20^ EMISSIONE 2023, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, del 08 maggio, di un francobollo celebrativo della Prima Seduta del Senato della Repubblica Italiana, nel 75° anniversario

20^ EMISSIONE 2023, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, del 08 maggio, di un francobollo celebrativo della Prima Seduta del Senato della Repubblica Italiana, nel 75° anniversario, dal valore indicato B, corrispondente ad €1.20.

  • dentellatura: 12  effettuata con fustellatura
  • dimensioni francobollo: il francobollo ha un formato tondo con diametro 40 mm inserito all’interno di un riquadro 48 x 40 mm.
  • stampa: in rotocalcografia
  • tipo di cartabianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco)
  • stampato: I.P.Z.S. Roma
  • tiratura: 300.020
  • valoreB
  • colori: cinque
  • bozzettistaC. Giusto
  • num. catalogo francobolloMichel 4523 YT 4283 UNIF ________
  • Il francobollo: il francobollo riproduce un particolare dell’Aula legislativa del Senato della Repubblica nella storica sede di Palazzo Madama in Roma. In basso, al centro, il logo istituzionale del Senato. Completano il francobollo la legenda “8 MAGGIO 1948 PRIMA SEDUTA SENATO DELLA REPUBBLICA”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”. Completano il riquadro in cui è inserito il francobollo, rispettivamente a sinistra e a destra, le legende “PER SUFFRAGIO DI POPOLO” e “A PRESIDIO DI PUBBLICHE LIBERTÀ”.
  • Caratteristiche del foglietto
  • Foglietto: il francobollo, disposto al centro, riproduce un particolare dell’Aula legislativa del Senato della Repubblica nella storica sede di Palazzo Madama in Roma. In basso, al centro, il logo istituzionale del Senato. Sul resto della superficie del foglietto continua la raffigurazione dell’Aula del Senato nella sua interezza. Completano il francobollo la legenda “8 MAGGIO 1948 PRIMA SEDUTA SENATO DELLA REPUBBLICA”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.Completano il foglietto, in alto e in basso, le legende “PER SUFFRAGIO DI POPOLO” e “A PRESIDIO DI PUBBLICHE LIBERTÀ”.
  • Tiratura: 200.004
  • stampa: Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia.
  • colori: cinque
  • carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente.
  • grammatura:90 g/mg
  • dentellatura: 12 con fustellatura
  • formato del foglietto: 100 x 70 mm.
  • num. catalogo foglietto: Michel BL100 YT F4283 UNIF ________
  • nota: la foto raffigurante l’aula del Senato è riprodotta su gentile concessione del Senato della Repubblica.

Se sei interessato all’acquisto di questo francobollo lo puoi acquistare al prezzo di €1,80, per il foglietto €4,00; basta inviare una richiesta alla email: protofilia1@gmail.com

Il Senato della Repubblica, nel sistema politico italiano, è un’assemblea legislativa che, unitamente alla Camera dei deputati, costituisce il Parlamento italiano. I due rami del Parlamento (o Camere) si rapportano secondo un sistema bicamerale perfetto, cioè svolgono in pari grado le stesse funzioni, anche se separatamente.

La Costituzione italiana, in seguito alla riforma costituzionale del 1963, stabiliva che il numero dei membri elettivi del Senato della Repubblica fosse di 315, di cui, dopo la riforma costituzionale del 2001, 6 in rappresentanza degli italiani residenti all’estero; con la riforma costituzionale del 2020, tale numero è stato ridotto a 200, di cui 4 eletti nella circoscrizione Estero. Il mandato elettorale dei senatori elettivi coincide con la legislatura e dura pertanto 5 anni, salvo dimissioni anticipate del senatore o scioglimento anticipato delle Camere da parte del Presidente della Repubblica, sentita l’opinione dei loro presidenti.

In aggiunta ai senatori elettivi, fanno parte del Senato come senatori a vita gli ex Presidenti della Repubblica, di diritto e salvo rinunzia, e fino a cinque senatori di nomina presidenziale, ossia nominati autonomamente dal Presidente della Repubblica per altissimi meriti in campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Al 2 maggio 2023, i senatori a vita in carica sono sei, uno di diritto e cinque di nomina presidenziale, cosicché il plenum dell’assemblea è pari a 206.

Sede

La sede del Senato della Repubblica è Palazzo Madama, a Roma, dove si riunisce sin dalla sua nascita (1948). La stessa sede aveva ospitato il Senato del Regno fin dal 1871, poco dopo lo spostamento della capitale del Regno d’Italia a Roma; sedi precedenti del Senato del Regno furono Palazzo Madama a Torino (1861-1865) e la Galleria degli Uffizi, nell’area ove sorgeva il Teatro Mediceo a Firenze (1865-1871).

Sistema di elezione

Fatti salvi i senatori a vita, i 200 componenti del Senato della Repubblica sono eletti a suffragio universale e diretto. L’elettorato attivo, ossia la possibilità di votare, è riconosciuto agli elettori che abbiano compiuto la maggiore età (fino all’entrata in vigore della legge costituzionale 1/2021 era necessario aver compiuto 25 anni di età), quello passivo, ossia la possibilità di essere eletti, agli elettori che abbiano compiuto quarant’anni.

L’articolo 57 della Costituzione stabilisce che l’elezione dei senatori avviene su base regionale in proporzione alla popolazione residente, ma riserva in ogni caso un seggio alla Valle d’Aosta, due al Molise e almeno tre (sette fino alla XIX legislatura) a ciascuna altra regione. Ciò determina alcune differenze fra il sistema elettorale vigente per il Senato e quello applicato alle elezioni della Camera dei Deputati.

Dal 1948 al 1993 per l’elezione dei senatori è stata in vigore una legge elettorale proporzionale di collegio: ciascuna regione era ripartita in collegi uninominali, nei quali concorreva un solo candidato per lista. Salvo casi eccezionali di candidati che avessero raggiunto il 65% dei voti, i seggi spettanti a ciascuna regione venivano attribuiti alle liste in proporzione ai voti ricevuti; nell’ambito di ciascuna lista risultavano eletti i candidati che, nel proprio collegio, avessero ottenuto le percentuali più elevate rispetto agli altri candidati della medesima lista negli altri collegi.

Dal 1993 e sino al 2005 l’elezione dei senatori è avvenuta in base a un sistema misto, regolato dalla legge Mattarella: tre quarti dei senatori erano eletti in collegi uninominali con sistema maggioritario. I seggi restanti venivano attribuiti alle liste in proporzione ai voti complessivamente ricevuti nella circoscrizione regionale, scorporando tuttavia i voti presi dai vincitori di collegio. Per la parte proporzionale, gli eletti nell’ambito di ciascuna lista venivano individuati tra i candidati sconfitti nei collegi uninominali che avessero ottenuto le percentuali più alte, secondo un sistema analogo a quello precedentemente in vigore.

Nel 2005 la legge Calderoli ha riformato le modalità di elezione dei senatori introducendo un sistema proporzionale con premio di maggioranza. In ciascuna regione, di norma almeno il 55% dei seggi spettanti era attribuito alla coalizione di liste che avesse preso più voti, e i seggi restanti ripartiti tra le altre coalizioni in proporzione ai voti presi. Nell’ambito di ciascuna lista risultavano eletti i candidati secondo l’ordine di lista, senza voto di preferenza. Apposite soglie di sbarramento escludevano dalla ripartizione dei seggi le liste con risultati elettorali modesti. La prima adozione della legge Calderoli è coincisa con quella della riforma costituzione del 2001 che ha riservato sei seggi agli italiani residenti all’estero.

Dopo la pronuncia di parziale incostituzionalità della legge Calderoli, dal 2017 è in vigore un nuovo sistema elettorale di tipo misto a prevalenza proporzionale: 116 senatori sono eletti con un sistema maggioritario nell’ambito di altrettanti collegi uninominali e 193 con un sistema proporzionale su base regionale. La soglia di sbarramento, determinata tuttavia su base nazionale, esclude dalla ripartizione dei seggi le liste che ottengano meno del 3% dei voti validi. Non è ammesso il voto di preferenza, cosicché i candidati sono eletti semplicemente secondo l’ordine con il quale compaiono nella lista, né il voto disgiunto, che invalida la scheda elettorale.

Il Primo Presidente del Senato Ivanoe BONOMI e l’attuale Presidente del Senato Ignazio LA RUSSA

Senatori a vita

Per il primo comma dell’articolo 59 della Costituzione, diventano senatori di diritto e a vita i presidenti della Repubblica al termine del mandato e salvo rinuncia. Inoltre, il secondo comma dello stesso articolo (modificato dalla Legge Costituzionale 1/2020) attribuisce al presidente della Repubblica la facoltà di nominare senatori a vita cittadini che abbiano reso lustro alla nazione per altissimi meriti nei campi sociale, scientifico, artistico e letterario e stabilisce che il numero dei senatori a vita di nomina presidenziale contemporaneamente in carica non può mai essere superiore a cinque. Attualmente il Presidente del Senato è il Senatore Ignazio LA RUSSA.

Prima seduta del Senato della Repubblica Italiana avviene il 08 maggio 1948 alla presenza di tutti i Senatori eletti unitamente al Presidente del Senato eletto nella persona del Senatore Ivanoe BONOMI (verbale della seduta) .

Testo bollettino

Tra tradizione e innovazione: l’Aula del Senato della Repubblica

Alle ore 10 dell’8 maggio 1948, il rintocco della martinella segna l’apertura della prima seduta del Senato della Repubblica, Istituzione non più di nomina, ma elettiva, espressione diretta della sovranità popolare (artt. 1, secondo comma, e 57 Cost.) e rappresentativa dell’intera Nazione (art. 67 Cost.). L’identità storica del Senato repubblicano è così scolpita nella lapide bronzea collocata nell’emiciclo, in asse con lo scranno presidenziale e posta immediatamente sopra quella dell’Unità d’Italia del periodo regio: ‹‹per suffragio di popolo››, ‹‹a presidio di pubbliche libertà››.

La continuità tra il Senato del Regno e il Senato della Repubblica non si limita all’essenzialità del lemma Senato, ma si ritrova anche nell’architettura dell’Aula, custode simbolica innanzitutto di una forma che non segna tanto la geometria delle linee, quanto l’architrave della centralità del Parlamento delineata nella Costituzione.

L’Aula di Palazzo Madama è pressoché invariata nel perimetro del 1871, sebbene modificata più volte nei banchi della Presidenza e dei Senatori, e mantiene quel richiamo dal sapore antico alla tradizione anglosassone che nell’originaria sede dell’omonimo Palazzo Madama di Torino si compendiava nella sagoma di accenno rettangolare, icasticamente orientata a separare, anche visivamente, la maggioranza dall’opposizione. Il rettangolo contrapposto al semicerchio di impronta francese ha sempre marcato un confine ideale e politico tra i due rami del Parlamento, fin dallo Statuto Albertino.

Peculiarità che si è conservata anche dopo il 1871. Come in filigrana, anche le riforme parallele dei due rami del Parlamento del 1971 hanno definito dal punto di vista regolamentare un ulteriore tratto peculiare: per così dire, presidenzialista quello del Regolamento del Senato, rispetto all’altro, maggiormente assemblearista, della Camera.

La forma sembra dialogare, come in una di quelle cavee democratiche dell’antichità, con il legno: i mogani pregiati ottocenteschi e l’assenza di metallo mantengono le caratteristiche e l’acustica di una cassa armonica, assicurando una diffusione omogenea e nitida delle parole degli oratori. Il colore della tappezzeria – in vari momenti del periodo statutario tinta del cosiddetto “azzurro Savoia” – è oggi consolidato nel rosso porpora brillante.

Anche nel nome, i Costituenti hanno adottato, nella seduta del 23 settembre 1947, una scelta chiara: ‹‹Senato della Repubblica››, sintesi di tradizione e innovazione, anziché ‹‹Camera dei Senatori››, come nella proposta originaria. Nella forma, nel suono, nel colore e nel nome della nostra Istituzione – ho avuto occasione di sottolinearlo nell’assumerne la Presidenza – c’è la sua vera identità: non il Senato di una parte, di un blocco di interesse, di una maggioranza e di un’opposizione, ma il Senato della Repubblica, di tutti noi italiani. Sfida attuale come il tondo che campeggia al centro della Sala Maccari, tra estratti di Francesco Guicciardini e Niccolò Machiavelli: ‹‹Sei libera. Sii grande››.

Ignazio La Russa

Presidente del Senato della Repubblica

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