90^ emissione del 02 Dicembre 2023, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica ”il Patrimonio artistico e culturale italiano” dedicato alla Prima Rappresentazione del presepe di Greccio, nel 800° anniversario

90^ emissione del 02 Dicembre 2023, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica ”il Patrimonio artistico e culturale italiano” dedicato alla Prima Rappresentazione del presepe di Greccio, nel 800° anniversario, del valore indicato B, corrispondente ad €1.25

  • data emissione: 02 dicembre 2023
  • dentellatura: 9  effettuata con fustellatura
  • dimensioni francobollo: 48 x 40 mm
  • stampa: in rotocalcografia
  • tipo di cartabianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco)
  • stampato: I.P.Z.S. Roma
  • tiratura: 200.004
  • valoreB  
  • colori: cinque
  • bozzettistaA. Carbonari – a cura del Centro Filatelico della Produzione dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.
  • num. catalogo francobolloMichel 4594 YT 4354 UNIF ________
  • Il francobollo: riproduce una veduta notturna del Santuario Francescano del Presepe di Greccio, paese incastonato tra le rocce a 700 metri di altezza in provincia di Rieti; nel cielo stellato è visibile, a sinistra, il passaggio della cometa Hale-Bopp. In alto a sinistra, è presente il logo del Comitato nazionale per l’ottavo centenario della prima rappresentazione del presepe. Completano il francobollo la legenda “800 ANNI DALLA PRIMA RAPPRESENTAZIONE DEL PRESEPE DI GRECCIO”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.
  • nota: la fotografia del Santuario Francescano del Presepe di Greccio è riprodotta per gentile concessione del fotografo Stefano Tocchio.

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Il Presepe di Greccio è la tredicesima delle ventotto scene del ciclo di affreschi delle Storie di san Francesco della Basilica superiore di Assisi, attribuiti a Giotto. Fu dipinta verosimilmente tra il 1295 e il 1299 e misura 230×270 cm.

due scene del Presepe vivente di Greccio

Rappresenta il primo presepio vivente della Storia, allestito da San Francesco a Greccio (provincia di Rieti)

Storia

Questo episodio appartiene alla serie della Legenda di san Francesco: “Come il beato Francesco, in memoria del Natale di Cristo, ordinò che si apprestasse il presepe, che si portasse il fieno, che si conducessero il bue e l’asino; e predicò sulla natività del Re povero; e, mentre il santo uomo teneva la sua orazione, un cavaliere scorse il “vero” Gesù Bambino in luogo di quello che il santo aveva portato.”

Uno scorcio del Santuario ubicato sopra la grotta dove viene rappresentato il presepe

Durante la notte di Natale del 1223, a Greccio (in provincia di Rieti, sulla strada che da Rieti prosegue verso la parte nord-occidentale della provincia omonima, di fronte al Monte Terminillo che si trova dalla parte esattamente opposta) Francesco rievocò la nascita di Gesù, organizzando una rappresentazione vivente di quell’evento. Secondo le agiografie, durante la Messa, sarebbe apparso nella culla un bambino in carne ed ossa, che Francesco prese in braccio. Da qui ebbe origine la tradizione del presepe.

Nonostante le fonti, Giotto pone la scena nel presbiterio che ricorda la Basilica inferiore di Assisi.

Greccio è un comune italiano di 1 512 abitanti della provincia di Rieti nel Lazio in Italia.

Greccio (RI)

È noto soprattutto per ospitare un santuario fondato da San Francesco e per essere il luogo dove quest’ultimo inventò il presepe. Fa parte del Cammino di Francesco e, dal 2016, è parte del club dei borghi più belli d’Italia.

Storia

Greccio fu fondato, secondo la tradizione, da una colonia o famiglia greca, fuggita o esiliata dalla patria in seguito a guerre e distruzioni che innamoratasi della amenità del luogo e della comodità di difesa naturale che offriva, ci si stabilì. Da qui il nome Grecia, Grece, Grecce ed infine Greccio.

Secondo alcuni studiosi “Curtis de greze”, nominata nel Regesto Farfense, era una “Curtis” cioè un’organizzazione economica medioevale autosufficente gestita da un signore, costituita da spianata (l’attuale piazza) tra due emergenze calcaree al di sotto delle quali veniva cavato il pietrisco necessario per realizzare strade nella piana reatina, impaludata dopo la bonifica iniziata di Curio Dentato. Tra il monte Peschio, sovrastante l’attuale comune di Greccio e le rocce dove attualmente si trova la Collegiata di San Michele, veniva estratto il pietrisco risultante dai due conoidi di deiezione delle rocce calcaree sovrastanti ed accumulato nella spianata stessa per poi essere trasportato nella piana dai carretti. Il nome Greccio quindi deriverebbe non da coloni greci, ma da “Curtis”, come sopra descritta, “de” preposizione ablativa (riguardante l’argomento …) e “greze” o “grezze” cioè pietrisco da cava.

Le prime notizie certe risalgono al X- XI secolo. quando i frammentari possedimenti dell’Abbazia di Farfa vennero riuniti e si procedette all’incastellamento delle curtis. Il monaco benedettino Gregorio da Catino (1062-1133) fa riferimento alla località di Greccio (curte de Greccia) nella sua opera “Regesto Farfense”. Dai resti degli antichi fabbricati si rileva che Greccio divenne un castello medievale fortificato circondato da muraglie e protetto da sei torri fortilizie. Ebbe a sostenere fiere lotte coi paesi confinanti e subì la distruzione ad opera delle soldatesche di Federico II nel 1242.

Tra il 1223 e il 1226, Greccio ospitò più volte Francesco d’Assisi, che qui rievocò per la prima volta la rappresentazione del Presepio. Il santo amava visitare questi luoghi per la bellezza del paesaggio, che gli ricordava tanto quello della Palestina dove si era recato in visita, e per la semplicità degli abitanti del paese. La rappresentazione del presepe fu il pretesto per lanciare un messaggio “politico” a Papa Onorio III, che in quel periodo risiedeva nella vicina Rieti: non è necessario riconquistare il Santo Sepolcro di Gerusalemme per mezzo delle crociate, perché la nascita di Gesù può essere commemorata dovunque.

Nel XIV secolo il paese è più volte ricordato nello statuto municipale di Rieti e nelle carte dell’archivio della cattedrale, come sede di podestà. Subì alterne vicende fino al 1799 quando fu di nuovo distrutto e saccheggiato ad opera dell’esercito napoleonico (articolo parzialmente estrapolato dal sito Wikipedia).

Testo bollettino

Greccio insieme con tutta la Valle Santa reatina, stanno vivendo il 2023 come un anno centrale nella storia di queste terre. Gli ottocento anni dal primo presepe di San Francesco e dall’approvazione della Regola Bollata segnano uno spartiacque che sta rinnovando la storia e il messaggio che fu compiuto a partire da questi luoghi.

Il presepe voluto da Francesco nel Natale del 1223, secondo le fonti, riempì di gioia tutti i presenti, e quella stessa gioia fu nuovamente provata dagli abitanti del borgo di Greccio, quando il 1° dicembre 2019 il primo Papa che scelse di portare il nome del Poverello venne proprio qui, per firmare la lettera sul significato e il valore del presepe. Un segno che «suscita sempre stupore e meraviglia», lo definì Papa Francesco, «un insegnamento penetrato nel cuore dei cristiani e permane fino ai nostri giorni come una genuina forma per riproporre la bellezza della nostra fede con semplicità». Un insegnamento che ancora oggi, ad ottocento anni da allora, non è certamente meno attuale.

Erano tempi di guerra anche quelli in cui visse Francesco: le sue armi furono il dialogo e il rispetto, la sua spada fu il messaggio universale dell’amore che supera odi e conflitti, attuato con la disarmante essenzialità della scena composta dalla greppia, la paglia, gli animali. È nostro compito e nostro dovere custodire questo messaggio, irradiarlo oltre i nostri confini, tramandarlo ai nostri figli, perpetuarlo ad ogni Natale e nella nostra vita di ogni giorno.

Dr. Emiliano Fabi

Sindaco del Comune di Greccio

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