M.I.S.E. 37^ EMISSIONE 2022, del 07 Settembre, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “il Patrimonio artistico e culturale Italiano” dedicato a Bernardo Bellotto, nel III centenario della nascita
M.I.S.E. 37^ EMISSIONE 2022, del 07 Settembre, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “il Patrimonio artistico e culturale Italiano” dedicato a Bernardo Bellotto, nel III centenario della nascita, con valore indicato in B, corrispondente ad €1.20.
- data: 07 settembre 2022
- dentellatura: 9
- dimensioni francobollo: 48 x 40 mm
- stampa: in rotocalcografia
- tipo di carta: su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq
- stampato: I.P.Z.S. Roma
- tiratura: 300.000
- valore: B = € 1,20
- colori: quadricromia
- bozzettista: a cura del Centro Filatelico della Direzione Operativa dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato SpA.
- num. catalogo francobollo: Michel _4430__ YT _______ UNIF __4273___
- Il francobollo: La vignetta riproduce il dipinto “Il Rio dei mendicanti e la scuola grande Di San Marco” di Bernardo Bellotto, custodito nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Completano il francobollo le legende “Bernardo Bellotto – III Centenario”, “Il Rio dei Mendicanti e la Scuola Grande di San Marco”, “Gallerie dell’Accademia – Venezia”, la scritta “Italia” e l’indicazione tariffaria “B”.
Se sei interessato all’acquisto di questo francobollo lo puoi acquistare al prezzo di € 1,80; basta inviare una richiesta alla email: protofilia1@gmail.com
Bernardo Bellotto (Bellotti) (Venezia, 30 gennaio 1721 – Varsavia, 17 ottobre 1780) è stato un pittore e incisore italiano, cittadino della Repubblica di Venezia. È anche conosciuto con il nome di Canaletto, che usò su suggerimento dello zio Antonio Canal, titolare dello stesso pseudonimo. Succede oggi, ma accadeva anche in passato ed è il caso di Bernardo Bellotto (1722 –1780) artista che a inizio carriera si firmava addirittura “Canaletto”, prendendo in prestito il “nickname” dello zio, già star dell’arte, Antonio Canal (1697-1768), che a Venezia e non solo, tutti chiamavano appunto il Canaletto.
Biografia
Bernardo Bellotto nacque a Venezia il 30 gennaio 1721 (1720 more veneto) da Lorenzo e da Fiorenza Canal, sorella di Antonio Canal. Suo fratello minore Pietro Bellotto (1725-1805 ca.) fu anch’egli pittore. Bernardo Bellotto dimostrò un talento precoce nella pittura vedutistica, che saprà rendere fresca e gradevole. Nel 1738 si iscrisse alla corporazione dei pittori veneziani. Su suggerimento dello zio Antonio Canal nel 1742 si recò a Roma, passando per Firenze, Lucca e Livorno. In seguito lavorò in Lombardia al servizio dei conti Simonetta e a Torino dove realizzò due vedute per la corte sabauda. Durante un breve soggiorno a Verona probabilmente entrò in contatto con Pietro Guarienti a cui si deve la prima e unica biografia antica dell’artista.
Nei primi tempi della propria emancipazione professionale Bellotto si appoggiò al più famoso nome dello zio. Non a caso, nei paesi di lingua tedesca e in alcuni limitrofi, ancora oggi è indicato come “Bernardo Bellotto, genannt Canaletto” Le differenze caratteristiche del più giovane sono una più esatta osservazione e resa delle architetture, un trattamento più dinamico del cielo e dell’acqua, e chiaroscuri più drammatici, oltre naturalmente a una quantità assai più varia di luoghi ritratti. Il suo stile si arricchì ulteriormente sotto l’influenza dei grandi paesaggisti olandesi seicenteschi. Nel secondo suo soggiorno sassone virò, momentaneamente, verso una sorta di verismo descrittivo, nel quale la realtà venne riportata con una fedeltà fotografica.
Nel 1747, a soli ventisei anni, viene invitato dall’Elettore di Sassonia Augusto III a trasferirsi a Dresda. Qui ottiene subito fama e successo, anche a livello europeo oltre che il ruolo di pittore di corte. Nel 1758 l’imperatrice Maria Teresa d’Austria lo chiamò a Vienna. Tre anni dopo si trasferì a Monaco di Baviera: dopo cinque anni tornerà a Dresda, dove nel 1764 entrò a far parte dell’Accademia. Ma il clima culturale diffusosi in quegli anni, improntato al neoclassicismo invoglierà l’artista a trasferirsi definitivamente a Varsavia, dove trascorrerà gli ultimi anni della sua vita.
Dei luoghi visitati, lasciò una indelebile traccia nelle sue tele, che si distinguono per l’accuratezza dei particolari e l’attenta resa della luminosità caratteristica.
Le vedute realizzate a Varsavia sono state prese come modello per la ricostruzione della città dopo i bombardamenti della Seconda guerra mondiale (articolo parzialmente estrapolato dal sito Wikipedia).
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