12^ EMISSIONE 2023, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, del 01 Aprile, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica ” lo Sport ” dedicato a Hellas Verona Football Club, nel 120° anniversario della fondazione

12^ EMISSIONE 2023, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, del 01 Aprile, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica ” lo Sport ” dedicato a Hellas Verona Football Club, nel 120° anniversario della fondazione, dal valore indicato in B, corrispondente ad €1.20.

  • dentellatura:  11 effettuata con fustellatura
  • dimensioni francobollo: 30 x 40 mm
  • stampa: in rotocalcografia
  • tipo di cartabianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente; grammatura: 90 g/mq; supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq; adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco)
  • stampato: I.P.Z.S. Roma
  • tiratura: 300.015
  • valoreB 
  • colori: cinque
  • bozzettista: a cura della Hellas Verona Football Club e ottimizzato dal Centro Filatelico della Produzione dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.
  • num. catalogo francobolloMichel 4511 YT 4271 UNIF ________
  • Il francobollo: il francobollo riproduce sullo sfondo dei colori gialloblù dell’Hellas Verona Football Club, su cui è ripetuto a tappeto il nome del Club, si staglia il logo del 120° anniversario della fondazione; in alto, rispettivamente a sinistra e a destra, sono riprodotti il logo storico e lo scudetto col tricolore rappresentativo della vittoria nel Campionato di calcio italiano del 1984/1985. Completano il francobollo le date “84/85”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.

Se sei interessato all’acquisto di questo francobollo lo puoi acquistare al prezzo di €1,80; basta inviare una richiesta alla email: protofilia1@gmail.com

L’Hellas Verona Football Club, meglio noto come Hellas Verona o più semplicemente Verona, è una società calcistica italiana con sede nella città di Verona. Milita in Serie A, la massima divisione del campionato italiano.

Fondata nel 1903 con il nome di Associazione Calcio Hellas, dall’istituzione della Serie A a girone unico (1929) è stata l’unica squadra di una città non capoluogo di regione a vincere, nella stagione 1984-85, il campionato di massima serie. Proprio gli anni 80 del XX secolo sono stati il periodo di maggiori soddisfazioni sportive per il club, che arrivò anche due volte consecutive (delle tre complessive) in finale di Coppa Italia, disputando inoltre diverse partite nelle coppe europee (con una partecipazione alla Coppa dei Campioni e due alla Coppa UEFA). I gialloblù hanno partecipato a 32 campionati di Serie A, 53 di Serie B e 6 di Serie C/Serie C1; la compagine scaligera è inoltre la seconda (alle spalle del Brescia) per presenze nel campionato cadetto, torneo che ha vinto in tre occasioni. Occupa il tredicesimo posto nella graduatoria della tradizione sportiva italiana secondo i criteri della FIGC. I colori sociali del Verona, il giallo e il blu, richiamano quelli dello stemma della città veneta, che sono in realtà l’oro e l’azzurro. I soprannomi della squadra sono “i Mastini” e “gli Scaligeri”, in riferimento alla famiglia Della Scala che governò Verona tra il XIII e il XIV secolo; lo stemma araldico degli Scaligeri è richiamato sulla tenuta di gioco e sul marchio societario come un’immagine stilizzata di due possenti mastini rivolti in direzioni opposte.

Dalla nascita agli anni 60

Gli studenti del Maffei che nel 1903 fondarono l’Associazione Calcio Hellas

Nell’ottobre del 1903 un gruppo di studenti del liceo classico “Scipione Maffei” di Verona fondò una squadra di calcio e, su proposta del professor Decio Corubolo, per l’appunto insegnante di greco, la battezzò Associazione Calcio Hellas (per ricordare l’antica Ellade, ovvero l’odierna Grecia); primo presidente venne eletto il conte Fratta Pasini, con un fondo associativo pari a 32 lire. Nel 1919, dopo la prima guerra mondiale, l’Hellas assunse la denominazione Football Club Hellas Verona, accogliendo, per fusione, la società minore denominata Verona.

All’avvio della Serie A a girone unico la squadra, che un anno prima aveva incorporato, per fusione, due rivali veronesi, Bentegodi e Scaligera, assumendo la denominazione A.C. Verona, partì dal campionato di Serie B, in seguito al brutto piazzamento (12º posto) ottenuto l’anno precedente nella Divisione Nazionale, che impedì al club di iscriversi alla Serie A. Al suo debutto nel campionato cadetto (1929-1930) chiuse con un incoraggiante sesto posto, con 7 punti di distacco dal Legnano promosso nella massima serie.

Nel 1941, mentre imperversava il secondo conflitto mondiale, il Verona, dopo un decennio interamente trascorso in serie B, affrontò uno dei suoi peggiori momenti storici, retrocedendo in Serie C. I gialloblù riuscirono però a risalire abbastanza in fretta, nel giro di due sole stagioni (1943).

Dopo essere tornato nella categoria superiore, il Verona iniziò un lungo periodo in Serie B, finché, dopo quattordici anni, vinse il suo primo campionato di Serie B: infatti, nel 1957 i gialloblù, allenati da Angelo Piccioli (secondo allenatore più presente sulla panchina scaligera con 225 panchine, dietro al solo Bagnoli), furono i protagonisti del torneo e, pareggiando in casa con il Como per 1-1 nell’ultima giornata, ottennero il punto decisivo per la tanto agognata promozione.

Il Verona restò in Serie A una sola stagione (1957-1958): a un ottimo girone di andata che vide i gialloblù girare la boa alla rassicurante quota di 18 punti in 17 partite, seguì infatti un disastroso girone di ritorno che ebbe come epilogo la sconfitta contro il Bari (secondo classificato della Serie B 1957-1958) nel doppio spareggio che determinò la retrocessione della società scaligera in cadetteria.

Nell’estate del 1958 il Verona assorbì un club minore veronese, l’A.S. Hellas, neopromosso in Serie C, in modo da poter riprendere la denominazione di Associazione Calcio Hellas Verona in omaggio alle sue origini. Seguirono quindi dei campionati anonimi, nobilitati però dalla semifinale della Coppa Italia 1963-1964, raggiunta con una vittoria per 1-0 in casa della Juventus. Nel 1968, dopo un’ambiziosa campagna acquisti, il Verona del neo-presidente Saverio Garonzi, guidato in panchina da Nils Liedholm, riconquistò la categoria esattamente un decennio dopo l’ultima promozione. Il salto di categoria venne guadagnato all’ultima giornata, grazie alla vittoria per 1-0 sul Padova, ma soprattutto alla vittoria in trasferta in rimonta (1-2) contro la diretta concorrente Bari, alla penultima.

Anni 70 e 80

L’Hellas, al ritorno in massima serie dopo la breve avventura in Serie A del 1958, stavolta si salvò con relativa facilità, conducendo una stagione equilibrata chiusa al decimo posto mentre, nelle stagioni successive, riuscì ad inanellare una serie di importanti salvezze in massima serie. Nel 1974 l’Hellas finì la stagione al quartultimo posto, evitando la retrocessione, ma fu declassato in ultima posizione e condannato alla Serie B durante i mesi estivi a causa dello “scandalo della telefonata” in cui furono coinvolti il presidente della squadra Saverio Garonzi e un ex giocatore, Sergio Clerici. Il Verona ritornò comunque subito in Serie A al termine del successivo campionato cadetto (1975).

Nel 1978 la squadra rimase sfortunatamente coinvolta nell’incidente ferroviario di Murazze di Vado. A causa di un disguido aereo legato al maltempo, il club veneto era ricorso al treno per raggiungere la capitale, dov’era in programma la sfida di campionato contro la Roma: i giocatori e lo staff viaggiavano sul primo vagone della “Freccia della Laguna”, che in prossimità di Monzuno investì le carrozze dell’espresso Bari-Trieste deragliato pochi secondi prima. Destino volle che, al momento del disastro, la formazione si fosse spostata per il pranzo nella carrozza ristorante in coda al treno, uscendo quasi illesa dall’incidente che contò una quarantina di vittime tra le carrozze scagliate dall’urto nel dirupo sottostante.

Dopo aver disputato dieci campionati su undici in Serie A dal 1968 in poi, il Verona tornò in Serie B nel 1979. In cerca di equilibrio e con un profondo ricambio di proprietà, dirigenti e giocatori, la società rimase bloccata tra i cadetti per due anni, fino all’arrivo del nuovo tecnico Osvaldo Bagnoli.

Con l’arrivo dell’allenatore milanese, già giocatore dell’Hellas, ebbe inizio quello che sarebbe stato il ciclo di vittorie più importante della storia del club scaligero: nella stagione (1981-82) l’Hellas, costruito sull’asse Garella, Tricella, Di Gennaro, Penzo, vinceva il campionato cadetto e costruiva le basi per il suo futuro.

L’anno successivo i gialloblù stupirono tutti e, nel girone di andata della massima serie, contesero a lungo il primo posto della classifica alla Roma, che poi vinse lo scudetto; nella tornata di ritorno vi fu l’inevitabile calo di una formazione costruita senza grosse ambizioni, ma gli scaligeri riuscirono comunque a terminare il campionato al quarto posto, guadagnandosi la qualificazione all’edizione successiva della Coppa UEFA.

Anche nel 1983-84 il Verona fu protagonista di un ottimo campionato: esattamente come l’anno prima, alla decima giornata era al primo posto in condominio con la Roma e, come l’anno prima, subì una flessione nel girone di ritorno che comportò un comunque brillante piazzamento finale al sesto posto.

Lo scudetto

Dopo aver concluso due campionati nella parte alta della classifica (e nobilitando entrambe le stagioni con la finale di Coppa Italia) i dirigenti del Verona, aiutati dallo sponsor Canon, decisero di alzare il tiro. Nell’estate del 1984 arrivarono infatti presso la corte scaligera due quotati calciatori stranieri, punti fermi delle rispettive nazionali: il difensore tedesco Hans-Peter Briegel e l’attaccante danese Preben Elkjær. Al termine della Serie A 1984-85, dopo un campionato condotto in prima posizione dalla prima giornata, il pareggio per 1-1 ottenuto a Bergamo contro l’Atalanta garantì all’Hellas la conquista dello scudetto con un turno di anticipo.

Lo scudetto assunse valore non solo perché conseguito in un’epoca in cui le squadre italiane stavano iniziando a riaffermarsi a livello internazionale (la Nazionale stessa era campione del mondo), ma anche per la presenza in Italia di molti tra i migliori calciatori del mondo, vedi Platini, Zico, Maradona, Sócrates, Rummenigge e Falcão.

Il proprietario Chiampan cercò in tutti i modi di mantenere il Verona ad alti livelli negli anni post-scudetto, ma, a causa della progressiva vendita dei giocatori-chiave che avevano determinato la conquista del campionato dovuta al dissesto economico societario, nella stagione 1989-90 i gialloblù retrocedettero in seguito alla sconfitta contro il Cesena proprio all’ultima giornata, scivolando quindi in Serie B.

Anni 90 e 2000

Nel 1991, nonostante il fallimento della società, i giocatori guidati dall’allenatore Eugenio Fascetti terminarono comunque il campionato (1990-91) nel migliore dei modi, ottenendo un’insperata promozione in Serie A. La squadra retrocesse però di nuovo la stagione successiva, con diverse giornate di anticipo. Il Verona iniziò così a fare l’altalena tra la massima serie e quella cadetta. Nel 1995 il club acquisì nel frattempo il nome Hellas Verona Football Club, che mantiene ancora oggi (dopo aver usato, nei quattro anni successivi al fallimento, il nome Verona Football Club).

Dopo due promozioni (1990-91 con Eugenio Fascetti e 1995-96 con Attilio Perotti) seguite da immediate retrocessioni, la vittoria nel campionato di Serie B nel 1998-99 sotto la guida del rampante Cesare Prandelli (il quale mise insieme quell’anno una striscia di otto vittorie consecutive tra la 6ª e la 13ª giornata, record per la Serie B italiana, che verrà uguagliato da Mandorlini nel 2011-12) sembrò aprire una nuova fase nella storia del club.

Il terzo millennio iniziò con gli scaligeri ancora allenati da Prandelli, che, dopo un inizio difficile, avviarono una serie di risultati utili consecutivi nel girone di ritorno, chiudendo il campionato di Serie A 1999-00 al nono posto. L’anno successivo (2001), invece, l’Hellas riuscì a salvarsi solo dopo aver vinto il doppio spareggio contro la Reggina, mentre il campionato 2001-02 si concluse con la retrocessione in seguito alla brutta sconfitta esterna dei veneti contro il Piacenza (3-0). Seguirono alcune annate anonime disputate in cadetteria, con il Verona che non andò oltre a sudate salvezze. La squadrà sfiorò poi il ritorno in massima serie nel 2005, quando concluse la stagione al 7º posto, con un solo punto in meno dell’Ascoli (promosso in Serie A dopo la squalifica del Genoa e i problemi economici di Perugia e Torino).

Nella stagione 2006-07 la crisi del Verona si acuì ulteriormente e la società, che aveva terminato il campionato nelle zone basse della classifica, dovette disputare i play-out contro lo Spezia, nei quali ebbe la peggio (sconfitta per 2-1 a La Spezia e 0-0 a Verona), retrocedendo in Serie C dopo sessantaquattro anni. Nella stagione 2007-08, partito con l’obiettivo di vincere il campionato e di essere “la Juventus della Serie C”, il Verona chiuse invece ultimo in classifica a pari punti con il Manfredonia, evitando la retrocessione diretta solo grazie agli scontri diretti a favore; costretto a disputare i play-out contro la Pro Patria, vinse la gara di andata per 1-0 e pareggiò 1-1 al ritorno, riuscendo a salvarsi solo grazie ad un gol segnato dell’uzbeko Zeytulaev in pieno recupero. Nelle due stagioni successive le prestazioni del Verona e la sua situazione societaria migliorarono sensibilmente, tanto che nel 2009-10 la squadra dominò a lungo il campionato, senza però riuscire a fare il salto di categoria; gli scaligeri infatti dilapidarono nella volata finale il vantaggio accumulato e furono sconfitti nella finale play-off dal Pescara (2-2, 1-0).

Anni 2010

Anche la stagione in cui gli scaligeri riuscirono finalmente a centrare la promozione (2010-11) era iniziata negativamente, tanto che il tecnico Giuseppe Giannini era stato esonerato alla 13ª giornata con la squadra nei bassifondi della classifica. Sotto la guida del nuovo allenatore Andrea Mandorlini, l’Hellas riuscì però a completare un’insperata rimonta che permise di raggiungere il quinto posto (l’ultimo utile per disputare i play-off) nelle ultime giornate di campionato. Gli scaligeri, dopo aver eliminato il Sorrento, conquistarono la loro seconda finale play-off consecutiva e nel doppio confronto riuscirono infine a superare la Salernitana (2-0; 0-1), tornando in cadetteria dopo quattro anni.

Nella stagione 2011-12 i gialloblù, al ritorno in serie B, disputarono subito un campionato di eccellente livello, chiudendo la stagione regolare al quarto posto, qualificandosi per i play-off e mettendo insieme una striscia di dodici vittorie casalinghe consecutive. In semifinale il Varese si impose però nel doppio confronto, vincendo per 2-0 nella gara di andata e pareggiando al Bentegodi (1-1). Nella stagione 2012-13, dopo una lunga volata a tre, l’Hellas conquistò il secondo posto con 82 punti, a tre lunghezze dal Sassuolo vincitore del torneo (85), ma soprattutto a due di vantaggio sul Livorno (80); gli scaligeri tornarono così nella massima serie dopo ben undici anni. Il centravanti Daniele Cacia conquistò inoltre il titolo di capocannoniere del campionato con 24 reti (fu il primo giocatore scaligero a riuscire nell’impresa).

Un grande giocatore del Verona Luca TONI

Nel campionato di Serie A 2013-2014 il Verona disputò un ottimo girone d’andata, chiuso al sesto posto in classifica, in lotta per l’Europa, con un rinato Luca Toni e la gradita sorpresa di un giovane paraguaiano in prestito dal Porto, Juan Iturbe, risultato la sorpresa del campionato. La squadra lottò fino alla fine della stagione per un posto in Europa League ma chiuse infine al decimo posto, dopo aver eguagliato sia il proprio record di sei vittorie consecutive in casa che quello del maggior numero di successi in una singola stagione di massima serie (16).

Nella stagione 2014-15 il Verona chiuse al tredicesimo posto; Luca Toni si laureò capocannoniere della Serie A con 22 reti, diventando il primo attaccante a fregiarsi di tale titolo con il club scaligero e contemporaneamente il miglior realizzatore di sempre dell’Hellas Verona nel massimo campionato. Durante l’estate, il direttore sportivo Sogliano salutò il Verona dopo tre stagioni e lasciò il posto a Bigon.

Nel campionato 2015-16 un Verona in grave difficoltà e poco incisivo si ritrovò confinato in zona retrocessione per tutta la stagione. A fine novembre la carenza di risultati portò all’esonero di Mandorlini, che lasciò la panchina dopo sei stagioni; al suo posto viene ingaggiato Luigi Delneri. Il cambio di panchina non portò però la svolta nei risultati e l’Hellas retrocedette matematicamente in Serie B con tre giornate di anticipo, dopo tre anni di massima serie, chiudendo la stagione all’ultimo posto con 28 punti e 5 vittorie.

Alla vigilia del campionato 2016-17, l’Hellas, affidato a Fabio Pecchia, venne indicato tra i principali favoriti per la promozione. Nel girone di andata il Verona rispettò le previsioni, laureandosi simbolicamente campione d’inverno, mentre meno esaltante si rivelò la seconda metà della stagione, con i gialloblù che disputarono diverse partite sottotono e persero il primato a favore della rivelazione SPAL, futura vincitrice del torneo. Il Verona riuscì comunque a difendere il secondo posto in classifica, chiudendo a pari punti col Frosinone, ma vincendo poi gli scontri diretti. Gli scaligeri conquistarono quindi la serie A dopo un solo anno passato tra i cadetti, mentre per la terza volta in cinque anni il titolo di capocannoniere era conquistato da un giocatore scaligero, il centravanti Giampaolo Pazzini. Nella stagione 2017-18 il Verona, guidato dal riconfermato Pecchia, retrocedette in serie B, concludendo la stagione al penultimo posto con 25 punti, senza mai essere stato davvero in corsa per la salvezza.

Nel successivo campionato di B (2018-19) un Verona indicato nuovamente tra i favoriti deluse molto le attese e, dopo aver chiuso il girone di andata al quarto posto, disputò una seconda parte di stagione ancora più sottotono. A spazientire i tifosi fu anche l’atteggiamento della dirigenza veronese, che, come con Pecchia nella precedente stagione, si ostinò a confermare ad oltranza l’allenatore Fabio Grosso, malgrado le pessime prestazioni della squadra; il direttore sportivo Tony D’Amico arrivò a scagliarsi pubblicamente contro una televisione cittadina, accusandola di diffondere fake news. A sole due giornate dalla fine del campionato, dopo una brutta sconfitta casalinga subita contro il Livorno (2-3) e con la squadra ai margini della zona play-off, la società esonerò Grosso. Venne scelto come nuovo allenatore Alfredo Aglietti, che accettò un contratto della durata di un mese.. Guidata dal tecnico toscano, la squadra riuscì a battere il Foggia 2-1 all’ultima di campionato, assicurandosi l’accesso ai play-off. Il Verona emerse infine vittorioso dagli spareggi: superò il Perugia nel turno preliminare (4-1 ai supplementari), il Pescara in semifinale (0-0 al Bentegodi, 0-1 all’Adriatico) e, infine, anche il Cittadella: i padovani infatti si imposero con merito nella finale di andata per 2-0, ma in quella di ritorno l’Hellas capovolse la situazione, vincendo con un rotondo 3-0 e riconquistando a sorpresa la serie A; si trattò, nel dettaglio, della decima promozione in massima serie del Verona (la terza dell’era Setti).

Anni 2020

A dispetto dell’obiettivo raggiunto e della stima che godeva da parte della tifoseria, alla scadenza del contratto Alfredo Aglietti venne rimpiazzato da Ivan Jurić. La scelta della dirigenza scaligera si rivelò vincente: il tecnico croato, affidandosi sia a giocatori esperti come Veloso e Lazovic, che aveva già allenato al Genoa, che a giovani emergenti come Pessina, Kumbulla, Zaccagni e Amrabat, mantenne la squadra nella parte sinistra della classifica per tutta la stagione 2019-20; il Verona risultò così una delle sorprese del campionato e riuscì a centrare agevolmente l’obiettivo salvezza, chiudendo al nono posto con 49 punti. I gialloblù centrarono la salvezza anche nella stagione successiva, classificandosi al decimo posto con 45 punti e confermandosi una formazione assai ostica da affrontare; tra gli altri, si misero in luce nel corso della stagione il portiere Silvestri, che già aveva ben impressionato nella stagione precedente, i difensori Lovato e Dimarco, l’esterno di centrocampo Faraoni, spesso chiamato a ricoprire anche il ruolo di capitano, e il trequartista ceco Barak, che, per merito delle sue prestazioni a Verona, rientrò nel giro della propria nazionale. La stagione 2021-22 si aprì con l’addio di Juric, che venne rimpiazzato da Eusebio Di Francesco. L’esperienza del tecnico abruzzese sulla panchina gialloblu fu tuttavia assai breve, tanto che l’allenatore venne sollevato dall’incarico dopo sole tre giornate con la squadra a 0 punti. Affidata al croato Igor Tudor che condivideva assai di più lo stile di gioco del connazionale e amico Ivan Juric, il Verona disputò un altro ottimo campionato. Trascinata dai gol di Simeone, Caprari e Barak, tutti e tre in grado di arrivare in doppia cifra, la squadra gialloblu concluse infatti la stagione al nono posto, confermandosi per il terzo anno di fila nella parte sinistra della classifica e totalizzando 53 punti (articolo parzialmente estrapolato dal sito Wikipedia).

Testo bollettino

Siamo felici e orgogliosi di poter celebrare i 120 anni dell’Hellas Verona con un Francobollo appartenente alla serie tematica “lo Sport”.

Credo sia il giusto tributo per un Club che ha scritto pagine indelebili della storia del calcio italiano.

Una storia che ha preso vita fra i banchi di uno dei licei più antichi d’Italia, il Liceo Classico Scipione Maffei, e che grazie alle gesta di tantissimi campioni e alla passione di una città intera, ancora oggi continua a regalare emozioni profonde.

Con questo Francobollo non celebriamo solo una ricorrenza straordinaria, ma festeggiamo tutto il mondo Hellas che da 120 anni accompagna il Verona tra grandi imprese e momenti più difficili, vissuti sempre con una partecipazione unica e una passione autentica, che a Verona si tramandano di generazione in generazione.

Tanti auguri, caro vecchio Hellas!

Maurizio Setti

Presidente Hellas Verona Football Club

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