57^ emissione del 04 luglio 2024, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica ”lo sport” dedicato ai XIX Campionati Mondiali di KENDO’


57^ emissione del 04 luglio 2024, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica ”lo sport” dedicato ai XIX Campionati Mondiali di KENDO’, dal valore indicato in B zona1,corrispondente ad €1.30
- data emissione: 04 luglio 2024
- dentellatura: 11 effettuata con fustellatura.
- dimensioni francobollo: 40 x 30 mm
- tipo di carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente.
- Grammatura:90 g/mq.
- Supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq.
- Adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco).
- stampato: I.P.Z.S. Roma
- tiratura : 250.020
- valore: tariffa B zona1 = €1.30
- colori: quattro
- bozzettista: Daniele Meloni
- num. catalogo francobollo: Michel ______ YT _______ UNIF ________SASS __4438___
- Il francobollo: in primo piano su un fondino blu con bande diagonali di colore nero, raffigura un atleta di Kendo con la caratteristica armatura protettiva, bōgu, e la spada di bambù, shinai, in posizione di combattimento. In alto, a sinistra, è riprodotto il logo ufficiale dei XIX Campionati Mondiali di Kendo. Completano il francobollo la legenda “XIX CAMPIONATI DEL MONDO DI KENDO”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B ZONA 1”..

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Il kendō è un’arte marziale giapponese, ovvero una forma di budō (“via marziale” o “via della guerra”), ed uno sport da combattimento che deriva dall’evoluzione delle tecniche di combattimento con la katana ( spada giapponese) anticamente utilizzate dai samurai nel kenjutsu ( lett. “arte (jutsu) della spada (ken)”) ed in cui i praticanti indossano un’armatura protettiva (bōgu) e usano spade di bambù (shinai) per colpirsi a vicenda.

Il kendō è un’attività che combina pratiche e valori delle arti marziali ad un esercizio fisico faticoso e intenso; può essere considerato, nella sua accezione puramente sportiva, l’equivalente giapponese della scherma occidentale.
Principi fondamentali
I principi fondamentali del kendō sono stati definiti da due documenti pubblicati il 20 marzo 1975 dalla All Japan Kendo Federation (AJKF):
- The Concept of Kendo in cui si enuncia il Concetto del Kendō
- The Purpose of Practicing Kendo che illustra lo Scopo della Pratica del Kendō
Il 14 marzo 2007 la AJKF ha poi pubblicato un terzo documento intitolato The Mindset of Kendo Instruction nel quale viene descritto l’Atteggiamento Mentale dell’Insegnamento del Kendō

Concetto del Kendō
«Il Concetto del Kendo è disciplinare il carattere umano attraverso l’applicazione dei principi della katana (spada).»
Scopo della Pratica del Kendō
«Plasmare la mente ed il corpo,
Coltivare uno spirito forte,
E, attraverso un addestramento corretto e severo,
Sforzarsi di progredire nell’arte del Kendo,
Tenere in considerazione la cortesia e l’onore,
Associarsi agli altri con sincerità
E ricercare per sempre il perfezionamento di sé stessi.
In questo modo si sarà capaci di:
Amare il proprio paese e la società,
Contribuire allo sviluppo della cultura
E di promuovere la pace e la prosperità tra i popoli.»
Atteggiamento Mentale dell’Insegnamento del Kendō
«Il significato dello Shinai
Per la corretta trasmissione e lo sviluppo del kendo, è necessario sforzarsi di insegnare il modo corretto di trattare lo shinai secondo i principi della spada.
Kendo è una Via in cui l’individuo coltiva la propria mente (il sé) tendendo al shin-ki-ryoku-itchi (unificazione della mente, dello spirito e della tecnica) utilizzando lo shinai. La “shinai-spada” non deve essere solo diretta ad un avversario, ma anche a sé stessi. Pertanto, l’obiettivo principale dell’insegnamento è quello di favorire l’unificazione della mente, corpo e shinai attraverso l’allenamento di questa disciplina.
Reiho – Etichetta
Nell’istruire, occorre porre l’accento sull’etichetta per incoraggiare il rispetto per l’altro e coltivare le persone con un carattere dignitoso e umano.
Anche in competizioni ufficiali, si sottolinea l’importanza sostenere l’etichetta nel kendo. L’enfasi principale deve quindi essere posta sull’istruzione secondo lo spirito e le forme di reiho (etichetta) in modo che il praticante possa sviluppare un atteggiamento modesto verso la vita, e realizzare l’ideale di koken-chiai (il desiderio di raggiungere la comprensione reciproca e il miglioramento dell’umanità attraverso il kendo).
Kendo per tutta la vita
Mentre vengono istruiti, gli studenti dovrebbero essere incoraggiati ad applicarsi pienamente alla cura dei temi della sicurezza e della salute e di dedicarsi allo sviluppo del loro carattere per tutta la vita.
Kendo è uno “stile di vita” che le generazioni successive possono imparare insieme. L’obiettivo primario dell’istruzione del kendo è quello di incoraggiare i praticanti alla scoperta e definizione della propria Via nella vita attraverso la formazione nelle tecniche di kendo. In questo modo il praticante sarà in grado di sviluppare una ricca visione della vita ed in grado di mettere in pratica la cultura del kendo, beneficiando in tal modo dal suo valore nella propria vita quotidiana attraverso una maggiore vigoria sociale.»

Fondamenti
In generale
Il kendō è una forma di sciabola a due mani dove, grazie all’uso di attrezzature adeguate (spada di bambù ( shinai) e armatura protettiva (bōgu)), gli assalti vengono effettuati in modo reale.
Esiste anche una pratica con due sciabole chiamata nitō, erede delle scuole delle due spade fra cui la più nota è la Niten ichi ryū di Miyamoto Musashi.
Il kendō è praticato da uomini e donne in allenamenti, chiamati keiko, generalmente comuni. Si organizzano gare ed eventi esclusivamente maschili o femminili (come ad esempio avviene nei campionati mondiali), ma non è raro formare squadre miste durante molte competizioni. Inoltre, non esistono categorie di peso e i praticanti non indossano alcun segno esteriore del loro rango.
Grazie alle protezioni e all’assenza di contatti fisici violenti e cadute, il kendō può essere praticato da 5 o 6 anni e fino a oltre 80 anni.
Complessi sono gli influssi religiosi e le tradizioni giapponesi nella pratica e nella gestualità: il kendō non è visto come una tecnica di combattimento, ma come un percorso di crescita personale; in questo senso, si dice che il kenshi / kendōka (colui che pratica il kendō) deve essere grato al compagno che lo colpisce perché gli mostra i suoi punti deboli, e deve colpire con spirito di generosità.
La pratica si svolge all’interno di un dōjō, un’ampia stanza con pavimento ricoperto di parquet; solitamente si inizia e finisce sempre con il triplice saluto (al dōjō, ai compagni e al maestro) e vi è un breve riscaldamento che coinvolge tutte le catene muscolari. Si passa poi ai suburi, cinque esercizi di riscaldamento con lo shinai: nell’ordine, praticato normalmente joge suburi, naname suburi ritenuto parte integrante di joge suburi, zenshin-men, zenshin-kotai-men, zenshin-kotai-sayu-men e choyaku-men (o aya suburi). Poi si passa allo studio delle tecniche vere e proprie per poi, alla fine, passare alla pratica del ji-geiko: ji-geiko non va praticato come shiai (combattimento “da gara”), ma cercando di esprimere un kendō di qualità, senza agonismo e ricerca ossessiva del punto.
Il Kendō in Italia
In Italia il kendō è promosso da due differenti federazioni: la Confederazione Italiana Kendo (CIK) e la Federazione Italiana Kendo (FIK). Il kendō in Italia non ha ancora un riconoscimento del CONI.

La Confederazione Italiana Kendo è l’unica federazione nazionale ad essere riconosciuta dalla International Kendo Federation (FIK) e dalla European Kendo Federation (EKF) per la gestione della pratica e della diffusione di Kendo, Iaido, Jodo (e di conseguenza dalla All Japan Kendo Federation (AJKF)) e dalla International Naginata Federation (INF) e dalla European Naginata Federation (ENF) per la Naginata. La CIK collabora inoltre con il Centro Sportivo Educativo Nazionale, un Ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI e dal CIP.
La CIK ha organizzato i 17º campionati europei (Bologna 2001) ed i 15° campionati mondiali (Novara 2012); è stata inoltre selezionata per i 19WKC in programma per luglio 2024 a Milano.
Nella CIK confluiscono le seguenti discipline:
- Kendō
- Iaidō
- Jōdō
- Naginata
La Federazione Italiana Kendo fino al 2003 era una Disciplina Associata alla Federazione Italiana Scherma (FIS), e di conseguenza era riconosciuta dal CONI. Oggi la FIK è riconosciuta dalla All Japan Budo Federation di Kyoto, che fa capo alla Casa Reale Nipponica e dalla Federazione Internazionale Dai Nippon Budoku Kai.
La FIK si occupa delle seguenti discipline:
- Kendō
- Iaidō
- Battodō
- Sport Chanbara
Il logo del Campionato Mondiale è stato ideato da Guido Cabrele, il logo della prossima edizione dei Mondiali è stato selezionato tra gli oltre 30 progetti grafici che hanno partecipato al concorso indetto lo scorso autunno dalla Confederazione Italiana Kendo.
L’immagine si ispira ai tratti eleganti della scrittura giapponese e ricorda nella forma il men, l’elmo protettivo indossato dagli atleti, utilizzando il verde e il rosso per richiamare il nostro tricolore.
Testo Bollettino
Il Kendo, la via della spada, è una delle arti marziali tradizionali giapponesi. Quando parliamo di Kendo pensiamo quindi ai samurai giapponesi, formidabili spadaccini, che nel nostro immaginario rappresentano un esempio di tecnica e dedizione.
Praticare Kendo significa avvicinarsi a questo spirito e apprendere non solo la componente tecnica ma anche ampi aspetti della cultura giapponese. I Principi del Kendo, che ogni praticante impara a conoscere, trasmettono rispetto, disciplina e continuo miglioramento della persona. Forse anche per questo il Kendo può essere praticato da tutti e ad ogni età senza alcun limite. Al vigore iniziale subentra la tecnica al punto che i maestri di Kendo sono praticanti attivi estremamente difficili da colpire da parte di chiunque.
Le gare nel Kendo sono espressione di tecnica, agonismo e rispetto. Una fusione che genera una atmosfera unica e culmina nelle finali dei tornei viste in assoluto silenzio dal pubblico. I colpi validi sono 4 – testa (men), polso (kote), fianco (do) e gola (tzuki) – e vengono assegnati da 3 arbitri che a loro volta sono insegnanti e maestri di Kendo.
I Campionati del Mondo di Kendo, giunti alla 19ª edizione, si svolgono ogni tre anni e rappresentano un momento di aggregazione e festa oltre che di agonismo. Rappresentanti delle 63 nazioni affiliate alla federazione internazionale si troveranno a Milano per la manifestazione pronti a sfidarsi, combattere e condividere i principi di questa antica disciplina.
Dott. Matteo Petri
Presidente Confederazione Italiana Kendo

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