M.I.S.E. 52^ EMISSIONE 2022, del 26 Ottobre, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica ” le Eccellenze dello spettacolo” dedicato a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia

M.I.S.E. 52^ EMISSIONE 2022, del 26 Ottobre, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica ” le Eccellenze dello spettacolo” dedicato a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia dal valore indicato in B, corrispondente ad €1.20.

  • data: 26 ottobre 2022
  • dentellatura: 11 con fustellatura
  • dimensioni francobollo:  30 x 40 mm
  • stampa: in rotocalcografia
  • tipo di cartabianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco)
  • stampato: I.P.Z.S. Roma
  • tiratura: 315.000
  • valoreB = € 1,20
  • colori: tre
  • bozzettistaT. Trinca
  • num. catalogo francobolloMichel 4445 YT _4205__ UNIF ________
  • Il francobollo: La vignetta raffigura il ritratto di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia in primo piano su una pellicola cinematografica. Completa ogni francobollo le rispettive legende “FRANCO FRANCHI 1928 – 1992”, “CICCIO INGRASSIA 1922 – 2003”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.

Se sei interessato all’acquisto di questo francobollo lo puoi acquistare al prezzo di € 1,80; basta inviare una richiesta alla email: protofilia1@gmail.com

Franco FRANCHI

Franco Franchi, pseudonimo di Francesco Benenato (Palermo, 18 settembre 1928 – Roma, 9 dicembre 1992), è stato un attore, comico, cantante e conduttore televisivo italiano.

Franco Franchi

Insieme a Ciccio Ingrassia ha formato una coppia di comici entrata nella storia della cinematografia italiana, nota come Franco e Ciccio, protagonista di oltre un centinaio di film di grande successo. Gli venne dedicato, insieme a Ingrassia, il film-documentario Come inguaiammo il cinema italiano – La vera storia di Franco e Ciccio, del 2004.

Biografia

Nato a Palermo il 18 settembre del 1928 in una poverissima famiglia proletaria, quartogenito di diciotto figli, raccontò poi come egli salasse le pietanze di legumi perché i fratelli e i cugini ne mangiassero meno, ovviamente a suo favore. Non riuscì a completare neanche le elementari poiché dovette iniziare a lavorare con il padre come muratore. Poi i genitori emigrarono in cerca di fortuna e lui restò a Palermo lavorando inizialmente come artigiano, realizzando icone sacre sui marciapiedi, poi come garzone in pasticceria e anche come facchino alla stazione. Non mancarono momenti nei quali, spinto dall’indigenza, fu costretto a piccoli furti. Fu sempre attratto dalla recitazione e dalla comicità, arti in cui era dotato; girava per la città come banditore, suonando la grancassa e aggiungendo elementi di comicità alle sue esibizioni e venne notato da Salvatore Polara, un musicista napoletano che nel 1945 lo inserì nel suo gruppo, gli Striscianti, dove ricevette uno stipendio di 6 lire a settimana. Qui realizzò concerti musicali per le vie, le piazze e per i ristoranti di tutta la Sicilia, nella cosiddetta posteggia, nonché spettacoli comici all’aperto e animazioni per cerimonie come matrimoni e battesimi, occupazione dalla quale nacque il suo primo personaggio, “Ciccio Ferraù”. Divenne imitatore di personaggi famosi come Totò, Benito Mussolini e Adolf Hitler, e la sua mimica facciale divenne fonte di curiosità nel pubblico e in alcuni attori di teatro, che presero da lui degli spunti. Entrato nel 1948 in un circo in qualità di tuttofare, vi rimase poco tempo e lasciò anche la compagnia di Polara, rimanendo nuovamente disoccupato. Ebbe alcuni problemi con la giustizia per piccoli furti e, nel 1950, fu arrestato. Quando uscì andò a lavorare come posteggiatore nel nord Italia e fece il servizio militare a Bologna; al suo ritorno in Sicilia, riprese a fare l’attore. Conobbe e sposò Irene Gallina dalla quale ebbe due figli, Maria Letizia, il 31 luglio 1961, e Massimo, il 10 maggio 1965. Debuttò al teatro Golden di Palermo nel 1950.

All’inizio degli anni cinquanta conobbe Francesco Ingrassia, detto Ciccio, attore in una compagnia teatrale, iniziando una lunga collaborazione che avrebbe dato vita a una coppia destinata al grande successo realizzando insieme 132 film, prevalentemente negli anni sessanta (uno nel 1960, sei nel 1961, sette nel 1962 e 1963, 22 nel 1964). Furono tutti sostanzialmente dei successi di pubblico ma quasi sempre ignorati dalla critica. Nel 1964 i loro film incassarono circa 7 miliardi e 300 milioni (il 10% degli incassi dei film italiani in quell’anno).

Anni settanta e ottanta

Il sodalizio fra i due non fu continuo e ci furono accesi contrasti che portarono a separazioni momentanee; nei periodi di separazione Franco continuò a interpretare lo stesso genere di film, come le parodie Ultimo tango a Zagarol e Ku-Fu? Dalla Sicilia con furore (entrambi del 1973) e si occupò anche di satira nei film Il sergente Rompiglioni (1973) e Il sergente Rompiglioni diventa… caporale (1975). Fece anche il cantante e nel 1970 prese parte al 18º Festival della Canzone Napoletana, dove si aggiudicò il secondo posto con il brano O divorzio insieme a Angela Luce; alla stessa manifestazione propose anche A mossa, interpretata in abbinamento con Mirna Doris; entrambi i brani furono pubblicati su 45 giri. Incise anche un LP con canzoni, melodiche e romantiche. La coppia si riavvicinò nel 1974, allorché Ingrassia lo scelse per interpretare il suo film Paolo il freddo. Nel 1978 incise una canzone con Ilona Staller, dal titolo Cappuccetto Rosso; incise anche la sigla, Skateboard, di un programma televisivo da lui condotto, Buonasera con… , nel 1978.

Franco e Ciccio insieme in una scena

Negli anni ottanta ridusse notevolmente la sua presenza al cinema e volle impegnarsi anche in film drammatici. Tra il 1981 e il 1982 insieme a Ciccio Ingrassia fecero parte del programma televisivo Patatrac, con la partecipazione di Luciana Turina. Seguirono poi Ridiamoci sopra, affiancati da Nadia Cassini, Beauty Center Show insieme a Barbara Bouchet e Bene, bravi, bis con Edwige Fenech, grazie al quale si aggiudicarono il Telegatto come miglior varietà dell’anno.

Nel 1984 apparve in Kaos, dei fratelli Taviani, sempre in coppia con Ingrassia e nel 1987 ebbe una parte in Tango blu di Alberto Bevilacqua.

In quegli anni iniziò a lavorare per la Fininvest con Ciccio. Il critico Tatti Sanguineti, alla presentazione del documentario Come inguaiammo il cinema italiano, dichiarò che in quel periodo Franchi e Berlusconi collaborarono nello scrivere i testi di alcune canzoni, che sarebbero state usate dalla coppia in alcuni spettacoli e successivamente dal futuro presidente del Consiglio e Mariano Apicella.

Gli ultimi anni e la morte

Nel 1989 il giudice Giovanni Falcone gli inviò un avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta che avrebbe portato al cosiddetto maxiprocesso quater con l’accusa di associazione mafiosa, sulla base delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Antonino Calderone, che affermava di avere incontrato qualche volta Franco Franchi a Catania in occasioni di feste in cui partecipavano i principali boss mafiosi dell’epoca. Egli ammise di aver incontrato vari boss, ma solo in quanto invitato in alcune occasioni come personaggio famoso. L’aver conosciuto esponenti di famiglie rivali indicava una sua totale estraneità, condizione che lo prosciolse dalle accuse. Nel 1989 prese parte con Ciccio Ingrassia, alla miniserie Tv Io Jane, tu Tarzan su Rai1. Nel luglio del 1992, a Napoli, durante le registrazioni del varietà di Rai 3 Avanspettacolo, venne ricoverato in ospedale a causa di un attacco cardiaco; stanco e malato di cirrosi epatica, rientrerà solo nell’ultima puntata. Quasi privo di voce giustificherà questo ritardo dicendo: “Sono stato in paradiso ma non mi hanno voluto“, per poi congedarsi definitivamente dalle scene chiedendo un applauso “a quanti ci hanno voluto bene“. Nell’ottobre dello stesso anno tornò un’ultima volta in tv, in una puntata di “Domenica In…” dove insieme al sodale Ciccio e ad Alba Parietti eseguì lo storico cavallo di battaglia “Tre briganti e tre somari”. Morì il 9 dicembre 1992, all’età di 64 anni, nella clinica Villa Mafalda di Roma, dove era ricoverato. Al suo funerale parteciparono migliaia di persone. Riposa nel Cimitero di Santa Maria dei Rotoli di Palermo (articolo parzialmente estrapolato dal sito Wikipedia).

Ciccio INGRASSIA

Francesco Ingrassia, detto Ciccio (Palermo, 5 ottobre 1922 – Roma, 28 aprile 2003), è stato un attore, comico, regista, sceneggiatore, conduttore televisivo e cantante italiano.

Ciccio Ingrassia

Insieme a Franco Franchi formò il famoso duo comico Franco e Ciccio, entrato nella storia della cinematografia italiana. La coppia girò più di 100 film tra gli anni sessanta e ottanta, e si distinse anche nel mondo dello spettacolo, tra televisione (apparizioni e conduzione di programmi di successo) e teatro.

Nel corso della sua lunga carriera cinematografica, Ingrassia è stato candidato più volte alla vittoria di svariati premi, tra cui il Ciak d’Oro ed il David di Donatello.

Giovinezza

Nacque a Palermo, nel quartiere Il Capo, in via San Gregorio, il 5 ottobre 1922. Molte biografie riportano il 1923, ma si tratta di un refuso giornalistico che il comico non si è mai premurato di correggere. Quartogenito dei cinque figli di Pietro Ingrassia (muratore) e di Nunzia Motta (casalinga), di modestissime condizioni economiche. Sin dall’infanzia manifestò uno scarso interesse per l’istruzione e una propensione all’umorismo.

Ma il suo vero e proprio esordio sulle assi del palcoscenico risale a qualche anno più tardi, in pieno conflitto mondiale: nel 1944, infatti, dopo una lunga frequentazione del “Bar degli artisti”, autentico raduno di celebrità in erba. Alla fine della guerra si trasferì a Torino, dove si misurò, al fianco di un esordiente Gino Bramieri, nel genere della parodia che allora godeva dei favori del pubblico. Durante una recita milanese, nel 1957, Ingrassia conobbe una componente di una scalcagnata orchestra di tabarin, Rosaria Calì (1926-2019), con la quale convolò a nozze a Genova il 5 settembre 1960 ed ebbe da lei il figlio Giampiero, nato il 18 novembre 1961, che più tardi seguirà le sue orme.

Franco e Ciccio

All’inizio degli anni cinquanta, Ingrassia era attore in una compagnia teatrale, con regolare contratto. Per le strade di Palermo incontrò quasi casualmente Francesco Benenato, che presto acquisisce il nome d’arte di Franco Franchi, iniziando un lungo sodalizio artistico cinematografico, che avrebbe dato vita a una coppia definita d’oro per il grande successo che ebbe di pubblico e di botteghino. Nel 1954, si esibirono per la prima volta insieme. Il primo spettacolo era dedicato alla canzone napoletana Core ‘ngrato. Nella stagione 1961/62, presero parte all’opera Rinaldo in campo, diretta da Garinei e Giovannini, con Delia Scala, Paolo Panelli e Domenico Modugno. Essi realizzarono insieme centotrentadue film, prevalentemente nella prima metà degli anni Sessanta, lavorando anche con registi del calibro di Vittorio De Sica, Mario Bava, Lucio Fulci, Mario Mattoli, Steno, Pier Paolo Pasolini che li scritturò per l’episodio Che cosa sono le nuvole? nel film corale Capriccio all’italiana (1968), i fratelli Taviani, Castellano e Pipolo, Camillo Mastrocinque che li diresse nel film I motorizzati; Bruno Corbucci, Gianni Puccini, Luigi Comencini e lavorando con attori, quali: Buster Keaton, Vincent Price, Totò, Aldo Fabrizi, Peppino De Filippo, Walter Chiari, Virna Lisi, Franca Valeri etc. Nella stagione 1963/64, presero parte all’opera teatrale Tommaso d’Amalfi, diretta da Eduardo De Filippo, insieme a Domenico Modugno (che li diresse nel film Tutto è musica del 1963). Nella stessa stagione furono ospiti fissi del programma Cantatutto, presentato da Claudio Villa, Milva e Nicola Arigliano. Nel solo 1964 realizzano ben ventidue film, incassando circa sette miliardi e trecento milioni di lire, circa il 10% dei proventi della filmografia italiana in quell’anno. Sebbene apprezzati dal pubblico, i loro lavori furono sovente snobbati dalla critica. Molti film sono incentrati sul tema della mafia, giocando inizialmente sullo stereotipo siciliano-mafioso come L’onorata società di Riccardo Pazzaglia e la serie che segue I due mafiosi di Giorgio Simonelli. Altri s’incentrano sulla satira umoristica della società prendendo di mira la politica (I 2 deputati di Giovanni Grimaldi), la religione (Don Franco e Don Ciccio nell’anno della contestazione di Marino Girolami), lo sport (I due maghi del pallone di Mariano Laurenti), la giustizia (Riuscirà l’avvocato Franco Benenato a sconfiggere il suo acerrimo nemico il pretore Ciccio De Ingras? di Mino Guerrini), di genere western (I due sergenti del generale Custer di Giorgio Simonelli), film con titoli demenziali (Come rubammo la bomba atomicaCome svaligiammo la Banca d’ItaliaCome inguaiammo l’esercito di Lucio Fulci) o incentrati semplicemente sui personaggi (I due pompieri di Bruno Corbucci, I due assi del guantone di Mariano Laurenti, Franco e Ciccio e le vedove allegre di Marino Girolami) e musicali (Nel sole di Aldo Grimaldi, con Albano Carrisi e Romina Power, Stasera mi butto di Ettore Maria Fizzarotti, con Rocky Roberts e Giancarlo Giannini o Lisa dagli occhi blu di Bruno Corbucci, con Mario Tessuto). Recitarono in film realizzati in fretta e con pochi mezzi, come quelli girati con il regista Marcello Ciorciolini, arrivando a realizzarne in un anno anche una decina, spesso privi di una vera e propria sceneggiatura e dove spesso improvvisavano sul set; di migliore fattura risultano i tredici film diretti da Lucio Fulci che fu l’artefice del ribaltamento dei loro ruoli tipici, facendo diventare Ciccio quello serio, la spalla, e Franco quello comico. Considerati da sempre, come protagonisti di film trash, vennero successivamente rivalutati per la loro comicità e le capacità creative, divenendo oggetto di studio. Alla fine degli anni sessanta, fu proposto loro di prendere parte al film Pinocchiaccio di Nello Risi, nei ruoli del gatto e della volpe, ma il progetto non vide mai la luce. Successivamente, interpretarono tale ruolo nel noto sceneggiato Rai Le avventure di Pinocchio (1972) di Luigi Comencini, insieme a Gina Lollobrigida, Andrea Balestri e Nino Manfredi. Nel 1966 presentarono la loro prima trasmissione televisiva I due nel sacco, andata in onda sul Programma Nazionale. Si trattava della riproposizione televisiva delle gag che gli attori presentavano con successo al cinema. Nel 1967, invece, affiancarono Alberto Lupo alla conduzione di Partitissima. Seguì, successivamente, la pubblicità. La coppia, infatti, fu protagonista del Carosello della Cera Grey. In questa pubblicità rivestivano i panni di Evaristo e Casimiro. Addirittura, furono protagonisti di una serie di fumetti, con 16 album pubblicati tra il 1967 e il 1968. Il 15, 16 e 17 giugno 1972 presero parte alle tre serate finali di Un disco per l’estate, condotte da Corrado e Gabriella Farinon. Furono ospiti fissi insieme a Raffaella Carrà, Minnie Minoprio, Gino Cervi e Paolo Panelli.

Franco e Ciccio insieme

da solo

Ciò non deve far pensare che l’amicizia tra Franco e Ciccio fosse stabile: ci furono, e spesso in diretta televisiva, sonore litigate fra i due (storica è rimasta la baruffa nella trasmissione Ricomincio da due (1990/91), condotta da Raffaella Carrà in diretta). In genere Ciccio accusava Franco di megalomania, mentre Franco rimproverava al compagno una certa arroganza. Il momento di maggior crisi fra i due si ebbe tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta. Contribuì la decisione di Ciccio di voler interpretare un ruolo drammatico in La violenza: quinto potere di Florestano Vancini del 1972, insieme a Enrico Maria Salerno, Mariangela Melato e Gastone Moschin. Tutto ebbe inizio nel 1970, quando Ciccio si esibì a Canzonissima, per cantare Canto pè magnà (parodia della celebre canzone Tanto pè cantà di Petrolini e portata al successo da Nino Manfredi al Festival di Sanremo dello stesso anno). Grazie a questa sua esibizione comica, Ingrassia si attirò le simpatie di molti registi di genere drammatico. Nei primi anni settanta, Franchi aveva partecipato al Festival di Napoli come cantante, suscitando qualche irritazione nel partner, che ebbe a dichiarare: «Franchi s’è messo in testa di fare il cantante. E adesso per la musica trascura il cinema che è il nostro pane quotidiano.» Ingrassia, da parte sua, ruppe il patto non scritto di rifiutare parti soliste per partecipare al film drammatico Violenza: quinto potere, ma la rottura definitiva si ebbe nel 1972, all’indomani della partecipazione alla serie televisiva Pinocchio, quando Ingrassia, ricoverato per una grave forma di ulcera perforata, si vide sostituito da Luigi Pistilli come partner di Franchi nel film Il gatto di Brooklyn aspirante detective (che in origine si sarebbe dovuto intitolare Il gatto di Siracusa e la volpe di Trapani).

Alla base della rottura vi era anche una diversa visione delle loro scelte artistiche, che il più ambizioso Ingrassia avrebbe voluto più ponderate, dando più peso alla qualità che alla quantità. Nei periodi di lontananza da Franco, Ciccio continuò la sua carriera, interpretando, tra i molti ruoli, lo zio matto in Amarcord di Federico Fellini (1973) e l’onorevole Voltrano in Todo modo di Elio Petri (1976), tratto dall’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia, che gli valse il Nastro d’argento al migliore attore non protagonista. Una breve riconciliazione avvenne nel 1973, quando il Programma Nazionale commissionò una commedia in siciliano, Il cortile degli Aragonesi, che fu rappresentata una sola volta e poi trasmessa in televisione.

Si cimentò poi anche come regista e aprì la casa di produzione Ingra cinematografica, dirigendo nel 1974 il film comico Paolo il freddo, con lo stesso Franco nel ruolo del protagonista eponimo, e nel 1975 L’esorciccio con Lino Banfi. Inizialmente sarebbe dovuto esserci un sequel del film intitolato L’esorciccio contro King Kong, ma poi il progetto non venne prodotto.

In questo periodo, inoltre, Ciccio realizzò un Carosello per l’azienda modellistica di trenini da collezione Lima.

Ritornarono a lavorare insieme, tra il 1976 e il 1977, in occasione del programma televisivo Due ragazzi incorreggibili, diretto da Romolo Siena e, del quale, erano i presentatori. Il programma includeva la miniserie tv Sandogat, diretta da Mario Amendola e Bruno Corbucci, parodia di Sandokan di Sergio Sollima. Qualche mese prima, si erano riuniti grazie all’intervento di Mike Bongiorno, in una puntata di Ieri e oggi. Nel 1979 prese parte al film L’ingorgo di Luigi Comencini, al fianco di Alberto Sordi, Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi e Stefania Sandrelli.

Anni ottanta e novanta

Il muro che si era creato tra lui e Franco cadde nel 1980, quando si scusò pubblicamente a Domenica in e la riconciliazione ufficiale avvenne in diretta televisiva, grazie all’intervento di Pippo Baudo. Così per la coppia arrivò un ulteriore importante riconoscimento sia di pubblico sia di critica per l’interpretazione nel film Kaos, diretto nel 1984 dai fratelli Paolo e Vittorio Taviani, dell’episodio tratto dalla novella di Pirandello La giara, in cui Ciccio interpretò la parte dell’attore protagonista. Nel 1981 vinse l’undicesima edizione del Premio simpatia. Questi furono gli anni della loro consacrazione televisiva. Difatti, ebbero la possibilità di condurre varie trasmissioni televisive di successo (sia per le reti Rai che Mediaset). Nel 1980 passarono in Rai e furono scelti da Gianni Boncompagni per condurre il programma Drim, insieme alla figlia Barbara Boncompagni. Dopo il grande successo, furono confermati anche per la trasmissione Patatrac (1981), coadiuvati dalla cantante Luciana Turina. Tramontato il periodo dei caroselli e con l’avvicendamento degli spot pubblicitari e della tv commerciale, Franco e Ciccio divennero i testimonial dei rasoi Bic, uno dei primi rasoi usa e getta approdati in Italia. Fra il 1981 e il 1982 fu programmato questo spot in cui, F. e C., cantavano sulle biciclette la loro canzone E mi pareva strano, con il testo opportunamente modificato in funzione del prodotto che pubblicizzavano Nel 1982 presentarono Ridiamoci sopra con Nadia Cassini, diretti da Romolo Siena e su testi scritti da Dino Verde. Nel 1983 passarono alla conduzione di Beauty Center Show insieme a Barbara Bouchet, con la quale lavorarono anche nel film Crema, cioccolata e… paprika (1981) di Michele Massimo Tarantini, insieme a Renzo Montagnani. Nel 1984, invece, condussero il varietà Bene, bravi, bis, affiancati da Edwige Fenech. Grazie a quest’ultimo, si aggiudicarono i Telegatti 1984, come miglior varietà. Nel 1985/86, insieme a Gigi Sabani e Celeste Johnson, affiancarono Maurizio Costanzo alla conduzione di Buona Domenica, in onda su Canale 5. Nel 1986, durante Grand Hotel, Ciccio ebbe un malore e venne rimpiazzato dal figlio Giampiero. Da quell’anno in poi, intraprese una notevole carriera teatrale. Tra le altre, prese parte alle opere teatrali Classe di ferro (1986) di Aldo Nicolaj, insieme a Gianni Santuccio e Effetti d’un sogno interrotto (1987) di Vittorio Franceschi. Nel 1988 recitò nel ruolo di Gianloreto Bonacci nel film Domani accadrà di Daniele Luchetti, insieme a Paolo Hendel, Margherita Buy e Nanni Moretti (anche produttore del film). Ciccio avrebbe dovuto essere Alfredo nel film Nuovo Cinema Paradiso (1988) di Giuseppe Tornatore, ma venne scartato dalla produzione. È stato il suo più grande rammarico, tant’è che lo dichiarerà in svariate interviste.. A tal proposito, si ricorda una sua intervista a Il Laureato, da parte di Piero Chiambretti. Nel 1989 prese parte alla fiction Classe di ferro, insieme a Rocco Papaleo e al figlio Giampiero. Nello stesso anno, avrebbe dovuto prendere parte alla fiction I promessi sposi di Salvatore Nocita, ma rifiutò. Insieme, invece, presero parte alla miniserie TV Io Jane, tu Tarzan di Enzo Trapani, insieme a Carmen Russo e a Wess, su Rai 1. Tale miniserie fu pubblicizzata dalla coppia, insieme a Carmen Russo, al Festival di Sanremo 1989, condotto da Rosita Celentano, Paola Dominguín, Danny Quinn e Gianmarco Tognazzi . Nel 1990 prese parte a due film: Viaggio d’amore di Ottavio Fabbri, con Omar Sharif e Maria Grazia Cucinotta (alle prime armi) e Il viaggio di Capitan Fracassa di Ettore Scola, con Massimo Troisi, Ornella Muti e Claudio Amendola. Dal 5 al 10 settembre 1990, furono ospiti fissi della trasmissione Il gioco dei 9, condotta da Gerry Scotti su Canale 5. A partire dal 12 gennaio 1991, furono ospiti fissi de La Banda dello Zecchino presentata da Ave Ninchi e Gianfranco Agus, affiancati da Lisa Russo e Guido Cavalleri. Il 12 maggio 1991 affiancarono Elisabetta Gardini e Leo Gullotta alla conduzione de La festa della mamma, in onda su Rai 1. Nel 1992 Franco e Ciccio tornarono insieme per il programma di Rai 3 Avanspettacolo, ma l’esperienza non ottenne il consenso sperato, poiché il primo si ammalò di cirrosi epatica. Di conseguenza, Ingrassia fu costretto a proseguire da solo, conducendo tutte le altre puntate rimaste.

Gli ultimi anni

Franco e Ciccio continuarono a partecipare a vari programmi televisivi, sia come presentatori che come ospiti, fino alla morte di Franco, nel 1992. Piano piano, Ingrassia ridusse la sua presenza in televisione (salvo rare occasioni). Il 13 dicembre 1992 fu ospite di Alba Parietti e Toto Cutugno a Domenica In, per ricordare Franco, scomparso quattro giorni prima. Ciccio fece ancora qualche sporadica apparizione cinematografica, come in Condominio (1991) di Felice Farina (grazie al quale vinse il David di Donatello per il miglior attore non protagonista) e in Giovani e belli (1996) di Dino Risi, insieme ad Anna Falchi (grazie al quale ottenne una candidatura come miglior attore non protagonista ai David di Donatello, senza vincere il premio), per poi smettere definitivamente nel 1997, perché, come riferito dal figlio Giampiero, dopo la morte di Franco aveva ormai perso ogni stimolo. Il 20 febbraio 1994 fu ospite di Alessandro Cecchi Paone e Paola Perego a Mezzogiorno in famiglia, dove impersonò, in uno sketch, la figura di un puparo. Sempre nel 1994 tornò in teatro per l’ultima volta, recitando nella piéce drammatica Don Turi e Gano di Magonza presso il Teatro Stabile di Palermo. Da questo periodo in avanti, scelse con parsimonia i suoi impegni: nel 1995 compare nel film Camerieri di Leone Pompucci, insieme a Paolo Villaggio, Diego Abatantuono e Antonio Catania (ottenendo una candidatura ai Nastri d’argento e una ai David di Donatello, non riuscendo a vincere i premi) e, nel 1997, nel film Fatal Frames – Fotogrammi mortali di Al Festa, nei panni di un mendicante. Il 2 giugno 1995 ricevette l’onorificenza come Commendatore Ordine al merito della Repubblica Italiana, dall’allora presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfaro Il 16 settembre dello stesso anno, nella serata finale del “Salerno Festival”, ricevette lo Charlot d’oro alla carriera da Willy Molco, nella trasmissione di Rai 3 Risate d’estate, condotta da Nino Frassica. Nel 1998, rifiutò la parte di Don Totò nel film Totò che visse due volte di Daniele Ciprì e Franco Maresco, per via della sua scelta di abbandonare il mondo del cinema. La sua ultima apparizione televisiva, invece, risale al 7 luglio 1999, in una puntata del Maurizio Costanzo Show, dedicata a Federico Fellini. Da allora in poi, rimase completamente fuori dal mondo dello spettacolo e le sue uscite pubbliche si diradarono. Nel 2001 si ammalò e rifiutò moltissime proposte di lavoro. «Non ho dormito per tanti anni, ora mi riposo», amava rispondere a chi gli chiedeva il motivo del suo rifiuto a partecipare alle trasmissioni televisive cui veniva invitato. In realtà, come ricorda il figlio Giampiero, Ingrassia era impegnato a combattere la malattia e si rinchiuse in casa perché non sopportava di farsi vedere in quelle condizioni. In occasione dei dieci anni della scomparsa dell’amico e collega Franco Franchi, rilasciò un’intervista a la Repubblica, risalente al 7 dicembre 2002. Il 18 dicembre successivo, avrebbe dovuto prendere parte alla cerimonia del “Premio Nazionale Franco Franchi”, presso il Teatro Politeama di Palermo, ma non poté parteciparvi per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Nel 2003 (anno della sua dipartita), la Rai mandò in onda una puntata di Ritratti (la rubrica di Giancarlo Governi), dedicata alla storia della celebre coppia. Come dichiarato dallo stesso Ingrassia, nella sua ultima intervista, egli ne rimase molto sorpreso e soddisfatto.

La morte

Morì improvvisamente al Policlinico Agostino Gemelli di Roma, il 28 aprile 2003, a 80 anni, per problemi respiratori di cui soffriva dal 2001. I funerali religiosi, a cui presenziarono amici e colleghi dello spettacolo (tra cui Giancarlo Magalli, Lorella Cuccarini, Rodolfo Laganà, Barbara D’Urso, Rossana Casale, Giorgio Bracardi e Rocco Papaleo) vennero celebrati il 30 aprile, nella Basilica di Sant’Agnese fuori le mura, in via Nomentana, nel quartiere Trieste. Dopo la cerimonia funebre, il feretro venne tumulato in un loculo nel Cimitero Monumentale del Verano. L’epitaffio sulla tomba recita: «Stringimi solo per un po’ sai che mi farai sorridere […] ». Con la sua scomparsa si chiuse così definitivamente il ciclo di quella comicità spontanea, scanzonata, satirica e mai volgare, a cui egli aveva dato “il volto triste della risata”, come disse di lui Nino Manfredi. Alla morte venne omaggiato dall’amico Pippo Baudo: “Un grande artista vero, sincero ma che, da solo o con Franchi, non è stato mai volgare. Una persona riservata, piena di doti e sensibilità”. E da Antonio Albanese: “Mi ha sempre attratto la sua bella fisicità, un fondamento della comicità. E la sua onestà, la sua capacità di stupirsi. Un vero siciliano, nobile e popolare insieme”. L’attore Pino Caruso, siciliano come lui, dichiarò: “Somatizzava quella fantasia folle di Palermo. Anche il suo fisico rappresentava quel sentimento. Lui, che invece, era un saggio un po’ schivo” (articolo parzialmente estrapolato dal sito Wikipedia).

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