38^ emissione 2025 del 24.04.2025 di n.1 francobollo celebrativo della LIBERAZIONE, nell’80° anniversario


38^ emissione 2025 del 24.04.2025 di n.1 francobollo celebrativo della LIBERAZIONE, nell’80° anniversario, dal valore indicato con la lettera B, corrispondente ad €1.30
- data emissione: 24.04. 2025
- dentellatura: 11 effettuata con fustellatura.
- dimensioni francobollo: 40 x 30 mm
- tipo di carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, con imbiancante ottico.
- Grammatura: 90 g/mq.
- Supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq.
- Adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco).
- stampato: I.P.Z.S. Roma
- tiratura: 200.025
- valore tariffa: B
- colori: cinque
- bozzettista: Matias HERMO
- num. catalogo francobollo: Michel ______ YT _______ UNIF ______SASS _4561____
- Il francobollo: raffigura, in silhouette, una famiglia intenta a percorrere un poggio in leggera salita, composta da una donna che ostenta un mantello con il tricolore italiano, un uomo che sorregge la bandiera italiana e due bambini che si tengono per mano con una piccola bandiera italiana. Contornano l’intera vignetta coriandoli con i colori verde, bianco e rosso. Completano il francobollo la legenda “80° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.

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L’anniversario della liberazione d’Italia, noto anche come festa della Liberazione (o semplicemente il 25 aprile), è una festa nazionale della Repubblica Italiana, che si celebra ogni 25 aprile per commemorare la liberazione d’Italia dall’occupazione nazista e dal fascismo, a coronamento della resistenza italiana al nazifascismo.

È un giorno fondamentale per la storia d’Italia, come simbolo della lotta condotta dai partigiani e dall’esercito a partire dall’8 settembre 1943 (giorno in cui gli Italiani seppero dell’armistizio di Cassibile, appena firmato con gli Alleati).
Storia
Il 25 aprile 1945 è il giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) – il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Alfredo Pizzoni, Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani (presenti, tra gli altri, il presidente designato Rodolfo Morandi, Giustino Arpesani e Achille Marazza) – proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia, facenti parte del Corpo volontari della libertà, di attaccare i presìdi fascisti e tedeschi, imponendo la resa, giorni prima dell’arrivo delle truppe alleate. Parallelamente il CLNAI emanò alcuni decreti: uno relativo all’assunzione di poteri da parte del CLNAI, «delegato dal solo Governo legale italiano, in nome del popolo italiano e dei Volontari della Libertà»; un altro relativo all’amministrazione della giustizia, che all’articolo 5 stabiliva la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti, senza citare esplicitamente Benito Mussolini, che fuggì da Milano il giorno stesso e che sarebbe stato catturato e fucilato tre giorni dopo.


«Arrendersi o perire!» fu l’intimazione che i partigiani quel giorno e in quelli immediatamente successivi diedero ai nazifascisti ancora in armi.
«Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire.»
Entro il 1º maggio tutta l’Italia settentrionale fu liberata: Bologna (il 21 aprile), Genova (il 23 aprile) e Venezia (il 28 aprile). La Liberazione mise così fine all’occupazione tedesca, a vent’anni di dittatura fascista e a cinque anni di guerra; la data del 25 aprile simbolicamente rappresenta il culmine della fase militare della Resistenza e l’avvio effettivo di una fase di governo da parte dei suoi rappresentanti, che porterà prima al referendum del 2 giugno 1946 per la scelta fra monarchia e repubblica, poi alla nascita della Repubblica Italiana, fino alla stesura definitiva della Costituzione.
Il termine effettivo della guerra sul territorio italiano, con la resa definitiva delle forze nazifasciste all’esercito alleato, si ebbe solo il 2 maggio, come stabilito formalmente dai rappresentanti delle forze in campo, durante la cosiddetta resa di Caserta, firmata il 29 aprile 1945; tali date segnano la sconfitta definitiva del nazismo e del fascismo in Italia.
Istituzione della festa nazionale
Su proposta del presidente del Consiglio, Alcide De Gasperi, Umberto II di Savoia, principe e luogotenente del Regno d’Italia, il 22 aprile 1946 emanò un decreto legislativo luogotenenziale con Disposizioni in materia di ricorrenze festive, che all’articolo 1 stabiliva la festività del 25 aprile per quell’anno.

«A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale.»
(Decreto legislativo luogotenenziale 22 aprile 1946, n. 185, art. 1)
Si ebbero decreti per celebrare la ricorrenza anche nel 1947 e nel 1948; solo nel 1949 la ricorrenza venne istituzionalizzata stabilmente quale giorno festivo, insieme con la festa nazionale italiana del 2 giugno.
Celebrazioni

Tra gli eventi del programma della festa c’è il solenne omaggio, da parte del Presidente della Repubblica Italiana e delle massime cariche dello Stato, al sacello del Milite Ignoto con la deposizione di una corona d’alloro in ricordo ai caduti e ai dispersi italiani nelle guerre (articolo parzialmente estrapolato dal sito Wikipedia e le immagini da Google).
Testo bollettino
Il 25 aprile 2025 l’Italia celebra gli 80 anni dalla Liberazione, un anniversario importante, cruciale, nella storia del nostro Paese. Era il 25 aprile 1945 quando l’insurrezione partigiana portò alla liberazione di Milano, Torino e altre città del Nord, segnando la fine del regime fascista e dell’occupazione tedesca. Da quel momento, l’Italia ha intrapreso il cammino verso la democrazia, che avrebbe trovato la sua consacrazione nella nascita della Repubblica nel 1946 e nella Costituzione del 1948.
La Liberazione non fu un evento improvviso, ma il risultato di anni di sacrifici, lotte e sofferenze.
La lotta partigiana non fu solo un atto di ribellione, ma una scelta di dignità e di speranza in un futuro diverso. Fu anche un grande movimento popolare, che coinvolse persone di diverse estrazioni sociali, politiche e culturali, unite dal sogno di un’Italia democratica.
Ottant’anni dopo, il 25 aprile non è solo una ricorrenza storica, ma un momento di riflessione sul valore della libertà e della democrazia. Celebrare questa giornata significa ricordare chi ha sacrificato tutto per un ideale più grande, ma anche rinnovare l’impegno a difendere quei valori che oggi diamo per scontati: la giustizia, i diritti umani, la pace e la libertà.
Gli 80 anni della Liberazione devono essere anche un’occasione per guardare al futuro. La democrazia non è un bene acquisito una volta per tutte, ma va difesa e coltivata ogni giorno. Spetta alle nuove generazioni raccogliere il testimone della memoria e trasformarlo in impegno concreto: contro ogni forma di discriminazione, per i diritti di tutti, per un mondo in cui la libertà non sia mai più messa in discussione.
Il 25 aprile è la festa di un Paese che ha scelto la libertà. Ottant’anni dopo, quel messaggio risuona ancora forte: non dimenticare, non arrendersi, continuare a costruire un’Italia migliore.

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