10^ emissione del 07.02.2025, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “ i valori sociali” dedicato a Monsignor CAMILLO CARRARA, primo vicario Apostolico dell’Eritrea


10^ emissione del 07.02.2025, di un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “ i valori sociali” dedicato a Monsignor CAMILLO CARRARA, primo vicario Apostolico dell’Eritrea, dal valore indicato con la lettera B, corrispondente ad €1,25
- data emissione: 07 febbraio 2025
- dentellatura: 11 effettuata con fustellatura.
- dimensioni francobollo:30 x 40 mm
- tipo di carta: bianca, patinata neutra, autoadesiva, con imbiancante ottico.
- Grammatura: 90 g/mq.
- Supporto: carta bianca, Kraft monosiliconata da 80 g/mq.
- Adesivo: tipo acrilico ad acqua, distribuito in quantità di 20 g/mq (secco).
- stampato: I.P.Z.S. Roma
- tiratura : 250.020
- valore tariffa: B= €1.25
- colori: tre
- bozzettista: Emanuela L’Abate
- num. catalogo francobollo: Michel ______ YT _______ UNIF ______SASS __4533___
- Il francobollo: raffigura un ritratto di Monsignor Camillo Carrara, cappuccino Vescovo Missionario, nominato da Pio X nel 1911 primo Vicario apostolico dell’Eritrea, dove si adoperò per la evangelizzazione della popolazione.

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Giuseppe Carrara nacque ad Albino (Bergamo) il 14 marzo 1871 da Giovanni e Teresa Moroni. Entrò in giovane età nell’ordine dei frati Minori cappuccini, assumendo il nome di Camillo. Ordinato sacerdote il 22 settembre 1894, fu destinato ai conventi di Crema, Cremona e Bergamo, dove svolse attività come insegnante ginnasiale e direttore degli studenti. Nel 1902, fu nominato padre guardiano del convento di Bergamo e definitore provinciale.

Promosso all’ufficio di ministro provinciale (1905, tenuto fino al 1911), padre Camillo fu a capo dei cappuccini lombardi, facendosi promotore di diverse iniziative: si occupò della formazione culturale dei religiosi, invitando i migliori a perfezionare gli studi a Friburgo o a Roma e ampliando le biblioteche conventuali, diede nuovo impulso al terz’ordine francescano, curò la pubblicazione di opere scritte dai confratelli, riformò alcune scuole gestite dalla congregazione, fece costruire a Milano la chiesa del Sacro cuore di Gesù presso porta Monforte, potenziò l’attività delle missioni ad gentes. Nel 1910, fu inviato come visitatore generale nella missione di Parà-Maranhão nel nord del Brasile.
Il 7 febbraio del 1911 fu nominato da Pio X vescovo titolare di Agatopoli e vicario apostolico dell’Eritrea. Ricevuta l’ordinazione episcopale a Milano il 26 febbraio dello stesso anno, partì per Roma, dove, oltre a incontrare il Papa, fu ricevuto da Vittorio Emanuele III e dal presidente del Consiglio dei ministri Luigi Luzzati. L’incontro con le autorità civili segnalava l’auspicio di una maggior collaborazione tra missionari e governo nazionale, soprattutto sul piano dell’educazione e dell’assistenza nei territori coloniali.
Giunto ad Asmara il 3 aprile 1911, il C. dovette far fronte a una situazione piuttosto critica dovuta soprattutto alla scarsità di personale e di mezzi. Ottenne l’invio di altri frati dall’Italia e si servì dell’aiuto delle Figlie di S. Anna, cui affidò soprattutto gli orfanotrofi e gli istituti di educazione infantile. Creò una fitta rete di benefattori – in particolare il Comitato pro Eritrea fondato a Milano – per finanziare le opere missionarie. Ideò un piano di sviluppo dell’agricoltura, basato su un sistema intensivo e razionale, con l’intenzione di creare piccoli villaggi rurali per gli indigeni convertiti. Dall’ottobre del 1911 all’aprile del 1912 tenne la sua prima visita pastorale, spingendosi anche nelle zone più remote dell’Eritrea.
Fece ricostruire il seminario di Keren per il clero locale e, in seguito, volle garantire una maggior preparazione teologica ai sacerdoti nativi, inviandone molti al Collegio etiopico di Roma. Dedicò molti sforzi all’evangelizzazione delle tribù indigene: furono aperte missioni nei territori dei Cunama (1912), dei Bogos (1914) e dei Mensa (1922); non mancarono anche tentativi di conversione al cattolicesimo di altre aree dominate dall’Islam o dalla confessione copta.
Il C. mise nel contempo in atto un vasto progetto di scolarizzazione indirizzata preferenzialmente ai maschi. Nel 1912 fondò all’Asmara un oratorio dotato di teatro, una scuola di catechismo, una biblioteca popolare e scuole serali per gli operai. Ottenne dal governo che tutte le scuole elementari della colonia fossero affidate ai missionari, garantendo la loro apertura anche ad allievi non cattolici, un funzionamento efficiente e una seria preparazione dei docenti, a cui spesso impose l’obbligo della patente di insegnamento. Nel 1914 il C. inaugurò a Saganeiti la scuola «S. Michele di arti e mestieri» che garantì a molti giovani la promozione sociale, fino all’accesso negli uffici dell’amministrazione coloniale.


Per sostenere queste attività promosse, nella capitale (1912), la Tipografia francescana per la produzione di testi devozionali e manuali bilingui per l’istruzione della gioventù, testi di grammatica per lo studio degli idiomi locali e alcuni periodici.
Tornato in Italia per due brevi visite (nel 1919 e nel 1923), proseguì la sua attività pastorale in missione anche grazie agli aiuti economici provenienti dal governo e dai benefattori. Sostenne la stampa di una versione in lingua etiopica della Bibbia, facendo pubblicare dalla Tipografia francescana il Nuovo Testamento (1921) e il Vecchio Testamento in quattro volumi (1923-1926). Una delle sue ultime opere fu la costruzione della cattedrale di Asmara, che egli consacrò al culto il 14 ottobre del 1923. Il C. morì a Keren (Eritrea) il 15 giugno 1924 (tratto da http://dbe.editricebibliografica.it/)

Dopo la morte, avvenuta a Keren il 15 giugno 1924, del primo vicario apostolico in Eritrea, mons. Camillo Carrara, la comunità di Albino volle onorare il suo concittadino: pose una lapide sulla casa natale dei “Capelù” (è il soprannome di questo ramo dei Carrara, ndr), in cima alla salita della strada di Piazzo, il 24 giugno 1934, e gli intitolò la piazza delle scuole elementari, quella che è ora Piazzale dei Caduti: agli alunni quale riferimento di identità e di gloria albinese fu indicato il cappuccino mons. Camillo, nato il 14 marzo 1871 (tratto dal sito Paese Mio e le immagini da Google).
Testo bollettino
Mons. Camillo Carrara, nato il 14 marzo 1871 ad Albino, in provincia di Bergamo, rappresenta un esempio di dedizione missionaria e solidarietà. Ordinato vescovo nel 1911, fu il primo a ricoprire il ruolo di Vicario Apostolico dell’Eritrea, contribuendo alla diffusione dei valori cristiani e alla crescita sociale del territorio.
Durante la sua missione, Mons. Carrara si distinse per il suo impegno a promuovere l’istruzione, la cura degli ammalati e l’integrazione delle diverse comunità locali. Le sfide culturali e logistiche dell’epoca furono affrontate con determinazione, costruendo un dialogo costante tra le diverse realtà della regione. La sua opera non si limitò all’ambito religioso, ma abbracciò anche la sfera sociale, contribuendo a migliorare le condizioni di vita delle persone più vulnerabili.
Mons. Carrara morì il 15 giugno 1924 a Keren, in Eritrea. La sua figura incarna i valori universali di solidarietà, dialogo e servizio al prossimo. La memoria di Mons. Carrara continua a ispirare generazioni di uomini e donne impegnati nella costruzione di una società più giusta e inclusiva.

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