88^ emissione del 28 Settembre 2024, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica ”le eccellenze dello spettacolo” dedicato a MARCELLO MASTROIANNI, nel centenario della nascita

88^ emissione del 28 Settembre 2024, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica ”le eccellenze dello spettacolo” dedicato a MARCELLO MASTROIANNI, nel centenario della nascita, dal valore indicato in B, corrispondente ad €1,25

  • data emissione: 28 Settembre 2024
  • dentellatura: 11 effettuata con fustellatura.
  • dimensioni francobollo: 30 X 40 mm
  • tipo di carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente.
  • Grammatura:90 g/mq.
  • Supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq.
  • Adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco).
  • stampato: I.P.Z.S. Roma
  • tiratura : 500.040
  • valoretariffa  B= €1,25
  • colori: uno
  • bozzettistaa cura del Centro Filatelico dell’Officina Carte Valori e Produzioni Tradizionali dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.
  • num. catalogo francobolloMichel ______ YT _______ UNIF ______SASS _____
  • Il francobollo: riproduce un ritratto fotografico di Marcello Mastroianni, icona del cinema italiano e internazionale che ha recitato con i più grandi registi. Completano il francobollo la legenda “MARCELLO MASTROIANNI”, le date “1924 – 1996”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.
  • nota: foto di Marcello Mastroianni © Reporters Associati e Archivi s.r.l.

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Marcello Mastroianni, all’anagrafe Marcello Vincenzo Domenico Mastroianni (Fontana Liri, 26 settembre 1924 – Parigi, 19 dicembre 1996), è stato un attore italiano.

il grande Marcello Mastroianni

È stato fra i maggiori interpreti italiani, nonché uno dei più conosciuti e apprezzati all’estero dagli anni sessanta in poi, soprattutto per i ruoli da protagonista nei film di Federico Fellini e per le pellicole recitate in coppia con Sophia Loren. Capace di destreggiarsi sia nei ruoli drammatici che in quelli comici, è generalmente affiancato ai grandi della commedia all’italiana Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman e Nino Manfredi.

È stato per tre volte candidato all’Oscar al miglior attore: per Divorzio all’italiana (1961), per Una giornata particolare (1977) e per Oci ciornie (1987). Ha vinto numerosi e importanti premi: due Golden Globe, due Premi BAFTA, otto David di Donatello, otto Nastri d’argento, cinque Globi d’oro e un Ciak d’oro. Come Jack Lemmon e Dean Stockwell, ha ottenuto in due diverse occasioni il Prix d’interprétation masculine al Festival di Cannes, nel 1970 per Dramma della gelosia e nel 1987 per Oci ciornie. Ha vinto per due volte la Coppa Volpi alla Mostra internazionale d’arte cinematografica per Che ora è e Uno, due, tre, stella!. Nel 1990 gli è stato conferito il Leone d’oro alla carriera.

Biografia

Marcello Mastroianni nacque a Fontana Liri, centro della provincia di Terra di Lavoro, ovvero di Caserta, ma aggregato nel 1927 alla neocostituita provincia di Frosinone, il 26 settembre del 1924 (ma registrato all’anagrafe come nato il 28), figlio di Ottorino Mastroianni, un falegname, fratellastro dello scultore Umberto Mastroianni, e di Ida Irolle, originari entrambi del vicino paese di Arpino. Poco tempo dopo la sua nascita, la famiglia si trasferisce dapprima a Torino, dove nel 1929 nasce il fratello Ruggero, ed in seguito, nel 1933, definitivamente a Roma, presso il quartiere San Giovanni, dove frequenta le scuole in via Taranto. Da giovanissimo riesce a lavorare come comparsa in Marionette di Carmine Gallone, ne La corona di ferro di Alessandro Blasetti, in Una storia d’amore di Mario Camerini, e ne I bambini ci guardano di Vittorio De Sica.

Nel 1943 consegue il diploma di perito edile presso l’Istituto tecnico industriale statale Galileo Galilei. Dopo aver conseguito il diploma, lavora come disegnatore tecnico, prima per il comune di Roma, poi per quello di Firenze all’Istituto Geografico Militare, che dopo l’armistizio di Cassibile viene assorbito dall’Organizzazione Todt. A causa della fusione, Mastroianni si trasferisce a Dobbiaco (in provincia di Bolzano), da dove, in vista di un suo ulteriore trasferimento in Germania, fugge con il collega e amico Remo Brindisi.

Nel 1945, terminata la guerra, comincia a prendere le prime lezioni di recitazione e a tentare nuovamente la carriera cinematografica. È in questo periodo che condivide le sue aspirazioni di attore con una giovane ancora sconosciuta, Silvana Mangano, con la quale frequentava un corso di recitazione. I due hanno una breve relazione.

Il debutto

Il vero e proprio debutto nel cinema avviene nel 1948 con I miserabili, film di Riccardo Freda tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo. Nello stesso periodo comincia a ottenere piccole parti in teatro, dapprima in compagnie di dilettanti. Viene notato da Luchino Visconti, che gli offre il suo primo ruolo da professionista, in Rosalinda o Come vi piace, da Shakespeare (26 novembre 1948, Teatro Eliseo – Roma) e poi in Un tram che si chiama Desiderio di Tennessee Williams (23 gennaio 1949, Teatro Eliseo – Roma), in cui interpreta Mitch (Kowalsky è invece interpretato da Vittorio Gassman).

Marcello insieme a Sofia Loren, nel film Matrimonio all’Italiana

Dopo aver interpretato sotto la regia di Luciano Emmer diversi ruoli da attor giovane in commedie neorealistiche (Domenica d’agostoParigi è sempre ParigiLe ragazze di piazza di Spagna), arrivano anche al cinema i primi ruoli drammatici in Passaporto per l’oriente di registi vari, Lulù di Fernando Cerchio, Febbre di vivere di Claudio Gora, Cronache di poveri amanti di Carlo Lizzani e Le notti bianche di Luchino Visconti, mentre sul set di Peccato che sia una canaglia di Alessandro Blasetti incontra per la prima volta Sophia Loren.

L’affermazione e il successo internazionale

L’affermazione definitiva arriva nel 1958 con I soliti ignoti, cui segue Adua e le compagne (1960). I due capolavori di Federico Fellini: La dolce vita (1960), con Anita Ekberg e il successivo  (1963), con Claudia Cardinale, gli conferiranno il successo internazionale e la fama di «latin lover», dalla quale cercherà, più o meno inutilmente, di difendersi fino all’età più matura; questa è la ragione per cui, subito dopo il successo de La dolce vita, cerca di sfatare il proprio mito di sex symbol accettando di interpretare il ruolo di un impotente nel film Il bell’Antonio (1960), uno dei primi incontri professionali con Claudia Cardinale, tratto dall’omonimo romanzo di Vitaliano Brancati.

Nel 1961 esce Divorzio all’italiana, commedia nera basata sul delitto d’onore. Il film presentato al 15º Festival di Cannes ottiene il premio per la migliore commedia e vincitore, nel 1963, di un premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale, risulta essere un successo internazionale, consolidando la fama di Mastroianni che ottiene per la sua interpretazione del barone Cefalù il Nastro d’argento al migliore attore protagonista, il premio BAFTA al migliore attore straniero, il Golden Globe per il miglior attore in un film commedia o musicale.

Una foto storica dal film “La bella Vita” con Anita Ekberg

Nel 1962 il settimanale americano Time gli dedica un servizio, come divo straniero più ammirato negli USA. Il suo fascino di attore gli derivava, oltre che dalla sua bellezza e da interpretazioni sempre di altissimo livello, anche da un tratto distaccato, a tratti sornione, dal quale sembravano trasparire talvolta una velata malinconia e persino una certa timidezza.

Ne I compagni (1963) di Mario Monicelli, interpreta il ruolo di un intellettuale socialista che fomenta le rivolte di fabbrica mentre, sotto la direzione di Vittorio De Sica, ritrova Sophia Loren come partner femminile in Ieri, oggi, domani (1963), Matrimonio all’italiana (1964) e I girasoli (1970): la coppia che ha formato con lei è stata un sodalizio artistico tra i più riusciti del cinema italiano, che si è snodato con episodi memorabili lungo l’intera carriera di entrambi.

Gli anni successivi

Nel 1966 debutta anche nella commedia musicale, interpretando per circa tre mesi il ruolo di Rodolfo Valentino in Ciao Rudy di Garinei e Giovannini, cantando e ballando tutte le sere e cercando di sfatare un’altra fama che si era creato, quella di eterno pigro. La critica non sarà tenera con lui, e anche se le repliche sono costantemente gremite fino al “tutto esaurito”, Mastroianni abbandona le scene pagando una penale di 100 milioni di lire per girare Il viaggio di G. Mastorna di Federico Fellini, progetto che però il maestro riminese non riuscirà mai a realizzare, così interpreta per racimolare i soldi Il papavero è anche un fiore di Terence Young.

Nel 1968 gira Amanti sotto la regia di Vittorio De Sica. Protagonista femminile è Faye Dunaway, con la quale avrà una breve ma chiacchieratissima storia sentimentale. Nello stesso periodo gira alcuni film in lingua inglese, manifestando una notevole capacità di dizione anche in questa lingua. Nel 1971 lavora con Marco Ferreri in La cagna e sul set conosce Catherine Deneuve, con la quale intreccerà una lunghissima relazione, da cui nascerà Chiara. L’anno successivo si trasferisce a Parigi e avrà l’opportunità, tra il 1972 e il 1974, di lavorare in numerose pellicole francesi.

Tornato in Italia, riprende a interpretare ruoli in commedie leggere (Culastrisce nobile venezianoLa pupa del gangster), film d’autore (Todo modo, insieme a Ciccio Ingrassia e Gian Maria Volonté, Una giornata particolare, insieme alla Loren), drammi a tinte forti (Correva l’anno di grazia 1870Mogliamante, insieme a Laura Antonelli, Per le antiche scale), film grotteschi (Ciao maschioFatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova. Si sospettano moventi politici, insieme alla Loren e a Giancarlo Giannini, diretti da Lina Wertmüller). Nel 1978 debutta in uno sceneggiato televisivo: Le mani sporche, che Elio Petri trae da Sartre. Prima d’allora Mastroianni non ha mai lavorato in TV, eccezion fatta per alcune celebri apparizioni come ospite in Studio Uno, accanto a Mina e a Sandra Milo.

Nel 1980 viene richiamato da Federico Fellini che, a diciotto anni da 8 ½, lo rivuole protagonista per il suo La città delle donne. Lavorerà con lui ancora nel 1985 in Ginger e Fred, al fianco di Giulietta Masina, e nel 1987 in Intervista, al fianco di un giovane Sergio Rubini. Nel giugno del 1984 prende parte al picchetto d’onore ai funerali del segretario del Partito Comunista Italiano Enrico Berlinguer, insieme ad altri esponenti del cinema italiano come Federico Fellini e Monica Vitti.

Nel 1988 è protagonista insieme a Massimo Troisi di Splendor e Che ora è, entrambi diretti da Ettore Scola. Per quest’ultimo film i due protagonisti riceveranno ex aequo la coppa Volpi alla Mostra del cinema di Venezia. Nel 1990 vince il Leone d’oro alla carriera che gli viene consegnato da Federico Fellini al Palazzo del Cinema durante il Festival del cinema di Venezia.  Negli anni novanta Marcello Mastroianni gira soprattutto all’estero, con grandi autori del cinema internazionale, anche se non mancano prove in patria, ad esempio quella in Stanno tutti bene di Giuseppe Tornatore (1990), nel ruolo del settantenne siciliano Matteo Scuro, e quella nel ruolo del protagonista in Sostiene Pereira di Roberto Faenza (1995), tratto dal romanzo omonimo di Antonio Tabucchi, ultimo film italiano da lui interpretato.

Tre grandi personaggi: Marcello Mastroianni, Federico Fellini e Sofia Loren

La malattia e la morte

Colpito da un tumore del pancreas, poco prima della morte realizzò durante la lavorazione del suo ultimo film (Viaggio all’inizio del mondo di Manoel de Oliveira) una lunga auto-confessione (Marcello Mastroianni – Mi ricordo, sì, io mi ricordo, curata da Anna Maria Tatò, la sua ultima compagna) che è considerata da molti il suo testamento spirituale. L’ultimo impegno fu la commedia Le ultime lune nei teatri italiani.

A causa delle tre fleboclisi al giorno recitava quasi sempre seduto e molte date previste non furono realizzate a causa dell’aggravarsi dello stato di salute. Dopo un malore, fu l’attore stesso a chiedere di non andare avanti con la tournée e l’ultima rappresentazione fu a Napoli; poi tornò a Parigi. Morì pochi mesi dopo, nel suo appartamento di Parigi, il 19 dicembre 1996, all’età di settantadue anni, stroncato dalla malattia e assistito dalla figlia minore, Chiara. Il funerale fu celebrato a Parigi nella chiesa di Saint Sulpice. Il giorno seguente fu portato a Roma dove fu allestita una camera ardente nella sala della Protomoteca del Palazzo Senatorio e a seguire una cerimonia laica sulla piazza del Campidoglio. Le sue spoglie riposano nella tomba di famiglia nel cimitero del Verano.

Vita privata

In gioventù ebbe una breve relazione con Silvana Mangano. Sul set teatrale de Un tram che si chiama Desiderio al Teatro Eliseo di Roma conobbe l’attrice Flora Carabella, che sposò il 12 agosto 1950 e dalla quale ebbe una figlia, Barbara (1951-2018), costumista di cinema e teatro. I due si separarono nel 1970, ma mai divorziarono; circolava la voce che la separazione fosse dovuta alle numerose relazioni extraconiugali di lui, ma non ci sono testimonianze attendibili al riguardo; forse lo si era supposto in base a quanto dichiarato dallo stesso Mastroianni in un’intervista, cioè che non si fermava su alcune cose: una donna, una passione, un sogno, un ideale. È probabile, però, che la relazione con l’attrice Faye Dunaway, conosciuta sul set di Amanti, sia iniziata quando viveva con la moglie, nel 1968. La loro fu una relazione intensa, tanto che Faye avrebbe voluto sposarlo e avere da lui dei figli, ma lui temporeggiava, indeciso se lasciare o meno la moglie; infine, la Dunaway si fidanzò con Harris Yulin e la loro relazione ebbe così termine.

Nel 1971, sul set de La cagna di Marco Ferreri, conobbe l’attrice Catherine Deneuve; ebbe con lei una relazione dal 1971 al 1975, da cui nacque la figlia Chiara. Nel 1976 si legò alla regista Anna Maria Tatò, con la quale convisse fino alla morte (articolo parzialmente estrapolato dal sito Wikipedia e le immagini da Google).

Testo bollettino

Marcello Mastroianni è stato uno dei volti più rappresentativi del cinema italiano, amato e conosciuto a livello internazionale. Con il suo stile inconfondibile, ha saputo dare vita a personaggi complessi e affascinanti, coniugando eleganza e profondità emotiva. La sua capacità di interpretare ruoli drammatici e leggeri con la stessa intensità ha reso le sue performances indimenticabili, contribuendo a diffondere l’immagine del talento e della cultura italiana nel mondo. Mastroianni rimane un’icona intramontabile, simbolo di eccellenza artistica.

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