56^ emissione del 24 giugno 2024, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica ” il patrimonio naturale e paesaggistico” dedicato alla città di JESOLO
56^ emissione del 24 giugno 2024, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica ” il patrimonio naturale e paesaggistico” dedicato alla città di JESOLO, dal valore indicato in B, corrispondente ad €1.25
- data emissione: 24 giugno 2024
- dentellatura: 11 effettuata con fustellatura.
- dimensioni francobollo: 40 x 30 mm
- tipo di carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente.
- Grammatura:90 g/mq.
- Supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq.
- Adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco).
- stampato: I.P.Z.S. Roma
- tiratura : 250.020
- valore: tariffa B = €1.25
- colori: qudricromia
- bozzettista: a cura del Centro Filatelico dell’Officina Carte Valori e Produzioni Tradizionali dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.
- num. catalogo francobollo: Michel ______ YT _______ UNIF ________
- Il francobollo: riproduce la spiaggia di Jesolo luna quindici chilometri, perla turistica dell’Alto Adriatico. Completano il francobollo la legenda “JESOLO”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.
- nota: la foto di Jesolo è riprodotta per gentile concessione del fotografo Gianluca Simonella.
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Jesolo , località denominata Cavazuccherina fino al 1930, è un comune italiano di 26 873 abitanti della città metropolitana di Venezia in veneto
Geografia fisica
Il territorio di Jesolo si estende lungo la costa veneziana, su un territorio pianeggiante affacciato sul mare Adriatico e orlato dalla laguna di Jesolo (22 km²), dai fiumi Sile e Piave, e alle foci di questo dall’antistante laguna del Mort. La valle di Jesolo è, insieme a quella di Grassabò, la più estesa della laguna Nord di Venezia. La fascia costiera è bassa e sabbiosa, costituita da un’ininterrotta spiaggia lunga circa 12 chilometri e di ampiezza variabile tra i 30 e i 100 metri.
La maggior parte delle aree urbanizzate della città si trova su una sorta di “isola”, delimitata dai fiumi Piave Nuovo (a est) e Piave Vecchio (a ovest), con le acque del Sile da Caposile e nel letto del vecchio Piave, e il canale artificiale Cavetta, che parte dal centro di Jesolo Paese e si inoltra verso Cortellazzo.
Oltre al capoluogo, denominato comunemente “Jesolo Paese” e così definito in contrapposizione al modo in cui viene denominata la sua spiaggia, ossia “Jesolo Lido”, la città si articola nelle frazioni di Lido di Jesolo, Cortellazzo, Passarella di Sotto e Lio Maggiore. Altre località sono Piave Nuovo, Ca’ Soldati, Ca’ Fornera, Molinato, Ca’ Pirami e Ca’ Nani: molte di queste denominazioni contengono il lemma tronco Ca’, che significa “Casa”, in quanto tali località un tempo erano popolate da più famiglie che abitavano casolari di campagna, e il toponimo spesso richiama il cognome (o il soprannome) del capostipite, ma anche un evento particolarmente importante avvenuto in zona o una caratteristica della stessa abitazione.
Origini del nome
Il nome antico di Jesolo era Equilium (dal latino equus o dal venetico ekvo), cioè “città dei cavalli”: il nome richiamava l’allevamento del cavallo per il quale erano celebrati gli antichi Veneti. Il nome attuale Jesolo deriva probabilmente da una serie di errori di trascrizione di quello più antico (Equilo, Esulo, Lesulo, Jexulo, Jexollo, Jesolum, Giesolo).
Dal Cinquecento fino al 1930 Jesolo era chiamata Cavazuccherina: questo nome derivava dall’omonimo canale (in veneziano Cava), aperto il 20 aprile 1499 e costruito da Alvise Zucharin.
Negli anni Venti del Novecento, in piena epoca fascista, nel tentativo di ripristinare l’antica denominazione della città e di risemantizzarla ideologicamente in chiave cristiana, il toponimo Jesolo è stato erroneamente ricondotto al termine latino “Jesus” (Gesù), rivestendolo di un significato religioso che gli era in origine totalmente estraneo: questa paretimologia si deve al giornalista torinese Lino Mirko Pacchioni, che proprio alla città di Jesolo dedicò un breve scritto.
La metonomasia del toponimo della città, nel corso dei secoli, si può perciò così brevemente riassumere: 1) Equilium / Jesolum; 2) Cavazuccherina; 3) Jesolo.
La grafia ufficiale è “Jesolo”.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone di Jesolo furono concessi con regio decreto del 6 settembre 1934. Lo scudo si fregiava all’epoca, come tutti gli stemmi concessi nel periodo fascista, del capo del Littorio.
Storia
Le origini
In epoca pre-romana e romana la laguna di Venezia si estendeva dall’odierna Chioggia fino a Grado e c’erano molte isole. Tra queste ce n’era una chiamata Equilio ed era un vicus abitato inizialmente da Veneti, che vivevano di pesca e di allevamento.
La caduta di Roma e la nascita di Venezia
In seguito alla caduta dell’Impero romano d’Occidente ci furono invasioni barbariche nell’Italia e anche nell’entroterra veneto. Ebbe inizio una migrazione dalle città romane come Altino verso le isole lagunari più sicure. Con la riconquista bizantina nella zona lagunare venne creato il distretto di Venetikà, prima dell’Esarcato d’Italia e poi del Ducato di Venezia. Equilio fu una delle città fondatrici di questo ducato e seguì successivamente le vicende della Repubblica di Venezia. La città divenne un centro fiorente e fu sede di una diocesi. In seguito, una serie di avvenimenti (come lo spostarsi del patriziato a Venezia e l’interramento della laguna e il peggioramento delle condizioni ambientali) portò a una lenta decadenza, culminata nel 1466 con la soppressione della diocesi.
Nel 1211 la città cambiò nome in “San Giovanni”, toponimo nato dalla presenza di un monastero dedicato al Battista, gestito da monache alle quali il vescovo Andrea diede l’uso del battistero della cattedrale come chiesa, che fu chiamato chiesa di S. Giovanni.
La rinascita: Cavazuccherina
La lenta ripresa avvenne grazie ai patrizi veneziani Soranzo, proprietari di molte terre nella zona, che fecero costruire, a proprie spese, una nuova chiesa, poi dedicata a san Giovanni Battista ed eretta a parrocchia nel 1495. Attorno alla nuova chiesa si ricostituì il villaggio per favorire l’abitabilità della zona. La Repubblica di Venezia attuò vari interventi di diversione fluviale, miranti principalmente ad allontanare i fiumi Piave e Sile. Il più importante venne realizzato nel 1499 con la costruzione di un canale che collegava il vecchio alveo del Piave (ora Sile) a quello attuale: questo canale (cava), che passava per il nuovo paese, fu realizzato dall’ingegnere Alvise Zucharin e diede nome al nuovo abitato, “Cavazuccherina”.
XIX secolo
Con la campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte e la successiva Caduta della Repubblica di Venezia, anche Jesolo entrò nell’orbita francese e, dopo il Trattato di Campoformio e il Congresso di Vienna, divenne territorio dell’Impero austriaco.
In questo periodo si deve ricordare che, con la nuova suddivisione amministrativa del territorio, Cavazuccherina divenne comune autonomo di III classe il 22 dicembre 1807. Con l’avvento degli austriaci venne costituito un consorzio per favorire il miglioramento dei territori lagunari, ormai ridotti a palude (“Consorzio Passarella”) e avvenne la prima tumulazione del camposanto.
XX secolo
L’annessione al Regno d’Italia non migliorò la situazione preesistente. Stando infatti alla tavoletta IGM del 1892, l’intero territorio comunale si presentava paludoso, eccettuate solo le dune sabbiose del litorale, in particolare verso est (Valloni e Motteroni dell’Uva, alti fino a 6 m); nei nomi delle paludi di allora si riconosce la toponomastica attuale (Palude Pesara, delle Mura, Fornera, del Molinato, Posteselle). Ancora nella tavoletta del 1908, la situazione appare invariata, se si eccettua uno stabilimento balneare, fondato nel 1895 sul luogo del futuro “Albergo Bagni e Miramare” (ora “Condominio Bagni e Miramare”).
Era tuttavia imminente la bonifica integrale delle paludi a nord del Sile e del Canale Cavetta: già nella tavoletta del 1910 questo territorio appare bonificato e diviso in lotti agricoli. Durante la prima guerra mondiale la popolazione di Cavazuccherina fu costretta a evacuare il paese. Mentre gli italiani allagavano la zona di Caposile, verso le foci del Piave, gli austriaci presidiavano il territorio paludoso, dove la malaria e l’influenza spagnola (febbre di origine virale) mietevano vittime.
Nel primo dopoguerra i “Consorzi di Bonifica del Basso Piave” predisposero la cosiddetta “Grande bonifica”. I lavori furono attuati tra il 1920 e il 1930 dal quinzanese Tomaso Nember (cui è intitolata una piazza all’estremità occidentale del litorale) e dal gabianese Giovanni Gorio. Gorio e Nember acquistarono le paludi alle spalle del litorale, ne diressero la bonifica e fondarono l’azienda agricola di “Ca’ Porcia”, situata nell’entroterra dell’attuale Piazza Marina e affidata a centinaia di braccianti della Bassa Bresciana. Furono così introdotte le coltivazioni di frumento, granoturco e barbabietola da zucchero, alle quali si aggiunsero le piantagioni di alberi da frutto e i vigneti. Il latte qui prodotto veniva poi trasportato alla latteria di Caposile, pure creata e diretta da Nember (attuale “Latteria Soligo”).
Ma la “Grande bonifica” permise soprattutto la prima valorizzazione turistica del litorale, con i primi stabilimenti per le cure elioterapiche, i primi alberghi e i primi ristoranti. Nella parte centrale del litorale (località “Marina Bassa” e “Spiaggia”) sorse nel 1927 il “Lido di Treviso”, per opera dell’ingegnere trevigiano Enrico Silvestri: qui fu eretto nello stesso anno l’Istituto elioterapico “DUX”, rinominato dopo la caduta del Fascismo in “Istituto Marino”, ora Ospedale. Per la parte occidentale del litorale, Tomaso Nember si rivolse all’ingegner Giuseppe Alberti, di Brescia: a lui si dovette nel 1928 la sistemazione del “Lido dei Lombardi”. Il litorale orientale rimase invece occupato dai “Valloni” e dai “Motteroni dell’Uva”, che verranno spianati gradatamente nel secondo dopoguerra.
Il 28 agosto 1930 Cavazuccherina fu rinominata con l’antico nome di “Jesolo” e il Lido di Treviso fu denominato “Lido di Jesolo”. Lo sviluppo segnò una battuta d’arresto con lo scoppio della seconda guerra mondiale ma, tornata la pace, la ripresa partì a ritmo sempre più veloce.
Jesolo Lido ha ospitato negli anni ottanta, in una struttura della Croce Rossa Italiana, un centinaio di cittadini polacchi che avevano richiesto asilo politico e negli anni novanta circa 1400 profughi provenienti dalla ex-Jugoslavia. Nel biennio 2007-2008 la struttura è stata utilizzata dalla Croce Rossa Italiana per corsi di aggiornamento e, durante il periodo estivo, per ospitare gli agenti di Polizia che vengono distaccati presso la città per mantenere l’ordine pubblico. Dall’estate del 2007 la struttura ha nuovamente ospitato dei profughi provenienti da alcuni paesi del continente africano.
Il 28 e il 29 aprile 2007, Jesolo ha ospitato il 27º raduno degli Artiglieri d’Italia, organizzato dall’Associazione nazionale artiglieri d’Italia.
Monumenti e luoghi d’interesse
- Chiesa di San Giovanni Battista, a Jesolo, costruita nella prima metà del XX secolo
- Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, a Lido di Jesolo
- Area archeologica Antiche Mura
- Torre Caligo (articolo parzialmente estrapolato dal sito Wikipedia e le immagini da Google)
Testo bollettino
Jesolo è un comune di circa 27.000 residenti e oltre 5 milioni di presenze turistiche all’anno. Questa crescita importante di presenze in città durante i mesi estivi richiede a tutti i soggetti un notevole sforzo organizzativo per garantire servizi di qualità ai residenti e agli ospiti, attenzione all’ambiente e valorizzazione del territorio. Jesolo è apprezzata dai turisti italiani e stranieri per la qualità della lunga spiaggia Bandiera Blu, la vivacità della sua vita notturna e le tante occasioni di divertimento offerte dalla località tra eventi e manifestazioni, parchi tematici, attività sportive, negozi, ristoranti e discoteche. Le tante strutture ricettive, confortevoli e accoglienti, completano la ricca offerta per il turismo a Jesolo, punto di partenza ideale per visitare città d’arte come Venezia. La località vanta una spiaggia di 15 chilometri fatta di sabbia dorata, 500 chilometri di piste ciclabili e 13 chilometri di viale dedicato allo shopping. Nel complesso conta più di 600 tra ristoranti e locali. La ricettività turistica della città è davvero ampia e completa: 80mila posti letto, distribuiti tra circa 400 alberghi, oltre 15mila appartamenti e 7 tra villaggi e campeggi.
Christofer De Zotti
Sindaco di Jesolo
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