89^ emissione del 29 Settembre 2024, di un francobollo commemorativo di SILVIO BERLUSCONI
89^ emissione del 29 Settembre 2024, di un francobollo commemorativo di SILVIO BERLUSCONI, dal valore indicato in B, corrispondente ad €1.25
- data emissione: 29 Settembre 2024
- dentellatura: 11 effettuata con fustellatura.
- dimensioni francobollo: 40 X 30 mm
- tipo di carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente.
- Grammatura:90 g/mq.
- Supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq.
- Adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco).
- stampato: I.P.Z.S. Roma
- tiratura : 350.010
- valore: tariffa B= €1,25
- colori: quadricromia
- bozzettista: a cura del Centro Filatelico dell’Officina Carte Valori e Produzioni Tradizionali dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.
- num. catalogo francobollo: Michel ______ YT _______ UNIF ______SASS _____
- Il francobollo: sullo sfondo della bandiera dell’Italia e dell’Unione Europea, è raffigurato un ritratto di Silvio Berlusconi, grande imprenditore, uomo di Stato, che ha saputo innovare la politica italiana e il suo linguaggio. Completano il francobollo la legenda “SILVIO BERLUSCONI” e le date “1936 – 2023”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.
- nota: la fotografia di Silvio Berlusconi è riprodotta per gentile concessione del Movimento Politico Forza Italia.
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Silvio Berlusconi (Milano, 29 settembre 1936 – Milano, 12 giugno 2023) è stato un imprenditore e politico italiano, fondatore del gruppo Fininvest e quattro volte Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana.
Era conosciuto anche come il Cavaliere, avendo ricevuto l’ordine al merito del lavoro nel 1977, dal quale si auto-sospese a seguito di una condanna penale nel 2014. Dopo aver iniziato la sua attività imprenditoriale nel campo dell’edilizia, nel 1975 costituì la holding Fininvest e, nell’ambito di quest’ultima, la società di produzione multimediale Mediaset (1993), per cui è maggiormente noto (oggi MFE). Attraverso Fininvest, acquisì altre partecipazioni significative, tra cui il 30% di Banca Mediolanum, la maggioranza di Arnoldo Mondadori Editore, il Teatro Manzoni, l’AC Monza e, dal 1986 al 2017, l’AC Milan, di cui fu anche presidente.
Nell’imminenza delle elezioni del 1994, Berlusconi entrò in politica fondando Forza Italia, partito politico di centro-destra, confluito ne Il Popolo della Libertà nel 2008 e poi rifondato nel 2013. Le sue politiche hanno segnato la vita pubblica italiana dalla metà degli anni 1990 ai primi anni 2010 con un atteggiamento tipico che è stato definito berlusconismo, ampiamente sostenuto dai suoi seguaci politici e dai suoi elettori, entrando fortemente anche nella cultura di massa e nell’immaginario collettivo italiano ed estero, ma suscitando pure un duro antiberlusconismo da parte degli oppositori, che ne sottolinearono più volte il conflitto di interessi e lo accusarono di emanazione di leggi ad personam. È inoltre annoverato internazionalmente come il primo populista d’Europa nella politica dell’età moderna.
Eletto alla Camera dei deputati nel 1994, fu confermato nelle successive quattro legislature e nel 2013 fu eletto per la prima volta senatore. Ottenne quattro incarichi da Presidente del Consiglio: il primo nella XII legislatura (1994-1995), due consecutivi nella XIV (2001-2005 e 2005-2006) e, infine, nella XVI (2008-2011). Con 3339 giorni complessivi, è il politico che è rimasto in carica più a lungo nel ruolo di presidente del Consiglio dell’Italia repubblicana, superato solo da Benito Mussolini e Giovanni Giolitti nel periodo monarchico; inoltre, il suo secondo e quarto governo sono stati i due esecutivi più duraturi dalla proclamazione della Repubblica.
Fu imputato in oltre trenta procedimenti giudiziari. Nel 2013 fu condannato in via definitiva a quattro anni di reclusione e all’interdizione ai pubblici uffici per due anni per frode fiscale (scontando un anno di affidamento ai servizi sociali), decadendo quindi da senatore e cessando di essere un parlamentare dopo quasi vent’anni di presenza ininterrotta nelle due camere, dall’aprile 1994 al novembre 2013.
Tornato candidabile nel 2018, fu eletto parlamentare europeo alle elezioni europee del 2019. Alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 si candida nel collegio uninominale di Monza, venendo rieletto in Senato dopo nove anni di assenza e restandoci fino alla morte, avvenuta il 12 giugno 2023.
Secondo la rivista americana Forbes, con un patrimonio familiare stimato di 6,8 miliardi di dollari (circa 6,42 miliardi di euro), nel 2023 Berlusconi era il terzo uomo più ricco d’Italia e il 352º più ricco del mondo. Nel 2009 Forbes lo classificò 12º nella sua lista delle persone più potenti del mondo per il ruolo assunto nella politica italiana.
Biografia
Infanzia ed educazione
Primogenito di una famiglia della piccola borghesia milanese, trascorse la sua infanzia nel Basso Varesotto, dapprima a Saronno e poi, durante l’occupazione tedesca, a Lomazzo, mentre il padre si era rifugiato in Svizzera. Il padre Luigi, era impiegato alla Banca Rasini, della quale, nel 1957, divenne procuratore generale; la madre Rosa Bossi, era casalinga e in precedenza aveva lavorato come segretaria alla Pirelli. Oltre a Silvio, dal loro matrimonio nacquero Maria Antonietta e Paolo.
Cresciuto nel quartiere Isola, al numero 34 di via Volturno, nel 1954 conseguì la maturità classica al liceo salesiano Sant’Ambrogio di Milano. Si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Milano dove, nel 1961, si laureò con 110/110, discutendo una tesi in diritto commerciale con relatore il professor Remo Franceschelli. La tesi, intitolata Il contratto di pubblicità per inserzione, fu premiata con 500 000 lire dall’agenzia pubblicitaria Manzoni di Milano. Dopo la laurea, fu dispensato dal servizio militare.
Relazioni sentimentali
Nel 1964 conobbe Carla Elvira Lucia Dall’Oglio, che sposò a Milano, nella parrocchia di viale San Gimignano, il 6 marzo 1965 e dalla quale ebbe in seguito due figli: Marina Elvira e Pier Silvio.
Nel 1980 al Teatro Manzoni di Milano conobbe l’attrice Veronica Lario, nome d’arte di Miriam Bartolini, con la quale intraprese presto una relazione extraconiugale, facendola trasferire a vivere insieme alla madre di lei presso Villa Borletti a Milano. Nel 1985 Berlusconi divorziò da Carla Dall’Oglio e ufficializzò la relazione con Lario, che sposò con rito civile a Milano il 15 dicembre 1990; i testimoni furono i coniugi Craxi, Fedele Confalonieri e Gianni Letta. In precedenza dalla coppia erano già nati tre figli: Barbara, Eleonora e Luigi.
Il 2 maggio 2009 Veronica Lario annunciò di voler chiedere la separazione. Nel 2012 Berlusconi si fidanzò con Francesca Pascale, relazione terminata nel 2019. Dal 2020 alla morte Berlusconi è stato fidanzato con Marta Fascina, deputata di Forza Italia.
Residenze
Dal 1974 alla morte Berlusconi ebbe la sua residenza abituale ad Arcore (MB), presso la settecentesca Villa San Martino sita in viale San Martino, acquistata dalla marchesa Annamaria Casati Stampa di Soncino. La villa, passata di mano insieme ad alcuni terreni circostanti per 750 milioni di lire, fu nel 1983 accettata dalla Cariplo come garanzia per un prestito di circa 7 miliardi di lire. La villa è diventata uno dei principali simboli del patrimonio dei Berlusconi ed è spesso stata luogo di importanti incontri politici.
Dal 1995 al dicembre 2020 la sua residenza di rappresentanza a Roma era Palazzo Grazioli, in via del Plebiscito 102, di cui era affittuario del piano nobile. Ha vissuto abitualmente nella residenza durante tutti i suoi anni da Presidente del Consiglio, senza mai trasferirsi a Palazzo Chigi. Dal 2021 e fino alla morte ha avuto una nuova residenza romana, Villa Grande (detta anche Villa Zeffirelli, in quanto in precedenza appartenuta al celebre regista Franco Zeffirelli, amico personale di Berlusconi, nonché ex membro di Forza Italia), sita sempre a Roma, fra l’Appia Antica e l’Appia Pignatelli.
Negli anni successivi, dopo l’acquisto della villa di Arcore da parte di Berlusconi, Villa Borletti divenne sede operativa di Fininvest e fu bersaglio anche di due attentati dinamitardi di matrice mafiosa, nel 1975 e nel 1986: entrambi gli ordigni provocarono danni alla struttura e non a persone.
Nel 1996 la dimora passò nel patrimonio di Fininvest e successivamente nel 2019 fu ceduta al figlio Luigi per 10 milioni di euro. Ciò nonostante, Berlusconi vi mantenne la residenza anagrafica per il resto della sua vita.
Attività imprenditoriale
Edilizia
Dopo le prime saltuarie esperienze lavorative giovanili come cantante e intrattenitore sulle navi da crociera insieme all’amico Fedele Confalonieri e come venditore porta a porta di scope elettriche insieme all’amico Guido Possa, iniziò l’attività di agente immobiliare e, nel 1961, fondò la Cantieri Riuniti Milanesi Srl insieme al costruttore Pietro Canali. Il primo acquisto immobiliare fu un terreno in via Alciati a Milano, per 190 milioni di lire, grazie alla fideiussione del banchiere Carlo Rasini (titolare e cofondatore della Banca Rasini, nella quale lavorava il padre di Silvio).
Nel 1963 fonda la Edilnord Sas, in cui è socio d’opera accomandatario, mentre Carlo Rasini e il commercialista svizzero Carlo Rezzonico sono soci accomandanti. In quest’azienda, Carlo Rezzonico fornisce i capitali attraverso la finanziaria Finanzierungsgesellschaft für Residenzen AG di Lugano. Gli anonimi capitali della finanziaria svizzera vengono in parte depositati presso l’International Bank di Zurigo e pervengono alla Edilnord attraverso la Banca Rasini.
Nel 1964, l’azienda di Berlusconi apre un cantiere a Brugherio per edificare una città modello da 4 000 abitanti. I primi condomìni sono pronti già nel 1965, ma non si vendono con facilità.
Nel 1968 nasce la Edilnord Sas di Lidia Borsani e C., generalmente chiamata Edilnord 2, che acquista da Leonardo Bonzi 712000 m² di terreni nel comune di Segrate, per i quali questi aveva già ottenuto tra il 1962 ed il 1965 dal comune l’autorizzazione a costruire per 2,5 milioni di metri cubi in cambio dell’impegno a provvedere alle opere di urbanizzazione. Nel 1969 il comune rilascia una prima licenza edilizia ma i lavori sono rallentati da una serie di ostacoli posti da vari organi di controllo, in particolare la Giunta provinciale amministrativa. Solamente nel 1972 la situazione si sblocca, in seguito all’insediamento di una nuova giunta nel comune di Segrate e al parere favorevole della Commissione regionale di controllo, investita delle funzioni precedentemente attribuite alla Giunta provinciale amministrativa. Nell’area sorgerà Milano 2.
Nel 1972 viene liquidata la Edilnord Sas e creata la Edilnord Centri Residenziali Sas di Lidia Borsani, quest’ultima socia accomandante, con i finanziamenti della Aktiengesellschaft für Immobilienlagen in Residenzzentren AG di Lugano. Nel 1973 viene fondata la Italcantieri Srl, trasformata poi in SpA nel 1975, di cui Silvio Berlusconi è presidente. Nel 1974 viene costituita a Roma l’Immobiliare San Martino, amministrata da Marcello Dell’Utri (amico di Berlusconi fin dagli anni universitari), con il finanziamento di due fiduciarie della Banca Nazionale del Lavoro.
Il 2 giugno 1977, a coronamento di questa ampia e riuscita attività edilizia, Silvio Berlusconi viene nominato cavaliere del lavoro dal presidente della Repubblica Giovanni Leone.
Televisioni
Nel 1975, Berlusconi fonda Fininvest – Finanziaria d’Investimento, una holding che da quel momento coordina tutte le varie attività dell’imprenditore.
Dopo l’esperienza in campo edilizio, Berlusconi allarga il proprio raggio d’affari anche al settore della comunicazione e dei media. Nel 1976, infatti, la sentenza n. 202 della Corte costituzionale apre la strada all’esercizio dell’editoria televisiva, fino ad allora appannaggio esclusivo dello Stato.
Nel 1976, Berlusconi rileva Telemilano dal fondatore Giacomo Properzj. Si tratta di una televisione via cavo, operante dall’autunno del 1974 nella zona residenziale di Milano 2. A tale società due anni dopo viene dato il nome di Canale 5 e assume la forma di rete televisiva a livello nazionale, comprendente più emittenti.
Per il canale ha acquistato, nel 1980, i diritti televisivi del Mundialito, un torneo di calcio fra nazionali sudamericane ed europee, compresa quella italiana, solitamente trasmesso dalle reti RAI. Nel 1982 il gruppo si allarga con l’acquisto di Italia 1 dall’editore Edilio Rusconi e di Rete 4 nel 1984 dal gruppo editoriale Arnoldo Mondadori Editore (all’epoca controllato dall’editore Mario Formenton), stabilendo di fatto un vero e proprio duopolio televisivo con la televisione di stato, la RAI, grazie anche a una spregiudicata campagna acquisti per attirare i divi televisivi degli anni ottanta verso il nuovo polo televisivo.
Berlusconi accanto ai suoi “amori calcistici” il Milan e il Monza
Nel 1984 i pretori di Torino, Pescara e Roma oscurano le reti Fininvest per violazione della legge che proibiva alle reti private di trasmettere su scala nazionale. L’azione giudiziaria viene fermata dopo pochi giorni dal governo guidato da Bettino Craxi (amico personale di Berlusconi) che, con un apposito decreto-legge (noto come Decreto Berlusconi), legalizza retroattivamente la situazione della Fininvest.
Il gruppo Fininvest riesce perciò, grazie ai propri appoggi politici e “forzando” la legislazione di quegli anni, a spezzare l’allora monopolio televisivo RAI. Nel 1990 la Legge Mammì stabilizza lo stato di fatto, aprendo alla liberalizzazione delle frequenze e rendendo definitivamente legale la diffusione a livello nazionale di programmi radiotelevisivi privati.
Negli anni seguenti il gruppo si diffonde in Europa: in Francia fonda, nel 1986, La Cinq, in Germania nel 1987, Tele 5, e in Spagna Telecinco.
Il 15 dicembre 1993 fonda Mediaset, azienda in cui Fininvest conferisce tutte le proprie attività televisive e pubblicitarie. La società verrà quotata in borsa nel 1996, con Fininvest che rimane socio di riferimento. Nel 2021, ad opera dei figli di Berlusconi, Mediaset si trasforma nel gruppo europeo MFE – MediaForEurope (Mediaset rimane una controllata del gruppo, per la gestione delle reti italiane).
Editoria e altri media
Nel campo editoriale diventa il principale editore italiano nel settore libri e periodici; nel gennaio 1990 acquisisce la maggioranza azionaria di Mondadori (in cui è confluita negli anni novanta la Silvio Berlusconi Editore, fondata dal magnate milanese negli anni ottanta e attiva nella stampa periodica, e che comprò TV Sorrisi e Canzoni) con una manovra che causerà un contenzioso (vedi Lodo Mondadori) e la Giulio Einaudi Editore (comprata dalla prima), e di alcune rilevanti case minori (Elemond, Sperling & Kupfer, Grijalbo, Le Monnier, Pianeta scuola, Frassinelli, Electa Napoli, Riccardo Ricciardi editore, Editrice Poseidona).
Nel 1977 entrò nella società del quotidiano il Giornale con una quota del 12% e nel 1979 aumentò la sua quota al 37,5%, diventando azionista di riferimento. A causa dei limiti nel possesso dei media imposti dalla Legge Mammì, nel 1990 cede la propria quota di controllo al fratello Paolo Berlusconi, rimanendo azionista di minoranza fino al 2023.
Nel campo della distribuzione audiovisiva, Berlusconi è stato socio dal 1994 al 2002, attraverso Fininvest, di Blockbuster Italia. Controlla inoltre il gruppo Medusa Film, attraverso Mediaset.
Grande distribuzione e finanza
Berlusconi effettua anche investimenti nel settore delle grandi distribuzioni, acquisendo il gruppo Standa dalla Montedison nel 1988 e i Supermercati Brianzoli dalla famiglia Franchini nel 1991.
Nel 1998 scorpora e vende il gruppo Standa; la parte “non alimentare” al gruppo Coin e la parte “alimentare” a Gianfelice Franchini, ex proprietario dei Supermercati Brianzoli. A tal proposito Berlusconi dichiarerà in seguito di esser stato costretto a vendere la Standa successivamente alla sua entrata in politica.
Il Gruppo Fininvest, con la partecipazione in Banca Mediolanum, ha una forte presenza anche nel settore della vendita di prodotti finanziari.
Sport
Nonostante in precedenza avesse espresso interesse ad acquistare l’Inter, il 20 febbraio 1986 Berlusconi divenne proprietario del Milan, club calcistico di cui è stato presidente dal 24 marzo 1986 al 13 aprile 2017. La carica è rimasta formalmente vacante dal 21 dicembre 2004 al 15 giugno 2006 e dall’8 maggio 2008 al 1º dicembre 2011, in quanto dimissionario a seguito dell’approvazione di una legge disciplinante i conflitti d’interesse nel periodo in cui è stato presidente del Consiglio dei ministri e dal 29 marzo 2012 al 13 aprile 2017, quando ha ricoperto la carica di presidente onorario.
Il 13 aprile 2017, dopo mesi di trattative, la holding della famiglia Berlusconi, la Fininvest, comunicò di aver ceduto la totalità delle quote del Milan in suo possesso all’imprenditore cinese Li Yonghong, per circa 600 milioni di euro.
Durante il periodo in cui Berlusconi deteneva la maggioranza azionaria, il Milan ha vinto 8 campionati italiani, 1 Coppa Italia, 7 Supercoppe italiane, 5 Coppe dei Campioni/UEFA Champions League, 5 Supercoppe UEFA, 2 Coppe Intercontinentali e una Coppa del mondo per club FIFA, per un totale di 29 trofei ufficiali in 31 anni.
Nei primi anni 1990 Berlusconi aveva esteso l’attività sportiva del Milan, trasformandolo in una società polisportiva, costituita comprando i titoli sportivi di società lombarde di varie discipline quali baseball, rugby, hockey su ghiaccio, pallavolo. La polisportiva si sciolse nel 1994, dopo la vittoria elettorale: le squadre in essa confluite (Amatori Milano di rugby, Gonzaga Milano, già Mantova, di pallavolo, Devils Milano di hockey e Milano Baseball) seguirono destini diversi.
Il 28 settembre 2018, tramite la Fininvest, è divenuto proprietario del Monza, club calcistico allora militante in Serie C. Nel 2020 ha ottenuto la promozione in Serie B e nel 2022 in Serie A.
Assetto societario
All’atto di entrare in politica, Silvio Berlusconi ha lasciato tutte le cariche sociali che ricopriva nelle sue imprese, rimanendo proprietario. La gestione è stata affidata a storici amici del Cavaliere, come Fedele Confalonieri o Adriano Galliani, e successivamente ai figli Marina e Pier Silvio.
Le sue principali attività imprenditoriali sono possedute dalla holding Fininvest, di cui risultava azionista al 61,2% alla data di morte, attraverso quattro holding. La quota restante era già nelle mani dei cinque figli. Fininvest controlla a sua volta MFE – MediaForEurope (48,57% con maggioranza dei diritti di voto), Mondadori (53,3%), Banca Mediolanum (30,1%), AC Monza (100%) e Teatro Manzoni (100%).
La maggior parte del suo patrimonio immobiliare era nelle mani delle società Dolcedrago S.p.A, di cui possedeva il 99,5% (il restante 0,5% è diviso in parti uguali tra i figli Marina e Pier Silvio). La Dolcedrago possiede e gestisce immobili in Italia e all’estero, tra cui Villa San Martino ad Arcore, due ville a Porto Rotondo (le confinanti Villa Certosa e Villa Stephanie), una a Macherio, Lesa, Lesmo e alle Bermuda. La Dolcedrago S.p.A controlla anche le quote di maggioranza di altre piccole e medie società immobiliari italiane.
Inoltre, Berlusconi possedeva un importante patrimonio personale, tra cui case a Milano, ville, denaro, imbarcazioni e box garage.
Nel 2023 Forbes stima tutto il patrimonio della famiglia Berlusconi in 6,8 miliardi di dollari (circa 6,42 miliardi di euro), era dunque il terzo uomo più ricco d’Italia e il 352º più ricco del mondo.
Esordi in politica e sostegno al Partito Socialista Italiano
Le primissime prese di posizione politiche di Berlusconi in pubblico risalgono al luglio 1977, allorché sostenne la necessità che il Partito Comunista Italiano (che l’anno precedente aveva superato il 34% dei voti) “rimanesse confinato all’opposizione dall’azione di una Democrazia Cristiana trasformata in modo da recuperare al governo il Partito Socialista Italiano”, alla segreteria del quale era asceso nel luglio del 1976 Bettino Craxi. L’incontro tra i due era stato propiziato a metà anni settanta dall’uomo di fiducia di Craxi, l’architetto milanese Silvano Larini. Craxi e il PSI mostreranno per tutti gli anni successivi una significativa apertura verso le TV private, culminata con il varo del cosiddetto “decreto Berlusconi” del 16 ottobre 1984 e con la sua reiterazione attraverso il “Berlusconi bis” nel successivo 28 novembre. Nel corso degli anni ottanta e fino al 1992, Berlusconi sosterrà sui suoi network con molteplici spot elettorali il PSI e l’amico Bettino. Nel 1984, Craxi è padrino di battesimo di Barbara Berlusconi. Nel 1990, alla celebrazione del matrimonio tra Veronica Lario e Silvio Berlusconi, Anna Maria Moncini (moglie del leader socialista) e Gianni Letta sono i testimoni di nozze per la sposa, mentre Craxi e Fedele Confalonieri lo sono per lo sposo. Come ulteriore testimonianza della vicinanza di Berlusconi a Craxi, va ricordata la realizzazione di uno spot televisivo di ben 12 minuti, girato dalla regista Sally Hunter e presentato nella primavera del 1992 per essere trasmesso sulle emittenti di Berlusconi nel corso della campagna elettorale, nel quale compare lo stesso Berlusconi vicino ad un pianoforte che, commentando l’esperienza dei governi presieduti da Bettino Craxi (1983-1987), dichiara: «Ma c’è un altro aspetto che mi sembra importante, ed è quello della grande credibilità politica di quel governo. La grande credibilità politica sul piano internazionale, che è – per chi da imprenditore opera sui mercati – qualcosa che è necessario per poter svolgere un’azione positiva in ambienti anche politici sempre molto difficili per noi italiani, e qualche volta addirittura ostili».
Infine, nell’ultimo periodo politico di Craxi (1993), in occasione dell’ennesima richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dalla magistratura contro l’ex leader socialista e respinta dalla Camera, Berlusconi espresse pubblicamente la propria solidale soddisfazione.
“Discesa in campo”
Nel novembre 1993, in occasione delle elezioni comunali di Roma, intervistato all’uscita dell’Euromercato di Casalecchio di Reno, auspicò la vittoria di Gianfranco Fini, all’epoca segretario del Movimento Sociale Italiano, che correva per la carica di sindaco contro Francesco Rutelli.
Nell’inverno del 1993, in seguito al vuoto politico che si era formato dopo lo scandalo di Tangentopoli, Berlusconi decide di scendere direttamente in prima persona nell’arena politica italiana. Dall’esperienza dei club dell’Associazione Nazionale Forza Italia, guidati da Giuliano Urbani e dalla diretta discesa in campo di funzionari delle sue imprese, soprattutto di Publitalia ’80, nasce così il nuovo movimento politico Forza Italia, uno schieramento di centrodestra che, nelle intenzioni, deve restituire una rappresentanza agli elettori moderati e contrapporsi ai partiti di centrosinistra. E proprio il 26 gennaio 1994, giorno della sua discesa, rilascia una dichiarazione preregistrata a tutte le televisioni e in cui afferma la sua scelta con queste parole:
«L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato, da mio padre e dalla vita, il mio mestiere d’imprenditore. Qui ho anche appreso la passione per la libertà. Ho scelto di scendere in campo, e di occuparmi della cosa pubblica, perché non voglio vivere in un Paese illiberale governato da forze immature e da uomini legati a doppio filo a un passato politicamente ed economicamente fallimentare.»
Allo stesso tempo Berlusconi dà le dimissioni da tutti gli incarichi presso il gruppo da lui fondato (affidando la gestione ai figli o a persone di fiducia e mantenendone la proprietà), mantenendo soltanto la presidenza del Milan.
L’eleggibilità di Berlusconi è oggetto di dibattito, in relazione all’articolo 10 del D.P.R. n. 361 del 1957, secondo cui «non sono eleggibili […] coloro che […] risultino vincolati con lo Stato […] per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica». Nel luglio 1994 la Giunta per le elezioni (con la presenza di due terzi dei deputati) respinge a maggioranza tre ricorsi che lamentavano l’illegittimità dell’elezione di Berlusconi. La stessa questione verrà ridiscussa nell’ottobre 1996 dalla Giunta per le elezioni che, a maggioranza, delibererà di archiviare i reclami per “manifesta infondatezza”.
Campagna elettorale ed elezioni del 1994
Sovvertendo le previsioni espresse dai principali quotidiani nazionali, le elezioni politiche del 27 marzo 1994 si concludono con la vittoria elettorale di Forza Italia in corsa con la Lega Nord di Umberto Bossi nelle regioni settentrionali e l’MSI di Gianfranco Fini nel resto d’Italia. Negli ultimi mesi di campagna elettorale, alcuni fra i volti più famosi delle reti Fininvest dichiarano in televisione il loro appoggio politico, all’interno dei programmi di intrattenimento da loro condotti, scatenando reazioni che in seguito determineranno l’emanazione delle regole per la cosiddetta par condicio elettorale. La prima esperienza di governo di Silvio Berlusconi, avviata il 10 maggio 1994, ha però vita dura e breve, e si conclude nel dicembre dello stesso anno, quando la Lega Nord ritira l’appoggio al Governo e avvia una violenta campagna ai danni dell’ex alleato Berlusconi, esplicitamente accusato di appartenere alla mafia. Il 22 novembre 1994, mentre presiede a Napoli la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla criminalità organizzata, Berlusconi si vede recapitare un invito a comparire dinanzi alla Procura di Milano, nell’ambito delle indagini sul suo gruppo. Il 22 dicembre Berlusconi rassegna le proprie dimissioni al presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Al suo posto viene formato un governo tecnico guidato dal Ministro del tesoro uscente, Lamberto Dini. Berlusconi, che aveva chiesto invano le elezioni anticipate, non sosterrà il nuovo governo. Negli anni successivi, Berlusconi attribuirà la responsabilità della caduta del suo governo all’inaffidabilità di Bossi. In seguito, anche per il riavvicinamento con la Lega Nord in occasione delle elezioni politiche del 2001, accuserà la magistratura e Scalfaro, il quale, secondo lo stesso Berlusconi, avrebbe indotto Bossi a ritirare l’appoggio all’esecutivo, compiendo «un golpe».
Campagna elettorale 1996 e capo dell’opposizione fino al 2001
Le successive elezioni sono vinte da L’Ulivo (con l’appoggio esterno di Rifondazione Comunista), la coalizione di centro-sinistra capeggiata da Romano Prodi. Berlusconi guida l’opposizione di centrodestra fino al 2001.
Durante la legislatura collabora con Massimo D’Alema alla Bicamerale, che si occupa principalmente di riforme costituzionali e giudiziarie.
Campagna elettorale 2001 e capo del governo fino al 2006
Le elezioni del 2001 portano alla vittoria la Casa delle Libertà, una coalizione capeggiata da Silvio Berlusconi e comprendente, oltre a Forza Italia, i principali partiti di centrodestra (inclusa la Lega Nord), mentre il centrosinistra si presenta diviso. Durante la campagna elettorale Berlusconi sigla, presso la trasmissione Porta a Porta di Bruno Vespa, il cosiddetto Contratto con gli italiani: un accordo fra lui e i suoi potenziali elettori in cui si impegna, in caso di vittoria, a realizzare ingenti sgravi fiscali, il dimezzamento della disoccupazione, l’avviamento di centinaia di opere pubbliche, l’aumento delle pensioni minime e la riduzione del numero di reati; impegnandosi altresì a non ricandidarsi alle successive elezioni nel caso in cui almeno quattro dei cinque punti principali non fossero stati mantenuti. L’11 giugno Berlusconi viene per la seconda volta nominato presidente del consiglio, dando inizio al Governo Berlusconi II. Durante il secondo semestre del 2003 ricopre la carica di presidente del Consiglio dell’Unione europea in quanto capo del Governo italiano. Dopo la pesante sconfitta della Casa delle Libertà alle elezioni regionali del 2005, si apre una rapida crisi di governo: Berlusconi si dimette il 20 aprile e dopo due giorni viene varato il Governo Berlusconi III che ricalca in gran parte come composizione e azione politica il precedente Governo Berlusconi II.
Campagna elettorale 2006 e opposizione
Il periodo pre-elettorale è infiammato dalla pubblicazione di sondaggi, commissionati prevalentemente dai quotidiani nazionali, che prevedono una vittoria de L’Unione, la coalizione di centrosinistra formatasi a sostegno della ricandidatura di Romano Prodi alla carica di capo del governo, con circa il 5% di vantaggio rispetto alla Casa delle Libertà. Solo tre sondaggi elaborati su commissione di Berlusconi da una società statunitense attribuiscono un lieve vantaggio per la Casa delle Libertà.
A marzo 2006, durante la visita ufficiale negli Stati Uniti, è invitato a pronunciare un discorso ai due rami del Congresso degli Stati Uniti riuniti in seduta comune, come era precedentemente accaduto a De Gasperi, Craxi e Andreotti. Durante l’orazione, il presidente del Consiglio ringrazia gli Stati Uniti per la liberazione dell’Italia, durante la seconda guerra mondiale.
Silvio Berlusconi e Romano Prodi si incontrano in due dibattiti televisivi molto seguiti, andati in onda su Rai 1. L’esito delle elezioni del 2006 è caratterizzato da una forte incertezza perdurata fino al termine dello scrutinio delle schede e si risolve con una leggera prevalenza della coalizione di centrosinistra capeggiata da Romano Prodi, che vince le elezioni.
Nel novembre del 2006, annunciando dal palco di un convegno a Montecatini Terme l’intenzione di “convincere tutte le forze politiche della Casa delle libertà a fondersi in un unico grande partito della libertà”, viene colto da improvviso malore e conseguente breve perdita dei sensi.
Nascita del Popolo della Libertà, vittoria del 2008 e dimissioni da Presidente del Consiglio nel 2011
Dal 16 al 18 novembre 2007 Berlusconi ha organizzato una petizione popolare per richiedere elezioni anticipate, con l’obiettivo di raccogliere almeno 5 milioni di firme. Il risultato comunicato da Sandro Bondi è stato di più di 7 milioni. Con questa cifra alla mano, il 18 novembre durante un comizio in piazza San Babila a Milano Berlusconi ha annunciato lo scioglimento di Forza Italia e la nascita del Popolo della Libertà, un nuovo soggetto politico contro i «parrucconi della politica», che fonderà insieme a Gianfranco Fini. Il giorno successivo, in una conferenza stampa tenuta a Roma in Piazza di Pietra ha sostenuto che «il bipolarismo […] nella presente situazione italiana, con la frammentazione dei partiti che esiste, non è qualcosa che può funzionare per il governo del Paese» e ha dichiarato la sua disponibilità a trattare per la realizzazione di un sistema elettorale proporzionale puro con sbarramento alto per evitare il frazionamento dei partiti.
Berlusconi ha affermato che il nuovo partito «intende rovesciare la piramide del potere» e che la scelta del nome, dei valori, dei programmi, dei rappresentanti e del leader del nuovo soggetto politico spetta ai cittadini e non alle segreterie.
Il 14 aprile 2008 la coalizione formata da Popolo della Libertà, Lega Nord e Movimento per l’Autonomia a sostegno della candidatura di Silvio Berlusconi a presidente del consiglio ha vinto le elezioni politiche con circa il 47% dei voti e ha ottenuto un’ampia maggioranza in entrambi i rami del Parlamento. Il successivo 8 maggio, con il giuramento nelle mani del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Berlusconi ha inaugurato il suo quarto governo.
Il 30 agosto 2008 il leader libico Muʿammar Gheddafi e Berlusconi hanno firmato un accordo tra Italia e Libia noto come trattato di Bengasi. Tale trattato stabiliva una cornice di partenariato tra i due Paesi e prevedeva il pagamento da parte dell’Italia di 5 miliardi di dollari (tramite esborso di 250 milioni di dollari all’anno per 20 anni) alla Libia come compensazione per l’occupazione militare. In cambio, la Libia avrebbe preso misure per combattere l’immigrazione clandestina dalle sue coste verso l’Italia e avrebbe favorito gli investimenti nelle aziende italiane. Il trattato fu ratificato dall’Italia il 6 febbraio 2009 e dalla Libia il 2 marzo, durante una visita di Berlusconi a Tripoli.
Il 29 marzo 2009 Silvio Berlusconi viene eletto all’unanimità e per alzata di mano presidente del Popolo della Libertà.
Il 3 febbraio 2010 il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, durante la sua visita in Israele, ha tenuto un discorso alla Knesset, il parlamento israeliano: era la prima volta che un Presidente del Consiglio italiano parlava davanti al Parlamento israeliano. Nel suo intervento, Berlusconi ha definito «un’infamia» le leggi razziali del 1938 e ha assicurato che l’Italia guarda al popolo ebraico come a «un fratello maggiore».
Il 2011
Il 2011 si sarebbe rivelato essere per Berlusconi e la sua coalizione un anno pieno di eventi e di cambiamenti: già da febbraio 2011 si troverà a dover gestire lo sviluppo della delicata primavera araba, in cui si ritrovavano coinvolti i capi di Stato dei paesi nordafricani con cui aveva stretti rapporti. Tra maggio e giugno, poi, Berlusconi subirà delle sconfitte pesanti prima alle amministrative (dove a Milano viene eletto il primo sindaco non di centrodestra dal 1993, Giuliano Pisapia) e poi dopo appena due settimane ai referendum abrogativi (i primi a superare il quorum dal 1995). A partire da inizio luglio, infine, inizierà un’improvvisa e grave crisi finanziaria, ribattezzata dalla stampa “crisi dello spread“, che porterà Berlusconi ad essere sempre più in difficoltà su ogni fronte.
La sera del 12 novembre 2011, dopo l’approvazione della legge di stabilità 2012 in entrambe le camere del Parlamento, Silvio Berlusconi, come aveva precedentemente accordato con il capo dello Stato Giorgio Napolitano, sale al Quirinale per rassegnare le dimissioni da presidente del consiglio dei ministri e quelle del suo governo, a causa della perdita della maggioranza assoluta alla Camera dei deputati e della grave crisi finanziaria che attanaglia il Paese e altri Stati europei (vedi Grande recessione). Dal 16 novembre gli succederà il governo Monti.
Nuova candidatura, condanna e ritorno a Forza Italia
Dopo aver presentato formalmente il passaggio di consegne con quest’ultimo atto politico, Berlusconi partecipa come deputato ad alcune iniziative parlamentari diradando però le sue uscite pubbliche.
Nel pomeriggio del 24 ottobre 2012, in un comunicato stampa ufficiale, Berlusconi annuncia di non volersi ricandidare alla Presidenza del Consiglio, dando il benestare alle primarie per la scelta del candidato Presidente del Consiglio del centro-destra per il 16 dicembre.
Tuttavia, nelle settimane successive si rincorrono con sempre maggiore insistenza voci che danno Berlusconi pronto a candidarsi nuovamente, suscitando reazioni contrapposte all’interno del mondo politico. Il 6 dicembre 2012 il segretario del PdL Angelino Alfano annuncia la candidatura di Berlusconi alle elezioni politiche del 2013, aggiungendo contestualmente che non si terranno più le primarie del partito. Due giorni dopo, è lo stesso Berlusconi a confermare la sua decisione di scendere nuovamente in campo. Alle successive elezioni la coalizione di centro-destra viene battuta da quella guidata da Pier Luigi Bersani con un scarto di soli 300 000 voti, mentre Berlusconi viene eletto per la prima volta come senatore. Pur vincendo, il centro-sinistra non ha i numeri sufficienti per governare da solo; nell’aprile 2013 il PdL accetta di formare un governo di larghe intese insieme al Partito Democratico e Scelta Civica, con Enrico Letta presidente del Consiglio.
Dopo la sconfitta incassata, seppur minima come distacco nelle politiche, e il pesante tonfo uscito dalle urne nelle ultime amministrative, il 29 giugno 2013, Berlusconi annunciò l’intenzione di rifondare Forza Italia come movimento politico autonomo. Il 16 novembre il Consiglio Nazionale del partito sancì la rinascita di Forza Italia, passando all’opposizione del Governo Letta.
Il 1º agosto 2013 Berlusconi viene condannato in via definitiva dalla Cassazione per frode fiscale, nell’ambito del cosiddetto processo Mediaset iniziato circa 8 anni prima; il collegio dispose tuttavia il rinvio alla Corte d’appello di Milano per la rideterminazione della pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici. Il 4 ottobre la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato ha votato a favore della decadenza di Berlusconi da senatore per effetto della legge n. 235 del 31/12/2012, cosiddetta legge Severino. Il 19 ottobre la Corte d’appello condanna Berlusconi a due anni di interdizione dai pubblici uffici, accogliendo le richieste dell’accusa e respingendo le tesi della difesa, che dispone il ricorso in Cassazione. Si legge nelle motivazioni della sentenza che l’evasione è aggravata dalla posizione pubblica che il leader del PdL occupa.
Il 15 aprile 2014 il Tribunale di sorveglianza di Milano, in esecuzione della condanna definitiva nel processo Mediaset, dispone per Berlusconi l’affidamento in prova al servizio sociale. L’esecuzione della pena ha termine il successivo 8 marzo 2015 e Berlusconi riacquista la piena libertà, pur permanendo la sua incandidabilità sino a fine 2018 per effetto della legge Severino.
Nel giugno 2016 il politico rischia di morire a causa di una grave insufficienza aortica.
Nel 2016 Berlusconi e Forza Italia si schierano in senso contrario alla riforma costituzionale promossa dal governo Renzi, che nel referendum confermativo tenutosi il 4 dicembre viene respinta con quasi il 60% di voti contrari.
Elezioni del 2018 e perdita della leadership di centro-destra
Alle elezioni politiche del 2018, Berlusconi non può ufficialmente candidarsi ad alcun incarico, ma risulta indicato come leader della lista “Forza Italia – Berlusconi Presidente”. Dopo il voto, che assicura la maggioranza relativa alla coalizione di centro-destra, Berlusconi si presenta alle consultazioni come leader di Forza Italia e insieme agli altri esponenti del centro-destra indica, senza successo, come candidato presidente del consiglio il segretario della Lega Matteo Salvini, in quanto leader della lista più votata della coalizione.
Il 12 maggio 2018 il Tribunale di sorveglianza di Milano lo riabilita dalla pena per frode fiscale a cui era stato condannato nell’agosto 2013, rendendolo perciò candidabile una volta decaduti gli effetti della legge Severino che per sei anni prevedevano la sua esclusione dalla vita pubblica.
Elezioni europee del 2019
In vista delle elezioni europee del 2019 e della sua riabilitazione alla vita politica, il 26 maggio viene eletto europarlamentare, risultando anche il secondo candidato più votato d’Italia con circa 560 000 preferenze personali (dietro al solo Matteo Salvini). Si insedia il 2 luglio, optando per la circoscrizione Italia nord-occidentale; inoltre, con i suoi 82 anni, è anche l’eurodeputato più anziano della legislatura.
Elezioni politiche del 2022
Alle elezioni politiche in Italia del 2022 si ricandida per il Senato della Repubblica, ed è eletto nel collegio uninominale Lombardia – 06 (Monza). Ritorna dunque nell’aula del Senato il 13 ottobre 2022, a quasi 9 anni dalla decadenza. Nelle settimane seguenti, prende parte attivamente alle elezioni dei Presidenti delle Camere e sulla scelta dei ministri per il nuovo governo di centrodestra, di cui Forza Italia fa parte, prendendo parte alle consultazioni con il Quirinale.
Prende per la prima volta la parola in Senato il 26 ottobre, durante le dichiarazioni di voto per la fiducia al governo Meloni, ricevendo una standing ovation dall’aula.
Malattia, morte e sepoltura
Il 27 marzo 2023 viene ricoverato per tre giorni all’ospedale San Raffaele, dopo aver accusato dolori. Il 5 aprile, ritornato nell’ospedale milanese, gli viene diagnosticata una polmonite sorta nel quadro di una leucemia mielomonocitica cronica da cui era affetto; viene dimesso dopo quarantacinque giorni, di cui dodici in terapia intensiva, il 19 maggio. Torna nuovamente al San Raffaele il 9 giugno per una serie di controlli legati alla patologia; il quadro clinico, tuttavia, si aggrava sino alla morte, sopraggiunta la mattina del 12 giugno, all’età di 86 anni.
In quanto ex presidente del Consiglio dei ministri, Berlusconi ha avuto diritto per legge ai funerali di Stato. In aggiunta, il Consiglio dei ministri italiano ha dichiarato il lutto nazionale nel giorno dei funerali, sospeso per tutta la settimana i lavori parlamentari e ordinato che le bandiere restassero a mezz’asta per tre giorni; la misura ha suscitato le protese di diversi politici di sinistra (tra i quali rifondazione Comunista, l’Alleanza Verdi e Sinistra e alcuni esponenti del PD), nonché di alcuni giuristi, politologi e personalità del giornalismo e della cultura.
I funerali, alla presenza delle alte cariche dello Stato, di esponenti politici di vari schieramenti ed altre personalità italiane ed estere, sono stati officiati il 14 giugno nel Duomo di Milano dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini, la salma è stata cremata e le ceneri sepolte privatamente a villa San Martino (articolo parzialmente estrapolato dal sito Wikipedia e le immagini da Google).
Testo bollettino
Quella di nostro padre, Silvio Berlusconi, è la storia di tante vite, tutte intensamente vissute nell’arco di una sola esistenza.
È la vita di un imprenditore coraggioso e innovativo, che con grande anticipo sui tempi ha saputo inventare un nuovo modo di fare edilizia, attento all’ambiente e alla qualità della vita: ha costruito vere e proprie città satellite – Milano 2 e Milano 3 – immerse nel verde, con percorsi protetti per i pedoni e per i ciclisti, a misura di famiglie, di bambini, di anziani.
È la vita di un editore che ha creduto nella carta stampata, e per questo ha rilevato e rilanciato il Gruppo Mondadori, che è diventato la più grande azienda editoriale italiana. Nello stesso tempo ha intuito le potenzialità della televisione commerciale, è riuscito a rompere il monopolio del servizio pubblico e ha trasmesso i benefici della concorrenza e del pluralismo all’emittenza televisiva. Ha creato Fininvest, oggi Mediaset, un gruppo editoriale e televisivo che è la più grande azienda culturale del nostro Paese, fornisce informazione e intrattenimento di qualità e garantisce la massima libertà creativa ad autori, giornalisti e protagonisti della cultura e dello spettacolo. E grazie al suo genio visionario, ha gettato le basi per un polo televisivo europeo presente in Italia, in Spagna, in Germania.
È la vita di un protagonista dello sport, capace di fare del Milan la squadra più forte e più titolata del mondo, e di vincere il maggior numero di titoli mai ottenuti nella storia del calcio. Capace poi di rilevare in serie C una squadra di antica tradizione come il Monza e di portarla in soli quattro anni alla serie A, per la prima volta nella sua storia centenaria.
È la vita di un leader politico che ha cambiato la storia del nostro Paese con la sua discesa in campo, nel 1994, creando un sistema bipolare e le condizioni per un centrodestra di governo. Ha fatto nascere un movimento politico, Forza Italia, che per la prima volta nella storia della Repubblica ha realizzato la sintesi politica dei principi liberali, cattolici, garantisti, europeisti, atlantici.
È la vita di uno statista che ha guidato l’Italia per un decennio ed è stato indiscusso protagonista della politica internazionale, un uomo che ha sempre lavorato in nome della pace, della libertà, dell’Occidente.
È la vita di un genitore straordinario che, pur fra mille impegni, ha saputo sempre trovare il modo di essere molto presente per ciascuno di noi, e non ci ha mai fatto mancare il suo affetto, la sua guida, il suo insegnamento, il suo sostegno a ogni nostro passo. Non ci ha mai fatto mancare, soprattutto, il suo amore straordinario, che per noi è stato un esempio e un modello.
L’amore è stato il vero principio ispiratore della sua vita: amore verso noi figli, verso i 16 nipoti dei quali era tanto orgoglioso, verso gli amici e i collaboratori, verso gli italiani, persino verso gli avversari, che non ha mai voluto considerare nemici. L’amore – amava ripetere – vince sempre sull’odio. E proprio l’amore è forse la più autentica chiave di lettura del suo essere padre, amico, imprenditore, politico, statista. È ciò che ispirava in lui la «lucida, visionaria follia» che secondo Erasmo da Rotterdam, un pensatore che gli era tanto caro, rende possibili le imprese più straordinarie. Imprese irrealizzabili per altri e che lui, invece, è sempre riuscito a portare a compimento.
I suoi figli
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