14^ emissione del 05.03.2025, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica ” i valori sociali” dedicato a UIL

14^ emissione del 05.03.2025, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica ” i valori sociali” dedicato a UIL, dal valore indicato con la lettera B, corrispondente ad €1.25

  • data emissione: 05 marzo 2025
  • dentellatura:  11 effettuata con fustellatura.
  • dimensioni francobollo: 40 x 30 mm
  • tipo di carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, con imbiancante ottico.
  • Grammatura: 90 g/mq.
  • Supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq.
  • Adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco).
  • stampato: I.P.Z.S. Roma
  • tiratura : 200.025
  • valore tariffa: B= €1.25
  • colori: quattro
  • bozzettistaMatias HERMO
  • num. catalogo francobolloMichel ______ YT _______ UNIF ______SASS __4536___
  • Il francobollo: La vignetta riproduce il logo del 75° anniversario della fondazione della UIL ispirato al logo tradizionale che, con il nastro, l’ellisse e i colori dell’Italia e dell’Europa, definisce l’impegno per i diritti, l’unione del mondo del lavoro e i valori di solidarietà. La composizione si evidenzia sulle sagome di un corteo di persone che sventolano bandiere durante una manifestazione ed è delimitata in alto dal pay off “IL SINDACATO DELLE PERSONE”. Completano il francobollo la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.

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L’Unione Italiana del Lavoro (UIL) è una confederazione sindacale italiana.

Logo del Sindacato U.I.L.

Da non confondere con il sindacato omonimo che esistette dal 1918 al 1925, con il quale non vi è alcun legame di continuità se non nel nome, rappresenta lo storico sindacato dell’area socialdemocratica (PSDI e PSI) e repubblicana (PRI).

Storia

La nascita della UIL è avvenuta per tappe, ed è frutto sia delle scissioni generate dalla CGIL unitaria, sia dei rimescolamenti politici in seno ai partiti politici italiani nel primo dopoguerra repubblicano, in particolare nell’area socialista.

Prodromi, la CGIL unitaria

Il 3 giugno 1944, con l’Italia ancora in guerra, Giuseppe Di Vittorio per il Partito Comunista Italiano, Achille Grandi per la Democrazia Cristiana ed Emilio Canevari (in sostituzione di Bruno Buozzi ucciso dai nazisti) per il Partito Socialista Italiano firmano il patto di Roma. In seguito a tale patto si costituì la CGIL unitaria. Essa si prefiggeva di dare rilievo all’unità di tutti i lavoratori italiani indipendentemente dalle opinioni politiche e dalle credenze religiose e fu il frutto della politica di cooperazione tra i partiti antifascisti del CLN. Le tre correnti, comunista, socialista e cattolica convivevano sotto lo stesso tetto in nome dell’unione di tutti i lavoratori e della lotta antifascista.

Origini, le scissioni dalla CGIL

Il 18 aprile 1948, Unità Socialista, la lista che aggregava i socialdemocratici e i socialisti riformisti, ottenne il 7,07% alla Camera dei deputati e il 3,62% al Senato in unione col Partito Repubblicano Italiano, entrando con due ministri nel V governo De Gasperi. Invece il PCI e il PSI andarono per la prima volta, nella storia repubblicana, all’opposizione. Contemporaneamente la CGIL stava rafforzando i suoi rapporti con il PCI, giungendo a proclamare uno sciopero generale contro il governo De Gasperi in seguito al ferimento del 14 luglio 1948 del segretario del PCI Palmiro Togliatti. Per questo motivo, il 15 settembre 1948 un gruppo di sindacalisti d’ispirazione sia cattolica, affiancati dalle ACLI, sia repubblicana sia socialdemocratica, si staccarono dalla CGIL e fondarono la CISL, chiamata in un primo momento Libera CGIL (LCGIL). In CGIL rimasero la corrente comunista, la maggior parte di quella socialista e l’area laica-riformista. Quest’ultima, costituita da repubblicani, socialdemocratici e chi si riconosceva nei socialisti autonomisti di Giuseppe Romita, però non rimase a lungo nella CGIL. Gli scioperi politici della CGIL contro l’adesione dell’Italia al blocco occidentale, e gli eventi di Molinella del 17 maggio 1949 spinsero l’area laica repubblicana e socialdemocratica a dar vita alla FIL.

Nascita della FIL

Il 4 giugno 1949, nell’aula magna del liceo Visconti di Roma, repubblicani e socialdemocratici fondarono la Federazione Italiana dei Lavoratori (FIL). Nell’estate del 1949 uscirono dalla CGIL anche i socialisti autonomisti guidati da Italo Viglianesi, così come uscirono dal PSI guidati da Romita fondando nel dicembre 1949 il Partito Socialista Unitario (PSU). Nella FIL si aprì quindi uno scontro tra i vertici della FIL (favorevoli ad una fusione con i cattolici della LCGIL) e i quadri medi e la base (favorevoli ad unirsi ai socialisti autonomisti).

Le posizioni erano chiare. Il PRI già alla fine del 1949 aveva invitato i membri repubblicani della FIL a respingere ogni proposta di fusione con altri sindacati. Nello stesso periodo il neonato PSU aveva approvato una mozione rivolta a promuovere la costituzione di una organizzazione sindacale indipendente ed Italo Viglianesi, socialista autonomista, aveva promosso la creazione dei GASU (Gruppi d’azione sindacale unitaria). In pratica solo i vertici della FIL andarono a rinforzare le file della LCGIL (che dal 30 aprile 1950 assunse il nome di CISL), mentre i quadri intermedi e la base si mossero per dar vita ad un nuovo sindacato laico ed indipendente dalla politica. Il 5 febbraio 1950, con la fine del congresso, la FIL cessò di esistere.

Una foto che ritrae una manifestazione della UIL

Nascita della UIL

Il 5 marzo 1950 alla Casa dell’Aviatore a Roma 253 delegati parteciparono al convegno costitutivo dell’Unione Italiana del Lavoro (UIL), a forte carattere socialdemocratico e riformista. La proposta del nome fu avanzata da Arturo Chiari del PSU e si rifaceva alla UIL prefascista. In realtà la UIL dell’Italia repubblicana deve l’omonimia per la volontà di Arturo Chiari e di altri sindacalisti provenienti dalla precedente UIL di adottarne il medesimo nome pur riconoscendone la palese diversità.

Tra i protagonisti di quel giorno possiamo annoverare Italo Viglianesi, Enzo Dalla Chiesa e Renato Bulleri del PSU, Raffaele Vanni e Amedeo Sommovigo del PRI, sindacalisti del PSLI, numerosi indipendenti e personaggi autorevoli come il partigiano ed ex Presidente del Consiglio Ferruccio Parri. Presidente dell’assemblea fu il senatore Luigi Carmagnola. Nella dichiarazione programmatica approvata vennero indicati i “cinque pilastri” fondanti della UIL:

  • indipendenza dai partiti, dai governi e dalle confessioni religiose.
  • valorizzazione dell’autonomia delle federazioni di categoria.
  • adozione del metodo democratico con partecipazione attiva dei lavoratori.
  • unità d’azione con le altre due organizzazioni confederali CGIL e CISL.
  • intervento su tutti i problemi di politica sociale ed economica ogni volta che siano in gioco le sorti della classe lavoratrice.

A seguito di una mozione dei delegati meridionali, anche l’impegno per il Mezzogiorno venne incluso nella dichiarazione.

Da notare che i primi tempi furono particolarmente difficili, poiché l’atto di ribellione alla politica americana di fusione nella LCIGL costò a lungo alla UIL scarsi appoggi politici e scarsissimi mezzi. Nonostante le difficoltà dei primi anni la UIL si affermò tra i lavoratori italiani, sia dei comparti privati che di quelli pubblici, superando i 400.000 iscritti già alla fine del 1950.

A partire dal 1º gennaio 1952 la UIL entrò a far parte dell’Internazionale sindacale ICFTU confluita nel 2006 nella CSI. Dal 1973 la UIL è membro della Confederazione europea dei sindacati (CES). Il 6 dicembre 1953, si celebrò il primo vero congresso della UIL, il secondo nella numerazione ufficiale visto che si tiene conto del convegno costitutivo di Roma del 1950.

“Unità sindacale”

Alla fine degli anni sessanta, seguendo l’impegno di agire in modo unitario e quanto più possibile autonomo dai partiti politici, la CGIL, la CISL e la UIL riuscirono faticosamente a riconquistare la tanto desiderata “unità sindacale” persa nel primo dopoguerra e si confederarono nella Federazione CGIL, CISL, UIL.

L’unità dei sindacati però non resse negli anni ottanta e la prima occasione che rese evidente il riallontanamento fu il “decreto legge di San Valentino”, emanato dal governo di Bettino Craxi, che modificava la scala mobile. Il PCI a quel punto si fece promotore di un referendum popolare per abrogare la legge. Già “in privato” i tre sindacati avevano mostrato diversità di vedute nei confronti del decreto sulla scala mobile ed esse, di lì a poco, divennero di dominio pubblico. Da una parte le forze governative guidate da Craxi (DC, PSI, PSDI, PRI, PLI) lanciarono una massiccia offensiva a difesa della riforma, il PCI guidato da Enrico Berlinguer chiamò a raccolta tutte le forze contrarie alla riforma. In questo modo, CISL e UIL, guidate rispettivamente da Pierre Carniti e Giorgio Benvenuto, ebbero una posizione distinta rispetto alla CGIL, quasi tutto sul fronte opposto al decreto (al suo interno si distingueva però la corrente socialista guidata da Ottaviano Del Turco).

L’attuale Segretario Generale della UIL Pierpaolo Bombardieri

In seguito allo sfaldamento dei partiti tradizionali, la UIL perse il solido riferimento politico che aveva nel PSDI, nel PRI e nelle componenti moderate del PSI, e cercò di acquisire una sostanziale autonomia dalla politica. Oggi il Segretario Generale in carica è Pierpaolo Bombardieri  (articolo parzialmente estrapolato dal sito Wikipedia e le immagini da Google).

 

Testo bollettino

Sindacato delle persone: è la chiave identificativa per inquadrare lo sguardo ampio della UIL –  Unione Italiana del Lavoro – all’insegna dell’allargamento della rappresentanza a quanti non possono riconoscersi pienamente come lavoratori e cittadini a causa della loro condizione di precarietà, irregolarità, marginalità, in una prospettiva solidale più inclusiva con il respiro di un nuovo umanesimo.

La UIL è un Sindacato confederale, ancorato ai valori dell’Europa, nato il 5 marzo 1950 per volontà di un gruppo di persone con il comune obiettivo di costruire una moderna organizzazione democratica, indipendente, autonoma, laica e socialista nei fini.

Il 5 marzo 2025 la UIL celebra il proprio settantacinquesimo anniversario, potendo contare su circa 2,4 milioni di iscritti. L’autentica matrice riformista ha portato la UIL, nella veste di Sindacato del Terzo Millennio, ad aprirsi in modo costante ai cambiamenti della società, ai giovani, alla prospettiva internazionale e alle trasformazioni tecnologiche. Tra i capisaldi: la sicurezza sul lavoro, il contrasto alla precarietà e all’illegalità, la promozione di occasioni, momenti e luoghi di incontro e confronto per dare voce a chi non ce l’ha.

Una grande comunità votata alla modernità che guardando alle prossime generazioni si dedica agli altri, ai più deboli, a chi non ha rappresentanza per le proprie istanze, necessità e nuovi bisogni.

Pierpaolo Bombardieri

Segretario generale UIL

 

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