M.I.S.E. 47^ EMISSIONE 2022, del 22 Ottobre, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica” le eccellenze del sistema produttivo ed economico” dedicato alla LANCIA LAMBDA, nel centenario della commercializzazione

M.I.S.E. 47^ EMISSIONE 2022, del 22 Ottobre, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica” le eccellenze del sistema produttivo ed economico” dedicato alla LANCIA LAMBDA, nel centenario della commercializzazione, dal valore indicato B, corrispondente ad €1.20.

  • data: 22 ottobre 2022
  • dentellatura: 11 effettuata con fustellatura.
  • dimensioni francobollo: 40 X 30  mm
  • stampa: in rotocalcografia
  • tipo di cartabianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco)
  • stampato: I.P.Z.S. Roma
  • tiratura: 500.013
  • valoreB = € 1,20
  • colori: cinque
  • bozzettistaa cura del Lancia Club di Torino e ottimizzato dal Centro Filatelico della Direzione Operativa dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.
  • num. catalogo francobollo: Michel _4440_ YT _4200__ UNIF 4283___
  • Il francobollo: La vignetta riproduce un esemplare della prima serie della Lancia Lambda su cui spicca, in alto a destra, il logo della Lancia. Completano il francobollo la legenda “LANCIA LAMBDA 1922”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.

Note: la fotografia raffigurante la Lancia Lambda è stata riprodotta su gentile concessione di Bartolomeo Falzone, Amministratore della Società Official Photographer Srls.L’auto d’epoca della Lancia Lambda è stata riprodotta su gentile concessione del proprietario Joachin Griese.
Il logo della Lancia è stati riprodotto su gentile concessione di FCA Group Marketing SpA.

  • Il chiudilettera: Il foglio contiene diciotto chiudilettera, in cui sono assenti la scritta “ITALIA” e il valore facciale, che riproducono ognuno un’opera pittorica di Massimo Grandi raffigurante un esemplare della prima serie della Lancia Lambda; in alto, a sinistra, campeggia la legenda “LANCIA LAMBDA 1922” e, a destra, è riprodotto il logo della Lancia. Posizionati nelle colonne di sinistra e destra a delimitare i francobolli, presentano le medesime caratteristiche tecniche del francobollo, compresa la tracciatura. Dimensioni: 40 x 30 mm Tiratura: 330.042

Se sei interessato all’acquisto di questo francobollo lo puoi acquistare al prezzo di € 1,80; basta inviare una richiesta alla email: protofilia1@gmail.com

La Lancia Lambda è un’automobile di alta gamma, prodotta dalla casa italiana Lancia ed evoluta in nove serie, dal 1923 al 1931. Secondo gli storici la Lambda è considerata il primo dei due capolavori di Vincenzo Lancia ( il secondo sarà, nel 1936, l’ Aprilia), in quanto le numerose e importanti innovazioni tecniche che la caratterizzano, si riveleranno qualcosa di profetico, schiudendo orizzonti all’epoca impensabili per la costruzione automobilistica.

Particolare della struttura portante, innovativa in quel tempo

Il contesto

La Lambda nasceva ufficialmente nell’autunno del 1922, quando veniva esposta ai Saloni di Parigi e Londra ma la produzione vera e propria (e le consegne) iniziavano verso la metà del 1923.

Logo del Centenario

L’atto di nascita della Lambda risale però all’immediato dopoguerra, esattamente al 7 dicembre 1918, giorno in cui Vincenzo Lancia deposita la richiesta per il brevetto (rilasciato poi il 28 marzo 1919, col numero 171 922) di un nuovo modello di autovettura: il veicolo rappresentato negli schizzi tecnici ha la forma di un fuso, radiatore di forma circolare, la sospensione anteriore (semi-indipendente) a balestra trasversale, ma la caratteristica più rivoluzionaria è la soppressione del telaio convenzionale a longheroni sostituito da una membratura portante in lamiera imbutita disposta in maniera tale da far lavorare la scocca della vettura come una trave unica.

Il pianale risulta sensibilmente abbassato perché l’albero di trasmissione, abbandonata la classica sistemazione al di sotto del pavimento, è qui posizionato in un tunnel che passa all’interno dell’abitacolo (i passeggeri, dunque, vengono a sedere ai lati dell’albero di trasmissione anziché al di sopra di esso).

Secondo la testimonianza di Pinin Farina, l’idea della scocca portante sarebbe venuta al Lancia osservando la struttura di una nave in navigazione, mentre quella delle sospensioni anteriori indipendenti origina da un incidente – la rottura di una balestra anteriore – accaduto allo stesso Vincenzo Lancia nel corso di un viaggio con una Kappa e imputata ai continui notevoli sobbalzi dell’avantreno sul terreno sconnesso.

Secondo il Cav. Battista Falchetto – intervistato molti anni dopo – la prima riunione in cui il patron rivelava l’intenzione di realizzare una nuova vettura la cui struttura sopportasse gli organi meccanici senza ricorrere al classico telaio, risale al marzo 1921. In quella occasione, monsù Vincenzo esponeva anche l’idea di una sospensione anteriore da realizzare in modo tale da rendere le due ruote indipendenti: anche se questa soluzione tecnica non era in assoluto una primizia (già più di vent’anni prima, nel 1898, la vetturetta francese Decauville montava una sospensione a ruote indipendenti) si trattava comunque della prima applicazione su una vettura di serie di una certa diffusione. Sarà lo stesso Falchetto a sottoporre al “patron” una serie di schizzi (14 in tutto) con diverse soluzioni, tra le quali scegliere quella ritenuta più valida.

La Lambda prendeva forma: sotto l’occhio vigile del Lancia, i progettisti Rocco e Cantarini realizzavano il motore a 4 cilindri a V stretto rotante al bel regime di 3250 giri, mentre Scacchi (responsabile del reparto esperienze) ne eseguiva la messa a punto. Il 1º settembre 1921 il primo prototipo Lambda era pronto e Vincenzo in prima persona, accompagnato da Luigi Gismondi, iniziava i collaudi portandosi da Torino al colle del Moncenisio. Molte le variazioni che dal prototipo condurranno alla versione definitiva: la più importante sarà l’adozione dei freni anche sulle ruote anteriori (il prototipo ne era privo, proprio perché – curiosamente – Vincenzo Lancia aveva sempre mostrato diffidenza verso questa innovazione tecnica). Laboriosa si rivelerà anche la messa a punto della sospensione anteriore: poiché il sistema scelto era del tipo “a cannocchiale” (montanti telescopici con molle elicoidali disposte concentricamente ai montanti) non si poterono montare i soliti ammortizzatori a frizione e si dovette studiare l’adozione di un tipo di ammortizzatore idraulico a sua volta concentrico alla molla della sospensione.

Grazie alla sospensione a ruote indipendenti e alla rigidità della scocca, la tenuta di strada della Lambda risulterà di gran lunga superiore a quella delle altre automobili contemporanee, in particolare sui fondi sconnessi (ovvero sulla stragrande maggioranze delle strade dell’epoca) tanto da farne una vettura dalle prestazioni “stradali” notevoli, malgrado una potenza del motore buona ma non eccelsa e una velocità massima che, nelle prime serie, sarà inferiore ai 115 km/orari (nelle serie successive, salirà poi sino ad oltrepassare la soglia dei 120 all’ora).

Parecchie Lambda vennero impiegate nelle competizioni dove, a partire dalla seconda metà degli anni venti, si distinsero nella loro classe di cilindrata (la classe “3 litri” dei gruppi Turismo e Sport).

Lancia Lambda Ballon

La Lambda avrà una vita abbastanza longeva dal momento che sarà commercializzata in Italia per oltre 8 anni, dalla metà del 1923 sino all’autunno del 1931 quando, in occasione del Salone di Parigi, la Casa torinese lancerà la più convenzionale ed economica Artena.

Il totale di esemplari costruiti in 9 serie successivi risulterà di circa 13 000 (le diverse fonti forniscono dati discordanti ma le differenze sono di poco conto, visto che si va da un minimo di 12 999 ad un massimo di 13 003 “pezzi”). Venduta ad un prezzo elevato ma non proibitivo (in Italia la torpedo prima serie costava 43 000 lire) la Lambda ebbe successo anche sui mercati esteri, dove venne venduta con una certa facilità: mancano i dati riguardanti il periodo 1923-25, ma nel quinquennio che va dal 1926 al 1930, le esportazioni assorbirono più del 40% della produzione. L’auto fu acquisita anche dalla Regia Aeronautica.

Nel corso di questi otto anni, tutta la vettura sarà oggetto di miglioramenti, ma le modifiche più importanti saranno quelle apportate dalla 5ª serie (adozione del cambio a 4 rapporti anziché a 3), dalla 6ª serie (nascita della versione a passo allungato), dalla 7ª serie (aumento della cilindrata da 2121 a 2375 cm³ e della potenza da 49 HP a 59,4 HP) e dell’8ª serie (ulteriore incremento di cilindrata e potenza, portate rispettivamente a 2569 cm³ e 69 HP).

Di questo modello ne sono state realizzate ben nove serie, a partire dal 1923 al 1931.

Alcuni depliant della Lancia Lambda, reperiti su internet

Le Lambda alla Mille Miglia

Parecchie Lambda vennero impiegate nelle competizioni dove, a partire dalla seconda metà degli anni venti, si distinsero nella loro classe di cilindrata (la classe “3 litri” dei gruppi Turismo e Sport): nella prima edizione della Mille Miglia, che si svolse nei giorni 26 e 27 marzo 1927 le Lambda al via erano ben 10, di cui 5 iscritte dalla Casa.

Una immagine della Lancia Lambda nella Mille Miglia

Si trattava di 5 macchine a passo corto (quattro del tipo torpedo 218 e una con carrozzeria speciale su telaio 219) recanti i numeri di produzione 6691, 6697, 6698, 6705, 6991 e i corrispondenti numeri di autotelaio 16670, 16671, 16672, 16673 e 16972, le cui varianti rispetto agli esemplari di serie erano date da elaborazioni al motore (rapporto di compressione più elevato, ottenuto grazie a pistoni più alti e lubrificazione migliorata), da alleggerimenti alla carrozzeria, da una gommatura maggiorata (con la terza ruota di scorta montata lateralmente), dalla adozione di un serbatoio per il carburante più capiente e dal montaggio di una batteria supplementare.

Le vetture degli equipaggi Strazza/Varallo e Pugno/Bergia si classificheranno prime e seconda di classe ma soprattutto riusciranno ad occupare il quarto e quinto posto della graduatoria assoluta, immediatamente alle spalle delle OM (cui andranno la vittoria e le piazze d’onore). Il bilancio della partecipazione Lancia alla prima Mille Miglia è sintetizzabile in questi numeri: 10 Lambda alla partenza, 3 sole ritirate e 7 all’arrivo (tra cui 2 ai primi due posti della classe da 2 a 3 litri di cilindrata).

Probabilmente compiaciuto da questo esito più che positivo, Vincenzo Lancia in persona percorrerà con l’amico Strazza il tragitto Brescia-Roma-Brescia, dopodiché deciderà di preparare una versione della vettura più adatta al tracciato. Per la seconda edizione della corsa, in calendario per il 31 marzo 1928, venivano infatti allestite alcune unità potenziate e alleggerite. Tre di queste – carrozzate spider da Casaro su telaio 221 – recavano numeri di produzione 8612,8613 e 8614 (numeri dell’autotelaio: 18610, 18611, 18612) e costituivano la squadra ufficiale Lancia, mentre le altre sei – torpedo 223 – recavano i numeri di produzione 8603, 8607, 8608, 8609, 8610 e 8611 (numeri dell’autotelaio: dal 18604 al 18609) ed erano destinate a selezionati clienti (piloti-gentleman) della Lancia.

Le torpedo del tipo “223” si distinguevano esteriormente dalle normali torpedo di serie per i predellini (e i parafanghi) in posizione più alta da terra. Tanto le tre “spider Casaro” quanto le sei “torpedo” vennero munite dei primi motori da 2569 cm³ che equipaggeranno tutte le Lambda dell’ottava e nona serie. I motori montati su queste nove vetture destinate alla Mille Miglia risultavano potenziati grazie all’adozione di una testata in ghisa speciale costruita dalla azienda milanese Romagnoni & Pirotta (collettori di scarico esterni, molle valvole ad aghi, camere di scoppio a forma di cuneo) e pare superassero gli 80 hp e ruotassero ad un regime superiore ai 4000 giri al minuto. Altre varianti erano costituite dal serbatoio del carburante di capacità notevolmente maggiorata (180 litri), dal montaggio di un faro supplementare e di parafanghi in alluminio nonché da modifiche agli assali e alla trasmissione, dove variavano i rapporti del gruppo pignone/corona (12/47 contro i normali 12/50 oppure 11/49) e quelli del cambio (che erano I=3,13 invece di 3,19; II=1,86 invece di 1,89; III=1,40 invece di 1,45).

Questa volta la Lancia andrà vicina al colpaccio (cioè alla vittoria): a Tolentino, Gismondi/Valsania erano secondi a soli 6 minuti dall’Alfa Romeo 6C sovralimentata (munita cioè di compressore volumetrico) di Campari ma a Bologna, dopo 1.200 km di corsa, i minuti erano scesi a 3… la vittoria era a portata di mano, poi, quando mancavano poco più di 300 km all’arrivo, la vettura cedeva e il sogno svaniva. A tener alto il nome della Lancia rimaneva il valido Strazza, che recuperava posizioni su posizioni sino ad aggiudicarsi il 3° gradino del podio e la vittoria tra le “3 litri”. Il bilancio della partecipazione Lancia alla II Mille Miglia è il seguente: 15 vetture al via, 9 ritirate e 6 classificate (1°,3,4,5,8ºe10º posto nella graduatoria della consueta classe da 2 a 3 litri).

Locandina del centenario alla Reggia di Venaria

Negli anni successivi, le partecipazioni delle Lancia Lambda alla Mille Miglia diminuirono di numero e consistenza, tuttavia ancora nel 1929 l’equipaggio Strazza/Varallo (con uno spider Casaro) ottennero un brillante 4º posto assoluto (e la solita vittoria di classe) e altre 3 Lambda si piazzarono al 3º, al 4º e al 5º posto di classe. Dopo un 1930 avaro di risultati (un anonimo 10º posto di classe), due vetture di questo modello ebbero ancora modo di non sfigurare alla V edizione della Mille Miglia (1931) dove finirono per occupare il 5º e il 7º posto della classe 3 litri (testo parzialmente estrapolato dal sito Wikipedia).

Se sei interessato all’acquisto di questo francobollo lo puoi acquistare al prezzo di € 1,80; basta inviare una richiesta alla email: protofilia1@gmail.com

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