutti gli onori e alla presenza del presidente Eisenhower, venne nominato cittadino onorario e governatore onorario dell’American Royal.

L’italiano medio di Sordi

Con l’avvento della commedia all’italiana diede vita a una moltitudine di personaggi che la critica identificò come assimilabili all’italiano medio, spesso collaborando anche al soggetto e sceneggiatura dei film interpretati (190 in tutto, dei quali si ha certa la sua partecipazione a “soli” 146/147) e alle diciannove pellicole da lui dirette.

Vi sono nei personaggi di Sordi delle caratteristiche ricorrenti: tendenzialmente prepotenti con i deboli e servili con i potenti, a cui cercano di mendicare qualche privilegio. Secondo alcuni proporre personaggi di questo tipo darebbe il “cattivo esempio”, porterebbe infatti certi spettatori che altrimenti non avrebbero avuto il coraggio di rivendicare la propria pochezza, ad avere un alibi e addirittura un esempio da seguire, sentendosi rappresentati e legittimati.

Ruoli di rilievo

Tra le sue numerose interpretazioni di questo periodo sono da citarne alcune, ritenute esempi significativi della commedia all’italiana: il maestro elementare supplente Impallato, che scopre per caso un allievo prodigio nel canto lirico e lo sfrutta per ottenere riconoscimenti e ricchezza in Bravissimo di Luigi Filippo D’Amico (1955), il gondoliere rivale in amore di Nino Manfredi in Venezia, la luna e tu di Dino Risi (1958), il marito vessato dalla moglie e colmo di debiti ne Il vedovo, sempre diretto da Dino Risi e interpretato con Franca Valeri (1959), il componente di una commissione censoria che giudica impietosamente manifesti e film piccanti salvo poi, in privato, reclutare a fini immorali ballerine di night club ne Il moralista di Giorgio Bianchi (1959).

La svolta degli anni sessanta

A partire da La grande guerra diretto da Mario Monicelli nel 1959 (nel quale interpreta un soldato indolente e imboscato, costretto suo malgrado a morire da eroe), si distinse come interprete versatile, calandosi anche in ruoli drammatici.

Tra le interpretazioni di rilievo di questo decennio sono da citare il sottotenente Innocenzi di Tutti a casa di Luigi Comencini (1960) il vigile inflessibile costretto a capitolare davanti al potente di turno ne Il vigile di Luigi Zampa (1960), il giornalista Silvio Magnozzi di Una vita difficile di Dino Risi (1961), il piccolo imprenditore oberato dai debiti disposto a vendere un occhio per riassestare le sue finanze e accontentare una moglie sin troppo esigente ne Il boom di Vittorio De Sica (1963), il giovane medico disposto a qualsiasi compromesso per far carriera, fino a diventare primario in una clinica di lusso nel dittico Il medico della mutua di Luigi Zampa (1968) e Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue di Luciano Salce (1969), l’editore partito alla ricerca del cognato disperso in Africa in Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa? di Ettore Scola (1968).

Nel 1969 fu membro del VI Festival cinematografico internazionale di Mosca.

Tra i personaggi degli anni ’70 vi sono il geometra incarcerato senza motivo mentre si trova in vacanza di Detenuto in attesa di giudizio di Nanni Loy (1971) (per questo ruolo si aggiudicò nel 1972 l’Orso d’argento al Festival di Berlino) e il baraccato che una volta all’anno insieme alla moglie (Silvana Mangano) organizza interminabili partite a carte nella villa lussuosa di una ricca e bizzarra signora con segretario ed ex amante al seguito (impersonati da Bette Davis e Joseph Cotten) in Lo scopone scientifico di Luigi Comencini (1972), fino al drammatico ruolo che recita in Un borghese piccolo piccolo di Mario Monicelli (1977), ritenuto da parte della critica come il vertice delle sue capacità recitative.

 Affrontò anche libere trasposizioni di Molière (Il malato immaginario del 1979 e L’avaro del 1990, entrambi diretti da Tonino Cervi) e Romanzo di un giovane povero, diretto nel 1995 da Ettore Scola, il quale, nel 2003, dopo la sua morte, gli dedicherà il film Gente di Roma. Detentore di cinque Nastri d’argento, di sette David di Donatello e altri numerosissimi premi minori, ottenne nel 1995 il Leone d’oro alla carriera al Festival di Venezia.

Come regista

Come regista diresse in totale 19 pellicole, a partire dal 1966, quando ne realizzò due: Fumo di Londra, basato sulle manchevolezze comportamentali e sociali di un italiano in trasferta all’estero (tematica già affrontata da Gian Luigi Polidoro in molti suoi film, tra cui Il diavolo con Sordi stesso, dove cominciò anche a introdursi nel campo della regia, poiché la pellicola era quasi del tutto improvvisata) e Scusi, lei è favorevole o contrario?, ritratto di un agiato commerciante di tessuti, separato dalla moglie, con tante amanti da mantenere quanti sono i giorni della settimana in un’Italia scossa dalle polemiche sull’eventuale introduzione del divorzio.

Diresse tre film con protagonista Monica Vitti oltre se stesso: Amore mio aiutami (1969), Polvere di stelle (1973) e Io so che tu sai che io so (1982).

Tra gli altri lavori dietro la macchina da presa rimangono Un italiano in America, insieme con Vittorio De Sica (1967), Finché c’è guerra c’è speranza (1974) e l’episodio Le vacanze intelligenti dal collettivo Dove vai in vacanza? (1978).

Gli ultimi film

Di spessore ritenuto inferiore risultarono i film girati nell’ultima fase della sua carriera, dagli anni 1980 in poi: declino in parte condizionato dal tramonto in generale del filone della commedia all’italiana, ma anche dovuto ad una certa tendenza di Sordi stesso a riproporre in quegli anni un tipo di personaggio ormai datato e non più molto originale. Non mancarono tuttavia apprezzamenti di pubblico e critica, come nella commedia storica Il marchese del Grillo di Mario Monicelli (1981), dove Sordi si cala nel doppio ruolo di un nobile romano dedito alle burle e di un popolano carbonaro suo sosia.

Di questo periodo sono inoltre da citare il dittico di film, anche diretti, Il tassinaro del 1983 (dove compaiono, interpretando se stessi Giulio Andreotti, Silvana Pampanini e Federico Fellini) e Un tassinaro a New York (1987). Lavorò inoltre con Carlo Verdone (da alcuni considerato il suo naturale erede, pur perseguendo stili e tematiche assai diverse) nei film In viaggio con papà, con regia di Sordi (1982) e Troppo forte, diretto da Verdone (1986). Significativo fu inoltre il ruolo di un giudice incorruttibile e spregiudicato nel film Tutti dentro del 1984, con al centro i temi, anticipatori dei fatti di Tangentopoli, della corruzione politica dilagante e dell’esposizione mediatica della magistratura.

Tra gli ultimi film, Sordi ebbe particolarmente a cuore, come disse in alcune interviste, Nestore, l’ultima corsa (1994), dove interpretò un vetturino non ancora rassegnato a portare il suo cavallo al macello. L’ultima pellicola da lui diretta fu Incontri proibiti (1998) accanto a Valeria Marini, presentato ancora nel 2002 con montaggio diverso e un altro titolo, Sposami papà.

Vita privata

A dispetto della sua immagine pubblica estroversa e dalla personalità strabordante, Sordi mantenne sempre un estremo riserbo sulla sua vita privata, di cui sono noti pochi dettagli. Cattolico praticante, non ebbe figli e non si sposò mai,  l’unico rapporto sentimentale accertato fu quello avuto con Andreina Pagnani, quasi quindici anni più anziana di lui, durato nove anni. Si conobbero nel 1941 durante un doppiaggio.

A parte un soggiorno a Milano per frequentare l’Accademia dei filodrammatici, Alberto Sordi visse sempre a Roma. Abitò dalla nascita sino al 1930 in via san Cosimato 7; dopo si trasferì in un appartamento in via Venezia; in seguito, alla morte del padre nel 1941, si spostò in un appartamento di via dei Pettinari e, dal 1958 fino alla morte, in una villa di via Druso (all’epoca via della Ferratella), posta all’interno del parco archeologico delle Terme di Caracalla e fatta costruire nel 1933 da Alessandro Chiavolini, per molti anni segretario particolare di Benito Mussolini. Visse insieme alle sorelle e al fratello, suo amministratore, e con la segretaria Annunziata Sgreccia.

Mantenne il suo riserbo anche in materia di idee politiche. Il giorno del suo ottantesimo compleanno, il 15 giugno 2000 il sindaco di Roma, Francesco Rutelli, gli cedette comunque, simbolicamente, la fascia tricolore, nominandolo sindaco onorario per un giorno come tributo a uno dei cittadini più illustri. In tema di passione calcistica non fece mai mistero di essere un grande tifoso della A.S.Roma, non mancando di far trasparire questa sua passione in alcuni film.

Le ultime apparizioni e la morte

Sordi si ammalò di tumore ai polmoni nel 2001 e da allora le sue uscite pubbliche si diradarono. Una delle sue ultime apparizioni televisive risale al 18 dicembre 2001, nel programma Porta a Porta condotto da Bruno Vespa e dedicato interamente a lui.  Partecipò ancora nel luglio di quell’anno al programma Italiani nel mondo presentato da Pippo Baudo, sua ultima partecipazione pubblica. Afflitto durante l’intera stagione invernale da forme di polmonite e bronchite, Alberto Sordi morì la sera del 24 febbraio 2003 all’età di 82 anni, nella sua casa. La salma, sottoposta a imbalsamazione, venne traslata nella sala delle armi del Campidoglio, dove per due giorni ricevette l’omaggio ininterrotto di una folla immensa; il 27 febbraio si svolsero i funerali solenni nella Basilica di San Giovanni in Laterano alla presenza di oltre 250 000 persone. Sordi riposa nella tomba di famiglia, presso il cimitero monumentale del Verano. L’epitaffio sulla lapide recita: Sor Marchese, è l’ora, battuta ripresa da uno dei suoi film più celebri, Il marchese del Grillo.

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ITALIAN POSTS 15th issue of 15 June 2020 of a stamp dedicated to Alberto Sordi, on the centenary of his birth

  • date 15 giugno 2020
  • serration 11
  • printing rotocalcografia
  • paper type carta bianca autoadesiva
  • printed I.P.Z.S. Roma
  • edition 400.000
  • dimension 30 x 40 mm
  • designer Claudia Giusto
  • catalog num. Michel YT UNIF 4040

If you are interested in purchasing this stamp, you can buy it for € 1.50. Send me a request to the email: protofilia1@gmail.com

Alberto Sordi (Rome, 15 June 1920 – Rome, 24 February 2003) was an Italian actor, director, comedian, screenwriter, composer, singer and voice actor.

Among the most important actors of Italian cinema with about 200 films, he is considered one of the greatest interpreters of the Italian comedy with Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman and Nino Manfredi, a quartet with which Marcello Mastroianni is also generally associated. Furthermore, together with Aldo Fabrizi and Anna Magnani, he was among the greatest exponents of Roman cinema.

Biography

The first experiences

Alberto Sordi was born on June 15, 1920 in via San Cosimato 7, in the Trastevere district, the last son of Pietro Sordi, professor of music and instrumentalist, owner of the double bass tuba of the orchestra of the Teatro dell’Opera di Roma, and Maria Righetti, elementary teacher. The family was also composed of his sister Savina, his brother Giuseppe and his sister Aurelia, while the third son, also named Alberto, died after a few days of life.

He spent part of his childhood in the town of Valmontone and attended the “Armando Diaz” elementary school, where he began improvising small performances with a puppet theater. He also sang as a soprano in the chorus of white voices of the Sistine Chapel directed by Don Lorenzo Perosi, until the early transformation of the voice below, which later became one of its distinctive features. He studied opera singing and performed on the opera scene for a certain period of his youth.

In 1936 he recorded a fairytale record for children for the Fonit record company and with the proceeds he left for Milan, where he enrolled in the acting course at the Accademia dei filodrammatici. In order to move to the north, he left his studies at the “Giulio Romano” Commercial Start Institute in Trastevere (he obtained his diploma as an accountant a few years later as a privatist to make his mother happy).

Appearance and voice actor

Returning to the capital, in 1937 he found work as an appearance in Cinecittà, appearing in the blockbuster film Scipione l’Africano in a role as a generic Roman soldier. In the same year he won a competition organized by Metro-Goldwyn-Mayer to dub the voice of Oliver Hardy (initially presenting himself under the pseudonym Albert Odisor), together with Mauro Zambuto, who lent the voice to Stan Laurel. As Sordi himself had to tell in the television program Laurel & Hardy – Two heads without brains, he presented himself at the auditions without specific dubbing experience and with few expectations of success, given the competition from established professionals in the sector; it was the director of MGM who considered his low register and the “warm and mellow” tone of voice an ideal combination for the remarkable size of the character.

The magazine theater and the war

In light theater, after an unsuccessful attempt with the company of Aldo Fabrizi and Anna Fougez in the 1936-1937 season in the San Giovanni show, he tried again in the following one; together with a childhood friend and classmate he formed a duo of imitators and playwrights that lasted for a short time, and finally managed to debut in the magazine theater in the company of Guido Riccioli and Nanda Primavera in the 1938-1939 season with the show Ma in campaign is another … rose. In 1940 Deaf was called to arms; he wore the uniform of the Royal Army, serving in the presidential band of the 81st Infantry Regiment “Turin”, accompanying the departures of the Italian military for the short French campaign. However, his military service left him enough free time to continue his artistic career.

Radio

It was on the radio, between 1946 and 1953, that he began to gain some notoriety. In 1946, inspired by the environments of Catholic Action, he conceived his satire of the characters of I companucci della parchietta, with the characteristic nasal speech and “person as it should be” attitude. Vittorio De Sica liked one of these characters so much that he proposed to Sordi the cinematographic transposition in Mamma mia, what an impression! of 1951, scripted by Cesare Zavattini and directed by Roberto Savarese, although based on the all-verbal acting model experimented on radio, he contributed to the consolidation of the character, then re-proposed in other minor works.

Participations in some programs presented by Corrado were from this period, who thus launched him on the radio stage, where Sordi obtained his first successes: Oplà (1947), Alberto Sordi (1948-1950) and Rosso e nero (1951) speaks to you . Here he created other characters such as Signor Dice in collaboration with Fiorenzo Fiorentini and Ettore Scola, Conte Claro, and Mario Pio. The latter characterization was also presented in the cinema in Mauro Bolognini’s debut film, We are in the gallery of 1953, in addition to the radio re-presentation, during the 1968-1969 season, in the transmission Gran variety; it was also taken up by Alighiero Noschese, in 1970, in the satirical transmission Couple.

Apart from the reproposing of characters known in great variety in the late sixties, the last radio experience before cinema became predominant in his career was Alberto Sordi’s Il teatrino, between 1952 and 1953.

The first cinematic experiences

In the cinema, for over ten years, he played minor roles in about twenty films; he also had the opportunity to work with the Genoese actor Gilberto Govi ​​and a young Walter Chiari.

 The great popularity

Between 1953 and 1955 Sordi’s popularity hit the big screen; after the small public success of Lo sceicco bianco, directed by Federico Fellini in 1952, the main role was played by the protagonist in the film I vitelloni, still directed by Fellini the following year, and then with some of Steno: A day in the magistrate’s court (1953), An American in Rome (1954) and Piccola posta (1955), where the character of the young coward, profiteer, indolent and slacker, childish and unqualified who took him throughout the fifties took shape. The success and favor with the general public began, in fact, playing the character of Ferdinando Moriconi (called Nando), a logorroic Roman boy obsessed with the myth of America in An American in Rome.

The success was such that the character was developed and re-proposed in An American in Rome, his first starring film with a significant box office gross and again, many years later, in the episode Fire of the film What sign are you? by Sergio Corbucci (1975), in which an elderly Nando plays the bodyguard of a billionaire industrialist. The popularity of the film character even crossed national borders and earned him an invitation to Kansas City in 1955, where, received with all the honors and in the presence of President Eisenhower, he was appointed honorary citizen and honorary governor of American Royal.

The average Italian of Deaf

With the advent of the Italian comedy, he created a multitude of characters that critics identified as assimilable to the average Italian, often also collaborating on the subject and screenplay of the films interpreted (190 in all, of which his participation is certain “just” 146/147) and the nineteen films he directed.

There are recurring characteristics in the characters of Deaf: tendentially domineering with the weak and servile with the powerful, to whom they try to beg for some privileges. According to some, proposing characters of this type would give the “bad example”, would in fact bring certain spectators who otherwise would not have had the courage to claim their own smallness, to have an alibi and even an example to follow, feeling represented and legitimated.

Relevant roles

Among his numerous interpretations of this period are some to consider, considered significant examples of the Italian comedy: the alternate elementary teacher Impallato, who accidentally discovers a pupil prodigy in opera singing and exploits it to obtain recognition and wealth in Bravissimo by Luigi Filippo D’Amico (1955), the rival gondolier in love with Nino Manfredi in Venice, the moon and you by Dino Risi (1958), the husband harassed by his wife and full of debts in Il vedovo, always directed by Dino Risi and interpreted with Franca Valeri (1959), the member of a censorship commission that ruthlessly judges spicy posters and films, but then privately recruits night club dancers in immoral purposes in Giorgio Bianchi’s The Moralist (1959).

The turning point of the sixties

Starting from The Great War directed by Mario Monicelli in 1959 (in which he plays an indolent and ambushed soldier, forced in spite of himself to die as a hero), he distinguished himself as a versatile interpreter, also falling into dramatic roles. Among the important interpretations of this decade are the second lieutenant Innocenzi di Tutti at the home of Luigi Comencini (1960) the inflexible policeman forced to capitulate in front of the powerful in shift in The Vigilant of Luigi Zampa (1960), the journalist Silvio Magnozzi of A difficult life of Dino Risi (1961), the small overburdened businessman willing to sell an eye to rearrange his finances and satisfy an all too demanding wife in Vittorio De Sica’s boom (1963), the young doctor willing to any compromise to make a career, until he became primary in a luxury clinic in the diptych Il medico della mutua by Luigi Zampa (1968) and Il prof. dr. Guido Tersilli head of the Villa Celeste clinic affiliated with the mutuals of Luciano Salce (1969), the publisher who started looking for his brother-in-law who was missing in Africa. Will our heroes be able to find the friend who mysteriously disappeared in Africa? by Ettore Scola (1968).

In 1969 he was a member of the VI Moscow International Film Festival.

Among the characters of the ’70s there are the surveyor imprisoned for no reason while he is on vacation of Prisoner awaiting trial by Nanni Loy (1971) (for this role he was awarded the Silver Bear at the Berlin Festival in 1972) and the slum that once a year together with his wife (Silvana Mangano) organizes endless card games in the luxurious villa of a rich and bizarre lady with secretary and former lover in tow (played by Bette Davis and Joseph Cotten) in Lo Scopone Scientifico by Luigi Comencini (1972), up to the dramatic role he plays in Mario Borgicelli’s Un borghese piccolo piccolo (1977), considered by critics to be the pinnacle of his acting skills.

 He also dealt with free transpositions of Molière (The imaginary patient of 1979 and The miser of 1990, both directed by Tonino Cervi) and Romance of a poor young man, directed in 1995 by Ettore Scola, who, in 2003, after his death, he will dedicate the film Gente di Roma to him. Holder of five silver ribbons, seven David di Donatello and many other minor prizes, he obtained the Golden Lion for Lifetime Achievement at the Venice Film Festival in 1995.

As a director

As a director he directed a total of 19 films, starting in 1966, when he made two: Fumo di Londra, based on the behavioral and social shortcomings of an Italian traveling abroad (a theme already addressed by Gian Luigi Polidoro in many of his films, including which The devil with Deaf himself, where he also began to enter the field of directing, since the film was almost entirely improvised) and Excuse me, are you in favor or against ?, portrait of a wealthy textile dealer, separated from his wife, with many lovers to keep as many as the days of the week in an Italy shaken by controversy over the possible introduction of divorce.

He directed three films starring Monica Vitti beyond himself: Amore mio helps me (1969), Polvere di stelle (1973) and I know that you know that I know (1982).

Among the other works behind the camera remain An Italian in America, together with Vittorio De Sica (1967), As long as there is war there is hope (1974) and the episode The intelligent holidays from the collective Where are you going on vacation? (1978).

The latest films

The films shot in the last phase of his career, from the 1980s onwards, were considered to be less thick: a decline partly influenced by the general decline of the Italian comedy trend, but also due to a certain tendency by Deaf himself to re-propose in those years a type of character now dated and no longer very original. However, there was no lack of appreciation from the public and critics, as in the historical comedy Il marchese del Grillo by Mario Monicelli (1981), where Sordi falls in the double role of a Roman nobleman dedicated to the pranks and a common carbonaro his double.

The diptych of films, including direct ones, Il taxiinaro from 1983 (where they appear, playing themselves Giulio Andreotti, Silvana Pampanini and Federico Fellini) and Un tassinaro a New York (1987) are also worth mentioning. He also worked with Carlo Verdone (considered by some to be his natural heir, while pursuing very different styles and themes) in the films In viaggio con papà, directed by Sordi (1982) and Troppo forte, directed by Verdone (1986). Also significant was the role of an incorruptible and unprejudiced judge in the film Tutti dentro in 1984, with the themes at the center, anticipating the events of Tangentopoli, rampant political corruption and media exposure of the judiciary.

Among the latest films, Deaf had a special interest, as he said in some interviews, Nestore, the last race (1994), where he played a coachman not yet resigned to take his horse to the slaughterhouse. The last film he directed was Incontri forbiti (1998) alongside Valeria Marini, presented again in 2002 with different editing and another title, Marry me dad.

Private life

In spite of his extroverted public image and overflowing personality, Sordi always kept an extreme reserve on his private life, of which few details are known. A practicing Catholic, he had no children and never married, the only confirmed romantic relationship was that he had with Andreina Pagnani, almost fifteen years older than him, which lasted nine years. They met in 1941 during a dubbing.

Aside from a stay in Milan to attend the Accademia dei filodrammatici, Alberto Sordi always lived in Rome. He lived from birth until 1930 in via san Cosimato 7; later he moved to an apartment in via Venezia; later, at the death of his father in 1941, he moved to an apartment in via dei Pettinari and, from 1958 until his death, in a villa in via Druso (at the time via della Ferratella), located inside the archaeological park of the Baths of Caracalla and built in 1933 by Alessandro Chiavolini, for many years the special secretary of Benito Mussolini. He lived with his sisters and brother, his administrator, and with the secretary Annunziata Sgreccia.

He also maintained his reserve regarding political ideas. On the day of his eightieth birthday, on June 15, 2000, the mayor of Rome, Francesco Rutelli, however, symbolically gave him the tricolor band, appointing him honorary mayor for a day as a tribute to one of the most illustrious citizens. On the subject of football passion he never made a mystery of being a big fan of A.S. Rome, not failing to make his passion shine through in some films.

The last apparitions and death

Deaf fell ill with lung cancer in 2001 and since then his public outlets thinned out. One of his last television appearances dates back to 18 December 2001, in the Porta a Porta program conducted by Bruno Vespa and dedicated entirely to him. He participated again in July of that year in the Italians in the world program presented by Pippo Baudo, his last public participation. Afflicted during the entire winter season by forms of pneumonia and bronchitis, Alberto Sordi died on the evening of February 24, 2003 at the age of 82, in his home. The body, subjected to embalming, was transferred to the weapons room of the Capitol, where for two days he received the uninterrupted tribute of an immense crowd; on February 27 the solemn funeral was held in the Basilica of San Giovanni in Laterano in the presence of over 250,000 people. Deaf rests in the family tomb at the monumental cemetery of Verano. The epitaph on the plaque reads: Sor Marchese, it’s time, taken from one of his most famous films, The Marquis of Grillo.

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