M.I.S.E. 112^ EMISSIONE di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “le Eccellenze del Sistema produttivo ed economico” dedicato al quotidiano IL PICCOLO, nel 140° anniversario della fondazione.
Il Ministero dello Sviluppo Economico, emette il 10 dicembre 2021, un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica le eccellenze del sistema produttivo ed economico dedicato al quotidiano Il Piccolo, nel 140° anniversario della fondazione, con indicazione tariffaria B, corrispondente ad €1,10 e distribuito dalle Poste Italiane.
- data: 10 dicembre 2021
- dentellatura: 11
- dimensioni francobollo: 30 x 40 mm
- stampa: rotocalcografia
- tipo di carta: carta bianca, patinata gommata, autoadesiva, non fluorescente
- colori: cinque
- stampato: I.P.Z.S. Roma
- tiratura: 300.000
- valore: B = €1.10
- bozzettista: M. Calò
- num. catalogo francobollo: Michel _4391_ YT __4151_ UNIF _4234_
- Il francobollo: La vignetta raffigura, in primo piano, uno strillone con in mano la prima pagina del quotidiano Il Piccolo del 29 dicembre 1881 e un’alabarda, tratta dallo stemma di Trieste; sullo sfondo s’intravede la Cattedrale di San Giusto. Completano il francobollo la leggenda “140”, la scritta “Italia” e l’indicazione tariffaria “B”.
Se sei interessato all’acquisto di questo francobollo lo puoi acquistare al prezzo di € 1,50 inviandomi una richiesta alla mia email: protofilia1@gmail.com
Il Piccolo è il principale quotidiano di Trieste. Esso è anche diffuso nella provincia di Gorizia (con le edizioni di Gorizia e Monfalcone), in Istria (con un’edizione per l’Istria, è stato per lungo tempo abbinato in omaggio a La Voce del Popolo) e, in maniera significativamente minore, in provincia di Udine.
Il nome “Piccolo” deriva dal primo formato del giornale (30×45,5 cm).
Storia
«Saremo indipendenti, imparziali, onesti. Ecco tutto.» |
(Le laconiche, fulminanti parole del fondo di presentazione del primo numero) |
Il giornale, fondato da Teodoro Mayer, pubblicò il suo primo numero il 29 dicembre 1881, un unico foglio fronte e retro, nelle dimensioni di un tabloid antelitteram. Al costo di 2 soldi, vendette 32 copie.
A Trieste, allora parte dell’Austria-Ungheria, nel corso del XIX secolo erano stati fondati diversi giornali, quasi tutti legati a movimenti politici, quindi Mayer decise di fondare un quotidiano semplice ed economico, che potesse diventare rapidamente il punto di riferimento della popolazione di lingua italiana. Nonostante non fosse un giornale schierato (non aveva infatti il bollino rosso, costoso permesso per i giornali politici), era molto vicino alle posizioni degli irredentisti. Divenne in breve tempo il giornale più diffuso della città.
La sede del quotidiano venne data alle fiamme da un gruppo di cittadini filo-austriaci la notte del 23 maggio 1915 – giorno della dichiarazione di guerra del Regno d’Italia all’Austria-Ungheria – durante la quale vennero bruciate anche le sedi delle principali associazioni filo-italiane. Alcuni collaboratori del giornale (tra cui Silvio Benco e Riccardo Guerreschi) vennero generosamente assunti dal quotidiano socialista Il Lavoratore, senza che a nessuno venisse imposto di cambiare linea politica.
Il quotidiano potrà riprendere le pubblicazioni solo il 20 novembre 1919 per opera della Società Editrice Italiana Roma-Trieste, sempre controllata da Teodoro Mayer, nominato poi nel 1920 Senatore del Regno.
Sotto la direzione di Rino Alessi, arrivato a Trieste come corrispondente di guerra, Il Piccolo sostiene alle elezioni del 1921 il Blocco Nazionale, e inizialmente terrà posizioni antifrancesi, specie negli editoriali, dove rivendicherà posizioni di primo piano per l’Italia nella politica danubiana. Durante gli anni del fascismo il giornale si schiera apertamente dalla parte del regime, lodato dall’Alessi nei suoi articoli con lo stile enfatico e violento tipico della propaganda di quegli anni.
Con l’assassinio del cancelliere austriaco Engelbert Dollfuss nel 1934 il quotidiano denuncia i pericoli che l’ascesa della Germania nazista può portare all’Italia, originariamente da un punto di vista nazionalista, con gli articoli del caporedattore Mario Nordio e gli editoriali del direttore. Il 25 gennaio 1938 il giornale pubblica un editoriale del direttore in cui viene criticato il crescente clima di antisemitismo, in aperta polemica con la pubblicazione Il Regime Fascista di Farinacci, sottolineando il ruolo della borghesia ebraica triestina nel movimento irredentista. Infatti due delle sei medaglie d’oro al valor militare della città erano dei volontari di religione israelita.
Vengono poi annunciate proprio a Trieste e successivamente approvate nel mutato clima politico le leggi razziali e, nonostante le storiche posizioni filo-italiane e la vicinanza al regime che avevano valso a Mayer la qualifica di “ebreo discriminato per benemerenze eccezionali”, al proprietario verrà imposto di svendere il quotidiano al direttore Rino Alessi, che manterrà la duplice posizione fino al 27 luglio 1943 e sosterrà enfaticamente l’antisemitismo e il patto d’acciaio con la Germania nazista.
L’antifascista Silvio Benco, che con l’avvento del regime aveva collaborato esclusivamente alle pagine della cultura, cura la direzione tra il 29 luglio e l’11 ottobre 1943, quando i nazisti occupano Trieste. Durante l’occupazione si susseguono diversi direttori e redattori responsabili, mentre il personale tenta di attuare una sorta di resistenza passiva. Durante questo difficile periodo il corrispondente dall’Istria Manlio Granbassi documenta per primo i massacri delle foibe. Il giornale sospenderà le pubblicazioni il 28 aprile 1945, pochi giorni prima della resa tedesca in città. Dopo la Liberazione quindi, per un breve periodo, l’unico quotidiano in lingua italiana che esce in città è Il Nostro Avvenire, su posizioni filo-jugoslave.
Nel secondo dopoguerra, il ruolo di quotidiano più diffuso a Trieste viene preso dal “Giornale Alleato“, pubblicato dal Governo Militare Alleato della Venezia Giulia fino al 5 marzo 1947, quando il Piccolo viene pubblicato nuovamente ma rinominato “Giornale di Trieste“. Manterrà questo nome per tutta la durata dell’amministrazione Anglo-Americana del Territorio Libero di Trieste. Dopo la firma del Memorandum d’Intesa di Londra e il conseguente passaggio di consegne tra il Governo Militare Alleato e il Governo Italiano, il 26 ottobre 1954 il quotidiano riprende la testata storica.
Nell’ottobre 2018 l’editore GEDI dispone il trasferimento da via Guido Reni (sede di proprietà con uno storico stabilimento tipografico) a via Mazzini 14 (tre piani in affitto) (articolo parzialmente estrapolato dal sito Wikipedia).
Se sei interessato all’acquisto di questo francobollo lo puoi acquistare al prezzo di € 1,50 inviandomi una richiesta alla mia email: protofilia1@gmail.com