74^ emissione del 15 Ottobre 2023, di un francobollo commemorativo di ITALO CALVINO, nel 100° anniversario della nascita

74^ emissione del 15 Ottobre 2023, di un francobollo commemorativo di ITALO CALVINO, nel 100° anniversario della nascita, dal valore indicato B 50g, corrispondente ad €2,75.

  • data emissione: 15 Ottobre 2023
  • dentellatura:  11 effettuata con fustellatura
  • dimensioni francobollo: 40 x 30 mm.
  • stampa: in rotocalcografia
  • tipo di cartabianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco)
  • stampato: I.P.Z.S. Roma
  • tiratura: 315.015
  • valore:  B   50g = € 2,75
  • colori: quadricromia
  • bozzettistaGaetano Ieluzzo
  • num. catalogo francobolloMichel ______ YT _______ UNIF ________
  • Il francobollo: raffigura lo scrittore italiano Italo Calvino appoggiato, idealmente, sulle pagine di uno tra i suoi più famosi romanzi “Il barone rampante”; sullo sfondo un albero i cui rami si intrecciano con le pagine del romanzo dove s’intravede il protagonista Cosimo che vivrà tutta la vita sugli alberi tra boschi e foreste; a destra, un agglomerato urbano in riferimento a un’altra sua opera “Le città invisibili”. Completano il francobollo le legende “ITALO CALVINO” e “1923 1985”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B 50 g”.

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Italo Calvino (Santiago de Las Vegas de La Habana, 15 ottobre 1923 – Siena, 19 settembre 1985) è stato uno scrittore e paroliere italiano.

Un’immagine di repertorio di Italo Calvino

Intellettuale di grande impegno politico, civile e culturale, è stato uno dei narratori italiani più importanti del secondo Novecento. Ha seguito molte delle principali tendenze letterarie a lui coeve, dal neorealismo al postmoderno, ma tenendo sempre una certa distanza da esse e svolgendo un percorso di ricerca personale e coerente. Di qui l’impressione contraddittoria che possano offrire la sua opera e la sua personalità: da un lato una grande varietà di atteggiamenti che riflette il succedersi delle poetiche e degli indirizzi culturali nel quarantennio fra il 1945 e il 1985; dall’altro, invece, una sostanziale unità determinata da un atteggiamento ispirato a un razionalismo più metodologico che ideologico, dal gusto dell’ironia, dall’interesse per le scienze e per i tentativi di spiegazione del mondo, nonché, sul piano stilistico, da una scrittura sempre cristallina e a volte, è stato sostenuto, classica.

I numerosi campi d’interesse toccati dal suo percorso letterario sono meditati e raccontati attraverso capolavori quali la trilogia de I nostri antenatiMarcovaldoLe cosmicomicheSe una notte d’inverno un viaggiatore, uniti dal filo conduttore della riflessione sulla storia e la società contemporanea.

Dall’inizio della sua carriera sino alla morte, Calvino scrisse circa duecento racconti.

Inoltre, come componente dei Cantacronache, fu anche autore di testi di canzoni: alcune di esse, come Dove vola l’avvoltoio? e Oltre il ponte sono state in seguito reinterpretate da molti artisti.

Biografia

«Dati biografici: io sono ancora di quelli che credono, con Croce, che di un autore contano solo le opere. (Quando contano, naturalmente.) Perciò dati biografici non ne do, o li do falsi, o comunque cerco sempre di cambiarli da una volta all’altra. Mi chieda pure quello che vuol sapere e Glielo dirò. Ma non Le dirò mai la verità, di questo può star sicura.»

(Italo Calvino nella lettera a Germana Pescio Bottino, 9 giugno 1964)

Origini familiari e infanzia cubana (1923-1925)

Italo Calvino nasce il 15 ottobre 1923 a Santiago de las Vegas, a Cuba, da genitori italiani. Il padre, Mario, è un agronomo originario di Sanremo, poi trasferitosi in Messico e infine a Cuba, mentre la madre, Eva Mameli, originaria di Sassari, dopo aver lavorato come assistente presso la cattedra di botanica nell’Università di Pavia ha ottenuto la libera docenza nel 1915, diventando così la prima donna in Italia a ricoprire una cattedra di botanica generale. Dopo la prima guerra mondiale, Eva e Mario, già conosciutisi anni addietro, approfondiscono il loro rapporto finché la donna accetta di sposare l’agronomo e seguirlo a Cuba, dove questi dirige una stazione agronomica sperimentale per la produzione di canna da zucchero.

Di Cuba Calvino non ha nessun ricordo, come egli stesso afferma nella sintetica biografia scritta per il volume Ritratti su misura: “Della mia nascita d’oltremare conservo solo un complicato dato anagrafico (che nelle brevi note bio-bibliografiche sostituisco con quello più “vero”: nato a Sanremo), un certo bagaglio di memorie familiari, e il nome di battesimo che mia madre, prevedendo di farmi crescere in terra straniera, volle darmi perché non scordassi la patria degli avi, e che invece in patria suonava bellicosamente nazionalista.”

Nel 1925 i coniugi Calvino decidono di ritornare in Italia. Secondo lo stesso autore, tuttavia, il rientro in patria era già stato programmato in precedenza, ma rinviato per l’attesa della sua nascita. La famiglia si stabilisce a Sanremo dove il padre era responsabile della Stazione sperimentale di floricoltura “Orazio Raimondo”; in tale periodo fu utilizzato anche il parco della villa di famiglia “La meridiana” per svolgere studi sperimentali su colture floreali.

La fanciullezza (1925-1933)

A Sanremo Calvino vive serenamente gli anni della fanciullezza, che egli ricorderà così: “Sono cresciuto in una cittadina che era piuttosto diversa dal resto dell’Italia, ai tempi in cui ero bambino: San Remo, a quel tempo ancora popolata di vecchi inglesi, granduchi russi, gente eccentrica e cosmopolita. E la mia famiglia era piuttosto insolita sia per San Remo sia per l’Italia d’allora: scienziati, adoratori della natura, liberi pensatori […] mio padre, di famiglia mazziniana repubblicana anticlericale massonica, era stato in gioventù anarchico kropotkiniano e poi socialista […] mia madre […] di famiglia laica, era cresciuta nella religione del dovere civile e della scienza, socialista interventista nel ’15 ma con una tenace fede pacifista”.

Il periodo fascista non sembra inizialmente segnare in modo particolare la sua personalità né sconvolgere la serenità familiare di quegli anni. Nonostante i genitori siano intimamente e culturalmente contrari al regime fascista, la loro posizione (socialista lei e anarchico lui) sfuma nell’ambito di una generale condanna della politica. Lo scrittore, sul periodico milanese «Il Paradosso», scriverà: “Il primo ricordo della mia vita è un socialista bastonato dagli squadristi […] è un ricordo che deve riferirsi probabilmente all’ultima volta che gli squadristi usarono il manganello, nel 1926, dopo un attentato a Mussolini. […] Ma far discendere dalla prima immagine infantile, tutto quello che si vedrà e sentirà nella vita, è una tentazione letteraria”.

Nel 1927 Italo inizia a frequentare l’asilo infantile al St. George College e nasce il fratello Floriano che diventerà geologo e docente all’Università di Genova.

I rapporti della famiglia Calvino con il fascismo sono complicati, come lo stesso Italo scrive in alcune pagine dedicate al padre. Questi, infatti, è costretto a iscriversi al Partito Nazionale Fascista e, per ottenere un incarico presso l’Università di Torino, giura fedeltà al regime. Il primo contatto personale con la cultura fascista, per Italo Calvino, arriva negli anni tra il 1929 e il 1933, quando non può sottrarsi all’esperienza di diventare balilla, obbligo esteso anche agli allievi delle scuole valdesi frequentate dal piccolo Italo. Tuttavia la sua esperienza infantile non sarà, come egli stesso scrive nel 1960, drammatica: “[…] vivevo in un mondo agiato, sereno, avevo un’immagine del mondo variegata e ricca di sfumature contrastanti, ma non la coscienza di conflitti accaniti”.

La prima formazione (1934-1938)

Nel 1934, superato l’esame d’ammissione, frequenta il liceo statale Gian Domenico Cassini di Sanremo, dove sarà esonerato dalle lezioni di religione, come richiesto dai genitori.

La famiglia Calvino non ha una fede religiosa e per quei tempi manifestare un certo atteggiamento agnostico comportava almeno l’appellativo di “anticonformisti”. Segno che Calvino ricorderà poi quale elemento di formazione importante, per averlo presto reso avvezzo ai sentimenti della tolleranza e della diversità, con la conseguenza di predisporlo al costante confronto con le ragioni dell’altro. “Non credo che questo mi abbia nuociuto: ci si abitua ad avere ostinazioni nelle proprie abitudini, a trovarsi isolati per motivi giusti, a sopportare il disagio che ne deriva, a trovare la linea giusta per mantenere posizioni che non sono condivise dai più. Ma soprattutto sono cresciuto tollerante verso le opinioni altrui, particolarmente nel campo religioso […]. E nello stesso tempo sono rimasto completamente privo di quel gusto dell’anticlericalismo così frequente in chi è cresciuto in mezzo ai preti”.

In questi anni, grazie a Il libro della giungla di Rudyard Kipling, il giovane Calvino si avvicina alla lettura di opere letterarie che stimolano il suo interesse verso lo “spirito d’ironia sistematica” che trova nelle pagine delle riviste umoristiche come “Bertoldo”, “Marc’Aurelio”, “Settebello” libere dalla retorica del regime. Si diverte a disegnare vignette e fumetti e si appassiona al cinema. “Ci sono stati anni in cui andavo al cinema quasi tutti i giorni e magari due volte al giorno, ed erano gli anni tra diciamo il Trentasei e la guerra, l’epoca insomma della mia adolescenza”.

Sono questi i semi culturali e storici di quella formazione che il giovane Calvino più tardi tradurrà in una scrittura capace di spaziare dalla saggistica politica a quella letteraria e teatrale; dal racconto impegnato, a quello ironico e umoristico; dalla pungente critica sociale, alla sceneggiatura di testi teatrali, finanche alla composizione di poesie.

Ma proprio quando l’età gli darebbe occasione di gustare appieno quella grande ricchezza cosmopolita e culturale che si addensa nel circondario di Sanremo in quegli anni, la guerra mondiale sconvolge la vita di provincia, e destina Calvino a una serie di vicissitudini, dai toni anche drammatici, capaci però di saldarsi con l’apertura di vedute maturata nell’infanzia, forgiando così l’impegno politico che Calvino esprimerà in forma di partecipazione e di scrittura. L’estate in cui Calvino afferma di uscire dall’infanzia definitivamente, per diventare un giovane spensierato, è quella del 1938, preludio allo scoppio della guerra. “L’estate in cui cominciavo a prender gusto alla giovinezza, alla società, alle ragazze, ai libri, era il 1938: finì con Chamberlain e Hitler e Mussolini a Monaco. La “belle époque” della Riviera era finita”.

Alcuni dei tanti libri scritti da Italo Calvino

L’adolescenza (1938-1943)

Continua a scrivere ed a viaggiare e fonda con Vittorini Il Menabò. Tra il 1958 ed il 1962 pubblica La gallina di repartoLa nuvola di smog e l’antologia I racconti. Nel 1959 pubblica il romanzo Il cavaliere inesistente e parte per un viaggio di sei mesi nelle principali località degli Stati Uniti a novembre (si troverà a New York per quattro mesi) grazie a un finanziamento della Ford Foundation, esperienza che diverrà soggetto del racconto inedito Un ottimista in America. Escono su Il Menabò il saggio La sfida al labirinto ed il racconto La strada di San Giovanni.

Ha scritto anche sulla rivista Pioniere, dal 1959 al 1961. I titoli principali pubblicati sono stati: Sul verde fiume Po (n° 14, 1959), Ultimo viene il corvo (n° 37, 1960) e Il regimento smarrito (n° 2, 1961); quest’ultimo è stato pubblicato nuovamente sul Pioniere dell’Unità (n° 12, 1963).

All’inizio degli anni Sessanta la sua fama è ormai affermata. Spesso è chiamato per conferenze e dibattiti in ogni parte d’Europa. Nell’isola di Maiorca riceve il premio internazionale Formentor. Nel 1962, in occasione di un ciclo di incontri letterari, conosce a Parigi la sua futura moglie, la traduttrice argentina di origine ebraica Esther Judith Singer (1925-2018), detta Chichita, che lavora in organismi internazionali come l’UNESCO e l’IAEA.

Nasce in quegli anni il gruppo ’63, corrente letteraria neoavanguardista, che Calvino segue con interesse pur senza condividerne l’impostazione di fondo. Pubblica i racconti La giornata d’uno scrutatore e La speculazione edilizia, inclusi in un irrealizzato progetto di trilogia sulla crisi dell’intellettuale negli anni cinquanta. A metà marzo 1963 è a Tripoli per una conferenza su Natura e storia nei romanzi di ieri e di oggi all’Istituto italiano di cultura. Nel 1964 vanno in stampa le prime cosmicomiche La distanza della LunaSul far del giornoUn segno nello spazioTutto in punto. Poco dopo pubblica il dittico La nuvola di smog – La formica argentina.

Nel febbraio 1964 lo scrittore torna a L’Avana per sposarsi con Chichita in un ufficio notarile di Calle Obispo e con brindisi finale nel bar della piscina del loro Hotel Avana Libre. In quella occasione egli fu chiamato a fare parte della giuria del Premio Casa Las Americas, e qui conobbe il comandante Ernesto Che Guevara, al quale poi dedicò due pagine dopo la sua morte in Bolivia, le quali furono pubblicate sul numero speciale dedicato a Guevara della rivista culturale avanera Casa de Las Americas. Quando, alla fine di febbraio del 1964, Calvino tornò in Italia, a Torino e a Roma, dove si stabilirà con la moglie ed il figlio di lei, Marcello Weil, continuando a lavorare per Einaudi come consulente, si attivò per cofondare l’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba.

Il 18 aprile 1965 nasce a Roma la figlia Giovanna Calvino (che si laureerà poi a New York, dove andrà a vivere).

Il 12 febbraio 1966 muore l’amico Elio Vittorini, al quale egli dedica il saggio Vittorini: progettazione e letteratura. Calvino traccia nel saggio il pensiero d’un intellettuale aperto e fiducioso, in dissonanza con il pessimismo letterario di quegli anni, della decadenza e della crisi. All’indomani della morte di Vittorini, lo scrittore inaugura un periodo di meditazione, necessario forse ad elaborare il proprio vissuto, distante dal frastuono delle città e della vita pubblica.

Nell’estate del 1967 si trasferisce a Parigi per lavoro, assieme a tutta la famiglia, in una villetta dello Square de Châtillon. Qui Calvino progetta di rimanere 5 anni, collaborando con intellettuali e letterati francesi; vi resterà per 13, fino al 1980, anno in cui egli ritorna a Roma con la famiglia. A Parigi segue il dibattito culturale francese ma conduce una vita pressoché in disparte, pur frequentando alcuni intellettuali parigini come Georges Perec, François Le Lionnais, Jacques Roubaud, Paul Fournel, Raymond Queneau ed aderendo al gruppo OuLiPo (fondato nel 1960). Di Queneau traduce I fiori blu, da cui la letteratura del maturo Calvino trarrà gli aspetti più umoristici ed i riferimenti cosmologici. Approfondisce la propria passione per le materie scientifiche e per il gioco combinatorio. I frutti di questo nuovo arricchimento già si manifestano nelle raccolte di racconti Le cosmicomiche (una cui prima stesura risale agli anni 1963-64) e Ti con zero, quest’ultimo vincitore del Premio Viareggio 1968: premio che però Calvino rifiuta, ritenendo ormai tali manifestazioni letterarie semplice espressione retorica, anche se, successivamente, accetterà altri premi letterari. Pubblica la prima edizione dell’antologia scolastica La lettura. Assieme a Guido Neri, Gianni Celati ed altri intellettuali, lavora al progetto per la realizzazione di una rivista sociale e letteraria a larga diffusione, destinata al grande pubblico.

Mentre Calvino era a Parigi il suo amico Che Guevara venne ucciso il 9 ottobre 1967 in Bolivia. Il 15 ottobre 1967 (il giorno del suo 44º compleanno) scrisse un articolo a lui dedicato che fu pubblicato in spagnolo nel gennaio 1968 sulla rivista cubana Casa de las Américas, nel citato numero speciale tutto dedicato al rivoluzionario. Il testo originale integrale italiano fu pubblicato in Italia solamente trent’anni dopo, nel 1998, sul primo numero della rivista Che della Fondazione Italiana Ernesto Che Guevara presieduta dall’editore romano Roberto Massari.

Tra il 1969 e il 1973 lavora ad alcuni progetti letterari e pubblica racconti e saggi su diverse riviste. Pubblica il racconto Il castello dei destini incrociati nel volume Tarocchi – Il mazzo visconteo di Bergamo e New York e i saggi Osservare e descrivere e Problema da risolvere, pubblicati nella nuova edizione del testo scolastico La lettura.

Nel 1971 scrive Gli amori difficili per la collana “Centopagine” della Einaudi. Nel 1972 vince il Premio Feltrinelli conferito dall’Accademia nazionale dei Lincei, pubblica Le città invisibili che sarà finalista al XXIII Premio Pozzale 1974 per la letteratura. In quell’anno inizia anche una collaborazione con il Corriere della Sera che durerà fino al 1979, quando inaugura la serie di racconti del signor Palomar. Pubblica due lavori autobiografici: il primo, Ricordo di una battaglia, rievoca la dura ed umanamente ricca esperienza da partigiano; l’altro, Autobiografia di uno spettatore, particolare sguardo di Calvino sul cinema, diventa prefazione a Quattro film di Federico Fellini. In questi anni fa costruire la sua villa a Roccamare, presso Castiglione della Pescaia (GR), dove trascorrerà tutte le successive estati della sua vita.

Nel 1974 scrive due dialoghi per la serie radiofonica Le interviste impossibili (Montezuma e L’uomo di Neanderthal).

Nel 1975 inizia un altro periodo di intensi viaggi. Nella seconda metà di maggio è in Iran dove, per conto della RAI, cura la preparazione di un programma radiofonico, Le città della Persia. L’anno successivo si reca negli USA, in Messico insieme a Chichita e a novembre in Giappone, per una serie di incontri e di conferenze. Il signor Palomar in Giappone, racconto che pubblica nelle colonne del Corriere della sera, s’ispira a quei viaggi.

A Vienna, l’8 gennaio 1976, viene insignito d’un importante premio letterario europeo, dal Ministero dell’Istruzione austriaco, lo Staatspreis für Europäische Literatur.

Il 12 gennaio 1979, un anno dopo la morte della madre, avvenuta il 31 marzo 1978 a 92 anni, e venduta la villa La Meridiana, Italo e Floriano donano l’intera biblioteca dei genitori – con oltre 12.000 tra libri, riviste, opuscoli, estratti, documenti e fotografie, pubblicazioni di carattere botanico, agronomico e floricolo – alla biblioteca civica di Sanremo, dando così vita al “Fondo Mario Calvino ed Eva Mameli Calvino”, volto a preservare il lavoro svolto dai due scienziati sanremesi e tenere viva la loro memoria.

Nello stesso 1979 pubblica Se una notte d’inverno un viaggiatore e inizia la sua collaborazione con il giornale La Repubblica. Chiude quasi completamente i suoi interventi di carattere politico e sociale, con l’amaro articolo L’apologo sull’onestà nel paese dei corrotti, pubblicato l’anno successivo sul quotidiano diretto da Eugenio Scalfari.

Nel 1980 Calvino, ritornato a Roma con la famiglia in una casa con terrazza ad un passo dal Pantheon sita in piazza Campo Marzio, è alla ricerca del punto di confine tra letteratura e scienze, sempre ispirato all’amico francese Queneau. Ne cura l’opera Segni cifre e lettere e ne traduce la Piccola cosmogonia portatile, redigendone anche la guida.

Nel 1981 gli viene conferita la Legion d’onore e nello stesso anno presiede la giuria della 38ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Su richiesta di Adam Pollock compone un testo a carattere combinatorio, con funzione di cornice, per l’incompiuto Singspiel di Mozart Zaide.

Nel 1983 esce Palomar pubblicato da Einaudi. Per la casa editrice torinese cura anche l’introduzione ad America di Franz Kafka. A causa della seria crisi in cui versa l’Einaudi, nel 1984 è costretto a pubblicare presso Garzanti Collezione di sabbia e Cosmicomiche vecchie e nuove. Nello stesso anno si reca in Argentina con la moglie, su invito della Feria Internacional del libro di Buenos Aires, incontrandosi anche con Raúl Alfonsín, da alcuni mesi eletto presidente della repubblica. Nel 1985, durante l’estate, Calvino lavora ad una serie di conferenze (Lezioni americane, pubblicate postume) che avrebbe dovuto tenere presso l’Università di Harvard.

La morte

Il 6 settembre 1985, all’età di sessantun anni, Calvino viene colto da un ictus nella sua villa nella pineta toscana di Roccamare, presso Castiglione della Pescaia, dove trascorreva le vacanze preparando le conferenze da pronunciare negli Stati Uniti. Ricoverato in un primo momento all’ospedale Misericordia di Grosseto, a causa delle condizioni critiche viene trasferito all’ospedale Santa Maria della Scala di Siena per essere sottoposto a un’operazione al cervello; dopo aver ripreso parzialmente conoscenza per qualche giorno, si aggrava e muore il 19 settembre 1985 a causa di una sopraggiunta emorragia cerebrale. Italo Calvino è sepolto nel cimitero-giardino di Castiglione della Pescaia. Oltre alle Lezioni americane, escono postumi anche i tre volumi Sotto il sole giaguaroLa strada di San Giovanni e Prima che tu dica pronto, tutti curati dalla vedova, Esther Chichita e da alcuni collaboratori.

Testo bollettino

Italo Calvino nacque a Santiago de las Vegas, oggi parte della Havana, a Cuba, il 15 ottobre 1923.  Morì a Siena in un ospedale fondato nel 1300, Santa Maria della Scala, che poco dopo la sua morte divenne un bellissimo museo di reperti archeologici e di opere d’arte. 

Nell’arco della sua vita, mio padre pubblicò 23 libri, tra cui raccolte di racconti, romanzi e saggi.  In seguito, mia madre curò le edizioni di varie opere quasi compiute, a cui lui stava lavorando quando fu colpito da un aneurisma nella sua casa in Toscana.

Oggi però vorrei soffermarmi su un periodo anteriore a quello del Calvino scrittore, cioè quello dell’infanzia a Sanremo.  Lì si trasferirono i suoi genitori al ritorno da Cuba, e fondarono una stazione sperimentale di floricoltura con sede alla Villa Meridiana, dove risiedevano.  I miei nonni erano degli scienziati pionieristici e dei lavoratori instancabili.  Non a caso, nel 2018, l’allora Ministero dello Sviluppo Economico rese omaggio alla figura di Eva Mameli Calvino, per il suo contributo alla scienza in Italia, emettendo un francobollo con la sua effigie. 

Dalla Riviera Ligure, i miei nonni mantennero una vasta corrispondenza con botanici e agronomi di tutto il mondo.  Quest’attività fornì al piccolo Italo l’idea, nonché la materia, della sua prima raccolta: una collezione di francobolli.  Li incollava fitti fitti sulle pagine di un grosso album come i tasselli di un mosaico.  Testimoni muti di mondi lontani e affascinanti, quei francobolli rappresentavano forse i segni tangibili delle sue prime avventure mentali, i precursori dei viaggi immaginari che avrebbe intrapreso attraverso la scrittura.  Che lui considerasse questa collezione filatelica come la fase iniziale della sua formazione di romanziere, spiegherebbe il fatto che mio padre, attraverso mille traslochi da una città a un’altra e da un paese all’altro, se la sia portata dietro per tutta la vita.

È tuttora racchiusa nella scatola di cartone dove l’aveva riposta, custodita oggi dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. 

Sicuramente mio padre sarebbe stato grato e orgoglioso del francobollo in onore di sua madre.  Altrettanto lo sono io, di quello emesso per lui, in occasione del centesimo anniversario della sua nascita.

New York, Ottobre 2023

Giovanna Calvino

La figlia

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