105^ emissione del 29 Ottobre 2024, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica ” le Eccellenze del sapere” dedicato a MAFFEO PANTALEONI, nel centenario della scomparsa


105^ emissione del 29 Ottobre 2024, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica ” le Eccellenze del sapere” dedicato a MAFFEO PANTALEONI, nel centenario della scomparsa, dal valore indicato in B, corrispondente ad €1,25
- data emissione: 29 Ottobre 2024
- dentellatura: 11 effettuata con fustellatura.
- dimensioni francobollo: 40 x 30 mm
- tipo di carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente.
- Grammatura:90 g/mq.
- Supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq.
- Adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco).
- stampato: I.P.Z.S. Roma
- tiratura : 250.020
- valore tariffa: B =€1,25
- colori: sei
- bozzettista: Rita Fantini
- num. catalogo francobollo: Michel ______ YT _______ UNIF ______SASS _4486
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- Il francobollo: raffigura un ritratto di Maffeo Pantaleoni, illustre economista italiano dei secoli XIX e XX, affiancato, a sinistra, dal titolo della sua opera più rappresentativa “PRINCIPII DI ECONOMIA PURA”, del 1889, che impresse una svolta metodologica e analitica rispetto agli studi economici dell’epoca. Completano il francobollo la legenda “MAFFEO PANTALEONI”, le date “1857 1924”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.
- nota: la foto che ha ispirato il ritratto di Maffeo Pantaleoni è utilizzata per gentile concessione della Biblioteca Comunale Mozzi Borgetti di Macerata.

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Maffeo Pantaleoni (Frascati, 2 luglio 1857 – Milano, 29 ottobre 1924) è stato un economista e politico italiano.

Biografia
Professore ordinario di economia politica alle Università degli Studi di Napoli, Pavia e Roma, fu un esponente dell’economia neoclassica. Fu direttore del Giornale degli economisti dal 1890 al 1924. Celebre la sua accanita difesa della politica economica del laissez-faire.
Figlio di Diomede Pantaleoni e della nobile irlandese Jane Isabella Massy-Dawson, riceve i primi fondamenti dell’istruzione in un collegio parigino per poi trasferirsi in Germania, dove si diploma a Potsdam nel 1877. Dal 1877 al 1880 frequenta la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Roma laureandosi con una tesi sulla teoria della traslazione dei tributi. Acquista notorietà come docente dell’Università di Camerino e nel 1883 pubblica “Contributo alla teoria del riparto delle spese pubbliche”.
Nel 1890, assieme ai colleghi Antonio De Viti De Marco e Ugo Mazzola, acquista il Giornale degli economisti con l’intento di farne la voce teorica del marginalismo e l’organo politico dei liberisti italiani. Dalle pagine del Giornale degli Economisti critica la politica finanziaria del ministro Agostino Magliani (inizialmente liberista e poi vicino alla scuola storica dell’economia lombardo-veneta) e le spese militari.
Nel 1892 il senatore Leone Wollemborg consegnò a Pantaleoni una relazione (firmata dal commendator Gustavo Biagini e dal senatore Giuseppe Giacomo Alvisi, ma insabbiata dal Ministro del Tesoro Giovanni Giolitti e dal Presidente del Consiglio Francesco Crispi) che dimostrava la presenza di ampie e ripetute irregolarità nella gestione della Banca Romana da parte del governatore Bernardo Tanlongo e del resto del personale, insieme ad un’intricata rete di corruttela e prestiti senza garanzie a vari importanti politici italiani. Il 10 dicembre 1892, Pantaleoni consegnò la relazione al deputato dell’estrema sinistra Napoleone Colajanni, che ne rivelò il contenuto dieci giorni dopo davanti alla Camera dei Deputati, dando il via allo scandalo della Banca Romana.

Nel 1900 venne eletto deputato dopo aver accettato una alleanza tattica con l’Estrema sinistra storica in funzione anti-sonniniana ed anti-pellusiana. Critico verso la politica di Giuseppe Saracco, orientata alla protezione dell’industria siderurgico-cantieristica, durante il governo Zanardelli sostenne prima la scelta di militarizzare le ferrovie (voluta dal ministro della Guerra Coriolano Ponza di San Martino per reprimere lo sciopero dei lavoratori del settore) e poi criticò aspramente il dietrofront dell’esecutivo per le concessioni economiche varate agli scioperanti. Nel seguito della sua vita, prima della prima guerra mondiale, diventò un nazionalista e fu un politico anti-socialista, mantenendo stretti legami con il movimento fascista Dal settembre al dicembre 1920 fu ministro delle Finanze della Reggenza Italiana del Carnaro, presieduta da Gabriele D’Annunzio.
Massone, fu membro del Grande Oriente d’Italia e fece parte della sua Commissione permanente, costituita nel febbraio 1901 “col mandato di spingere le Logge a promuovere, disciplinare ed aiutare le istituzioni cooperative e di previdenza, nelle loro varie forme e nelle loro attinenze con la pubblica e privata economia, su di una base civile, laica ed obbiettiva”.
Fu tra i più attivi economisti ad appoggiare prima il nazionalismo e poi il fascismo, dirigendo con l’amico Giovanni Preziosi la rivista “La vita italiana”.
Poco prima della sua morte, il 1º marzo 1923 fu nominato al Senato da Vittorio Emanuele III.
Nel 1970 è stato intitolato a suo nome l’Istituto Professionale di Stato per i servizi commerciali e turistici di Frascati.
Il pensiero
Pantaleoni tentò di conciliare la tradizione ricardiana con il marginalismo walrasiano, spaziando dalla teoria dei prezzi a quella della tassazione, dalla teoria dei cicli economici a quella dei sindacati industriali, dalla stima della ricchezza nazionale alla storia delle dottrine economiche, con il suo libro maggiore del 1889 Principi di economia pura (articolo parzialmente estrapolato dal sito Wikipedia e le immagini da Google).

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